Anime & Manga > Gankutsuou, Il conte di Montecristo
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Autore: Nia    25/10/2009    8 recensioni
{ .Gankutsuou - Il Conte di Montecristo. }
" La vita di un ragazzo, immolata al suo amico, si è spenta nell’abbraccio di un’anima pura.
Sono estasiato di vedere infine quest’anima insozzata d’impurità,
dal fuoco di una sofferenza e di un odio,
che non si spegneranno mai."

- Buon Compleanno, amico mio -
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo

Titolo: “Bon Anniversaire” (Buon Compleanno)
Fandom
: Gankutsuou – Il Conte di Montecristo
Disclaimers
: I personaggi (e qualche piccola citazione) all’interno della one shot, appartengono a Mahiro Maeda e lo studio Gonzo che ha prodotto la serie animata.
Avvertimenti: Velati accenni Shounen ai (ma perché, qualcuno ha dubbi sul fatto che Franz ami Albert?)








 

25/10/09



 

 

- Bon Anniversaire -

 

 

Sono sempre stata una persona giudiziosa, razionale, piuttosto matura per la mia giovane età.
Da non fraintendere: non ero, e non credo di essere mai stato, noioso.
Semplicemente la classica persona su cui, in genere, si può fare affidamento. Un buon amico, qualcuno su cui appoggiarsi nel momento del bisogno. Qualcuno deciso a far aprire gli occhi al proprio migliore amico, anche a costo di doverne pagare le conseguenze in prima persona.
Qualcuno la chiamerebbe lealtà, qualcun altro amicizia. Termini che trovo fin troppo riduttivi per quello che  realmente provavo io.
La verità era che per me, Albert, era più importante di qualsiasi altra persona al mondo.


Ho un ricordo meraviglioso della mia infanzia, seppur segnata da tristi eventi come la morte di mio padre.
Ricordo bene l’ultima volta che lo vidi, il modo in cui lo trattai, la crudeltà delle mie parole. Un senso di colpa che rimase sempre marchiato a fuoco dentro di me.

E fu proprio al funerale di mio padre che conobbi Albert.
La nostra amicizia ebbe inizio in un giorno così triste e, chissà, forse una parte di me ha sempre pensato che fosse di cattivo auspicio.

Ma non sono il tipo che crede a queste cose, e il nostro legame – Dio, ne ero convinto – sarebbe stato abbastanza forte da superare qualsiasi ostacolo.

 << Io.. volevo solo giocare. >>

Così aveva detto, prima che me lo trovassi in lacrime davanti ai miei occhi.
Mi colpì subito, seppur il primo sentimento che provai nei suoi confronti fu solo una grande irritazione.
Diavolo, quel giorno ero distrutto e atterrito! Possibile che dovessi trovarmi a sentirmi in colpa nei confronti di un perfetto estraneo, solo per avergli chiesto di lasciarmi in pace?
Eppure, venni sopraffatto da un incredibile senso di tenerezza e protezione verso di lui. Mi avvicinai lento, posandogli una mano sulla spalla, reprimendo un’improvvisa quanto assurda voglia di abbracciarlo.
Lui si calmò dopo qualche istante, riaprendo lentamente gli occhi, ancora inumiditi dalle lacrime, e puntandoli fissi sul mio volto.
Due bellissimi occhi azzurri che mi scrutavano, facendo nascere dentro di me strane sensazioni, quasi di ansia e di inquietudine.
Per quanto fossi piccolo, ricordo benissimo come mi sentì confuso sotto quello sguardo.
Gli sorrisi, perché non potei evitarlo. E lentamente vidi le sue labbra incresparsi a sua volta, formando un piccolo sorriso, divenendo sempre più compiaciuto.
E più lui sorrideva, più io mi ritrovavo ad imitarlo mio mal grado.
Quello era il giorno più triste della mia vita. Eppure quel giorno conobbi Albert che, in un modo o nell’altro, aveva ottenuto ciò che voleva.


Quello era Albert.


Non ho mai pensato che fosse una persona egoista.
Semmai… distratta.
Non era cattivo, non avrebbe mai potuto esserlo.

Solo... distratto. E tanto ingenuo. Ma guai a farglielo notare!
Più la nostra amicizia si solidificava, più mi sentivo fiero di potermi definire il suo migliore amico.

 

Fin da piccolo era sempre stato un tipino orgoglioso e determinato. Un grande sognatore, ma fortemente deciso a portare avanti le sue idee.
Affamato di sapere, ho sempre creduto che con tanta testardaggine avrebbe potuto conquistare il mondo.
Testardo, ecco. Probabilmente quest aggettivo è di certo il più idoneo per Albert. Qualsiasi cosa gli si potesse dire, lui avrebbe sempre agito di testa sua.


Dal canto mio, qualsiasi cosa facessi, ho sempre cercato di rimanere coi piedi per terra. Non ero una persona che pensava in grande, non quanto Albert almeno.

