Hola!
Eccomi con quella che in teoria
doveva essere la sorpresa… quindi spero di avervi sorpreso!
Era tanto che
desideravo scrivere una fic che potesse darmi la possibilità
di fare due
versioni, una con il punto di vista di Tony e una di Ziva,
però non avendo
nuove idee mi ero messa alla ricerca tra le mie precedenti one-shot di
qualcosa
di adatto, però esaminandole mi sono resa conto che erano
tutte con entrambi i
punti di vista e l’unica che sembrava adatta, “No
Air” (PV di Ziva per chi non
lo ricordasse), non mi ispirava nulla e così avevo lasciato
perdere il
progetto. Poi il giorno dopo aver pubblicato THERE IS STILL HOPE FOR US
(l’originale), dopo aver letto i vostri commenti, ed aver
riletto io stessa la
fic ho avuto l’illuminazione. Era questa la fic che cercavo
da tanto! A voi era
piaciuta, io la sentivo particolarmente mia e non lasciava trasparire
quasi
niente di quello che passava per la testa della cara Ziva! Quindi,
stavolta
durante le noiosissime ore di latino, (tanto anche se ascolto non
capisco un
tubo di quello che dice la prof, e casa studiando dal libro le versioni
le so
fare lo stesso XD), ho messo su carta le mie idee ed è nata
la questa fic! La
dedico a piccoligiganti e slurmina, le più grandi fan di
Ziva che io abbia mai
visto, e naturalmente anche a tutte le altre sue fan! Buona lettura!
THERE
IS STILL HOPE FOR US
Ziva PV
Perchè
continua a guardarmi? Lo sa
benissimo che mi dà sui nervi quando fa così!
Tony
è seduto alla sua scrivania come al
solito, anche se più che essere seduto è sdraiato
sulla sua sedia con una posa
non molto composta e si è sbottonato la camicia bianca sul
collo, è da un po’
che non indossa cravatte, ora che ci penso, chissà
perché! Gli stavano così
bene! E poi chissà cosa ha fatto ai capelli...
Comunque,
non è questo il punto! Non mi
interessa come è seduto, come è vestito o che
acconciatura ha in questo momento.
Non mi interessa tutto questo.
Voglio
solo sapere perché continua a
fissarmi! Non distoglie un solo attimo quei suoi occhi verdi da me,
come se mi
stesse studiando, come se da questo contatto visivo dipendesse tutto, e
non
solo.
Decido
di ignorarlo e di continuare a fare
il mio lavoro, devo scrivere il verbale o giù di
lì, giusto? Allora forza,
continuiamo! Forza Ziva, ignoralo! Fa finta che non ti stia guardando!
Cerco
invano di continuare a lavorare ma
non ci riesco, non posso a fare a meno di pensare a quello che
è successo in
bagno. Al mio enorme errore di poco fa. Ma non mi va piangere sul latte
versato.
Incapace
di svolgere il mio lavoro e scocciata,
odio non fare nulla, mi fa sentire inutile, ed essere inutile per me
è una
delle cose più orribili che ci siano, alzo un attimo gli
occhi dal computer e
guardo nella sua direzione furtivamente.
Mi
piace osservarlo mentre è concentrato, anche
se lui credo non lo sappia. Ci passerei intere giornate
così, solo a fissarlo,
ma tengo questo progetto in serbo per una prossima vita, non fa per
niente per
quella di Ziva David.
Ma
Tony è ancora lì che mi fissa. Credo che
non abbia smesso di guardarmi per tutto il tempo, che mi abbia
controllato,
studiato e giudicato in tutta tranquillità, maledetto che
non è altro!
I
suoi occhi mi guardano con rimprovero,
con risentimento, leggo persino un‘ombra di rabbia in loro,
non sono gli stessi
occhi che mi fissavano qualche ora fa, in bagno, sono diversi. Ci ha
riflettuto
su, ed ora è arrabbiato, molto arrabbiato, e io conosco
anche il probabile
perché della sua ira: ce l’ha a morte con me.
