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Autore: sarina_cullen    25/10/2009    2 recensioni
ciao..eccomi con una nuova storiella..la mia prima one-shot.. "Sangue.Prelibato e rosso sangue. Sangue che scorre nelle vene di questi indifesi esseri umani ed eccita il mostro che è dentro di me e che cerca senza sosta un modo per prendere il sopravvento sulla mia razionalità." Che ne dite?...venite a leggere..
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao..eccomi a cimentarmi in un nuovo genere..le one-shot..
Ed eccomi a raccontare di un nuovo personaggio:Carlisle...
Spero che la mia breve storia vi piaccia e di ricevere numerosi dei vostri pareri..ciao..
E come sempre vi auguro buona lettura!


DESTINI SEGNATI

Sangue.Prelibato e rosso sangue.
Sangue che scorre nelle vene di questi indifesi esseri umani ed eccita il mostro che è dentro di me e che cerca senza sosta un modo per prendere il sopravvento sulla mia razionalità.
Una semplice parola per far cedere il mio già pericolante autocontrollo.
Non dovrei pensare a questo proprio adesso.Adesso che sto operando un uomo che fra poco,se non mi sbrigo,morirà dissanguato.
Non posso cambiare la mia natura,ma per lo meno posso cercare di contrastarne alcuni aspetti,come la dieta.
Detto questo mi concentro di nuovo su ciò che ora è davvero importante:salvare la vita di questo mortale.

