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Autore: Shine     26/10/2009    2 recensioni
Spesso si ha la convinzione che il destino non esiste, perchè la vita è quasi sempre condizionata dalle nostre scelte. Tuttavia, esistono delle forze sovrannaturali che sono in grado di controllare determinate situazioni. Per esempio, in un'estate che si prospetta calda e afosa come sempre, può succedere qualcosa che modifichi l'esistenza di una diciottenne come tante. Può presentarsi un'occasione così improvvisa e di tale portata da sconvolgere le basi delle più profonde convinzioni umane. Perchè è solo il destino che ci fa sapere che esiste qualcos'altro, al di là del cielo...
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il regalo più grande

12

Il regalo più grande

A malincuore chiusi il libro, sospirando. Una strana sensazione mi stringeva lo stomaco, senza ch’io potessi fare alcunché per placarla. Era da tantissimo tempo che non rileggevo i Promessi Sposi, ed ora, alla luce della mia nuova storia d’amore, mi sembrava di non averli mai capiti veramente. In realtà il romanzo non mi aveva mai preso completamente, perché alcuni dei personaggi mi sembravano idealizzati fino all’eccesso. Tuttavia, questa volta ero stata travolta da un’emozione che non avevo mai provato attraverso quelle parole. Mi sentivo in qualche modo partecipe della sofferenza dei due promessi, che, lontani l’uno dall’altra, erano avvolti dal dolore per l’enorme distanza che li separava. E temevo –nessuna affermazione di Matt o di Charlie avrebbe potuto farmi cambiare idea- che quello fosse il destino che mi attendeva. Così, quasi nostalgica, rileggevo le avventurose peripezie di Renzo e Lucia, chiedendomi se io e Matt, un giorno, ci saremmo uniti in eterno, come i due fidanzati, o se fossimo condannati a stare per sempre disgiunti, separati dall’enorme distanza indefinita del cielo.

Sospirai.

I miei pensieri, come guidati da una forza invisibile ed incontrollata, si rivolsero poi a Charlie. Le rivelazioni che avevo ricevuto mi avevano profondamente sconvolta ed il mio cuore era riverso nella più terribile tristezza, per come doveva sentirsi. Io stessa, sebbene sostenessi convinta che lui non dovesse farlo, sarei stata divorata dai sensi di colpa più profondi.  Non potevo credere che avesse potuto reggere a tutto quello, per di più se la causa di ogni cosa era suo padre. Mi risultava sconcertante e troppo angosciante da sopportare. Eppure, invece di essere in grado di confortarlo, dopo le sue rivelazioni mi ero messa a piangere come una bambina e, alla fine, era stato lui a consolare me. Le mie riflessioni si rivolsero, a questo punto, al suo gesto così dolce. Percependo di nuovo le sensazioni che avevo provato, racchiusa tra le sue braccia, seppi che saremmo stati legati per sempre, da un rapporto di cui ancora non conoscevo la natura.

Respirai a fondo, cercando di dare un ordine al turbine di ricordi e di confusione, che, molteplici, galleggiavano nell’oceano della mia mente.

La mia vita era così tanto cambiata ed in così poco tempo, che a malapena riuscivo a muovermi tra tutte le cose nuove che l’avevano invasa. Da sciocca ragazzina, infatuata di un ragazzo che probabilmente non mi aveva e non mi avrebbe mai amato, ero passata a provare la più intensa emozione che potesse esistere, a vivere letteralmente per Matt, ad essere avvolta da un vortice di scintillanti stelle, a condurre un’esistenza con un solo scopo. Ecco, sostanzialmente, ad essere mutata era la certezza di avere un’ottima ragione per attraversare la Terra. Ero felice, come non mi ero mai sentita, contenta di poter stare con un ragazzo a dir poco fantastico, appagata dall’essere amata a quel modo.

M’imposi di concedere la mia attenzione solo al mio presente, che era degno di essere ammirato in ogni suo particolare, e sentii il mio spirito rasserenarsi profondamente.

Ma fui riscossa dalle mie, finalmente più gioiose, riflessioni, dall’arrivo di un messaggio sul cellulare. Dopo aver letto il mittente, m’illuminai. Premetti il tasto di lettura e mi concentrai sulle sue parole, immaginando di sentire la sua voce.

 

“Ciao, amore. Come stai? Ascolta, ce la fai a prepararti in dieci minuti?
Ho una sorpresa per te! Ti amo!

P.S. Indossa qualcosa di sportivo e comodo, per favore!”

 

Perplessa, rilessi il messaggio. Pigiai l’opzione di risposta, poi scrissi rapida:

 

“Quale sorpresa? Matt …? Perché devo vestirmi sportiva?”

 

Inviai il messaggio e rimasi in attesa, impaziente. Cosa poteva avere in mente il mio carissimo ragazzo? Dovevo preoccuparmi? La risposta arrivò immediata, ma i miei interrogativi rimasero tali.

 

“Fidati!”

