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Autore: maripotter    10/06/2005    12 recensioni
La forze dei ricordi e dell'amore è indistruttibile...due anime gemelle sperdute nella pioggia, si rincontreranno...si ricorderanno... RECENSITE!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La poco titubante pioggia primaverile si scontrava contro il vetro della finestra facendola tintinnare lievemente

Ti ho fatto davvero così male?

 

 

 

La poco titubante pioggia primaverile si scontrava contro il vetro della finestra facendola tintinnare lievemente.

 

Le gocce scivolavano lungo il vetro tracciando scie curve che rendevano il paesaggio sottostante poco chiaro e dai contorni indefiniti, sfocato, come visto dagli occhi di un bambino con gli occhi velati di lacrime.

 

Il cielo non era più limpido come la sera prima e sembrava che nessuno, proprio nessuno, credesse che il sole sarebbe tornato a splendere dopo quella tempesta che sembrava non portare altro che tristezza.

 

Le tendine della casa immersi nel verde, si muovevano leggermente, e i drappi ondeggiavano facendo muovere le ombre proiettate sul muro, facendole sembrare dei mostri d’ombre che vegliavano sulla villa.

 

La stanza era illuminata da una lieve candela posta al centro di un esile tavolo, e la sua fragilità poteva essere distrutta da un momento all’altro.

 

Tutti i mobili della stanza erano addossati alla parete, che pareva essere sottomessa al loro peso, e si inclinava un po’ verso l’esterno.

 

Nella credenza risiedevano pochi piatti di porcellana, piccoli e dall’aria preziosa.

 

Il frigorifero in un angolo della stanza era semiaperto, ma non ne usciva nessuna fonte di luce, solo un lieve spiro di freddo.

 

Da dietro lo sportello spuntava un esile figura che cercava qualcosa nell’elettrodomestico malmesso.

 

Pochi attimi dopo, proprio quando un tuono soggiogò il suono della pioggia con il suo rumore forte e aspro, un capo dai lineamenti ben sottolineati fece capolino verso l’alto, mentre le sue due mani svolgevano due compiti ben definiti: una chiudeva lo sportello, mentre l’altra era intenta ad afferrare una lattina di birra.

 

Da qualche tempo, era diventata l’unica fonte di sollievo nel giovane uomo, che non vedeva altro che il mondo buio e tenebroso, privo di qualunque attrattiva.

 

Il ragazzo si diresse verso il tavolo e si sedette su una piccola sedia di vimini, malandata quanto il tavolo.

 

Aprì la lattina di birra con un gesto meccanico quasi consueto e la portò alle labbra screpolate, bevendo a lunghi sorsi.

 

Il liquido gli pizzicò lievemente la gola e mentre scendeva giù si sentiva un po’ sollevato, dal calore che infondeva quella bibita ghiacciata.

Poggiò sul tavolo la lattina vuota lentamente.

Si porse in avanti e spense la candela, intrappolando la fiamma tra l’indice e il pollice della sua mano sinuosa .

 

Si alzò dalla sedia che cigolò sinistramente e andò via dalla cucina buia, dirigendosi verso una stanza adiacente ad essa.

 

L’aspetto grazioso e innocuo della sala stonava con l’animo del ragazzo, freddo e desolato.

 

Le pareti erano soffocate da alcuni quadri, ma anche foto, che ritraevano ragazzi e ragazze, che sorridevano e salutavano con la mano.

 

Al centro di tutte, ne stavano due, più grandi dalle altre, dal significato ben più importante e profondo.

 

La prima ritraeva tre giovani maghi, ancora con i cappelli a punta neri e le espressioni gioiose tipiche di loro. Una ragazza e due ragazzi. Lei, delicata, preziosa come un pezzo di cristallo. Lui, simpatico, buffo e impaziente di vivere al meglio la sua vita. Poi, lui, maturo, pensieroso, ma un sorriso da scaldare il cuore.

 

Nella loro vecchia scuola erano conosciuti come il “magico trio” ed erano famosi per aver infranto la maggior parte delle regole, per aver salvato più volte la scuola, ma soprattutto per allietare la vita di studenti e professori.

 

L’altra foto, ne ritraeva due di loro, abbracciati e con due espressioni una più buffa dell’altra.

