It
was spring
it
was life
Era
primavera.
La
rugiada imperlava l’erba, sotto la luce poco diffusa del sole – l’alba era
vicina, però non troppo; si vedevano i lineamenti delle cose, ma non i
particolari, preclusi alla vista umana.
Anche
loro erano celati dalle foglie d’un
albero piegato verso terra. Solo ombre, ombre d’un amore fatto di buio – eppure
c’era la luce, nei loro occhi, insieme alla paura scura e al plumbeo
rimorso.
E
come animali notturni, appena il sole irradiava il loro giaciglio, fuggivano
via. Accecati.
Era
primavera.
La
tavola, in giardino, era imbandita a festa. James, garrulo, stava tagliando
l’arrosto, discutendo sulla sua ultima partita contro i Serpeverde, avvenuta due
anni prima ad Hogwarts.
Lily,
di rimando, sorrideva – ed era eterea, nel suo vestito chiaro e nel corpo
filiforme; quasi smagrito per il peso della colpa. Eppure era così ciarliera e
gaia, quel giorno: arruffava i capelli di James, come se ne avessero bisogno;
coglieva le margherite del prato, raccontava fiabe, rivolta alla
primavera.
Solamente
Sirius, seduto a un capo del tavolo, l’osservava incupito – ma anche lui, anche lui!, rideva sguaiato, mentre
Remus lo fissava attento e Peter s’abbuffava con le patate al rosmarino.
Sirius
vedeva, oltre la patina allegra, il tremore delle sue mani mentre posava i
piatti sul tavolo. Riusciva a scorgere quello sguardo verde, fra le ciglia, che
ogni tanto l’osservava, implorando un silenzio non suo – la codardia invece del
coraggio di proferir parola.
Lui,
dal sangue caldo, avrebbe voluto afferrarla e scuoterla – lontana da quella luce
di mezzodì, la ricordava tra le sue braccia, la notte – e poi dire tutto, ma
c’erano le parole di James nelle sue orecchie. Lo intorpidivano – lo quietavano,
allontanandolo da quell’intento, mentre rimaneva dentro il suo corpo solo la
colpa.
Sirius
si levò dalla sedia, di botto. James smise di parlare.
Lily
chiese: «Che stai facendo?», e il suo tono tradiva un’emozione che nessuno
percepì, se non lui.
Quanto
l’aveva amata.
Nel buio, al nascosto, al riparo dal mondo – c’era lei, come un porto in cui
approdare ogni volta che la malinconia l’assaliva; c’era lei a prendergli la
testa tra le mani e a baciargli i capelli; c’era lei a comprenderlo, a capire
lui, uomo con in mano il nulla – dopo che aveva perso tutto per la propria
integrità.
Sirius
ghignò.
«Sei
proprio sbadata, oggi. Hai dimenticato le posate, vado a prenderle»,
sussurrò.
Poi
si allontanò, mentre Lily ricominciava a respirare.
N/A:
Partiamo
dal presupposto che odio con tutto il cuore la coppia – non l’accetto, no, non
l’accetto!
Detto
questo, questa flash è nata a causa di Kary, che mi stava parlando su loro due e
mi ha fatto venire l’illuminazione (seriamente XD). Ecco ç_ç. Quindi è per lei,
sì.
E
ora vi lascio, non ho nient’altro da dire, se non il
silenzio.
Kò