 

Restai per un istante a contemplare quella parola, incuriosita da quello che poteva aver architettato, poi, però, mi alzai e corsi a vestirmi. Appena ebbi finito di prepararmi, sentii suonare la porta. Mi precipitai ad aprire.

Come al solito la sua visione risultò sconcertante, mentre le sue iridi scure avvolgevano di dolcezza il mio corpo e la mia anima. Rimasi impalata a fissarlo, senza riuscire a dire nulla. Era così seducente con quella maglietta a maniche corte, che ci mancò poco per farmi venire un infarto. Sbattei le palpebre, abbagliata da tanta bellezza.

Matt mi sorrise e mi salutò, dandomi un bacio.

Assaporai quel momento e lo annoverai fra quelli da non dimenticare per alcun motivo, mentre godevo di ogni prezioso secondo in cui restavo unita al suo corpo.

Si staccò da me ed io m’illuminai.

Mi scostai per lasciarlo passare, ammirando il suo passo morbido e sinuoso.

“Posso sapere cosa hai progettato?”, domandai, con una punta, forse troppo evidente, di curiosità.

Lui sogghignò, beffardo.

“Assolutamente no!”, esclamò, deciso, gli occhi scintillanti di una strana gioia maliziosa.

Sospirai, chiedendomi, ancor più fremente di venirne a conoscenza, cosa mai dovessimo fare quella mattina.

“I tuoi sono in casa?”, mi chiese, guardandosi intorno.

Scossi il capo, perplessa. Cosa c’entravano i miei?

Lui sorrise, evidentemente soddisfatto. Si volse verso di me e mi travolse con uno sguardo ricolmo di contentezza evidente. Sentii il mio cuore galoppare ad una velocità impressionante, mentre le onde dei suoi sentimenti mi sommergevano, con i loro piacevoli flutti, facendomi dondolare in un’altalena di colori e sfumature, che assaporavo piacevolmente.

“Puoi lasciargli un biglietto e dirgli che fai una sorta di pigiama party a casa mia, con mia sorella?”, disse, guardandomi con un’espressione indecifrabile.

Spalancai gli occhi, stupita.

“Un pigiama party?”, ripetei, confusa.

Lui sollevò le sopracciglia, evidentemente contrariato.

“Be’, visto che non vuoi dire a tuoi che stiamo insieme, dovrai pur spiegare come mai stasera dormirai fuori.”, spiegò, osservando la mia reazione.

Non potei che essere ancor più stupita e guardarlo, preoccupata.

“Trascorro la notte fuori?”, balbettai, aggrottando la fronte.

Annuì, senza fornirmi alcun chiarimento. Capii che non mi avrebbe detto che cosa aveva in mente, quindi, sollevando le spalle, scrissi un biglietto ai miei, sperando che non se la prendessero per il fatto che stavo via l’intera giornata. Mentre tracciavo le parole sul foglio, lui si muoveva ad una velocità sovrannaturale, prendendo una mia giacca ed la mia borsa.

Sempre più perplessa, completai il messaggio, poi presi a studiarlo, interrogativa.

Lui incurvò le labbra, divertito.

“Vieni.”, disse solo.

Lo seguii, senza fiatare, in attesa.

Mano nella mano –e quel piacevole contatto mi distrasse dalla mia crescente confusione- scendemmo le scale, arrivando al portone.

Le nuvole erano addensate nel cielo, coprendolo d’una spessa coltre grigia, che minacciava pioggia in abbondanza. L’intero paesaggio esprimeva una sorta di grande malinconia, velato d’un colore così cupo e triste, che pareva fosse stato dipinto, coperto da un mantello di nebbia fitta. Tuttavia, il piacevole fresco che si diffondeva nell’aria, l’assenza del sole cocente e del suo troppo intenso calore, mi ricordarono che io adoravo il cielo d’autunno. E adoravo la pioggia. E la nebbia.

Solamente, era ben strano che ci fosse una giornata così mogia, considerando che eravamo nel pieno della stagione estiva, in una località di mare, generalmente non molto fresca neanche d’inverno.

Corrugai la fronte, perplessa.

“Hai cambiato il clima?”, chiesi, come colta da un’improvvisa illuminazione.

Parve sorpreso dalla mia affermazione, ma la sua unica risposta fu un sorriso enigmatico, che accrebbe ancor di più l’ansia che mi si addensava attorno.

Non potevo considerare il nostro tempo passato insieme sufficientemente bastevole per conoscerlo in modo adeguato, tuttavia credevo di essermi assuefatta alle sue doti paranormali. Ma, a quanto pareva, non era così. Controllare fino a questo punto gli elementi naturali mi sembrava davvero inverosimile, persino per lui, che non aveva nulla di umano. La cosa non mi piaceva granché. Era piacevole sapere che ci fosse qualcosa di superiore a tutti quanti, persino al più perfetto delle persone.

Sul suo viso affiorò una smorfia divertita.

“Il tempo.”, affermò, senza incrociare il  mio sguardo.

Stavamo camminando verso il bosco, anche se io non avevo la più pallida idea di dove fossimo diretti.