Ad occhi distratti, qualcuno avrebbe potuto affermare che io ed Albert fossimo molto simili.
Niente di più sbagliato, io e lui andavamo avanti proprio perché, in qualche modo, ci completavamo a vicenda.
Almeno, questo è quello che ho sempre pensato.

Non ho mai espresso simili sentimenti ad Albert.
Per quanto ci conoscessimo a fondo, ho sempre tenuto nascosto i miei più intimi pensieri.
Forse non li avrebbe capiti, o forse non mi avrebbe creduto. Ed io, semplicemente, non volevo rovinare ogni cosa.

” Scusami, se le cose sono andate in questo modo.”

 

Mi son sempre chiesto se le cose sarebbero mai cambiate, mi son sempre chiesto quando si sarebbe aperto, davanti alla nostra strada, quel bivio inevitabile che insieme avremmo dovuto affrontare.
E mi son sempre chiesto – spesso terrorizzato – cosa ne sarebbe stato di me e Albert.
Gli anni passavano e noi crescevamo, ed io sentivo quel bivio sempre più vicino.
Mi consolavo pensando a cosa mi avrebbe potuto dire Albert se mai avessi deciso di metterlo al corrente delle mie paure.


Noi eravamo Franz ed Albert. E questo non sarebbe mai cambiato.
Nessuno, nessuno l’avrebbe mai cambiato.



<< Quando siete stati sulla luna… è successo qualcosa?
E’ un dato di fatto, da allora voi due siete cambiati. >>

Eugénie era sempre stata l’unica in grado di capirci davvero. Le sono molto grato, parlare con lei, dopo il nostro viaggio, mi fu davvero utile.

Era quello il bivio che tanto avevo temuto. Il momento che tanto avevo pregato non arrivasse mai, era invece giunto sulla luna, durante il carnevale.
Albert non l’aveva capito. Ed io non potevo fare niente per tirarlo fuori dalla spirale di eventi in cui si era intrappolato, benché fossi consapevole che in quella spirale, io stesso avrei avuto un ruolo fondamentale.
Io, davvero, sono sempre stata una persona razionale. Eppure quando io e Albert ci rifugiavamo nella nostra Casa dei Segreti, mi sentivo talmente protetto, felice e al sicuro, da pensare di vivere in un sogno.
Il resto del mondo rimaneva al di fuori, e quello era lo spazio – il nostro spazio – che nessuno avrebbe mai potuto portarci via.

<< Da quando è amico del Conte,  Albert è cambiato. E’ diverso. >>


L’espressione di Eugénie era rabbuiata, preoccupata, mentre sentivo quanto quelle parole fossero veritiere confrontate a tutto ciò che avevo pensato.
Davvero, ho sempre pensato che Eugénie sarebbe stata la donna perfetta per Albert.



Io lo capì dal primo istante in cui incontrammo il Conte. Lo capì che quello sarebbe stato solo l’inizio. 

Si, lo ricordo bene. L’ansia e il terrore che avevo sempre temuto, mi assalirono all’unisono nel medesimo istante.
Chiesi nervoso ad Albert di andarcene, ma il Conte aveva già tirato fuori le sue carte, aveva proposto ad Albert di giocare, e sia io che quell’uomo sapevamo benissimo che non avrebbe mai resistito ad una sfida, e che di certo Albert non si sarebbe mai tirato indietro.
Quando Albert prese la carta, quando fece la sua scelta, capì che sarebbe stata solo questione di tempo.
La rabbia che provai nei confronti di Albert- e nei confronti del Conte - mi portò a litigare con lui, e la frustrazione che sentivo nascere sempre di più dentro di me, la sfogai nello schiaffo che gli tirai dopo averlo ritrovato in seguito al suo rapimento.


La paura di non rivederlo mai più. Dio, quanto la sentivo palpabile.

<< Cosa? Cosa senti Franz?! >>
<< Una tenebra… profonda >>

<< Franz, io mi fido di quell’uomo. >>

Urlavo il suo nome – a volte in silenzio, a volte con tutto il fiato che avevo in gola – mentre lo vedevo ritornare sempre da lui.

Quando provai l’odio, ne rimasi spaventato e inorridito.
Dovetti allontanarmi da Albert, scoprire la verità, e placare ciò che stavo provando.
L’odio mi avrebbe rovinato. E avrei portato Albert con me.
Io stesso, che l’amavo così tanto, avrei finito col fargli del male.

 

“ Scusami, se le cose sono andate a finire in questo modo.”

 

Quella notte, fu l’ultima volta in cui lo vidi ridere.
Ancora una volta, io sapevo cosa sarebbe successo, mentre lui ne era all’oscuro.
Ancora una volta lui sbandierava i suoi ideali di vittoria, insieme all’ennesimo bicchiere di vino alzato in aria, mentre io, per l’ultima volta, rimanevo a guardarlo, colmo di affetto e amore nei suoi confronti, consapevole che, a breve, mi sarei per sempre separato da lui.

