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Sic volvere Parcas.
Le fiamme di Persepolis s’alzavano alte ed aggressive a sfiorare la volta celeste, nel vano tentativo di imbrattare la notte. Nelle buie iridi di Aléxandros sfavillava il fuoco assassino di vita e virtù.
Un giovane bocciolo, era, che sfioriva sotto colpi di sferze ardenti, inaspettate.
La bellezza del suo viso moriva, incenerita dalle passioni.
La sua anima volubile, uno specchio d’acqua perennemente vibrante, accoglieva gocce su gocce di infinità. Troppe, per un corpo mortale.
Urlava, rideva, scalciava – Dio funesto di carne e d’ossa.
Fu quello il giorno in
cui vidi crollare Aléxandros, sotto il peso del fato ineluttabile.
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N/A.
Avete presente l’incendio che rase al suolo
Persepoli nel