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Autore: Rota    23/10/2009    3 recensioni
-Spegni quella cavolo di sigaretta… mi fa schifo l’odore del fumo…-
La camera era buia, isolata dal resto del mondo dalla semplice finestra e dalla porta chiusa – ante e legno serrati al loro posti perché la minima luce potesse filtrare in qualche modo. Occhi indiscreti sono sempre pronti a captare i segnali per la rovina delle persone, e poco vuole il cuore umano per cedere alla malizia più intransigente.
Così, nel buio artificiale, brillava la luce opaca di una lampada verde, i cui timidi raggi avevano prepotentemente sbattuto contro le palpebre di Kurosaki fino a farlo svegliare; ciò non aveva certo aiutato il nascere di un qualche positivo buon umore.
Genere: Comico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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essenzialmente
Essenzialmente



Essenzialmente, avveniva tra loro ciò che avviene normalmente tra due atomi in uno scambio ionico: c’era compartizione condivisa di elettroni, così che sia l’uno sia che l’altro trovassero una situazione idonea di stabilità reciproca nella contingenza e nel contatto diretto.
Non c’era propriamente un dare e un ricevere definitivo, quanto piuttosto una partecipazione comune agli stessi eventi, alle medesime cose o situazioni.
Così, se li si vedeva avvolti dalle stesse coperte, distesi con gambe e braccia avvinghiate le une alle altre sopra il medesimo letto, davvero non c’era da stupirsi. Per nulla.

Non era questione di volontà cosciente o coatta, le gambe di Grimmjow non si muovevano spesso mosse dalla ragione che lenta era cresciuta nell’animo, così come Ichigo non avrebbe piegato il proprio carattere ad un semplice desiderio vizioso.
Era semplicemente così, nulla da accettare e nulla da capire.