Mi fermai a fissarlo, perplessa.

“Il tempo?”, domandai, confusa.

Si voltò, incrociando il mio sguardo e contemplandolo attentamente.

“I tuoi occhi brillano come due smeraldi, quando le nuvole coprono la luce del sole.”, commentò, ammirato, prima d’illuminarsi e rispondere: “Hai detto che ti piace sapere che c’è qualche forza superiore a me. Non posso cambiare lo scorrere dei minuti, delle ore, degli anni …”

Rimasi di sasso.

“Basta, mi sono ufficialmente offesa. E se non fosse per il bel complimento che mi hai fatto, mi girerei indietro e me ne andrei.”, replicai, severa.

Parve leggermente sorpreso dalla mia reazione e me ne chiese il motivo.

“La vuoi smettere di leggermi nel pensiero?!”, esclamai, arrabbiata.

Scoppiò a ridere fragorosamente, mentre io mi mostravo ancora più offesa. A dire la verità la cosa era stata abbastanza comica, lo riconoscevo anch’io, ma non volevo assolutamente ammetterlo.

“Se tu esprimessi quello che pensi ad alta voce, io non dovrei farlo.”, obbiettò, cercando di riprendersi dal suo accesso di risa.

Corrugai la fronte, contrariata.

“E se non volessi farlo?”, chiesi, seria.

“Allora io non smetterei di sbirciare nei tuoi pensieri.”, replicò,beffardo.

Lo osservai, furiosa, poi mi voltai, sorridendo.

“Ah, sì?”, domandai, divertita.

Lui annuì, con un’espressione perplessa.

Mi girai di nuovo verso di lui, sogghignando.

“Bene!”, dissi, poi, velocemente gli versai sulla testa una bottiglietta d’acqua che conservavo nello zaino.

Lui, con i capelli gocciolanti, mi guardò, per un istante stupito.

“A volte i pensieri fulminei possono essere celati, amore.”, dichiarai, ridendo.

Lui, dopo un attimo di esitazione, ricambiò, mentre l’acqua si andava rapidamente asciugando.

“Touché”, assentì, con un rapido sorriso, prendendomi di nuovo per mano.

Iniziai a camminare di nuovo con lui, sorpresa.

“Ti arrendi così facilmente?”, chiesi, aggrottando le sopracciglia.

Sollevò le spalle, con noncuranza.

“A quanto pare …”, ribatté, impeccabile.

Scettica, seguitai a camminare con lui, chiedendomi cosa avesse in mente. Chissà dove stavamo andando! Ormai la mia curiosità era alle stelle e non riuscivo più a contenerla, ma sapevo che non avrei saputo mai nulla da lui. Quanto mi sarebbe piaciuto poter leggere nel pensiero. Uffa! Non mi rimaneva che sperare che fossimo quasi arrivati.

Lo sentii sghignazzare. Non mi parve necessario chiedergliene il motivo. L’innaffiata, a quanto pare, non doveva essergli bastata. Avrei dovuto provare con la coca cola. Appena trovata una bottiglia …, progettai, vendicativa.

Lui non sembrò aver l’intenzione di dire nulla. Immaginavo che, qualunque fosse, la sua sorpresa mi sarebbe piaciuta tantissimo. Sarebbe stata splendida, come solo una persona che aveva scritto nel cielo un frase come quella che aveva dedicato ad Anne avrebbe potuto fare. Di nuovo, mi stupii di stringere la mano di un ragazzo come lui. Anche solo quel gesto mi provocava emozioni incommensurabili, tant’è che temevo di non reggerle. Ecco, per quello ero certa che lui fosse l’unica persona che avrei mai potuto amare davvero. Ogni singola sfumatura del dipinto che, uniti, formavamo, era irrinunciabile e splendida. Ed ogni singolo elemento della realtà che io vivevo con lui era indispensabile.

Possibile che potessi amare fino a quel punto?

“Ci siamo!”, esclamò, fermandosi all’improvviso.

Mi riscossi dai miei pensieri, presa alla sprovvista. Mi guardai intorno, senza scorgere nulla di particolare.

Lo fissai, interrogativa.

M’indicò il cielo.

Ancora più perplessa, feci come mi diceva: all’inizio non mi accorsi di nulla di strano, ma poi, sbalordita, osservai una nuvola, bianca e vaporosa, che si avvicinava sempre di più alla radura dove eravamo. Sbattei le palpebre, incredula. No, non poteva essere vero. Una nuvola non poteva …

Stavo sognando. Decisamente! Ecco, sognavo di essere lì, con gli occhi rivolti all’insù, a vedere uno spettacolo splendido e sovrannaturale.

“Non stai sognando, Emily.”, dichiarò Matt, stringendomi a sé. “Non avevi detto che il tuo sogno più grande era quello di fare un giro su una nuvola??”

Mi voltai verso di lui, sconvolta.

“Ma, ma …”, balbettai, poi sorrisi. “Sei il sogno più bello che io abbia mai fatto.”

