La voglia di piangere è forte.
Eppure, dai miei occhi non scendono lacrime.

La voglia di gridare è immensa.
Eppure, nell'aria non si sente che il mio respiro.

La voglia di farsi del male è incontrastabile, forse.. troppo...
Infatti, le lacrime che il mio corpo lascia ora sgorgare nel mondo sanno di rame.

E sono rosse.

Forse, alla fine, me ne pentirò. 

Ma non fermerò il sangue che sta velocemente abbandonando il mio corpo. 

Felice della sensazione di liberazione che mi provocano i tagli.
Questo dolore almeno è palpabile, è reale e capisco cosa lo provoca.

Invece, il dolore che cerco di battere non è tangibile... non ha una scala con cui misurarne l'intensità.. e qualcuno una volta mi disse che tantomeno avrebbe mai avuto una fine.

Ma sono più furba di te e capito come batterti al tuo stesso gioco.
Credevi di saper giocare sporco solo tu, eh?
I sensi di colpa, le mortificazioni, le nostalgie, i rimpianti... mi hai guastato perfino l amore...


Dolore annientato con altro dolore.

Semplice come tagliarsi i polsi.

Semplice come lasciare che il dolore se ne vada con il sangue. Il proprio sangue.

Ora attendi e osservi in silenzio.. Perchè non mi tormenti più? Ti senti forse con le spalle al muro? Non credevi l'avrei fatto davvero?

E invece... 


La percezione del mondo intorno a me si fa vaga.. I contorni della mia vita sempre più indistinguibili.

Una cosa però persiste.
Il lago rosso che ho ormai ai miei piedi continua ad espandersi. 

Sempre più lentamente, quasi avesse raggiunto il limite... Adoro l'immagine che mi si propone dinnanzi agli occhi.. se non mi fosse troppo faticoso gli scatterei una foto. 
L'ultima foto della mia vita.

Sorrido.
Anche lui sorride.


Il mio è appena un sussurro, flebile com'è ormai anche la mia vitalità..

Di rimando lui sorride ancora, ma sono stanca per ribattere. Tanto, tanto stanca.. e debole.

Cerco di rilassarmi. Ormai è tardi per qualunque attacco di panico. Anche se cercassi di richiudere i tagli e fermare il sangue non otterrei nulla.


Sorrido, ancora... Finalmente assaporo il gusto dolce-amaro della morte.



Il suo sorriso si tramuta in un ghigno.
Lo vedo poco prima di chiudere per sempre queste palpebre pesanti sui miei occhi castani.