Nelle mani sbagliate…
“… e così questa è
Draco Malfoy porse a Nott junior i cento Galeoni promessi e, dopo averlo
congedato, guardò soddisfatto il suo premio.
Erano mesi che provava a
rubargliela, ma niente da fare. Quell’odiosa So-tutto-io la teneva addosso
anche quando andava al cesso e solo grazie alle capacità seduttive ed allo spirito di sacrificio di Theodore Nott – al quale tra
l’altro, mancava solo
Steso a pancia in giù sul
suo letto verde-argento, nella Camera Privata da Caposcuola, rimirava e si
rigirava tra le mani quello che a prima vista e per qualsiasi occhio non magico
somigliava ad un ciondolo a forma di clessidra.
“Ah, quanto mi sei costata…
ma almeno ora potrò finalmente coronare il mio sogno… chissà come funzioni…
probabilmente dovrò girarti in senso antiorario per tornare indietro nel tempo
ed in senso orario per vedere il futuro…”
Pensieroso ed incuriosito,
studiava l’oggetto prima di utilizzarlo per realizzare la sua massima
aspirazione: andare a Liverpool a conoscere i Beatles prima maniera, quelli che
suonavano nello storico locale Cavern Club per
intenderci.
Dopo alcuni piccoli
esperimenti – uno o due giri indietro di qualche ora – ed una lettura accurata
al libro Viaggio nel tempo – i mezzi
scovato nel Reparto Proibito, si sentiva pronto per partire. Aveva apportato le
giuste modifiche e adesso
“Bene, Draco. Ora fai un bel
respiro… vediamo… 1960… sono 38 anni fa… trentotto giri indietro, ora penso a
Liverpool… uhm vediamo… Liverpool… rosso, sì come i colori della squadra di
Quidditch… eh eh però i
diavoli non li batte nessuno… il caro Manchester United
vi ha fatto neri anche la settimana scorsa… il loro battitore è un diavolo, vi
ha fatto il culo a strisce… rosso-nere… ah ah ah… mi
ricordo ancora quella volta che eravamo da zia Bella e si discuteva sulla
vittoria del Manchester
Un fascio di luce investì il
ragazzo che dopo pochi attimi iniziò a viaggiare alla velocità della luce,
talmente veloce da non riuscire a scorgere nulla, talmente rapido da sembrare
immobile.
Dopo quelli
che parvero secondi, si trovò catapultato su un letto nella stessa posizione in
cui prima si trovava nella sua camera di Hogwarts.
“Ma dove diavolo…”
Si alzò da quel giaciglio e
si guardò intorno: la stanza – se così si poteva definire quello spazio che era
grande quanto il ripostiglio delle scope di Malfoy Manor
– oltre al letto posto su un muro scrostato, aveva un tavolino da due posti con
una sola sedia; su un angolo appoggiato ad un mobiletto stava quella strana
scatola nera col vetro che aveva visto anche a Babbanologia,
gli pareva si chiamasse veletisore
o una roba del genere… poi all’altro lato c’era uno strano aggeggio bianco con
due porte, che dopo avere aperto scoprì contenere del cibo freddo. Di fianco a
quello strano armadio-gelante vi era
una finestra, alla quale si affacciò.
Era una mattina nuvolosa, il
sole pallido era coperto da un gregge di nuvole grigie e sotto di sé vi erano
due strade che si incontravano proprio all’angolo dove c’era il palazzo. Lesse
attentamente i due cartelli posti lateralmente lungo ciascuna via.
“Uhm… vediamo… quella a
destra è Via Lorenteggio… a sinistra, Via… oh no! Via Giambellino! Maledetto a me ed ai
miei voli pindarici… ed ora dove caspita sono???!!!”
Scese di corsa le scale del
palazzo e si ritrovò in strada. Scoprì che al piano terra vi era un bar e si
fermò a chiedere informazioni ad un gruppo di amici seduti fuori.
“Scusate… sapreste dirmi
dove mi trovo?”