Ma
non posso farci niente. Lo so che probabilmente
lui in questo momento mi sta odiando con tutta la sua forza. Lo so
benissimo,
so che mi odia perché quando mi ha detto “quella
cosa” sulla nave quando è
venuto a salvarmi mettendo in pericolo la sua vita e quella degli altri
non ho
saputo dire altro che rimproverarlo di essere stato così
maledettamente stupido
e incosciente! Aveva messo in pericolo due persone oltre a se stesso, e
per
cosa? Solo per me! E poi non mi ero certo preparata a
“quello”!
È
stato un vero e proprio fulmine a ciel
sereno me per sentire quelle parole, che per tanto tempo avevo sognato
di
sentirgli dire, e che ora invece mi fanno solo sentire a disagio e
tremendamente in colpa, a causa dei miei sentimenti verso di lui e di
quello
che non ci potrà mai essere tra noi.
È
arrabbiato perché non mi sono fidata abbastanza
di lui. Perché anche dopo la sua frase ho continuato a fare
finta di nulla. Perché
ho ferito i suoi sentimenti da innamorato senza scampo, che non ragiona
col
cervello ma con il cuore, come dicono alcuni. Ragionare con il cuore.
Tony
lo fa spesso. Troppo spesso per i miei
gusti.
Io
non lo so. Non so cosa significhi esattamente
ragionare col cuore. La ritengo una cosa pressoché inutile e
molto pericolosa.
Le poche volte che l’ho fatto ho rischiato la vita e mi sono
fatta ingannare
come una stupida pivella!
Non
lo farò più, l’ho promesso. Per questo
ora non mi interessa se Tony è arrabbiato con me. Mi sono
già aperta abbastanza
con lui in bagno, anzi sono andata fin troppo altre. L’ho
quasi baciato, stavo
quasi per commettere un altro errore, l’ennesimo della mia
lunga serie.
Gli
ho detto grazie e poi l’ho quasi
baciato. Per fortuna ho ripreso il senno poco prima di commettere
l’irreparabile, e l’ho fatto passare per un bacio
sulla guancia, seppur anche
questo ricco di significato, come quello sguardo intenso che mi ha
rivolto dopo
che...
Stupida
ragazzina che non sa resistere per
due minuti in bagno con un uomo senza evitare di saltargli addosso come
una
gatta in calore! Devo smetterla di pensarlo, ormai è finita!
Punto.
La
nostra storia è finita quel giorno a Tel
Aviv, quando l’ho quasi ammazzato. Da allora per me
è come se fosse davvero morto.
Non ho la voglia di ricominciare tutto da capo.
Uffa!
Continua a fissarmi! Ho quasi la tentazione
di alzarmi e andargli a spaccare la faccia e fargli così
levare dal viso
quell’espressione severa e fargli distogliere lo sguardo da
me!
Mi
sento nuda, inerme quando mi guarda così.
Mi sembra di perdere il controllo della situazione, e questo non posso
mai
permetterlo! Mai! Neanche per un momento! Me lo hanno insegnato
l’addestramento
del Mossad e la mia vita!
E
poi non capisco proprio cosa vuole da me!
Pretende che io gli dia delle spiegazioni? Crede che se continua a
fissarmi
così io alla fine cederò e mi butterò
piangendo tra le sue braccia
raccontandogli quanto sia stata terribile la mia permanenza su quella
nave? Di
come mi sia sentita dopo la morte di Michael? Di quello che provo per
lui?
Crede
davvero che io lo farò? Che smetterò
di nuovo di essere razionale per amore? Si sbaglia di grosso!
Così
continuo tranquillamente ad ignorarlo,
sento che questo lo farà arrabbiare di più,
però meglio così che farsi mettere
i piedi in testa dopotutto! Ma lui al contrario di arrabbiarsi sembra
quasi che
mi stia fissando con aria ancora più dolce di prima.
Preferirei rimanere a
rispondere al suo sguardo così rassicurante e bello
più che volentieri, ma non
posso.
Mi
alzo tempestivamente e comincio a
raccogliere le mie cose, preparandomi per andarmene a casa,
chissà come è
ridotta.
Sono
quattro mesi che non ci torno, le
scorse notti ho dormito in un albergo, non sono stata capace di
rimetterci
piede dentro dopo quello che è successo. Chissà,
forse il tavolino è ancora
rotto, dopotutto non l’ho fatto cambiare...