 

 La ragazza aveva i capelli mossi legati in due code alte e indossava un delicato vestitino di seta color cielo, aveva le braccia intrecciate al collo di un ragazzo poco più alto di lei, che aveva i capelli corvini sbarazzini e gli occhi verdi che brillavano più che mai.

 

La foto era probabilmente scattata dal loro migliore amico, perché in un angolo della foto si potevano notare alcuni ciuffi rossi ondulati.

 

Quelli erano i pochi ultimi momenti felici del giovane uomo.

 

Il ragazzo si diresse verso il piccolo divano al centro della stanza e ci si sprofondò dentro, provando a nascondersi anche da sé stesso.

 

Si sentiva vuoto, privo di qualunque voglia di vivere.

 

Se solo ci fosse ancora lei...

 

Dopo aver sconfitto Voldemort, se n’era andato senza salutare nessuno, nemmeno i suoi migliori amici. Era scappato da quel mondo che gli faceva troppa paura, nonostante avesse sconfitto il più grande, malvagio esponente di quel mondo.

 

Non li aveva più rivisti.

 

Aveva escluso dalla sua vita ogni minimo contatto con la magia, non prendeva più nemmeno la Gazzetta del Profeta.

 

 E gli andava bene così.

 

Molti sapevano dove abitava lui, ma nessuno si era mai avvicinato a casa sua. Avevano perfino inventato delle leggende su di lui.

 

Alcuni dicevano che era un mago oscuro che stava progettando di dominare il mondo, altri pensavano che la casa fosse abitata da fantasmi, nonostante lo vedessero uscire di casa una volta alla settimana per comprare del cibo, ma soprattutto birra.

 

Ron e Hermione non si erano più fatti vivi. Ed erano passati 6 anni. Beh, chi poteva biasimarli? Si era volatilizzato senza ricevere un complimento, un “grazie”, un abbraccio da loro...

 

Magari erano sposati e felici con dei bambini che gli illuminavano le giornate, e il loro amore si fortificava sempre di più.

 

Tolse quel pensiero dalla mente. Gli faceva troppo male.

 

Ma Hermione aveva detto...

 

La mente rivagò indietro di 6 anni, senza che lui lo volesse o lo accettasse.

 

 

-Harry, stai attento...noi ti proteggeremo le spalle...-

 

-No! Hermione, tu e Ron non dovete centrare!-

 

-Sì invece...A Ron hai detto di sì!-

 

-beh, lui...-

 

-Lui è più forte di me?!? Io sono troppo debole?!? Sarei solo un peso?!?-

 

-No, Hermione e che...-

 

-Harry, devi permettermi di proteggerti!-

 

-Ce la farò Herm, fidati-

 

-Devi permettermi di proteggere le persone che amo...-

 

-...tornerò per te...-

 

-...me lo prometti?-

 

-Sulla mia stessa vita-

 

La ragazza lo abbracciò scoppiando a piangere e lui la strinse come non aveva mai fatto prima.

 

Poi, Hermione si allontanò un attimo da lui, restando con le mani intrecciate dietro il collo del ragazzo e fece una cosa che Harry non aveva mai creduto potesse fare: gli diede un lieve bacio sulle labbra, che fu ricambiato dal ragazzo subito dopo.

 

Passarono attimi bellissimi, legati in un’anima solo, attraverso le loro labbra.

 

Si staccarono quando sentirono arrivare Ron...

 

 

 

Quello era stato il loro ultimo incontro, poi, l’aveva rivista solo alla fine della guerra, che lo chiamava urlando e piangendo, ma lui era fuggito con la coda tra le gambe...

 

Si era maledetto chissà quante volte, ma alla fine era riuscito a convivere con quel terribile dolore.

Aprì un cassetto del mobiletto di legno vicino al divano e per la prima volta dopo tanti anni, riafferrò la bacchetta e il libro di Incantesimi.

 

Sfogliò il vecchio tomo che era ingiallito in più punti dall’azione del tempo e controllò se si ricordava tutte le formule e i ricordi a cui appartenevano.

 

Girò la bacchetta tra le mani, e la fissò a lungo.

Da un’estremità usciva un filo sottile rossastro. La piume di fenice.

 

La agitò nell’aria, pronunciando, ricordando la cadenza di Hermione, “Wingardium Leviosa”.

 

Il libro davanti a sé si librò nell’aria, arrivandogli a un palmo dal naso.

