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Autore: TonyCocchi    25/10/2009    1 recensioni
Sul valore di quegli oggetti che racchiudono in sé qualcosa di molto grande e importante. Dedicata a chi non vorrebbe buttare mai via nulla.
Genere: Malinconico, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo

Come leggerete nella dedica introduttiva, questo testo che vi apprestate a leggere parlerà di quel legame affettivo speciale che si genera tra un individuo e il suo passato mediante il tramite di un qualsiasi oggetto, anche il più banale (da un pupazzo a una vecchia coperta, da una foto a un foglio sgualcito), che agli occhi degli altri apparirà normale, obsoleto, sciocco, ma che sull’anima di costui provocherà sempre un sussulto più o meno dolce e più o meno malinconico. Mi è stata ispirata da un evento tanto comune eppure tanto tragico come il cambio di stagione all’arrivo dei primi freddi.

 

 

 

 

 

Dedicata a coloro che si lamentano perché non voglio buttare via nulla e a sentimentaloni come me che vorrebbero conservare tutto in eterno.

 

 

 

Resta

Non te ne andare mai

Possa io sempre toccarti

Stringerti

 

Ascoltarti

Carillon a forma di pinguino

Ormai Perduto

Ma dalla melodia

Indimenticata

Nella mia mente

 

Macchina del tempo

Che mi conduci là

Quando la vita non era così complicata

Ed ogni giorno era nuovo e non uguale agli altri

 

Sfera di cristallo

Che mi fai sbirciare là

Dove realmente mi bastava poco per essere felice

Ed ero ancora un benedetto ignorante

 

Resisti

A chi ti dice che sei vecchio

Che sei inutile

Che di te non me ne faccio più nulla

 

Non credergli

 

Sono un eterno bambino

Perché ti tengo per me

Sarò un eterno bambino

Finché ti tengo con me

 

Smarrirò quel bambino

Senza più te

 

E a chi ti vuol buttare

E mi chiede un perché

Tenace e capriccioso

Risponderò non c’è






ANGOLO DELL’AUTORE

Il ricordo è il tema centrale di questa “poesia”. La definizione come tale è, come ho detto nella precedente un po’ forzata: la mia è una lirica senza lirica, senza rima e senza ritmo, una prosa in versi (il finale di questa fa un po’ eccezione). Del resto a me non interessano troppo gli abbellimenti: ammetto di non essere un artista, e che questa poesia pressoché senza regole e stile sia l’unica che posso fare, ma se è il modo a me più congeniale con cui per il momento posso esprimere i miei pensieri e le mie sensazioni sarò fiero di usarla, ed invito chiunque non si ritenga “scrittore” o “poeta” di fare lo stesso. Esprimersi scrivendo non necessita abilità se non si teme il giudizio o se non si mira solo a far soldi.

Ultimamente le mie creazioni sono tutte velate di una certa tristezza; significherà che sto attraversando un nuovo periodo di riflessioni e malinconia passeggera. Il che però mi ha permesso di scoprire che posso cimentarmi liberamente anche nella “poetica”: un altro pregiudizio vinto.

Concludo con un invito: occhio al vostro passato. Non si sa mai quando inizierete a smarrire anche i ricordi più belli con l’avanzare degli anni, o quando vostra madre, riordinando la casa, butterà qualcosa a cui scoprirete di tenere più di quanto possiate immaginare. Per inciso, non è che ciò che è successo durante il cambio di stagione che ha ispirato questo mio piccolo scritto: ho avuto il tempo di salutare il mio ricordo, prima che si separasse da me per sempre. Che fortuna che i ricordi abbiano una doppia vita, una fuori, e una dentro.

 

 

NaruXHina

  
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