Prendo
i documenti che stavo compilando
prima e li infilo nello zaino, lo faccio con calma, senza fretta,
infondo non
voglio veramente andarmene da qui anche se il mio cervello ultra
razionale mi
sta urlando di scappare via da qual palazzo il prima possibile.
–
Io vado! A domani!- dico prendendo il mio
zainetto finalmente pronto e mentre me lo metto in spalla il mio
sguardo ricade
sulla mia povera piantina e solo allora mi rendo conto che ho
dimenticato di
metterle l’acqua, è tutta afflosciata poverina! Va
beh! Ci penserò domani!
Mi
allontano dalla mia postazione e finalmente
riesco a fissarlo per più di mezzo secondo. Oddio, come mi
fissa! È come se non
ci fosse nient’altro nella stanza, come se ci fossimo solo io
e lui. Gli
rivolgo un finto sorriso, sperando che ci caschi e confusa scappo via
da lui verso
l’ascensore e per fortuna lontano dai suoi occhi ardenti,
facendogli un debole
cenno con la mano.
Premo
con foga il bottone per chiamare
l’ascensore e quando sento il “din” mi
sembra quasi un suono celestiale,
angelico! Il dolce suono della salvezza!
Entro
a passi tranquilli nell’apparecchio,
infondo almeno per oggi l’ho scampata!
-
Ciao McGee!- grida una voce, o meglio un
vocione, proveniente dalle scrivanie. Poi sento solo il rumore di una
corsa
scomposta e un secondo dopo Tony è lì davanti a
me che mi fissa di nuovo.
E
mentre mi perdo nel suo sguardo, non so
neanche io bene del perché lo faccio, ma metto la mano tra
le porte prima che
si chiudano per farlo entrare, come ho fatto tante altre volte, prima
che tutto
andasse a rotoli.
Ma
sono diventata scema?!?
Fino
a un minuto fa non vedevo l’ora di
allontanarmi da lui e dai suoi dannati occhi e ora che faccio? Lo
faccio
entrare in ascensore con me come un’idiota!
–
Grazie per il passaggio...- mi mormora
lui facendomi un piccolo sorriso con fare piuttosto nervoso mentre
premo il
pulsante per il piano terra.
Io
non rispondo e fisso davanti un punto
indefinito davanti a me imperturbabile.
Sicuramente
all’esterno devo sembrare
tranquilla e rilassata come al solito, ma dentro sono tutto un
turbinino di
emozioni contrastanti che mi assalgono confondendomi e offuscando la
mia
capacità di giudizio razionale.
Cerco
di calmarmi. Forse non vuole parlare,
forse vuole solo tornare a casa come tutte le persone normali a
quest’ora dopo
una intensa giornata di lavoro! Rimango
in silenzio sempre senza distogliere lo sguardo dalle porte.
Non
credevo di essere dotata di tanto
autocontrollo, per me è una novità assoluta,
impulsiva come sono in queste
cose.
L’ascensore
così è stranamente silenzioso,
quasi mi mancano le battutine complici che ci rivolgevamo, prima di
tornare a
casa ognuno per la propria strada, o a volte anche insieme, prima che
tutto
accadesse e che tutto si rovinasse.
Non
sento nulla, solo il suo respiro
affannato e concitato, non so se per la corsa che si è fatto
poco fa per
raggiungermi in tempo o per motivi tutti suoi e che non sono sicura di
voler
sentire.
Io
invece lo trattengo il respiro, sperando
di non lasciar trasparire niente, neanche un sentimento, di non fargli
capire
come mi sento veramente, soprattutto ora che percepisco che si
è voltato a
fissarmi. Sento che ha lo sguardo dolce di prima. Quindi preferisco
rimanere
immobile, infondo le porte dell’ascensore non sono una
visuale così terribile!
Tranquilla
Ziva! Goditi il silenzio! Non
vuole parlare! Su! L’hai scampata! Mi dico tornando a
respirare e notando che
ormai manca solo un piano alla fine della mia tortura. Ma proprio in
questo
momento lui, quasi mi avesse letto nel pensiero e volesse farmi un
dispetto,
blocca l’ascensore e si volta verso di me.
