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Autore: Emma Bennet    31/10/2009    10 recensioni
Ogni uomo mente. Ma dategli una maschera e sarà sincero.
La notte del trentuno ottobre, un Ballo in Maschera ad Hogwarts cambierà molte cose. Una Regina e un Cavaliere si troveranno ad affrontare emozioni inaspettate, ma bisogna sempre ricordare che tutto finisce. E non è detto che questa sia una cosa negativa.
Genere: Malinconico, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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everything ends__
(trick or treat?)





La ragazza se ne stava appoggiata al balcone, nell'aria fredda di un ottobre oramai finito, i capelli - lisci e luminosi - le ricadevano morbidamente sulle spalle, arrivando fino al seno. Aveva gli occhi chiusi, un'espressione serena dipinta sul bel viso, le gote leggermente arrossate. Pensava a qualcosa, si vedeva, ricordi e memorie - prepotenti e dolci -  facevano capolino tra i suoi pensieri. La maschera argentata, nera e bianca le copriva il viso fin sotto il naso, lasciandole solo due buchi per gli occhi: profondi, intelligenti, colore dell'oro più puro, e ora aperti, vigili. Cercavano qualcosa - o qualcuno?- all'interno nella sala da ballo. Guardavano le luci, la festa, gli abiti e le maschere, all'interno di essa.
Un improvviso luccichio comparì negli occhi della fanciulla, che inclinò leggermente la testa a sinistra. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Con passo aggraziato, si diresse all'interno del Salone.

(Qualche giorno prima)
Londra, mezzogiorno e cinque. Un pallido sole illuminava l'interno di una cucina, sorridendo alle due ragazze che chiacchieravano, una appoggiata a un mobile, l'altra seduta su uno sgabello.
«Non so se è una buona idea»
La Voce della Ragione - alias Hermione Granger - si mordicchiò il labbro inferiore, con aria pensierosa.
«Andiamo, Hermione, perchè mai? A me sembra una bella cosa»
L'Anima Libera - ovvero Ginevra Weasley - spalancò gli occhioni nocciola, e annuì esageratamente, per rafforzare la sua affermazione.
«Insomma, cosa può esserci di male in un Ballo in Maschera? Un Ballo in Maschera per Halloween è un evento grandioso. E poi ad Hogwarts! Voglio dire, a te non manca?»
Un sorriso triste comparve sul volto della riccia. «Certo che mi manca, Gin, lo sai. E' solo che non mi piacciono i Balli in Maschera»
«Forse perchè tu normalmente porti una maschera?»
Con queste parole, Ginny si guadagnò un'occhiataccia da parte dell'amica.
«Hermione. Lo sai che è così. Fai sempre tutta la tirata, la ferrea, la giudiziosa. Sei veramente caduta in pezzi quando il Re dei Coglioni ti ha lasciato, e ora vi state riavvicinando nuovamente. Potrebbe essere la volta buona che vi rimettete insieme definitivamente, no?»
Hermione ridacchiò, e un'espressione birichina le comparve sul viso.
«Ti ricordo che il Re dei Coglioni è tuo fratello, Gin»
«Esatto, e infatti dovrei essere in cura da uno psicologo per questo. Non ricordarmelo, ti prego»
«Sei crudele. Infondo Ron è solo un po'...»
«Ingenuo? Stupido? Infantile? In altre parole, un coglione. Ti ha lasciata perchè "aveva bisogno di provare nuove esperienze". Quando lo seppi pensai che era solo un giro di parole per dire che era gay»
«Ginny! Sei crudele», le rispose Hermione, continuando a sorridere, e la rossa sogghignò.
«In ogni caso, forse hai ragione. Magari dovrei lasciarmi andare, eh?»
«Approvo. Infondo, ogni uomo mente. Ma dategli una maschera e sarà sincero»
Hermione alzò un sopracciglio.
«Ora citi anche Oscar Wilde?»
«Chi? Pensavo che questa frase l'avessi detta tu. Te la sentii dire una volta»
«Ginny, sei incorreggibile! Però, sai... mi hai dato un'idea»
«Mi piace l'espressione maliziosa che hai in faccia. Dimmi tutto, dolcezza»
«E se non dicessi a nessuno - a parte te, ovvio - da cosa travestirò? Sarebbe divertente»
Ginny annuì. «Assolutamente. E magari potremo vedere anche se Ronald riesce a trovarti»
Hermione sembrò soppesare la cosa. «Credo che si possa fare. Ebbene... voglio qualcosa di importante e misterioso»
«Ma di originale. E che sia comunque adatto a te»
«Sai? Credo di aver trovato il travestimento giusto...»