L’operazione è finita circa un quarto d’ora fa e fortunatamente tutto è filato liscio.
Il mio lavoro mi porta spesso a cadere in tentazione,ma,grazie al cielo,la mia forza di volontà fino ad oggi non mi ha mai abbandonato.
Molti mi potrebbero chiedere perché allora non cambio lavoro o semplicemente non mi arrendo al mio istinto predatore,una volta per tutte.
Ma questo per me vorrebbe dire diventare un mostro,un assasino.Io ho sempre odiato l’essere che sono diventato quel lontano giorno di circa due secoli fa e non ho intenzione di dargli vittoria.
In alcuni momenti persino io ho pensato di non potercela fare,che cedere era inevitabile.
Ma poi mi sono reso conto che la soddisfazione e la sensazione della forza che arriva con impagabile potenza,non sarebbe stata eterna e non sarei riuscito a vivere con il rimorso di avere inflitto la stessa sofferenza che era stata comminata a me decenni prima.
Forse detesto tanto i vampiri perché mio padre gli ha sempre dato la caccia per cercare di cancellare la malvagità dal mondo e io,per continuare la sua battaglia sono passato all’altra sponda,quella degli immortali. Ma nonostante questo ogni giorno porto avanti il mio intento per cercare di non trasformarmi in cattivo.
Ho preso la decisione di intraprendere questa professione,così difficile da gestire per uno della mia specie,perché voglio dare la possibilità di vivere a tutte queste persone che mi circondano,la stessa possibilità che a me non è mai stata data.
E’ un periodo di emergenza per la popolazione di Chicago,la quale è stata colpita dalla terribile pandemia influenzale della spagnola,che di questi tempi sta mettendo a rischio la sopravvivenza di gran parte di essa.
Tutti gli ospedali sono pieni e i posti letti sono finiti da tempo.Le condizioni sono pessime ovunque ed è impossibile fermare il continuo degenerare della situazione.
Adesso mi aspetta il mio quotidiano giro di controllo.
Passando tra i letti dei pazienti continuo ad apprendere quanta sofferenza possa esistere,e mi rendo conto di quanto io sono impotente di fronte a essa.
Cerco sempre di convincermi che la cosa migliore da fare è cercare di non affezionarmi alle loro vite,ma mi è inevitabile.
Nonostante io sia il predatore e loro le prede,non riesco a considerarle tali fino in fondo.
In me convivono perennemente le emozioni più contrastanti:da una parte c’è la brama di sangue umano e dall’altra l’amore e l’affetto per questa specie,della quale un tempo anche io ho fatto parte e dalla quale credo non riuscirò mai,completamente,a separarmi.
Si dice che quelli della mia razza non abbiano un’anima;e allora come mai provo questa devastante pena e voglia di alleviare i loro mali a tutti i costi?
-Carlisle..-mi chiama una flebile voce alle mie spalle.
Mi volto nella sua direzione,già sapendo a chi appartiene.
Elizabeth.Questa donna arrivata poche settimane fa con il giovane figlio,entrambi vittime della Grande Influenza.
Mi avvicino al suo letto e mi siedo sulla sedia che vi sta accanto.
-Salve Elizabeth.Come state oggi?-domando gentilmente,anche se entrambi conosciamo già la risposta. Le sue condizioni in questi ultimi giorni sono terribilmente precipitate ed il suo pallido volto lo conferma.
-Mi ascolti,la prego-inizia con tono sempre più sommesso.-Entrambi sabbiamo che la mia situazione è gravissima.Lei è l’unica persona di cui mi fido e voglio chiederle la cosa che mi sta più a cuore:la vita di mio figlio..-fa una breve pausa e poi lentamente riprende la parola-Io non potrò più vegliare su di lui e sulla sua sopravvivenza e quindi,la supplico,faccia tutto ciò che le è possibile pur di salvarlo,per dargli la possibilità di vivere.Me lo promette?Questa è l’ultima mia richiesta,non mi deluderà vero?Io ho fiducia di lei..-
-Elizabeth,se è questo che vuole le prometto che farò tutto il possibile e anche l’impossibile...le do la mia parola.Ma ora stia tranquilla..-
-Grazie..-poi la sua voce inizia a diventare sempre più debole e i suoi occhi si chiudono per riposare in pace. Adesso ho una promessa da mantenere e non c’è tempo da perdere.La spagnola è una malattia durante la quale ogni secondo è prezioso. Saluto per un’ultima volta questa donna coraggiosa e amorevole che ha pensato fino all’ultimo secondo di vita al suo unico e giovane figlio.
Mi dirigo nella sala dove riposa nel suo letto e appena vi arrivo mi accorgo che anche le sue condizioni sono degenerate in poche ore.
Il suo viso è di un colorito quasi spettrale e mi viene da paragonarlo alla mia pelle marmorea.
Mi avvicino lentamente senza fare eccessivo rumore,ma lui si volta ugualmente quando sente il rumore prodotto dai miei passi.
Non posso perdere troppo tempo in chiacchiere,devo agire subito per cercare di salvarlo;ma non ho la più pallida idea di cosa fare.
Anche quando arrivo a sedermi alla fine del letto i suoi occhi continuano a esseri oscurati da una strana indifferenza.
-Ciao Edward-dico per cercare di mantenere la mia apparente razionalità e autocontrollo,anche se in questa situazione mi risulta difficile.
Dalla sua bocca non proviene nessun suono di risposta,ma le sue labbra si curvano in un leggero sorriso,come per rispondere al saluto.
La sua condizione è peggiorata a tal punto che non riesce nemmeno a proferire parola.
Sono davvero preoccupato,ma per la prima volta in vita mia non so come comportarmi.
Per un istante un’idea mi balena nella testa,ma io la scaccio subito.