-Spegni quella cavolo di sigaretta… mi fa schifo l’odore del fumo…-
La camera era buia, isolata dal resto del mondo dalla semplice finestra e dalla porta chiusa – ante e legno serrati al loro posto perché la minima luce potesse filtrare in qualche modo.
Occhi indiscreti sono sempre pronti a captare i segnali per la rovina delle persone, e poco vuole il cuore umano per cedere alla malizia più intransigente.
Così, nel buio artificiale, brillava la luce opaca di una lampada verde, i cui timidi raggi avevano prepotentemente sbattuto contro le palpebre di Kurosaki fino a farlo svegliare; ciò non aveva certo aiutato il nascere di un qualche positivo buon umore.
Se poi la causa dell’interruzione del suo sonno – conquistato con fatica e sudore, a forza di fingere di star dormendo e di essere completamente inerme ed insensibile – era una stramaledettissima sigaretta, il cui puzzo infame pizzicava le sue narici ben sensibili, allora la cosa lo gettava in preda alla più acuta irritazione.
Aveva aperto appena una palpebra, trovandosi davanti un’ampia schiena, erta da sopra il cuscino del letto, ritta per la posizione seduta di tutto il corpo. Dalla schiena era scivolato alle braccia, fino ad arrivare alle mani e indi alle dita, che stringevano con voluttà quasi indecente una stecca corta e bianca, la cui punta brillava ancora di più in contrasto col buio.
Maledetto vizio del fumo.
Aveva borbottato, sì, aveva borbottato infastidito da quell’odore tanto impertinente, infastidito da quella luce che a furia di insistere l’aveva vinta contro la sua ostinazione, infastidito – specialmente – dal freddo da cui si ritrovava avvolto ora che qualcuno aveva abbandonato la sua postazione.
Grimmjow si era voltato con una lemma che pareva fin troppo studiata, un ghigno piuttosto animalesco stampato in faccia, più o meno come se si aspettasse di sentire quella voce impastata dal sonno ma ben mescolata all’indignazione da un momento all’altro. E infatti non ci era voluto poi molto, forse qualche minuto, non di più.
La sua mano arrivò al viso con lentezza, la sigaretta fu introdotta tra le labbra con estrema cura così come l’inspirazione fu particolarmente profonda e prolungata. Nel momento in cui, però, l’oggetto fu allontanato dalla bocca di Grimmjow, i suoi occhi ferini puntati sopra Ichigo - come quelli di una fiera su quelli della preda appena catturata -, il busto si abbassò appena verso l’altro, mentre un braccio si piegava sul cuscino e permetteva l’avvicinarsi sempre meno relativo dei due uomini.
Arrivò vicino, molto vicino, tanto che il suo naso quasi sfiorava quello dell’altro.
In un sol secondo Grimmjow liberò il fumo trattenuto, soffiandolo direttamente in faccia al ragazzo che si ritrovò quasi a lacrimare, tossendo come un disperato.
-Ti do forse fastidio?-
Moderazione, ci voleva moderazione; con le bestie non ammaestrate l’unica arma veramente vincente era la perfetta calma e la ponderatezza.
Così citava dimenticata la ragione di Ichigo Kurosaki, relegata in un angolino remoto della coscienza. Il viso del giovane assunse un’espressione piuttosto corrucciata, così come la sua voce si alterò notevolmente nel rispondere alla provocazione ricevuta.
Certo non avrebbe lasciato correre tanto facilmente.
-Preferirei conservare la salute dei miei polmoni! Se proprio devi fumarti quella roba, esci da qui ed evita di sporcare in giro con quella cazzo di cenere!-
Se Grimmjow impiegò un attimo di silenzio teso a recepire ogni singola parola detta dall’altro, proruppe subito dopo in una sghignazzata piuttosto animalesca, quasi si trattasse di una iena in piena crisi isterica, cosa che, naturalmente, fece indispettire con maggior forza il giovane Kurosaki, talmente tanto che senza aggiungere una sola parola gli diede le spalle, si avvolse con le lenzuola e ivi rimase in assoluto silenzio, senza più muovere un solo muscolo.
Sentì Grimmjow inclinarsi all’indietro, poggiando la fine della schiena contro il materasso e le spalle contro la spalliera del letto, fumando in pace e tranquillità quella dannatissima sigaretta; si avvolse con più convinzione nelle lenzuola, nascondendo quasi interamente il viso, cercando di non pensare a dove la cenere della sigaretta sarebbe poi finita – dettaglio d’enorme rilevanza.
Solo dopo che l’altro cessò la sua azione, dopo che la sigaretta fu consumata fino all’ultimo millimetro, e il suo cadavere smorto gettato in un angolo della stanza remoto, allora si sentì avvolgere da due braccia calde e per nulla gentili. Labbra arricciate a ghigno gli sfiorarono la pelle del collo, prima di stendersi e cominciare a deporre un bacio dopo l’altro.
Volle sottrarsi, Ichigo, per il semplice gusto di mandare avanti una linea politica decisa, senza cedere nulla al suo avversario. Neppure la minima traccia di debolezza.
Vuoi l’insistenza di quelle labbra sulla pelle – con esperienza erano andate laddove ogni terminazione nervosa comunicava con una velocità incredibile col cervello -, vuoi il fatto che quelle braccia, seppur un poco brutali, erano così calde, vuoi perché alla fine, senza volerlo o poter far qualcosa, si ritrovò con la schiena incollata al petto di Grimmjow, pian piano il corpo di Ichigo cominciò a rilassarsi e ad assecondare la volontà imperante e parecchio intransigente dell’uomo.
-Sei un maledetto rompicoglioni…-
Un ghigno, ancora, prima d’essere definitivamente zittito da due labbra rosse.
-E tu uno stronzetto represso…-


Nel momento in cui uno si avvicinava all’altro, spinto forse da un’astinenza forzata di qualche ora – lavoro maledetto, relazioni sociali tanto noiose, faccende quotidiane necessarie, ma che donavano solo tedio alla coscienza – o fors’anche da puro e semplice desiderio, chi con aria astiosa e sostenuta, chi invece con la propria voglia stampata in faccia, palesata in una maniera piuttosto spudorata, l'altro, Ichigo o Grimmjow che fosse, si trovava senza neanche accorgersene ad avvicinandosi a sua volta, attratto da quell’aurea magnetica che s’infondevano vicendevolmente.


Dare e ricevere allo stesso tempo, di comune accordo.
Questo, alla fine, è il principio d’oro di ogni perfetta comunione







E basta xD

Altra cosuccia che palesa al mondo il mio passato da biologa xD
Spero non faccia troppo senso xD
   
 
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