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Autore: ballerinaclassica    27/10/2009    4 recensioni
Hijikata non ha mai reputato nulla troppo difficile per lui, l'ha sempre fatto e basta, senza pensarci su troppo a lungo o rimuginare sui pro e i contro.
Lui vuole spalmare la faccia sul tavolo e lo fa. Senza mettersi lì, a giudicare e a valutare la rigidità di quest'ultimo.
{ Seconda classificata al contest "Ehi tu! Sì, proprio tu! Muoviti a partecipare!" indetto da beat e vincitrice del "Premio Alcool". }
Genere: Commedia, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hijikata Yamazaki
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That Will Do!





Porta la bottiglia di saké alle labbra, perdendo il conto di quante siano le volte che ha ripetuto quel gesto. Dieci? Cento?
Si lascia cadere, subito dopo, sulla superficie lignea del tavolo. Uhm, eppure, un attimo prima di sentire il tonfo sordo della sua faccia che andava violentemente a cozzarci contro, non gli era sembrata poi così dura.
Hijikata non ha mai reputato nulla troppo difficile per lui, l'ha sempre fatto e basta, senza pensarci su troppo a lungo o rimuginare sui pro e i contro.
Lui vuole spalmare la faccia sul tavolo e lo fa. Senza mettersi lì, a giudicare e a valutare la rigidità di quest'ultimo.

Diceva, contava.
Esattamente, quante volte ha bevuto da quella bottiglia? E quante bottiglie c'erano prima di quella?
E' sicuro che qualcuno stia cercando di dirglielo: c'è una macchia, una sagoma, qualcosa. Se ne sta dall'altra parte della stanza e agita le braccia, proprio come se volesse richiamare la sua attenzione.
Forse vuole dirgli di non bere, che dodici bottiglie di saké sono troppe anche per il demoniaco vicecomandante della Shinsegumi. Eppure, lui è sicuro che prima o poi riuscirà a trovare l'entrata del regno della maionese.
Ma questo ora non c'entra niente, vero Hijikata?
Insomma, un ubriaco non può di certo recuperare il filo del discorso così, da un momento all'altro.

Hijikata strofina ancora il viso là sopra: quando la cartilagine del suo naso riprenderà la giusta forma, se ne potrà stare comodo a bere.
Fino ad allora dovrà penare un po' forse, ma gli uomini della Shinsengumi sopportano il dolore e millemila difficoltà.

E' Yamazaki! Ecco chi è, dannazione!
E' Yamazaki che urla qualcosa riguardo al suo yukata che ha stranamente preso fuoco!



L'odore di bruciato arriva chiaro alle sue narici, premendo pungente contro di esse e varcandole con violenza, arrivando fino al cervello forse un po' annebbiato. Sa di mutande.
Ora che ci pensa, vuole una sigaretta. Anche due, tre o quattro. Anzi, gliene basta una di katana per sconfiggere quel maledetto samurai. Che bifolco.

Hijikata  chiude gli occhi: la testa gli fa male e non sta funzionando nemmeno nel migliore dei modi.

Però quella dannatissima sagoma continua a starsene lì, a soppesare la situazione e a tenere un bicchiere ancora pieno in mano.
Stupido galoppino del re del regno della maionese. Hijikata se ne infischia e gli ruba il bicchiere, bevendo ancora un po'.
Ed allora Yamazaki - che inspiegabilmente è sia alla sua destra che alla sua sinistra - comincia a borbottare qualcosa. Yamazaki borbotta sempre quando girano gli alcolici. Non si sa riguardo cosa, ma sta perennemente lì a borbottare, senza dispensare moniti a nessun altro che non sia la sua racchetta da badminton.

Hijikata riesce finalmente a sollevarsi. Deve essere ingrassato nel cervello nell'ultimo periodo, perché la sua testa è diventata davvero pesante.
Ora Yamazaki è di fronte a lui e ondeggia. E' ancora quella strana sagoma di prima, quando stava dall'altra parte della stanza ad urlargli che... Che? Uhm, lo ha dimenticato. Tanto di guadagnato, trattandosi di Yamazaki non può essere importante.
La sua testa - sì, stava parlando della sua testa - pesa e gira. Anche la stanza gira. Dannazione, a lui il Luna Park non è mai piaciuto, troppo infantile.

