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Autore: Lux    11/06/2005    3 recensioni
raccolta di one-shot totalmente indipendenti l'una dall'altra, tutte fondameltalmente slash come è mia buona tradizione. corte... dei veri sketch! vignette. spero vi piacciano.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1997. Londra.

 

 

Viviamo in una mondo sopraffatto dalla tecnologia moderna.

Un mondo di radio, televisori, hi-fi, Compact Disc, video-game, Personal Computer e Internet.

Un mondo che può quasi apparire freddo ed grigio.

Le città rigurgitano cemento, smog, inquinamento acustico.

La gente sempre più tesa, nervosa, malata di lavoro o sesso affolla le metropoli come fossero un formicaio umano.

Il male del XX secolo è lo stress.

La malattia più diffusa la depressione!

Incredibile no?

Ora, in un mondo così esiste ancora la percezione della fede?

I peccati mortali hanno lo stesso peso di quelli veniali?

Le virtù hanno un valore?

E la passione?

Cupido ha preso il volo da qui?

Ma soprattutto esiste ancora Cupido? Inteso come l’amore.

La credenza nella magia e nell’Infinito?

Sì, irrimediabilmente.

Anche se non viene messo in prima pagina sul Corriere della Domenica.

Anche se in Tv viene soppiantato dal sesso.

Anche se l’amore puro sopra ogni cosa viene considerato quasi demodé da alcuni… esiste.

In ogni luogo anche in questo tempo.

Nella nonna che accompagna i nipotini all’asilo, nella mamma che allatta il piccolo, nel padre che insegna a giocare a base-ball al figlio maschio, nei bisticci tra fratellini per chi deve sedere al fianco del nonno, nei vizi concessi dai genitori, nel primo bacio tra due ragazzi, nella prima notte d‘amore, nello scambio delle vere sull’altare…

Harry Potter credeva fermamente in questo.

Era un ragazzo da poco diciassettenne che si apprestava ad incominciare il suo ultimo di scuola… alla grande scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Sedeva sul davanzale di una finestra spalancata al Paiolo Magico, un pub dall’atmosfera Dickensiana nel centro di Londra nascosto agli occhi dei Babbani, persone senza poteri magici. Sedeva con la gamba a penzoli sulla strada sottostante guardando fisso i passanti… gli piaceva, era liberatorio. Erano appena le dieci di sera e a quell’ora, negli ultimi giorni d’Agosto, Londra pullulava di gente.

I turisti agli ultimi giorni di vacanza, i residenti della città che facevano un giro per le vie alla moda o si trovavano a consumare un gelato tra amici, le coppiette che andavano a cena od al cinema… ognuna di quelle persone aveva una storia propria, diversa… personale.

Potevano avere dei punti in comune ma nessuno era uguale all’altro ed al giovane Potter piaceva osservare queste persone e immaginarsi le loro storie attraverso tic, atteggiamenti, modi di parlare o di rapportarsi con gli altri… servendosi a volte degli stralci di discorsi che riusciva a carpire.

In quel momento osservava due giovani uomini che, al riparo tra le ombre di un palazzo, amoreggiavano convinti che nessuno li vedesse… invece non era così.

Harry non sapeva perché non riuscisse a staccare gli occhi da quei due… bugia! Lo sapeva eccome ma tentava di auto-convincersi del contrario.

Ecco un altro male del XX secolo, la menzogna! Probabilmente retaggio del periodo Vittoriano, in cui l’apparire era più importante dell’essere. Ma se per quei tempi era scusabile da un sentimento di comune volontà di essere ‘perfetti’ nel periodo storico di Harry Potter le persone sembravano affette dalla menzogna come se fosse una malattia, compulsiva .

E poi era invidioso. Terribilmente.

Loro avevano qualcosa che lui non aveva: l’amore e qualcuno accanto.

Il ragazzo amava qualcuno sì… ma era un sentimento unilaterale. Era più che convinto infatti che la persona di cui era tremendamente perso non lo avrebbe mai ricambiato. Per estensione non lo avrebbe mai avuto accanto come avrebbe voluto.

Immerso nei suoi pensieri non si era reso conto che l’altro occupante della camera era entrato e gli era ’pericolosamente’ vicino.

-Potter!- lo chiamò facendolo sobbalzare.

-Vuoi farmi morire d’infarto a diciassette anni Malfoy?!- rispose a tono al ragazzo.

Draco Malfoy era suo temporaneo compagno di stanza e il ragazzo che più spesso in quel periodo si ritrovava a sognare, sporcando anche le lenzuola di tanto in tanto. La suo cotta a senso unico.

-Ti dai al voyeurismo?-

Harry non lo degnò di risposta, riportando dentro la gamba che sostava a mezz’aria con la volontà di rientrare peccato che il corpo del biondo aderiva perfettamente al muro impedendogli di balzar dentro.

Lo guardò nella iridi grigie come a supplicarlo di spostarsi, nulla. Il biondo lo fissava indagatore.

-Mi chiedevo…- iniziò come voce bassa. - ..chi sogni la notte?!-

Il ragazzo avvampò. E ora? Non poteva certo rispondergli ‘tu’. avrebbe finito di vivere. Altro che Voldemort, la sua nemesi… ci avrebbe pensato Draco a fargli la pelle… ma se… era bastarda come risposta ma questo o finire sfracellato al suolo. Scelse il male minore.

-E tu Draco? Ti agiti nel sonno..hai gli incubi, povera piccola serpe.-

Il biondo avanti a sé lo fulminò. Forse aveva calcato troppo la mano.

-Non sono affari che ti riguardano.-

-Idem!-

Ora, il moro sperava che il giovane Malfoy si levasse, ma questi non sembrava minimamente intenzionato a farlo.

-Perché?- chiese poi.

-Cosa?! Senti Draco ti sposti?-

-Perché non hai ancora tentato di farmi la pelle?! Insomma me lo merito dopo tutte le angheri..-

-Vendicarmi di te, Draco, non mi interessa affatto.-

-Potter… Mi..mi chiamato per nome…- affermò sbigottito.

Harry si morse il labbro.

-Tranquillo Malfoy, non accadrà più.-

-Oh..non era per quello, solo..-

-Solo?-

-Ci conosciamo sette anni e beh..sono sempre stato Malfoy, solo Malfoy.-

-Anche tu mi hai sempre chiamato Potter. Oh, no aspetta… ci sono anche quei nomignoli così carini, chi ero? Ah, sì: San Potter, Sfregiato, Protettore degli Sfig..-

Venne interrotto. Draco gli posò una mano sulla bocca bloccandolo.

-Ok, afferrato il concetto.-…trasse un profondo respiro. -Draco…solo Draco. Potter. - sussurrò.

Harry lo guardò stranito, la bocca gli venne liberata prima di rispondergli con un filo di voce…

-Al..allora tu chiamami Harry…-

La serpe annuì aggiungendo: -La notte dell’iniziazione..-

-come..-

-La risposta alla tua domanda Po..Harry, io sogno la notte dell’iniziazione.-

Lo sguardo basso, la voce velata di rabbia repressa. Il moro gli rivolse uno sguardo dolce sfiorandogli il braccio marchiato. Draco si ritrasse velocemente dirigendosi in bagno, il Grifondoro lo seguì con gli occhi e poi col corpo: era ora di dare una svolta decisiva alle loro vite ed al loro fottuto rapporto.

  
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