 

Improvvisamente sentì bussare e il libro gli cascò su un piede, facendogli drignare i denti per il dolore.

 

Posò nuovamente la bacchetta e il libro nel cassetto e si alzò dirigendosi verso la porta, zoppicando un po’ per l’urto subito.

 

Provò a guardare chi era verso lo spioncino della porta, ma la pioggia scrosciante impediva la visuale.

 

Chi poteva mai essere?

 

Afferrò la maniglia e la spinse verso il basso. La porta cigolò lievemente, mentre si apriva e mostrava l’ospite.

 

Harry sussultò, quando riconobbe la persona, anche se era cambiata e la pioggia l’aveva bagnata completamente.

 

Davanti a lui, stava lei.

I capelli castani mossi erano impregnati d’acqua le scivolavano sul viso candido, che era anch’esso bagnato e numerose goccioline che parevano lacrime le scendevano sul viso e lungo il collo.

 

Le labbra rosate erano dischiuse e tremavano per il freddo. Gli occhi color nocciola erano offuscati da quelle che sembravano lacrime, e un sottile tratto di matita sbavava da entrambi gli occhi.

 

Indossava una semplice giacchetta bianca e dei jeans più grandi di due taglie, che erano zuppi d’acqua.

 

Teneva le braccia incrociate sul petto per riscaldarsi e sul viso aveva un’espressione addolorata.

 

Lui rimase un attimo fisso a guardarla e i loro occhi sembrarono parlarsi. Poi lui parlò.

 

- Hermione...ehm, entra-

 

La ragazza entrò lentamente in casa mentre un altro tuono dominava il cielo.

 

Lui si congedò un attimo e salì in camera sua per prenderle una coperta. La tolse dal suo piccolo letto singolo e quando tornò, gliela porse.

 

La ragazza ringraziò sommessamente e si coprì con la coperta di lana. Fece un sospiro di sollievo.

Si sedettero nella sala, sul divano.

 

Rimasero immobili, fissando un punto indefinito davanti a loro, senza parlare.

 

Harry aveva un voglia matta di scappare oppure abbracciarla e dirle quanto l’amava e quanto fosse dispiaciuto per averla allontanata.

 

Poi, dopo alcuni minuti, la ragazza parlò, guardandosi intorno:- Bella sala...è carina-

 

Lui affermò, guardandola meglio, con la coda dell’occhio.

 

- Ci ho messo un po’ ma alla fine è venuta bene...vuoi qualcosa da bere?-

 

La ragazza fece segno di no col capo, alzandosi per guardare le foto e i quadri appesi al muro.

 

Era cambiata. Era più...bella, più incantevole. Non che prima non lo fosse, Harry lo aveva sempre detto.

 

Ma adesso sembrava che il periodo da adulta avesse giovato su di lei. Aveva una voglia di abbracciarla. Ma aveva paura di uno schiaffo in pieno volto.

 

Vide che la ragazza si era fermata davanti alle due foto principali. Le guardava con occhio attento, e con le dita sottili ne sfiorava i contorni.

 

Una lacrima solcò il suo dolce viso e lei non si preoccupò di asciugarla.

 

Si avvicinò al ragazzo e gli chiese, con una disperazione lievemente accentuata:- Perché te ne sei andato?-

 

Harry abbassò il capo. Già...perché se n’era andato? Perché era un codardo, ecco.

 

Aveva paura di quello che avrebbe detto il mondo, non ne poteva più della celebrità. Aveva paura di Hermione, Ron e tutti gli altri...

 

Alzò le spalle e disse: Non lo so...-

 

La ragazza sorrise tristemente:- di cosa avevi paura Harry? Di noi, di quello che avrebbe detto la gente?-

 

Harry alzò lo sguardo verso di lei: come aveva fatto a saperlo?

- Non lo so...avevo paura e basta-

 

-Non avevi paura di me vero?

 

-Avevo paura. Ma non di te.-

 

Hermione si avvicinò ancora di più a lui.

 

- Ci sei mancato-

 

Harry abbassò nuovamente il capo e disse:- anche voi-

 

- Ron aspetta ancora che tu arrivi e ci dica che tutto uno scherzo, orribile ma pur sempre uno scherzo.-

 

Il ragazzo si sporse un po’ in avanti per guardarla meglio:- Tu...insomma...tu e Ron...-

 

La ragazza lo guardò sorridendo, e a Harry parve sciogliersi il cuore:- no, lui è sposato con Luna, hanno due bellissimi bambini...uno ha il tuo nome...-

 

Due lacrime solcarono il volto di entrambi nel medesimo istante.