Possibile che non ci sia un altro modo per salvare la vita a questo giovane uomo?Possibile che al mondo ci siano malattie così terribilmente devastanti?
Ma ho dato la mia parola che avrei cercato di salvargli la vita a tutti i costi e non intendo rimangiarmi tutto arrendendomi senza neanche provare.
Però non c’è nulla da provare,nulla su cui ragionare.
Solo ora mi rendo conto che,senza accorgermene ho smesso di respirare nel momento stesso in cui sono entrato in questa stanza.
Questo non mi accade spesso,ma solo quando l’odore di sangue umano è troppo pericoloso per il mio autocontrollo.
Per quella della mia specie respirare non è essenziale alla sopravvivenza,ma purtroppo è molto,troppo fastidioso.
Devo riprendere il controllo del mio olfatto e così riattivo la mia respirazione.
Immediatamente tutte le cose sembrano oscurarsi,coperte dalla sublime fragranza che si fa strada dentro di me,risvegliando in modo assoluto la disgustosa creatura che sempre mi accompagna.
Ma non posso cedere.Non posso.
Con la riacquisizione di questa facoltà sensoriale l’idea che prima ho cercato di ripudiare continua a farsi sempre più avanti ed io non posso non considerarla.
In questo modo Edward potrebbe continuare la sua vita,anche se non sarebbe più vita.
Il suo viso continua a fissarmi con quei suoi occhi verdi,ricchi di innocenza e di ingenuità,che poco alla volta si stanno spegnendo.
Non posso starmene qui con le mani in mano ad guardare la sua fine.
Per lo meno se provassi l’idea che continua a crescermi nella mente la sua sarebbe solo una fine momentanea,la fine prima della rinascita.
-Aiutami-questa piccola parola proviene dalle sue labbra distruggendomi completamente.
Non posso decidere sulla vita di qualcun altro,ma oramai questa è una strada senza uscita.
Questa sua semplice affermazione ha scatenato in me un’enorme e incontrastabile lotta interiore.
L’unico modo di salvarlo è davvero la cosa giusta?E se poi si odiasse per quello che è diventato e preferirebbe essere morto?
Non sono in grado di poter rispondere da solo a queste domande.Prima di prendere la scelta definitiva.
-Edward.Io sono qui per aiutarti.Ma tu devi rispondere a questa domanda:vuoi continuare a vivere a qualsiasi condizione?Anche alle peggiori?Anche a costo di diventare..-
Non riesco a finire che lui mi interrompe afferrandomi il braccio e rispondendo fiocamente:-Non farmi morire-
-No,non ti preoccupare.Ci sono io con te e non ti lascerò.-rispondo.
Ecco cosa aspettavo.Ecco cosa volevo.Mi serviva un appoggio da parte sua e con questa sua richiesta l’ho ottenuto.
Ora so cosa devo fare per portare a compimento la mia promessa.
Spero solo di riuscirci.Ho troppa paura di ciò che potrebbe succedere.Sto cercando in tutti i modi di essere forte e razionale quando in realtà mi sento piccolo e debole come mai prima d’ora.
Ma non ho intenzione di fermarmi e cedere prima di fare un tentativo,anche se l’odore del suo sangue non mi è certo di aiuto.
Lentamente mi avvicino alla sua gola,ma senza perdere mai il contatto con i suoi occhi.
-Scusami Edward..-aggiungo con tono appena udibile prima di dedicare completamente la mia attenzione al punto esatto in cui il flusso del suo sangue è maggiormente visibile.
Adesso non mi resta che mettere in atto tutte le immagini che da quando sono arrivato in questa stanza continuano a frullarmi nella testa.
Devo pensare che lo faccio per salvare questo giovane ragazzo e non per dare libera vittoria al mostruoso essere che più odio a mondo.
Le mie labbra iniziano a schiudersi fino a raggiungere l’incavo del suo caldo collo dove il mio mento si posa.
“Perdonami Edward”.Questo è l’ultimo pensiero da cui mi lascio distrarre prima di trafiggere la sua fragile carne.
Improvvisamente vengo attraversato da un immenso piacere,che crea in me una terribile frenesia di sangue. Il mio autocontrollo continua a tenere a bada il mio istinto animale,anche se non so ancora per quanto.
Ancora pochi secondi e il mio compito sarà terminato.Devo solo aspettare che il veleno nel corpo di Edward sia abbastanza per far sì che la trasformazione avvenga.
Ecco,credo proprio che il momento sia arrivato.
Devo subito lasciare la gola di questo ragazzo,altrimenti..
Ma,non ci riesco,il desiderio è troppo forte.Il mostro dentro di me si agita come mai prima d’ora e rende più difficili i miei intenti.
Poi mi aggancio ad uno spiraglio di autocontrollo ancora intatto e trovo la forza necessaria.
I miei denti escono dalla carne di Edward e per la prima volta sento un urlo di dolore provenire dalla sua bocca.Fino ad ora ero troppo concentrato a mantenere l’autocontrollo da non rendermi conto dei terribili momenti che stava passando lui e dei quali ho ancora oggi un terribile ricordo.
Lo guardo in volto e mi accorgo che i suoi occhi sono colmi di tormento.
Il suo corpo è continuamente scosso da spasmi.
La sua gola ha il marchio lasciato da i miei denti e guardandolo non posso ancora credere di essere riuscito a fermarmi.La terribile creatura dentro di me non ha vinto.
Ora devo solo pensare a Edward.Da ora in poi prometto di occuparmi di lui.
Questi tre giorni saranno infernali.Il dolore sarà tremendo,ma io cercherò in tutti i modi di aiutarlo.
Per sempre mi penderò cura di lui e gli vorrò bene come ad un figlio.Per sempre.


Allora..che ne dite?Vi è piaciuta la mia storia..
Se la vostra opinione è positiva o se avete anche dei consigli da darmi per un domani,aspetto le vostre recensioni..ciao..
  
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