Le
ultime parole famose, penso
maledicendomi mentre le luci al neon che prima illuminavano
l’apparecchio si abbassano
lasciandoci in penombra. Mi giro lentamente verso di lui e cerco di
rimanere
indifferente.
Infondo
lo sapevi che l’avrebbe fatto, è
nel suo stile! Non è una novità per te! Resisti,
non cedere!
-
Cosa c’è?- chiedo fingendomi tranquilla, il
finto sorriso che avevo tenuto per tutto il tempo però mi
scompare dal volto.
So già dove andrà a parare la discussione, e la
cosa non mi piace neanche un
po’.
-
Dobbiamo chiarire una cosa...- dice a
voce bassissima, quasi lo sussurra e riprende a guardarmi negli occhi,
quasi
come se cercasse qualcosa. Insomma! Sono ore che mi fissa! Possibile
che non
abbia ancora trovato quello che cercava? Capisco che quando voglio so
essere
indecifrabile, però se davvero mi ama così tanto
da non poter vivere senza di
me come mi ha detto, dovrebbe capirle anche da solo certe cosucce!
-
Mi pareva avessimo già chiarito tutto
prima...- rispondo fredda e inespressiva e spero che almeno questo lo
scoraggi,
anche se sembra quasi che oggi nemmeno mio padre con un mitra in mano
puntato
verso di lui che gli dice di lasciarmi in pace potrebbe fermarlo.
Vuole
giungere ad una conclusione. Vuole
che finalmente smettiamo di mentirci, di ingannarci, di fingere che non
ci sia
nulla. Lo so perché anche io lo vorrei, ma non posso.
Ma
è anche vero che lui dal canto suo l’ha
già fatto! Ha avuto le palle di farlo! Mentre io da brava
ragazzina vigliacca
quale sono non ho mai neanche intrapreso l’argomento!
-
No, non abbiamo chiarito tutto Ziva!- afferma
Tony a voce più alta, come prendendosi di coraggio.
Ma
porca... è serio stavolta! Vuole una
risposta oggi! Non ci voleva! Non ci voleva proprio! Non voglio
parlarne con
lui! Non lo voglio perché questo significherebbe fare i
conti anche con me
stessa, o meglio l’altra me stessa, quella che vuole con
tutto il cuore che io
metta da parte l’orgoglio, le mie paure e tutto quello che
può anche solo farmi
pensare di stare lontano da lui anche solo un secondo.
-
E quale sarebbe il problema?- chiedo
sempre fingendomi indifferente e mettendomi sulla difensiva. Sento che
probabilmente ci stiamo avvicinando alla fatidica domanda. Quella che
cambierà
il nostro rapporto per sempre. Quella che mi aspetto che mi venga posta
da
ormai tanto tempo.
-
Cosa hai provato quando te l’ho detto?- mi
chiede a bruciapelo sorprendendo entrambi.
No!
Non ci posso credere! Me l’ha chiesto!
Non ci ha girato intorno come al solito! Me l’ha chiesto! Me
l’ha chiesto
davvero!
Lo
guardo con aria interrogativa, e mi
accorgo solo ora di quanto sia cambiato in quattro mesi. Non
è un fattore
fisico, è una questione psicologica. È maturato
tantissimo e ha fatto enormi
progressi.
Mi
ritrovo a chiedermi cosa sarebbe
successo se questo “nuovo Tony” lo avessi
incontrato qualche anno fa, ma
preferisco non soffermarmi troppo sull’idea, odio pensare
troppo al passato
perché quello che è fatto non si può
più cambiare.
-
Che cosa?- chiedo fingendomi sicura di
me, ma credo si senta che in realtà sono tutto
l’opposto in questo momento. Mi
sta mettendo alle strette, e presto non potrò più
evadere la sua domanda.
-
Sai quasi meglio di me di cosa sto
parlando... cosa hai provato?- ripete fissandomi con determinazione.
Ma
doveva per forza maturare ora? Non poteva
aspettare qualche mesetto? Non poteva darmi il tempo di pensarci bene?
Io sono
ancora confusa e non so se...
Ma
chi vuoi prendere in giro Ziva! Di tempo
ne hai avuto abbastanza e non puoi continuare a sprecarlo
così! Metti da parte
la razionalità e abbandonati a lui! L’hai fatto
con tutti tranne che con lui,
ed era l’unico uomo che amavi veramente! Mi dice una vocina
dal profondo della
mia testa, ma la scaccio subito.