Lui rise ed i suoi lineamenti si distesero.

Fu come se fossi uscita da una stanza buia e fossi stata abbagliata dal sole di mezzogiorno. I suoi occhi erano meravigliosi, rilucevano come le lucciole, fra la fitta trame di foglie e di rami di un bosco, come la polvere d’oro in un’enorme miniera. Il cuore mi balzò dal petto, mentre lui mi abbracciava.

La nuvola, nel frattempo, era scesa fino a pochi metri da terra.  Matt mi prese la vita e la strinse al suo corpo, dopo di che spiccò un balzo,facendoci atterrare, in piedi, sulla nube.

Mi sentivo strana. Difficile descrivere la sensazione di librarsi, poggiando i piedi su una superficie che avevo sempre creduto intangibile. Vi consiglio di provare …

“Ti piacerebbe vedere le cascate delle Marmore?”, mi domandò, con un sorriso smagliante.

Spalancai gli occhi, sconvolta.

“Andiamo in Umbria??”, chiesi, guardandolo incredula.

Sogghignò, poi annuì, divertito.

Non sapevo cosa dire. Rimasi a fissarlo, inebetita, senza parole.

“Distenditi.”, ordinò, prendendomi dolcemente la mano.

Obbedii, cercando di ritrovare il controllo di me stessa.

La superficie della nuvola assomigliava alla consistenza dello zucchero filato, senza essere appiccicosa. Mi lasciai andare su di essa, agitata da un’emozione che mi risulta particolarmente difficile descrivere. Mi sentii di nuovo la bimba che ero stata. Rividi me stessa, gli occhi verdi carichi di fiducia, rivolti verso il cielo, mentre esprimevo il mio desiderio, quando credevo che anche le cose impossibili potessero avverarsi. Lo dicevo io che i bambini erano più intelligenti degli adulti nella loro ingenuità.

Matt si sistemò accanto a me, passandomi un braccio attorno alle spalle.

“Non guardare in basso, amore. Tra poco sorvoleremo la coltre di nubi, quindi saremo ad un’altezza notevole.”, mi suggerì, stringendomi a sé.

In effetti il cielo, sopra di noi si avvicinava sempre di più. Sorrisi. Volare. Chi non aveva mai desiderato di farlo? Possibile che fosse reale? Possibile che io meritassi di vedere tutti i miei sogni realizzati?

“Matt”, sussurrai, cauta. “te l’ho mai detto che sono completamente, ineccepibilmente, indissolubilmente innamorata di te?”

Lui s’illuminò, incrociando i miei occhi.

“Ah, sì?”, mi domandò, studiandomi. “Ma non bastano le parole, Emily cara. Come faccio a crederti se non me lo dimostri?”

Le mie labbra s’incurvarono in una smorfia di finto disaccordo.

“Ora pretendi troppo, tesoro.”, obbiettai, ma il suo sguardo non mi permise di perdurare nella mia scenetta.

Mi strinse la vita, avvicinandomi al suo corpo ed io ricambiai, passando una mano attorno alla sua schiena. Eravamo così vicini, che le mie facoltà intellettive decaddero completamente. Il suo profumo m’inebriava totalmente, i suoi occhi mi carpivano completamente dalla realtà. Lo baciai, cercando d’incanalare tutte quelle sensazioni in un gesto come quello. E lui ricambiò, facendomi sentire che nella sua anima vivevano gli stessi sentimenti.

Era veramente assurdo. Ero lì, distesa su una nuvola, morbida e delicata, stretta nelle braccia di Matt, il ragazzo che amavo, che avrei sempre amato, a cui mai più sarei riuscita  a rinunciare.

Ma io non ero razionale. E non colsi l’illogicità di quegli  avvenimenti.  Ci fu una sola cosa che percepii, prima di abbandonarmi al nostro amore. Che, sebbene probabilmente non avrei mai visto il mondo di Matt , io ero già … al di là del cielo.

 

 

“Non vorrai fare una cosa del genere, mi auguro!”, esclami, mentre guardavo, dalla nostra nuvola, che avevamo, dopo un’arguta disputa, soprannominato Valentina, l’acqua della cascata scrosciare verso il basso, ad una velocità che mi parve davvero impressionante.

“Assolutamente sì. Perché credi che non mi sia vendicato del tuo scherzo con la bottiglia dell’acqua?”, mi chiese, divertito.

“Non ti permettere, Matt! Guarda che ti picchio, il che è tutto dire. Non sono mai stata una persona violenta!”, ribattei, assolutamente contrariata alle sue intenzioni.

Lui sorrise, beffardo.

“Ah, sì?”, chiese, ridendo.

Non ebbi il tempo di replicare. Praticamente le mie gambe si erano mosse da sole, saltando giù dalla mia affezionata Valentina. Non mi aveva fatto gettare con la tradizionale spinta, ma aveva manovrato le mie facoltà. La mia mente! Quel ragazzo senza speranza! Ma se giungevo alle fine della cascata in vita, glielo avrei fatto rimpiangere!