Fiera e imponente, la Regina di Spade attraversava la Sala da Ballo, scrutando in libertà le persone accanto a lei. L'argento del vestito luccicava sul bianco e nero, smorzando l'effetto serioso. Lo scollo era quadrato, tipicamente spagnolo, e metteva in risalto un seno pieno e sodo. Era un abito all'antica, da corte rinascimentale, che spiccava tra i vestiti succinti e volgari di cui il salone era pieno. Il taglio della gonna era elegante, ma non civettuolo. Lungo fino alle caviglie, come occorreva a una Regina per bene. L'argento creava giochi di luce, mentre il bianco e nero - colori opposti eppure simili - davano la costante idea di un'illusione ottica. Una tiara d'oro bianco in testa - con una goccia d'onice al centro - poggiata sui capelli color cioccolato, brillava indisturbata. In mano, al posto dello scettro, teneva una bacchetta trasfigurata in spada, l'elsa decorata da onici e cristalli. La serietà e la fierezza erano palpabili in quella figura tanto austera, senza renderla però superba. La donna si avvicinò a un'altra figura, interamente vestita di rosso e bordeaux. Abito a palloncino corto al ginocchio, maniche a sbuffo e scollo a V. Le due si guardarono, uno sguardo di complicità e segreti.
«Regina», disse la ragazza, a mo' di saluto.
«Fuoco», rispose l'altra.
Un'occhiata apprensiva.
«Lo hai... visto?»
Fuoco assunse un'espressione stupita.
«Chi?»
«Ginny»
«Il mio nome è Fuoco», rispose la rossa.
«Sì, sì. Hai visto Ron?»
«Credo ci sia un Re delle Donnole vicino al buffet»
«Re delle Donnole! Gin... voglio dire, Fuoco, non puoi chiamarlo così!»
«Lo difendi troppo, Regina»
La ragazza si strinse nelle spalle. «E' davvero vestito da re?»
«Bah. Non lo so, sinceramente. Il suo costume fa schifo. E la maschera gli copre solo gli occhi, ma l'ha fatto apposta. Vuole che la gente lo riconosca e dica "Ehi, quello è l'amico di Potter! Com'è che si chiama?"»
La Regina ridacchiò.
«Sei tremenda» commentò, allegramente «In ogni caso, credo proprio che andrò a farmi un giro nei paraggi. Ci vediamo, Fuoco»
«A presto, Regina»

Come aveva detto Fuoco, un ragazzo in smoking con una mascherina dorata si trovava vicino al buffet. Accanto a lui, quattro o cinque ragazze adoranti pendevano dalle sue labbra, lui era intento a raccontare chissà quale avventura immaginaria. Con un sospiro rumoroso - per richiamare l'attenzione - la Regina di Spade si lasciò cadere su una poltroncina. Ronald Weasley non si voltò nemmeno, troppo preso da se stesso e dalle ragazzine gridoline.
A notarla, però, fu qualcun altro. Un Cavaliere Oscuro completamente vestito di nero - maschera, smoking, camicia, cravatta, scarpe e persino spada - guardò la graziosa figura seduta con eleganza poco distante da lui. Notò il modo naturale, eppure superiore ai comuni mortali,  con cui si guardava intorno, leggermente annoiata. Era lì, eppure era come se non ci fosse. Una realtà surreale, un bellissimo incubo, una dolce bestemmia. Una Regina di Spade tra banali Principesse di Cuori. Lei, unica tra tante, attenzione e distacco.
Le si avvicinò, affascinato, inchinandosi al suo cospetto.
«Mia Regina», la apostrofò.
Stupita, Hermione Granger si voltò verso colui che l'aveva appena riscossa dalle sue fantasticherie. Guardò il ragazzo davanti a lei, algido e stupendo. Capelli biondissimi ricadevano morbidamente sulla fronte, da dietro la maschera comparivano due occhi color ghiaccio, ma non di ghiaccio. La pelle era diafana, completamente in contrasto con il nero del suo costume. Lo conosceva?
«Cavaliere»
"Ha una voce dolce" pensò Draco Malfoy "che ho già sentito. La conosco"
«Posso avere l'onore di ballare con lei, mia Regina?»
Hermione esitò, lanciando un'occhiata a Ron. Lui continuava a intrattenere le ragazzine gridoline.
«Una volta, avevo un... accompagnatore»
A Draco Malfoy non sfuggì l'esitazione. La ignorò.
«Una volta. Ora siete libera, mi sembra. Onorate un fedele Cavaliere»
«E sia», sorrise lei, condiscentente. Appoggiò la propria mano su quella del ragazzo, e si alzò, seguendolo sulla pista. Lui le cinse delicatamente la vita, attirandola a sè forse più di ciò che avrebbe dovuto. Lei non se ne accorse, o forse finse di non accorgersene.