Il capo ricade sul tavolo. C'era da aspettarselo: non tutte le battaglie finiscono nel migliore dei modi.
E lui ne ha fatte tante di battaglie, oh sì. Contro alieni e fantasmi, contro il suo secondo e quel samurai buono a nulla. E un gorilla.
Esatto, se non ricorda male, lui ha combattuto anche con un gorilla. Era vestito da mummia e il gorilla da principessa, ma non era una festa in maschera. Però un gorilla c'era e magari erano anche in tanti. Oppure era Kondo che usava la tecnica di sdoppiamento di Yamazaki?

La sua mente confusa non partorisce bei ricordi. Di questo ne è certo.

Hijikata si aggrappa alla bottiglia una volta ancora. E' diventata indispensabile anche per il suo equilibrio pressoché instabile.
La bocca la sente impastata e la lingua stona contro il palato. Mh, deve rimediare e allora beve qualche altro sorso, ottenendo l'effetto contrario. Però non se ne lamenta: in fondo, a tutti gli uomini piace mascherare i dispiaceri dietro un bicchiere, rinchiuderli in una bottiglia o lasciarli affondare nell'alcol. Annegandoli e annullandoli.
Mh. E deve anche darci un taglio con questi inutili pensieri. Ora non li ricorda di già, ma sa che altro non fanno che aumentare la sua dose di mal di testa. Dovrebbe trovare Yamazaki e sfogarsi, giusto per schiarirsi un po' le idee. Giusto?

Yamazaki è di fronte a lui - di sue copie ce ne sono all'incirca cinque, ma non ne è troppo sicuro.

"Yama... Mhh..."
Aprire la bocca per fare qualcosa che non sia ingurgitare altri liquidi è decisamente una pessima idea.
L'alcol risale e si piazza di nuovo tra le gengive, sotto la lingua e dappertutto, quasi a voler tornare al sicuro all'interno del vetro opaco della bottiglia.
Vorrà dire che parlerà più tardi, se necessario. Tanto ora non sa nemmeno cosa doveva dirgli; a Yamazaki s'intende.

Chiude gli occhi e vorrebbe spegnere il cervello per un po' - non che fino ad ora sia stato particolarmente funzionante, ma spera comunque di poterci riuscire.
Alla mente, altro non torna che la traccia del passato, con la sua eco e il suo rimbombo: preme contro le pareti del cranio, implorando di uscire e di sfogarsi.
Oh, diamine, non ci aveva nemmeno fatto caso. La bottiglia è rotolata per terra e si è rotta. Ora il pavimento è bagnato... E rosso.
Rosso e bagnato.
Lo guarda e ci rimugina sopra un altro po'.
Perché gli fanno male i piedi?



Inspiegabilmente, Yamazaki è riuscito a trascinarlo fino al futon. Ha parlottato fra sé durante tutto il tragitto e questo al vicecomandante non è proprio andato giù.
Infatti, ha più volte provato a prenderlo a calci. Non sa come, ma ad ognuno dei tentativi è seguito un dolore atroce alla nuca, lo sguardo rivolto al soffitto e l'accorrere di un paio di Sagaru di troppo.

Bah.

Si guarda i piedi e sono fasciati. Ma non sa quanto i suoi occhi siano attendibili: lui ne vede otto di piedi.
Yamazaki ha detto qualcosa. E' sicuro che la frase finisse con "baka"... Oppure era "balla"?
Lui comunque non sa ballare. Ed è da gay. E poi gli fanno male i piedi, dannazione!

A lui fanno male i piedi, allora stringe i pugni e si arrabbia perché così gli fanno male anche le mani.
E quel bastardo di Yamazaki continua a parlottare con la sua racchetta. Domani dovrà punirlo come si deve.
Sì, lo farà domani. Ora deve cercare l'entrata del regno della maionese. Ah-ha, se ben ricorda dovrebbe essere vicino l'ingresso della sede della Shinsengumi o giù di lì. Esatto, giù. Oppure lì. Insomma, da qualche parte sarà.
Deve solo trovare il giusto equilibrio, il ritmo, la coordinazione del corpo. Diamine, deve solo ricordare come si cammina e il gioco è fatto.
Ma tanto quando vuole fare una cosa, lui la fa e basta. Non ha mica bisogno di stare lì a pensarci su due volte.
Lui vuole cercare l'entrata del regno della maionese e lo fa. Senza mettersi lì, a tentare di capire come funzionino i suoi arti inferiori.




"Hijikata-san, non dovrebbe bere così tanto e... Devo cambiarle le fasciature! Dove sta scappando?! Hijikata-saaaaaaaa~n!"















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