Sentii l’acqua sfiorarmi i piedi e mi preparai ad esserne travolta. Prima che i getti violenti mi sommergessero, avvertii il balzo di Matt.

Mi parve di non avere via di scampo. Mi sarei schiantata con le rocce che dominavano l’acqua, in basso. Ma che cosa era venuto in mente al mio ragazzo?

All’improvviso mi sentii afferrare per la vita e stringere. Erano passati solo pochi istanti.

Cominciai a respirare di nuovo, assaporando la piacevole sensazione dell’aria che m’invadeva i polmoni, dopo averla trattenuta per quello che mi era parso un tempo lunghissimo.

Lui, asciutto, sorridente, protetto da una sorta di bolla d’aria, fendeva lo scrosciare rapido della cascata, senza che una sola goccia si posasse sul suo corpo.

Sollevai le sopracciglia, arrabbiata.

“In che modo preferisci morire, amore?”, chiesi, severa.

Lui rise fragorosamente.

“Non credo che tu voglia togliermi la vita, Emily.”, obbiettò, con una falsa aria compunta.

“E per quale motivo, se è lecito saperlo?”, replicai, seria.

Lui, senza batter ciglio, mi lanciò uno sguardo ardente. Sentii la mia determinazione disgregarsi.

“Per due motivi.”, annunciò, divertito. “Uno perché non ci riusciresti mai, soprattutto se mi guardassi negli occhi”

Arrossii. Aveva colto nel segno. Ogni volta che mi guardava, perdevo la cognizione delle cose.

“E due … se mi assassini, cadrai nel vuoto.”, concluse, fissandomi con aria di sfida.

Ok, anche questo era assolutamente sensato. Possibile che avesse sempre la risposta pronta? Lo osservai. Il mio cuore schizzò a mille. Non l’avevo mai visto così. Il dolore, il rimpianto, le preoccupazioni, o qualsiasi altra sensazione, sembrava essere sparita dal suo cuore e dalle sue iridi, per lasciar posto solamente ad un’insopprimibile, intramontabile serenità.

Il sole, con i suoi ardenti raggi biondi, con le sue molteplici sfumature dorate, era penetrato nelle nostre vite, nei nostri volti, e tutti i sogni che mi erano sempre sembrati distanti, irraggiungibili ora erano realtà. Mi sentivo come un’estranea, che studia la felicità di un’altra persona dal vetro di una finestra. Era troppo per me. Avevo accettato l’esistenza di una realtà diversa dalla mia, di Eraia, avevo accolto la strana facoltà di vedere il presente, ma mi sembrava totalmente assurdo che potessi essere stata così fortunata da ricevere amore da lui.

Adesso comprendevo appieno quel sentimento d’infinita bellezza.

Ogni dubbio si era, per magia, dipanato, ed una fiducia incondizionata, un’immensa, dolce, aspettativa si era creata attorno a me.

Fu quel giorno che capii che lui era la persona giusta per me. E non lo compresi perché lui mi aveva fatto quella splendida sorpresa. Non divenne in me una solida consapevolezza, perché lui era il ragazzo migliore che avessi mai conosciuto. Lo capii, perché, da allora in poi, io non avrei mai più sognato. Non avrei più fantasticato sul mio ragazzo ideale, compensando con la mia immaginazione ciò che mi mancava. Lui era tutto ciò che desideravo, che avevo desiderato in passato e avrei sempre desiderato.

Posai la mia testa sul suo petto, senza che nemmeno la diffusa gioia sul mio volto, potesse esprimere in modo completo la mia nuova, splendida certezza.

Lui parve abbastanza sorpreso dal mio atteggiamento così prontamente arrendevole, tuttavia la cosa pareva non infastidirlo più di tanto.

Scendevamo, abbracciati, avvolti da una strana sfera vitrea, fino ai piedi della cascata, in una sorta di lento e dolce incantesimo. Era la sensazione più bella che avesse mai invaso il mio cuore.

Quando sfiorammo le acque vicino alla riva, la bolla si dissolse, lasciandoci immersi fino alle ginocchia nella spuma scrosciante della cascata.

Sorrisi.

“Splendido.”, commentai, fissando, rapita, l’orizzonte.

In effetti, non c’erano parole migliori per descrivere il panorama sconfinato e limpido che si stagliava davanti ai miei occhi. Per un’appassionata amante della natura come me, non poteva esserci qualcosa di migliore.

Il cielo sfumava in leggere tonalità d’azzurro, mentre la bionda stella lo velava di luce dorata, come una coltre sottile di nebbia luminosa, incorniciando d’un’incantata aureola di bagliori, il padrone incontrastato della nostra vita.

Gli alberi, tutt’attorno, sembravano innalzarsi e contemplare, ondeggiando le accese e grandi chiome alla brezza silenziosa e piacevole, mentre i loro rami protendevano, cercando di scorgere, tra la matassa di foglie multiformi, uno scorcio della splendida distesa di sfumature cerulee e sfavillii biondi e luminosi.