«Una Regina di Spade, giusto?»
Hermione annuì, continuando ad osservare il ragazzo con cui stava ballando.
«Scelta interessante. Posso domandarne il motivo?»
«Le Regine di Cuori e roba simili sono banali. Tutti ricercano la Regina di Cuore perchè rasenta la perfezione. La Regina di Spade ha dei difetti, e li accetta. Questo la rende ancora più forte»
"E più bella", pensò lui, guardandole le labbra.
«Cosa rappresenta la Regina di Spade?», sussurrò.
«La Regina di Spade è un Arcano Minore, nel mazzo dei Tarocchi. E' dolce e comprensiva, ma ferrea. E' austera, ha il senso del dovere e conosce il sacrificio. E' una donna sola che lotta per ottenere i suoi ideali»
«Personalmente, la preferisco a tutte le Regine di Cuori del mondo»
Hermione sorrise. Quel ragazzo aveva un certo non so che... le piaceva.
«E tu sei un Cavaliere Oscuro. Somigli pià a un Principe Azzurro»
Lui rise, cupamente. «Credimi, sono la persona più distante che ci sia da un Principe Azzurro»
Lei spalancò gli occhi. «Non dai quest'impressione. Sei gentile»
«Oh, no. Sono crudele, sarcastico, antipatico. Non sono un bravo ragazzo»
«Non riesco a crederti. Non mi sembri affatto cattivo»
Draco era seriamente stupito. Quella ragazza non aveva neanche lontanamente idea di chi era lui, non sapeva con chi aveva a che fare. Ma non gli sembrava un'ingenua, anzi. Era sicuro che rispecchiasse perfettamente la Regina di Spade, era sicuro che quella ragazza fosse entrata più volte a contatto con il pericolo e il sacrificio. Gli piaceva.
Si avviciò a lei, i nasi che si sfioravano. «Chiunque può fingersi un Principe Azzurro»
«Tu però fai l'opposto. Sei diverso»
«Anche tu»
Le sfiorò delicatamente una guancia con le labbra, un tocco leggero che le fece tremare il cuore.
«Ti va di uscire in Giardino?»
«Sì»
«Forse sbagli»
«A fare cosa?»
«A fidarti»
«No»