Non
rispondo a Tony, mi limito ad abbassare
lo sguardo. Mi sta di nuovo fissando in quel modo, e se non
l’avessi fatto
probabilmente avrei ceduto e lui avrebbe scoperto quello che provo.
Mi
sento in difficoltà, non ho il controllo
della situazione. Capisco che non posso stare un minuto di
più di più qua
dentro con lui! Non ho la forza di farlo! Sempre senza alzare gli occhi
o
parlargli, ho troppa paura, alzo la mano e faccio per riattivare
l’ascensore.
Ma
lui, sorprendendomi ancora una volta, mi
blocca il braccio e poi mi prende per mano. Ha una presa
così dolce e calda che
mi piacerebbe tanto... ma cosa vado a pensare?!? E lui poi? Che vuole
fare?!?
Alzo
finalmente gli occhi e lo fisso contrariata
e un po’ sorpresa. No. Non è mai stato
così intraprendente prima di ora.
–
Cosa hai provato?- chiede di nuovo Tony,
mettendomi l’altra sua mano sulla guancia e facendomi alzare
delicatamente il
viso verso il suo. Ci separano solo pochi centimetri e nel suo sguardo
leggo
tutto l’amore per me, tutto il suo desiderio.
Posizione
pericolosa. Troppo pericolosa per
i miei gusti.
No,
non posso lasciarmi andare! Non a lui!
Non ora! Così abbasso il viso e guardo le nostre mani unite,
mi sembra così
naturale vederle così che mi viene quasi la tentazione di
assecondarlo, ma mi
riprendo subito. Con un sospiro tolgo a malincuore la mia mano dalla
sua.
–
Io...- provo a dire, ma mi interrompo.
Non
riesco a dirlo, non posso farlo
veramente, non ce la faccio! Però è anche vero
che se non lo faccio lui rimarrà
per sempre illuso e non si rifarà mai una vita. E se devo
andare avanti questo
è il primo passo. Devo fargli capire che non me ne frega
più niente di quello
che ha detto o non ha detto.
-
Non ho provato nulla! Non ho provato
nulla quando me lo hai detto! Sapevo che eri drogato e che mi avresti
detto
cose assurde! Ero già preparata psicologicamente! E quindi
io non...-
Ma
man mano che parlo mi sento sempre meno
sicura di me, confusa e triste. Sento che mentirgli
diventerà sempre più
difficile col tempo perché... beh, perché
è lui! E lui ha un effetto strano,
particolare su di me! Mi rende diversa. Mi fa vedere il buono delle
persone,
sebbene sia sempre più difficile in questi tempi bui. Quando
siamo soli mi fa
illudere che tutti i guai, le complicazioni, i problemi siano
scomparsi, che ci
siamo solo noi due e nient’altro. Mi fa aprire a me stessa.
Ma soprattutto mi
fa capire cosa vuol dire essere amati veramente.
Questo
deve averlo notato anche lui, deve
averlo capito, deve aver percepito la mia riluttanza a continuare a
mentirgli
nonostante me lo sia ripromesso, ed è per questo, oppure
semplicemente perché è
stanco di sentire solo scuse che mi bacia.
Io
non ci posso credere! Mi sta baciando!
Questa è una cosa leggermente più avanti dal
chiarirsi tra di noi e rispondere a
quella fatidica domanda insidiosa.
Mi
sta baciando!
È
una cosa completamente nuova per me. Non
ha niente a che vedere con quelli sottocopertura. Lo sento talmente
vicino,
sento il suo profumo, il suo respiro sulle mie labbra. È
solo un bacio appena
accennato, ma sento che dietro ha un significato più
profondo, completo. È
tanto che vuole farlo, lo percepisco, anche se una cosa sbagliata. Ma
del resto
è anche vero che è tanto tempo che desidero che
lo faccia.
Quando
tenta di staccarsi da me, è come se
mi si accendesse una lampadina. Vedo i suoi occhi, ardenti come e forse
più di
prima, che mi trapassano, vi vedo dentro il suo amore e vi leggo il mio
sguardo
riflesso, che mi sembra totalmente diverso dal solito. Sento che questa
volta
non voglio sottrarmi a questa strana sensazione così
piacevole e spiacevole
allo stesso tempo.
