“Ti amo”
“Questo lo so’, ma non cambia ciò che hai detto!” urlò la donna.
“Non ti chiedo di capirmi, ma solo di accettare”
“Come faccio?! Sei sempre via a fare quelle tue maledettissime spedizioni!” rispose a tono.
“Cara, calmati. Siediti per favore e ascoltami” le chiese con un sospiro stanco l’uomo. Lei obbedì di malavoglia e si sedette, cercando di riprendere il controllo di sé. Lui si alzò dalla comoda poltrona per sedersi vicino a lei. Le prese le mani delicatamente e la guardò negli occhi, sorridendole dolce.
“Minerva, io devo…” ma non riuscì a finire la frase che lei ricominciò ad urlare. “Devi?! Perché devi? Non potresti, per una volta, mandare qualcun altro?”. Lui sospirò di nuovo.
“Per una volta, Albus…” lo implorò lei. Silente sentendo il tono usato dalla donna, sfiorò l’idea, ma si ritrasse subito.
“Minerva, è un lavoro molto delicato e…” di nuovo non riuscì a finire la frase.
“E allora? Credi che gli altri non ne siano all’altezza?”
“Assolutamente no, Minerva”
Allora perché ci devi andare tu?!” disse togliendo bruscamente le mani da quelle di lui.
“Perché…” lasciò la frase in sospeso. Lui sapeva bene perché,ma non voleva dirglielo. Non voleva che Minerva scoprisse i suoi piani e morisse per salvare lui. Le accarezzò la guancia, come se fosse l’ultima volta.
“Albus, ti prego” vide gli occhi di lei diventare lucidi e le sorrise.
“Minerva, non ti devi preoccupare. Ritornerò come tutte le altre volte” l’ennesima bugia per tranquillizzarla.
“Come posso averne la certezza?”
“Ti ho mai deluso?” chiese lui con un sorriso divertito e facendole l’occhiolino.
“Oh, Albus. Non fare lo sciocco!” esclamò girandosi per non far vedere il sorriso che le era comparso sul viso. Albus le prese il volto fra le mani, ritornando serio.
“Minerva non devi preoccuparti. Ritornerò perché la battaglia contro Voldemort non è ancora finita e perché ho ancora qualcuno da amare” le sussurrò a poca distanza dal viso, per poi baciarla con passione.
Quella notte Silente non
tornò e Minerva combatté per i suoi
alunni, per la sua scuola e per lui. Si accanì sui
mangiamorte con foga e
rischiò fin troppe volte la vita. Solo dopo aver finito la
battaglia si accorse
che in realtà Albus era tornato, ma non da lei. Ma da sua
sorella Ariana.
Pianse per questo. Pianse finché non le rimasero
più lacrime e il dolore non le
spezzò il cuore, lacerandole l’anima.