Hermione percorreva i lunghi viali alberati dei Giardini di Hogwarts, sorridendo malinconica, abbracciando con lo sguardo il paesaggio intorno a sè. Draco le camminava accanto, le mani si sfioravano.
«Hai studiato quì», le disse.
«Anche tu» rispose lei, tranquilla.
«Non ci diremo le rispettive Case, vero?»
«Non ora. Ma dimmi qualcosa di te, qualcos'altro»
«Permettimi di prenderti la mano»
Lei rise, gettando la testa all'indietro. Gli porse la mano.
«Sei un gentiluomo»
«Sono stato educato così»
Camminarono, ancora e ancora, fino a quando Hermione non si fermò, all'improvviso, un sorriso sbarazzino sulle labbra.
«Che c'è?»
«Prova a prendermi», esclamò, e corse via. Lui rimase interdetto, e poi rise. La seguì.
Lei scappava, tenendosi  la gonna del vestito, strillando ogni volta che lui si avvicinava troppo. Il vento le faceva bruciare gli occhi, ma non ci faceva caso. Era lo stesso vento che accarezzava i capelli di lui, come avrebbe voluto fare lei, facendo scorrere dolcemente le dita tra quei capelli filati con l'oro più puro.
Corsero, risero, caddero: si divertirono. Lei era sempre un passo più avanti, un vantaggio che lui le concedeva per allungare il piacere di quel gioco. Quando decise che era ora di vincere, scartò in avanti, e le sue gambe parvero allungarsi. In pochi secondi l'afferrò, abbracciandola da dietro e spingendosela contro il torace. Lei - affannata e ansimante - reclinò il capo all'indietro, appoggiando la nuca sulla spalla di lui. Il corpo di Hermione fu percorso da un brivido, dovuto non solo al freddo ma anche alla vicinanza improvvisa di lui. Draco la prese delicatamente per i fianchi, facendola girare in modo da guardarla negli occhi.
«Stanotte», disse lei.
«E' una bella notte»
«Io non volevo venire al Ballo»
«Neanche io»
«Mi sto divertendo. Ho fatto bene a seguirti, lo sapevo. Non sei pericoloso, e se qualcuno ti teme sbaglia»
«Taci», le disse. Ma non era il "taci" che rivolgi a una persona quando non vuoi ascoltarla. Era una "taci" educato, che invitava al silenzio per ascoltare altro.
«Ascolta», continuò. Hermione trattenne il respiro, concentrandosi su ciò che la circondava. Qualche sbattito di ali, versi di gufi, voci in lontananza. E qualcos altro... gocce. Pioggia. Una delicata pioggierella cadeva su di loro. La ragazza alzò il viso, chiudendo gli occhi, godendo del contatto della fresca acqua piovana sul volto. Un leggero sorriso le increspava le labbra.
Neanche lui si mosse, non fecero il gesto consueto di ripararsi sotto qualcosa: rimasero semplicemente lì, sotto la pioggia, tra gli alberi, a gioire della pioggia sul viso. Pioveva su loro, sulle loro mani, sui loro vestiti leggeri.
«Senti?», le chiese ancora «Senti la pioggia? Ha un suono diverso a seconda di dove cade. E in lontananza, le cicale, le senti?»
Sembrava un bambino, ingenuo e felice. E lei con lui, serena e spensierata.