Gli
afferro la testa con delicatezza e riavvicino
le sue labbra alle mie. Lo bacio con più amore represso
possibile. Non dovrei,
non vorrei che gli desse una falsa speranza, però ne ho
bisogno. Ne ho bisogno
ora più che mai e il mio corpo e il mio cuore mi tradiscono
abbandonandosi quasi
completamente a lui.
Per
un attimo sono una ragazza normale
della mia età, quelle per cui questa relazione sarebbe
normalissima e
soprattutto non si farebbero tanti problemi. Per una volta mi sento la
vera Ziva.
Quella che non riflette razionalmente, ma l’effetto dura
poco.
Immediatamente
mi rendo conto di quello che
sto facendo e mi stacco bruscamente da lui, spingendolo via da me.
Tento
quindi di ricompormi. Cerco di
tornare a essere fredda e distaccata come prima, ma come era naturale,
non ci
riesco. Forse all’esterno, a qualcuno che non mi conosce
potrebbe sembrare che
per me questo non sia significato nulla, che sia stato solo un semplice
bacio
dettato dal bisogno di attenzioni in un momento difficile e robaccia
varia, ma
per Tony, per lui che mi conosce così bene, è una
inutile maschera che riesce a
sorvolare facilmente.
-
E questo per che cosa era?- domando
cercando di concentrarmi sulla parete opposta, in un punto indefinito
sopra la
sua spalla.
So
già che sembra una domanda stupida, in fondo
sono stata io ad approfondire il bacio, ma spero che almeno questo gli
faccia
capire che per me non è cambiato nulla, nonostante tutto.
Lui
non risponde. Si limita a riattivare
l’ascensore e a fissare il quadrante di fronte a se. Ora
è lui ad avere uno
sguardo duro, indecifrabile. Forse l’ho ferito, ma non mi
interessa. Non mi
interessa più.
-
Te l’ho già detto! Non posso vivere senza
di te...- dice poco prima di uscire dall’ascensore con un
tono che mi fa capire
che quello che dice non è solo una frase fatta, come credevo
che fosse.
E
mentre lo guardo andare via, mentre le
porte dell’ascensore si chiudono dietro di lui, mi rendo
conto di quello che mi
sto perdendo e di quello che potrei più non avere. Forse un
giorno mi
abbandonerò a questa consapevolezza e finirò
finalmente di mentirmi e di
mentirgli, chi lo sa!
Un
giorno. Per adesso non mi resta che
vivere col pensiero che forse c’è e ci
sarà una speranza per noi.
Hove
‘od tikva leanàHnu.
FINE
*
Hove ‘od tikva leanàHnu: C’è
ancora
speranza per noi (ovvio! che altro poteva essere? XD)
*
Ragazze, spero vi sia piaciuta anche
questa one-shot, personalmente preferisco la versione di Tony la sento
più mia
e mi sembra fatta meglio, ma mi ritengo abbastanza soddisfatta per come
mi è
riuscita. Spero di aver descritto bene
*
Mi sono resa conto di aver scritto la
prima stesura della fic nelle prime pagine del quaderno di storia che
ho dovuto
consegnare alla prof! Speriamo che non legga! Anche se mi sembra molto
raro che
non lo faccia, visto che la verifica che ci ha fatto fare era la prima
cosa che
ci faceva scrivere sul quaderno e che quindi lei andrà a
guardare
automaticamente le prima pagine e leggerà... Noooo! Che
faccio???
Dimenticavo... tremate
star di Broadway!
Tremate Jessica Alba, Angelina Jolie, Scarlett Johansoon, Gwyneth
Paltrow,
Jennifer Garner e tutte le altre attrici di Hollywood! È
arrivata una nuova
star! Vera02 (e la sua temibile manager, regista, sceneggiatrice,
guardia del
corpo, e chi più ne ha più ne metta elisa93, che
poi guarda caso sono io... XD
)! Il nostro nuovo premio Oscar come migliore attrice protagonista e
non!
Ancora complimenti per la buona riuscita del provino Vera!!!