Quando mi svegliai, durante la notte, rimasi a guardarlo dormire accanto a me. Finché non giunse l’alba, l’ora della nostra separazione.
Mi dispiace per essermene andato in quel modo, ma Albert, non c’era niente altro che potessi fare.

” Tu.. dormivi davvero profondamente.”

Forse nessuno ci crederà mai, ma fu più straziante doversi separare da lui, piuttosto che percorrere la strada che mi avrebbe portato a morte certa.
Il Conte, una volta, aveva detto qualcosa di simile ad Albert:  “Nulla è lasciato al caso”.
Anche io la pensavo così, ed ogni passo che percorrevo, distanziandomi da Albert, era compiuto nella più totale consapevolezza.


Non sarei mai riuscito a separarti dal Conte, nemmeno ora che credevi di odiarlo così tanto.

<< Ti ha trattato in quel modo, e torni ancora da lui? >>

 

Potevo fare solo una cosa, ed era l’unica scelta che potessi compiere.
Mi dispiace tanto Albert.


Impugnavo tremante la spada, pensando a noi, a quello che eravamo stati e all’affetto che provavo nei suoi confronti.
Pensavo al sogno fatto l’ultima notte passata al suo fianco.
Le nostre vacanze al Sud della Francia per il suo compleanno, io lui ed Eugénie.

Quest anno non potrò fare molto.
Non ci sarà una festa ed io non sarò al tuo fianco.
Ma le ultime parole che ti lascio,
saranno il mio regalo per te.

<< Albert, ti prego, non odiare mai nessuno >>

 

Secondo me, sia l’amore che l’odio, sono sentimenti che nascono quando provi qualcosa di profondo per una persona.

 

..

Sento il sangue sgorgare, un dolore atroce in ogni parte del corpo. Mi sento così debole che mi chiedo come sia possibile che riesca a tenere gli occhi aperti.
E tu eri lì.
E’ il tuo compleanno Albert, eppure sono io ad aver ricevuto il regalo più bello.
Sorrido guardandoti, chiedendomi se non sia un’illusione, un sogno o un’allucinazione dovuta alla fine imminente.
Sei venuto a cercarmi… Sei venuto a cercarmi!


Mi chiedo come sia possibile che le cose più belle della mia vita, debbano accadere sempre nei giorni più tristi.


Il modo in cui mi guardi, in cui mi stringi e cerchi di fermare il sangue delle mie ferite, mi riempie di quel calore che credevo fosse ormai perduto, per sempre, dal nostro viaggio sulla luna.
Grazie amico mio, perché ora, negli ultimi istanti che mi restano, io sono felice.

Grazie, perché mi guardi ancora come un tempo.
In quel momento – finalmente – siamo ancora solo io e te.  Albert e Franz.
Vorrei poter dire che nel mio cuore sarà sempre così.
Ed è così che voglio andarmene, rimanendo tra le tue braccia, ascoltando la tua voce, ascoltando quei singhiozzi dovuti alle lacrime che versi per me. Solo per me.

Sento le forze abbandonarmi, e la tua stretta farsi più salda.
Penso ad Eugénie, sentendomi in colpa nei suoi confronti.

<< Avevi promesso che non saresti più andato via, senza parlarne con qualcuno. >>



Ti guardo sorridendo, mentre tu mi tieni disperato.
Perdonami Albert. Perdonami per non averti salutato, e perdonami per essere così egoista da arrivare a bearmi della tua tristezza.
Quando vidi il Conte, fin dal primo istante, capì che quell’uomo, in qualche modo, ti avrebbe per sempre portato via da me. Capì, che in un modo o nell'altro, io sarei morto per mano sua. Cancellato dalla tua esistenza.

Anche io, infondo, sono stato artefice del nostro destino, ma ora io sono tra le tue braccia, e tu hai occhi solo per me.


 << Scusami, se le cose sono andate a finire in questo modo. >>


Non merito tanto. Ed infondo, oggi, non sono io a compiere gli anni.

Ho pregato, affinché tu possa portarmi per sempre nel tuo cuore.
Ti prego, Albert, non dimenticarmi.


” Albert, non aver paura di soffrire.

Ama con cuore sincero.
Io sono veramente felice di averti conosciuto.”

 

La vita di un ragazzo,

immolata al suo amico,

si è spenta nell’abbraccio di un’anima pura.

Sono estasiato di vedere infine quest’anima insozzata d’impurità,
dal fuoco di una sofferenza e di un odio,
che non si spegneranno mai.


 



Mio carissimo amico Albert,
Buon Compleanno.
Quando leggerai queste parole, probabilmente, io non sarò più al tuo fianco.













 

   
 
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