I capelli di Hermione erano completamente bagnati, come le fronde degli alberi, ma lei non ci faceva caso. Era impegnata a tacere, ascoltare, sentire.
«Piove sulle tue ciglia», le disse lui. Guardava ipnotizzato minuscole e cristalline gocce posarsi su quelle ciglia lunghe, così lunghe da essere visibili nonostante la maschera.
«E' come se stessi piangendo»
«Ma piangerei di piacere»
«Se mai dovesse capitarti di pensare a me, bacia la pioggia»
«Lo farò», rispose Hermione, seria come se avesse appena fatto una solenne promessa. E rimasero così, a lungo.
«Ha smesso. Ha finito di piovere», osservò lei, dopo un po'.
«Ogni cosa finisce»
«Che pessimismo»
«E' realismo. Ricordatelo sempre, tesoro, ogni cosa finisce. Capiscilo, ogni cosa finisce»
Lei rimase in silenzio per un po', e quando fece per aprire la bocca, lui la interruppe.
«Non rompere il silenzio con parole violente e inutili. Pensi che io abbia torto, e lo spero per te, ma io credo sia così: le promesse sono fatte per essere infrante, le parole sono banali, i piaceri rimangono ma rimangono anche i dolori. Le parole sono insignificanti, sono fatte per essere dimenticate. A volte superflue, feriscono nella maggior parte dei casi»
«E' così, a volte. Ma io so che ci sono anche le eccezioni. Parli come una persona che sa cosa vuol dire soffrire, quindi hai sofferto sinceramente. Ma ti assicuro che l'ho fatto anch'io, soffro tuttora per alcune perdite, eppure non mi abbatto»
«Ogni cosa finisce. Finirà anche questa serata»
Lei lo guardò, impassibile e ferma. «Allora approfittiamone»
Lui le spostò le ciocche bagnate che si erano attaccate alle tempie, e le si avvicinò.
«Non mi fermerò» disse. Un'allettante minaccia.
«Non ti fermerò» ribattè lei.
E allora Draco si chinò su Hermione, catturandole le labbra in un bacio. Assaporò le labbra bagnate che sapevano di pioggia, assaporò il suo sapore - dolce e amaro insieme - e la strinse a sè, forte. Lei gli si aggrappò al collo, accarezzò i capelli. Gli morse un labbro, e sorrise mentre tornava a danzare con la sua lingua.
Draco le toccò il seno, da sopra al vestito, desiderando togliere quel pezzo di stoffa che lo separava dal corpo di lei. Fugacemente, portò le mani dietro la schiena di lei, cercando i bottoni. Si affrettò a slacciare i fiocchi e tutto ciò che c'era da sciogliere. Il vestito le cadde ai piedi, facendo in modo che la luna illuminasse - gentile - il suo meraviglioso corpo. E poi toccò a lei spogliarlo, fargli scivolare via gli indumenti e toccare quel torace muscuoloso e asciutto. Lui la guidò sotto un pino, facendola adagiare per terra. Hermione trasalì, rendendosi conto di ciò che stava per fare. Fare sesso con uno sconosciuto in un giardino non era proprio un suo tipico atteggiamento, ma già sapeva che non se ne sarebbe pentita. E già sapeva che non sarebbe stato solo sesso, in ogni caso.