Il riflesso sulle acque increspate era raddolcito dal tenero ondeggiare e zampillare del fiume, mentre lo scrosciare dei gocce, rapide imponenti, risvegliava il paesaggio, ridonando una sorta di vita alla quieta naturale, altrimenti rotta solo dal pigolio di uccelli affaccendati.

Il profumo di stelle variopinte tingeva l’atmosfera d’una piacevole sensazione di allegria e varietà, aggiungendo ai molteplici toni luminosi nuove parole e nuove sensazioni, in una catena che non poteva avere fine.

Sbattei le palpebre ripetutamente, accecata dalla tanta maestria del pittore che l’aveva disegnato.

Sospirai.

“Peccato che sia solo una cascata artificiale.”, dichiarai, volgendomi verso qualcuno di altrettanto meraviglioso.

Lui incurvò le labbra.

“Appena ne avrò l’occasione, ti porterò alle cascate del Niagara.”, ribatté lui, con un’alzata di spalle.

“Niagara? Matt, vuoi farmi vagare per tutto il mondo?”, domandai, perplessa.

Lui rise, divertito.

“Be’, avendo poteri magici, posso realizzare quasi tutti i tuoi desideri, quindi, se lo desideri, gireremo anche tutto l’universo.”, rispose, guardandomi con attenzione.

“I miei sogni sono già tutti esauditi.”, replicai, sincera.

Di nuovo, sollevò le spalle con noncuranza.

“Be’, se ti accontenti di questa cascata …”, obbiettò, incrociando il mio sguardo.

Lo fulminai con lo sguardo.

“Parlavo di te!”, esclamai, severa.

Lui sgranò gli occhi, fingendosi stupito.

“Ti sembro un paesaggio naturale??”

Lo osservai, incredula.

Poi, senza preavviso, lo  schizzai, ridendo fragorosamente.

Lui ricambiò, inseguendomi, mentre io correvo in acqua.

Ci tuffammo, vestiti, rotolandoci felici in acqua. Mi sembrava tanto di essere tornata bambina, quando giocavo serena e spontanea, senza preoccupazioni, contenta di ogni istante che mi era concesso, ricolma di speranze e sogni, dolci ed infantili. Era bellissimo provare di nuovo quel sentimento di totale appagamento, senza dolori, dubbi, preoccupazioni. Solo io, lui, ed un’immensa, incontrastata, felicità.

Non so per quanto tempo rimanemmo lì, a divertirci e a ridere, ma a me sembrò che non fossero passati che pochi attimi. Tuttavia, quando ci sedemmo sulle rocce, in riva, il sole era già sulla via del tramonto, mentre il cielo si colorava di un arancio, sempre più acceso.

Scossi i miei capelli ramati, che mi ricadevano fradici sulle spalle, mentre, distesa su uno scoglio, osservavo rapita Matt, che sembrava una divinità, seduto su un masso, con i piedi nell’acqua ed il sole che creava attorno a lui una splendida aura di luce. Sorrisi.

Lui ricambiò, poi parve ricordare qualcosa.

“Ho qualcosa da farti sentire.”, dichiarò, volgendosi, affinché potessi ammirarlo completamente.

All’improvviso, cogliendomi decisamente di sorpresa, apparve una chitarra nelle sue mani. Sgranai gli occhi.

Stavo per chiedergli se sapesse anche suonare, ma lui mi zittì e prese a far vibrare le corde dello strumento, diffondendo una melodia dolce e coinvolgente nell’aria, ed io rimasi in silenzio, ad ascoltarlo …

 

Le sue mani si muovevano così velocemente, che mi lasciarono interdetta. I toni e le note si susseguivano lenti e sereni, mentre la canzone prendeva avvio, pian piano, nascendo dalla sua ineccepibile bravura.

Poi, quasi senza preavviso, iniziò a cantare …

 

Voglio farti un regalo
Qualcosa di dolce
Qualcosa di raro
Non un comune regalo
Di quelli che hai perso
O mai aperto
O lasciato in treno
O mai accettato

 

Ascoltavo, affascinata quella canzone. Un regalo. Ma nulla, nulla sarebbe stato come lui, nulla eguagliabile in qualche modo, nulla mi avrebbe colorato la vita, tingendola di sfumature degne del più grande dei pittori. Nulla.

Di quelli che apri e poi piangi
Che sei contenta e non fingi
In questo giorno di metà settembre
Ti dedicherò
Il regalo mio più grande

 

Commossa. Mi vuoi commossa, amore mio?, pensai. Il regalo più grande. Avrei tanto voluto sapere cosa pensava. E, poi, come all’improvviso, le porte della sua mente si spalancarono alle mie.

I suoi pensieri fluivano, come un dolce ruscello, nella mia testa.

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente perchè

 

La luna. Perché il tuo sorriso, Emily, risplenda agli occhi di tutti, perché sei lo smeraldo del mio paradiso. Perché tutti possano ammirarti, perché tutti possano apprezzare la tua passione ed il tuo amore. Perché, Emily, la luna ci leghi in qualcosa di eterno ed indissolubile ed il nostro amore arda nel cielo, per sempre.



Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però se ho nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai partenza
Regalo mio più grande
Regalo mio più grande

 

Ci sei. Vivi in me. Ora più che mai. Ho scelto di amarti, ma non credevo che potesse essere così intenso ciò provo. Sei il mio regalo più grande. Onnipresente nei miei passi, viva nei miei ricordi, fiorisci nel mio cuore, donando al mio animo, un tempo spento, qualcosa per cui continuare a lottare. Non sento più la sofferenza, non sono più nel treno dei dolorosi frammenti del passato. Sono accanto a te, sono arrivato. Ho raggiunto il mio vero, unico scopo.



Vorrei mi facessi un regalo
Un sogno inespresso
Donarmelo adesso
Di quelli che non so aprire
Di fronte ad altra gente
Perché il regalo più grande
È solo nostro per sempre

 

Lo so, non dovrei farlo.  E forse tu meriti ancora qualcosa in più. Ma non posso più rinunciare a te. Ti sto chiedendo il tuo cuore. Vorrei che condividessimo lo stesso sogno, la stessa speranza, una vita insieme, in un amore che non ha confini, che è aldilà di ogni cosa. Vorrei che fosse nostro, né tuo né mio, ma solo nostro, perché io sento che ci apparteniamo, come un figlio alla propria madre, come la vita ad ogni persona, come l’anima ad ogni essere vivente.



Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente perchè

Vorrei che il tuo sorriso fosse nel cielo. Non mi importa cosa dicono gli altri. Il nostro amore, lo sento in me, arde, e sarà vivo per sempre, se lo attizziamo con la forza che abbiamo entrambi, con tutto il coraggio che possiamo dimostrare. Manteniamo i nostri sentimenti alti, levati come il falco, che vola, fiero, il piumaggio luminoso sotto il sole d’estate.

 

Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però se ho nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai...

 

La tua presenza. La sento, in me, sento il tuo respiro, a mille miglia di distanza, e sono rassicurato. Non sento dolore, non sento tristezza, mi rendi impermeabile ad ogni impervio pericolo, il mio passaggio è limpido e sereno. Perché ci sei tu. Sei in me. Il mio cielo, la mia terra, il mio sentiero, la mia unica percezione.



E se arrivasse ora la fine
Che sia in un burrone
Non per volermi odiare
Solo per voler volare

 

Volare insieme a te. Non sarebbe una fine. In un burrone. Ma il burrone si riempirebbe di te. E rigogliosa crescerebbe l’erba, i fiori sboccerebbero e atterreremmo su un tappeto di morbidi petali. Ed anche la fine, con te, avrebbe un nuovo significato.


E se ti nega tutto quest’estrema agonia
E se ti nega anche la vita respira la mia
E stavo attento a non amare prima di incontrarti
E confondevo la mia vita con quella degli altri
Non voglio farmi più del male adesso
Amore..
Amore..

Ti donerei la mia vita, perché solo se ci sei, la mia esistenza avrebbe un senso. Non ti cercavo. Non volevo trovarti. Non volevo più amare. Perché pensavo che ci fosse solo dolore. Perché avevo paura di perderti ancor prima di averti stretta tra le braccia. Ma tu mi hai afferrato. E nulla è più oscurità. Perché, sì, adesso lo so, sei il mio amore. Il mio amore. Ti amo, lo so che sembra banale, lo so che tanti, prima d’ora, lo hanno ripetuto, ma non posso farne a meno. Ti amo. Ti amo. Ti amo.


Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
E poi..

Sei lì. Risplendi. Sei lì. Nel cielo, come nel mio cuore. Vorrei donare il tuo sorriso alla luna, per ricordarti che il mio amore è importante. Per ricordarti, che sono qui. Solo per te. In eterno.


Amore dato, amore preso, amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte
Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu
Il regalo mio più grande

 

Il nostro amore non si spegne,né si spegnerà mai. Ha la durata del tempo e non possiamo dare un definizione o un limite a questa entità.

Il nostro amore è condiviso, siamo legati da qualcosa che non può svanire, un nodo non solvibile, stretti in una corda, uniti per l’eternità.

Tu, nei tuoi occhi, nel tuo ineguagliabile sorriso, nella tua espressione, nei tuoi modi, nel tuo corpo, nel tuo cuore, io scorgo il mio amore.

Il mio incontro con te è stato il giorno più strano e perfetto della mia vita. Ed ho ricevuto un regalo, un regalo così grande, che mi sembra impossibile averlo meritato.

 

Sorrise. La chitarra svanì.

M’illuminai, gli occhi lucidi e commossi.

Mi si avvicinò, prendendomi per mano e mi diede un bacio, muovendo le sue labbra sulle mie, con dolcezza, con forza, con ardore e passione, mentre io rispondevo, unendo al mio amore la mia immensa gratitudine.