“Welà,
ragazzi questo parla strano… che sia straniero? Qui ci vuole il Giorgio, dai
parlagli te a questo, che sai le lingue…”
Il suddetto Giorgio si
rivolse a Draco che con una faccia sconvolta non aveva capito nulla.
“Scusi, è inglese?”
“Che domande, certo! Perché
lei di dov’è?”
“Se stiamo a Milano, sono di
Milano. Ma si sente ben? Come si chiama?”
“Milano?!
Milano, in Italia??? Ah sì, sto benissimo, scherzavo…
sa l’umorismo inglese… certo che so che sono a Milano! Comunque
mi chiamo Draco e sono un mago.”
“Draco? E che nome è?! Un mago? Lavora come prestigiatore
allora?”
“Ehm… mi scusi volevo dire
gli amici mi chiamano Draco, è un soprannome. In realtà mi chiamo… - si guardò
intorno e notò un negozio di abiti da uomo, dove in vetrina stavano delle
giacche di un certo Gino Cerrutti – Cerrutti. Gino Cerrutti. E sì,
siccome non ho molti soldi, per vivere faccio il mago.”
“Ah, capisco. Gino Cerrutti, come lo stilista?”
“Ehm…no. Gino Cerruti.”
“Piacere signor Gino, io mi
chiamo Giorgio, Giorgio Gab…”
“Sì, sì ok. Ora devo andare,
mi scusi ancora. Arrivederci.”
Il biondo si guardò intorno
e notò una lambretta azzurra.
“Beh, se è come un manico di
scopa non dovrebbe essere difficile…”
Salì sul motorino e sfrecciò
via alla velocità della luce, sotto gli sguardi attoniti del gruppetto del bar.
Arrivato in un vicolo cieco, estrasse
“Maledetto aggeggio
infernale, io…”
“Signor Malfoy.”
La voce di Severus Piton l’informò del suo ritorno a scuola.
“Tre ore fa mi è stato
riferito che l’hanno vista nel Campo da Quidditch ad imbrattare lo spogliatoio
Grifondoro con Caccabombe…”
“Professore, è impossibile
tre ore fa ero alla sua lezione di Pozioni e…”
“Appunto. Nel mio ufficio, subito. Così imparerà ad utilizzare
oggetti magici che vanno oltre le sue capacità.”
Il povero Malfoy si avviò
mesto nell’ufficio di Piton, pensando a come il suo sogno fosse andato in
frantumi.
Nel frattempo…
“Allora Giorgio, chi era
quel tipo? Strano forte eh… di sicuro un delinquente… un balordo, ha anche
rubato la lambretta del Gianmaria…”
“Mah si chiamava Gino Cerutti, ma ha detto che gli amici lo chiamano Draco.
Diceva che era un mago, faceva il prestigiatore. Mah… a me pare che l’unica
cosa che abbia fatto sparire sia la lambretta del Gianma!
Ah che storia quel Cerutti…”
“Giorgio, aspetta! Mi è
venuta un’idea per una nuova canzone…”
“Dimmi Umberto, sono tutto
orecchie!”
Pochi mesi più tardi in
tutte le radio italiane un certo Giorgio Gaber spopolava con la canzone La ballata del Cerutti
scritta a quattro mani con l’amico Umberto Simonetta.
Il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
Chiarimenti
Sebbene sappia che
Come avrete ben capito, i
nostri amici sono al settimo anno – Draco è Caposcuola – e Piton è insegnante
di Pozioni perché non lo posso immaginare diversamente.
Le squadre di Quidditch che
menziono sono in realtà squadre babbane di football;
Giovanni Bellini è un pittore veneto del Rinascimento, detto Giambellino.
Ed ora a noi…
Spazio Autore
Ciao a tutti!
Eccomi qui con uno sclero dell’una di notte! Mi è venuta in mente ascoltando
il mitico Gaber con questa simpatica canzone. So che è una scemenza, ma spero
di strapparvi un sorriso. Per chi fosse interessato la canzone è La ballata del
Cerruti ed è del
A presto
Giulia J