 

- Sono due pesti, mi chiamano zia Herm!-

 

Harry sorrise, per la prima volta dopo tanto tempo.

-Devono essere dei mangioni-

 

-Oh, già, non fanno altro, ma sono così esili che sembrano poter volar via da un momento all’altro come delle foglie...-

 

-E tu, come sei messa?-

 

La ragazza sospirò tristemente:- Aspetto ancora l’amore della mia vita...l’avevo trovato ma è fuggito-

 

Gli lanciò un’occhiata eloquente ma Harry ci mise un po’ ad afferrarla.

 

-Sei ancora in contatto con il mondo dei maghi Hermione?-

 

- Sì, sto studiando per diventare un’insegnante...non credo che tu...-

 

-no-

 

La ragazza abbassò lo sguardo e improvvisamente scoppiò in lacrime.

 

Harry si alzò e si avvicinò a lei, cercando di toccarle una mano, ma non ci riuscì.

 

-Hermione?-

 

La giovane continuava a piangere e sembrava cercar di dire qualcosa.

 

Il ragazzo si avvicinò un po’ di più a lei e la sentì sussurrare:- Non ce la faccio più...E’ da tanto che volevo venire ma avevo paura che tu non ci fossi più...abbracciami ti prego...-

 

Il ragazzo accolse subito la sua richiesta e con gli occhi lucidi la prese e la strinse tra le braccia e lei crollò completamente, cingendogli il collo con le braccia.

 

Rimasero così per un tempo che a loro parve troppo poco per così tanti anni di separazione. La ragazza continuava a piangere e anche Harry sentì le lacrime solcare il proprio viso con continuità.

 

Harry cercò di trasmettergli tutto quello che provava attraverso quell’abbraccio, ma ormai sentiva che aveva bisogno di qualcosa di più da lei, qualcosa di più passionale e morboso.

 

Non sapeva che provavano gli stessi sentimenti.

 

La ragazza si staccò un attimo malvolentieri e lo guardò:- Non sai quanto male mi hai fatto quando te ne sei andato...temevo di non riuscire più a sopravvivere...anche se...-

 

-Anche se?-

 

-Quando ero con te morivo un po’ ogni giorno...attraverso i tuoi sguardi cupi, le tue cattiverie verso me, il tuo innamoramento di Cho, la tua determinazione ad andare via, il tuo non ritorno da me...-

 

Una nuova lacrima solcò il viso di Harry e gli andò a morire sulle labbra che tremavano. Non per il freddo, ma per la rabbia verso se stesso.

 

-Ti ho fatto davvero così male?-

 

La ragazza sorrise tristemente:- beh...sì-

 

Harry la guardò con determinazione:- Non ti farò più soffrire- poi aggiunse con dolcezza, accarezzandole una guancia:- Non me lo permetterò...perchè...i-io ti ho sempre amato e non volevo che tu soffrissi in quel modo...-

 

La ragazza sorrise di felicità e posò la propria mano su quella di Harry e la portò al proprio cuore.

 

-Lo senti? Il mio cuore ora può ricominciare a battere grazie a te...anche io ti amo Harry-

 

Poi chiuse gli occhi tendendo il volto verso quello del ragazzo, che prese coraggio e posò le sue labbra a quelle della ragazza.

 

Entrambi assaporarono quei momenti e dopo quel bacio ce ne furono altri e altri ancora.

 

La forza dell’amore e dei ricordi era talmente forte che li avrebbe aiutati a superare ogni ostacolo. Insieme.

 

Attraverso la finestra della piccola sala, le luci dell’alba incorniciavano e illuminavano l’inizio di una nuova storia.

 

 

 

 

FINITA! STAVO QUI, A STUDIARE SCIENZE PER L’ESAME E MI E’ VENUTA IN MENTE QUESTA FF! RECENSITE O NON AGGIORNERO’ MAI PIU’!!! PAAURA EH?

VI PREGO DITEMI ANCEH SOLO SE VI HA FATTO SCHIFO!

CIAO, DA MARIPOTTER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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