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Autore: Willow Whisper    30/10/2009    1 recensioni
[Auguri di buon anniversario, Laura^^]
Ognuno di noi festeggia ogni anno, nello stesso giorno, un evento che, in modo sia positivo che negativo, ci segna in modo irreparabile, per sempre.
Ognuno di noi si lega a quel preciso giorno e, pur provandoci con tutte le forze, non lo dimentica...
mai.
Genere: Triste, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Jacob Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Venerando Aro xD'
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Anniversario Guida alla lettura: la prima storia [Anniversarius], descrive la decisione di Aro di liberarsi di Caius, un anno dopo essere stato trasformato, per prendersi tutto il potere. Ho immaginato che Marcus già fosse finito nel suo strano stato apatico, con la morte di Dydime. Un anno, in fondo, non è poco come tempo, no? Quindi, Aro uccide anche il suo secondo compagno -e creatore-, per non doversi preoccupre affatto e spadroneggiare. Si ricordi anche che è un neonato, quindi le sue scelte, seppur ben studiate, non sono del tutto razionali.
La seconda [Anniversary], invece, ha come personaggio principale Jacob, o per meglio dire i suoi ricordi di Sarah, la madre defunta. E' molto meno macabra, ma triste.
Jake non festeggia di certo l'anniversario della sua morte, ma bensì l'ultimo giorno in cui è rimasta in vita. Tutto è ricollegato ad un oggetto.
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A
nniversarius


Era passato un anno, con le sue sconfitte, le sue conquiste, le eterne problematiche, ma era passato.
Era passato tanto celermente da non dargli il tempo di rendersene conto, a lui, che quasi mai si ritrovava ad essere sorpreso per un qualsivoglia accaduto.
Storse la bocca, formando un ghigno mellifluo; forse, l’unica espressione che riuscisse a far cadere giù la maschera di compostezza creata con tanta maestria.
Non riusciva davvero a capacitarsi del fatto che il tempo fosse trascorso in assoluto silenzio, senza dargli il tempo –o fargli dono di un piccolo accenno, un bisbiglio quasi intimo sulle proprie intenzioni- di prepararsi oltre per ciò che si era deciso a fare.
Era il trentesimo giorno del mese di ottobre.
Solo un anno prima, era stato strappato dalle braccia scheletriche e imputridite della morte da un uomo, ed ora, avvicinandosi sempre più alla stanza di quest’ultimo, non intendeva far altro che ripagarlo del favore, portandogli via un’intera esistenza.
Perché, pur avendo accettato lietamente il dono che gli era stato fatto –una seconda vita, sicuramente migliore della precedente-, era certo che fosse incompleto e determinato ad aggiungere il pezzo mancante, come in un immenso mosaico.
Perché per lui l’immortalità non valeva nulla, paragonata al potere, ma dato che ormai era stato trascinato nel vortice, che motivo c’era di non sentirsi il più importante per sempre?
Bussò, tre colpi lenti contro il legno, poi guardò aprirsi la porta.
L’altro non si aspettava di vederlo, lo notò immediatamente dal modo in cui alzò le sopracciglia. Gli fece spazio per permettergli di entrare e si richiuse la porta alle spalle.
-Come mai sei qui? Devi parlarmi di qualcosa? La spedizione, come procede?-.

Ah, parole…
Un fiume interminabile di suoni messi l’uno accanto all’altro, seguendosi ordinatamente come soldati durante una marcia.

Lui non stette nemmeno ad ascoltarle, rise leggermente, in un modo tutto suo, prima di mormorare –Volevo solo augurarti un buon anniversario, Caius-.
Si sorprese il suo creatore, allora, e mormorò così rapidamente –Quale anniversario?-.
Ma non volle rispondergli, si finse solo un po’ offeso, facendo tendere i lati della bocca seducente verso il basso…
E la Morte, signora incontrastata nel mondo, ricomparì per stringere a sé un uomo…che non era lo stesso dell’anno passato.

Aro aveva più volte tramato, torturato, ucciso,
ma in nessun caso, gli era sembrato così terribilmente
divertente.
Quello, per lui, fu l’anniversario migliore di sempre.




Anniversary

Su quella poltrona, lei gli aveva raccontato un numero immenso di storie, sorridendo come solo lei sapeva fare. Lì, lui, aveva rovesciato milioni di volte il suo enorme bicchiere di latte, o sbriciolato i biscotti rubati dalla credenza.
Certi oggetti diventano quasi una parte immancabile nella vita di una persona. Riescono a farla affezionare così tanto ai ricordi che contengono al loro interno, che quella, alla fine, sceglie di non separarsene mai.
Su quella poltrona, si erano seduti tutti assieme, una volta, mentre Billy scattava una foto che ora, incorniciata e tenuta sul camino, mostrava i quattro sorrisi di una madre e dei suoi tre figli.
Forse sarebbe stato più facile affezionarsi a quel pezzo di carta lucida riparata dal vetro, ma lui non ci riusciva e, forse, neanche voleva.
Su quella poltrona, lei lo aveva cullato, mentre una calda coperta e il fuoco scoppiettante rendevano piacevole il sonno di entrambi.
Certe volte la memoria gioca brutti scherzi, ma nel suo caso, di scherzi non ce n’erano. Era sempre pronto a rivivere quegli attimi, a riascoltare la sua risata leggera, quasi timida, ogni tanto…
Su quella poltrona, lei era rimasta seduta tutto il tempo, osservandolo correre nel salottino per fuggire dai suoi due piccoli amici che, ridendo, cercavano di acchiapparlo.
Non c’era attimo in cui lei mancasse, non c’era mai stato, fino a quel fatidico giorno…
Su quella poltrona, Sarah Black, non aveva più potuto sedersi per osservare il lento crescere di suo figlio.
Non aveva più donato a lui alcun sorriso, né aveva più sfiorato con le labbra il suo orecchio, canticchiando a bassa voce per fargli chiudere gli occhi.
Su quella poltrona, Jacob non riuscì più a sedersi, dopo la sua morte.
Erano passati anni, erano corsi via, lontano, in un continuo susseguirsi che a lui era parso quasi estenuante e, ogni volta, in un giorno preciso –soltanto uno- tornava ad accomodarsi su quella poltrona.

Ma Jake non lo faceva per ricordare la morte di Sarah, no.
Jake lo faceva per festeggiare l’anniversario dell’ultimo giorno
In cui lei ci si era sistemata comodamente.
Viva, come i suoi sorrisi.







Angolino autrice:
Queste due storie, unite dallo stesso titolo, sono dedicate alla persona migliore che abbia mai potuto sperare d'incontrare, un anno fa.
Le dedico a Laura, alla quale quel giorno a Via Nazionale ho potuto dare davvero un volto, con cui ho riso nel mio modo timido ascoltandola parlare instancabilmente, con la voce allegra.
La dedico a Laura, coi capelli dotati di vita propria; a Laura, che resterà comunque una Jacobiana, pur interessandosi a personaggi più contorti [Aro]; a Laura, che si accorse solo quel giorno, sotto la pioggia, di avere un ombrello viola con sopra un gatto e la scritta "Black", come il cognome del suo personaggio preferito.
Insomma, la dedico a Laura, che quel 30 ottobre passato, ha mandato Robert a quel paese.
Buon anniversario della nostra amicizia, Lalla ^^.
By Sammy Cullen
   
 
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