Avvolse un braccio attorno alla mia vita, mi strinse a lui ed io avvolsi il mio attorno al suo collo.

Il suo profumo era inebriante, il mio amore immenso.

Sentii che l’altra sua mano si muoveva sulla mia camicia ed i bottoni venivano pian piano aperti.

Il mio cuore cominciò a zampillare di eccitazione.

Mi mossi verso di lui, infilai le mani sul suo petto, muovendola lentamente, per assaporare il suo calore.

La sua camicia cadde sulla sabbia, accompagnata ben presto dalla mia.

Continuavamo a baciarci, muovendoci verso l’acqua.

I nostri corpi sembravano modellati l’uno sull’altra, una realtà perfetta ed indissolubile.

Sapevo cosa stava succedendo.

Mi sentivo leggiadra e felice.

Non sapevo come sarebbe stato dopo, cosa avrei provato in seguito, ma ero felice.

Felice di essere lì, felice di averlo fra le braccia, felice di poterlo amare.

Tutto il resto non contava.

Perché anche lui era stato ed era … il mio regalo più grande.

 

 

Le distese di sabbia s’imporporavano lentamente, seguendo il ritmo del sole, che calava dietro le acque. Le onde, sfumate di un rosato delicato, travolgevano gli scogli, scuri ed impenetrabili, e giungevano in riva, con il consueto suono continuo. Sembrava una melodia incessante, che si ripeteva simile, ma mai uguale, che avvolgeva il silenzio con la sua armonia. L’aria salmastra che si respirava era avvolgente, poeticamente coesa con ogni cosa, dolce ed intensa, volava tra le ali del vento, inondando i miei polmoni. Il sole calava alle mie spalle, con i suoi petali dorati, mentre le nuvole ed il cielo, che lo circondavano, sfumavano dal biondo più accecante, ad un pallido arancio, fino ad un porpora acceso ed un rosato soffuso. Ogni essere vivente cedeva ad un rispettoso silenzio, s’inchinava all’immensità della natura ed una perfetta quiete dominava la distesa d’acqua e di sabbia, di sabbia e di acqua …

E tra il cielo e la superficie rosata del mare, tra l’universo reale e quello parallelo, io ero lì, a saggiare la consistenza di una nuvole, ad ammirare, da indegna spettatrice quale ero, l’insormontabile leggiadria, che sicuramente sconfinava in una verità onirica, di quel luogo, avvolta dal suo abbraccio, di cui avvertivo la vera natura, di cui sentivo l’idillio, a cui il mio cuore si era totalmente piegato.

Immobili, nell’immenso panorama, immobili, in una grazia che non aveva limiti, immobili, nel nostro sogno eterno, immobili.

Ed ogni cosa scomparve dalla mia mente, in quel giorno indimenticabile, senza che io potessi mai più scordare quelle emozioni, senza ch’io potessi mai più provarne di così intense.

 Zalve  a tutti!

So che sono in grandissimo ritardo con questo capitolo, ma la scuola mi ha portato via tantissimo tempo e non sono riuscita a pubblicare prima! Vorrei innanzitutto ringraziare coloro che hanno letto questo cap. Come avrete capito, questa è una delle scene fondamentali della storia fra Matt ed Emily, che ora, trasportati dai loro sentimenti, hanno fatto un passo davvero importante! La canzone che Matt dedica ad Emily è 'Il regalo più grande', di Tiziano Ferro, una delle mia canzoni preferite in assoluto. Spero davvero di averla resa bene e di aver trasmesso i sentimenti che ho provato mentre scrivevo i pensieri di Matt. Vi consiglio di leggere il cap, ascoltandola! L'effetto è davvero molto dolce! Fatemi sapere cosa ne pensate, perchè è davvero importante per me!

Ma, bando alle mia ciance inutili!XDXD Passo a rispondere alle recensioni.

Padme Undomiel: Sono contenta che il cap precedente ti sia piaciuto e che tu abbia apprezzato il rapporto tra Charlie ed Emily, che come sai è davvero importante. La storia di Charlie è molto tormentata, ma nulla che non si possa risolvere con l'intervento di Lizzy, non credi? Sono contenta di aver fatto pochi errori di virgole e spero sia lo stesso  in questo cap. Aspetto impaziente un tuo commento e ti ringrazio  tantissimo, perchè continui a seguire questa storia! Tvttttb

Mistery Anakin: Ciao! Sono davvero felice che lo scorso cap ti sia piaciuto.  Inaspettato il risvolto della storia, eh? Ihih Spero che non ti sia dispiaciuto. Ti ringrazio tantissimo del tuo interessamento, perchè conta molto per me avere pareri diversi. Spero che questo cap ti piaccia quanto l'altro. Grazie! XD Tvttttb

Vorrei anche esprimere i miei ringraziamenti a tutti quelli che hanno letto,senza recensire. Spero che la storia vi stia appassionando e vi prego di darmi un vostro parere, anche negativo. Mi aiuterà a migliorare! 

Ciao a tutti, alla prossima!

Shine

  
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