Circa un'ora dopo, la ragazza riposava pacificamente appoggiata sul petto di lui, una mano che gli accarezzava dolcemente la pancia. Lui giocherellava con i suoi capelli, tenendola stretta a sè. Era la notte del trentuno ottobre, e loro erano completamente nudi fatta eccezione per la maschera, - tacito accordo che li univa - eppure lei non aveva freddo. Chissà quale incantesimo lui aveva fatto per rendere caldo e tranquillo il loro angolo di mondo.
«Tutto ciò che volevo, tutto ciò di cui avevo bisogno è quì, nelle mie braccia» sussurrò Draco al suo orecchio.
«Sei un sogno o sei realtà?» continuò lui, laconicamente.
«Forse dovresti dire dolcetto o scherzetto, no?»
«Non sei uno scherzo. Questo lo so»
«Io...», una strana consapevolezza si espandeva lentamente in Hermione.
«Shh. Goditi il silenzio. Non è bello?»
«Sì»
«Ho imparato ad apprezzarlo, negli anni»

Quando si alzarono, perfettamente rivestiti, una specie di malinconia aleggiava tra loro.
«La serata... sta per finire»
«Tutto finisce»
«Sono stata bene con te, Cavaliere»
«Tu mi hai reso felice, mia Regina. Grazie»
Hermione sorrise, abbassando lo sguardo. Lui le accarezzò la guancia, la parte coperta dalla maschera, e quella scoperta.
«Cosa succederà ora?»
«Niente. Sarà come se stasera non fosse mai esistita»
«Forse io non voglio»
«Purtroppo, non puoi farci niente»
«E invece sì. Togliamoci le maschere, riveliamo le nostre identità»
«Un Ballo in Maschera è fatto per rimanere tale, le persone non si svelano»
«Io voglio sapere chi sei»
«Non ti piacerebbe, credimi»
«Smettila di fare così. Ti ho conosciuto, stasera, e mi è piaciuto»
«Non ti piacerei io» tagliò corto lui «Mi dispiace. Te l'avevo detto di capire che tutto finisce»
Lei rimase in silenzio, guardando lui che si allontanava. E prese una decisione.
«Resta, Draco Malfoy»
Il ragazzo si bloccò, come ghiacciato.
«So che sei tu. Ciò non cambia niente, continui a piacermi»
Draco si voltò. «Se mi conosci, sai che non sono così»
«Io dico di sì»
«Come fai ad esserne così sicura?»
«Ogni uomo mente. Ma dategli una maschera e sarà sincero»
Uno scintillio apparve in quegli occhi di ghiaccio, e lui sorrise.
«Tutto finisce. Anche la paura, anche i pregiudizi», continuò lei «Abbi il coraggio di rimanere»
«Tu ce l'hai... il coraggio»
Lei sorrise lievemente, eliminando la distanza tra loro con pochi, decisi passi.
«Coraggio Grifondoro» rispose, mentre si toglieva la maschera.
«Hermione Granger?»
«Esatto. Buffo, non trovi?»
«Non lo definirei propriamente buffo»
Hermione si strinse nelle spalle. «Non sei stato bene, con me?»
«Sì» ammise lui.
«Sono Mezzosangue. Sono Grifondoro. Sono la migliore amica di Harry Potter»
«Quindi prima aspettavi il Re delle Donnole?»
Lei rise, ricordandosi che anche Ginny lo aveva chiamato così. «Ma ho trovato un Cavaliere Oscuro. Purosangue, Serpeverde, ex-Mangiamorte. Eppure ciò non cambia ciò che ho provato»
«Granger... Hermione, era un Ballo in Maschera. Se avessi saputo che ero io non avresti ballato con me»
«E' vero. Ma allora non lo sapevo. Lo so ora. E mi sta bene. Poniamo fine ad anni di lotte continue. Me l'hai detto tu, che tutto finisce»
«Sai essere una Principessa Costante. Ma certe cose non possono finire»
Il sorriso sulle labbra di lei non si incrinò. «D'accordo, vai allora» disse, e poi si chinò a baciarlo dolcemente. Draco se ne andò, incamminandosi verso l'ingresso di Hogwarts.
Non si voltò.
Lei non lo chiamò.
Tutto finisce.

Domenica mattina a Malfoy Manor, una settimana dopo. Draco camminava per il giardino, pensieroso. Narcissa Malfoy lo raggiunse, calma e serena come era sempre dopo la fine della Guerra.
«Tesoro, hanno portato questo per te» gli disse, porgendogli un bigliettino color pervinca.
"So essere una Principessa Costante. Aspetterò."
Non era firmato, ma ovviamente lui sapeva chi l'aveva scritto. Alzando gli occhi dal foglio, incontrò il viso sorridente di Narcissa.
«Mamma, esco. Non so quando torno»
«D'accordo, tesoro. Ma prima passa a salutare Hermione Granger, ti sta aspettando all'ingresso. Sarebbe scortese da parte tua non farlo» gli disse lei, con un sorriso malizioso.
«Oh. Sai? Credo proprio che non uscirò, allora»

«Sei venuta»
Draco Malfoy accolse Hermione Granger con queste parole.
«Lo sapevi»
Hermione Granger gli si avvicinò.
«Lo speravo»
Draco Malfoy si chinò su di lei per baciarla.


Author's Corner: innanzitutto, un buon Halloween a tutti (: non adorate anche voi questa festa? Per quanto mi riguarda, è una delle mie preferite: ho sempre desiderato andare a fare "dolcetto o scherzetto?" di porta in porta, come in America e nel Regno Unito, e ho sempre desiderato partecipare a un Ballo in Maschera. La storia è ambientata due anni dopo la fine della Guerra, e per i riferimenti presenti nel testo ringrazio Gabriele d'Annunzio per aver scritto La Pioggia nel Pineto - la mia poesia preferita in assoluto - a cui è ispirata parte della storia, ringrazio i Depeche Mode per aver scritto Enjoy the Silence - so che non l'hanno scritta loro, ma la loro è la versione che preferisco - e i Death Cab for Cutie per Meet Me on the Equinox, Oscar Wilde - è stato davvero un grande uomo - e ovviamente un immenso grazie a JK Rowling per aver creato un personaggio così divino, quale Draco Malfoy. Grazie anche a tutti i lettori, e a chi recensirà. Me la lasciate una recensione piccola piccola? Non potete immaginare quanto faccia piacere, complimento o critica che sia. Spero vi sia piaciuta ♥
   
 
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