**1° classificata al Contest sulla Delusione indetto da
Rinalamisteriosa e Shurei.
Vincitrice del Premio
Originalità*
Dedicata a te.
A
te che sei il mio grande amore
A te che hai preso la mia vita
A te che
hai dato senso al tempo
Senza misurarlo .
A te che sei il mio amore
grande
Ed il mio grande
amore.
[Jovannotti-A te]
Come un fiore di Loto
Lo
chiamavano “Il Tetto del Mondo”. E lo era davvero.
Un picco così alto, così limpido e
maestoso... la prima volta che lo vidi avevo dieci anni e ricordo che pensai che
da lassù si potesse davvero scorgere tutta la Terra nella sua grande, magnifica,
imperfezione.
Mia madre amava la montagna e spesso mi raccontava le leggende che
circondavano quei picchi pieni di vita e misteri, prima che io mi addormentassi,
cullata dal suono della sua voce.
Quando morì, quelle storie rimasero
impresse a forza nel mio cervello.
Fu allora che nacque la mia passione per
la montagna.
E
fu grazie ad essa che conobbi lui, Kiba Inuzuka. Amava l'aria fresca, la sensazione di
libertà che solo la vista del mondo dall'alto sapeva dare ed era affascinante.
Era così
simile a me che, senza rendermene conto, mi avvicinai a lui, permettendogli di
entrare nella mia vita.
Era divertente uscire insieme, mi permetteva di essere me stessa
sempre e comunque e mi faceva stare bene. Lentamente, però, qualcosa cambiò tra di
noi; i sorrisi furtivi, le occhiate di sbieco...erano diventate qualcosa di più
profondo.
Presto diventammo una coppia vera.
Ci amavamo,
semplicemente.
Oh si, sapevo che lui era uno scapolo incallito, ma pensavo che io, la
bellissima Ino Yamanaka, avrei potuto cambiarlo e legarlo a me. Ero certa che ci
sarei riuscita.
Non sapevo ancora di sbagliarmi.
Un giorno, lo trovai a letto con un'altra.
Nel nostro letto, con la
mia migliore
amica.
Probabilmente, una pugnalata in pieno petto avrebbe sortito meno
danni.
Avevo
bisogno di andarmene, di stare lontana da lui e da tutto ciò che poteva
ricordarmelo anche solo per caso.
Fu allora, probabilmente, che presi la
decisione che mi ha portata dove sono: avrei scalato l'Himalaya, facendo
avverare il sogno che, un tempo, era stato di mia
madre.
Era
l'estate dei miei ventidue anni.
Ino
saliva lentamente, aggrappandosi saldamente alle rocce circostanti con fermezza.
La giacca pesante la
impacciava un po', ma non era importante.
Passo dopo passo, si avvicinava sempre di
più alla sua meta; l'adrenalina circolava liberamente nel sangue e l'emozione le
faceva storcere le labbra di un accenno di sorriso.
Sorrideva, anche se non era
felice.
Ino era
semplicemente vuota, come se un buco nero si fosse aperto a forza dentro di lei,
risucchiando ogni sensazione piacevole, sputando fuori solo emozioni negative
come la rabbia, il dolore e l'amarezza.
L'unico motivo per cui riusciva ancora a
reagire, era la missione che si era prefissa. Ino era delusa; amareggiata da così tante
cose che spesso le si accalcavano nella mente, tutte insieme, e faticava a dare
un nome ad ognuna.
Kiba era il motivo principale.
Gli aveva dato il suo cuore e lui glielo
aveva restituito in piccoli pezzi, completamente distrutto. Delusa da quel comportamento così
bastardo, così degno di lui che se lo
sarebbe dovuta aspettare perché si sa, il lupo perde il pelo ma non il
vizio.
Probabilmente avrebbe dovuto saperlo, ma lei aveva deciso di
fidarsi.
Perché
era giusto, perché era l'unica cosa da fare.
Eppure, era rimasta scottata, come un
uccello che si è avvicinato troppo al sole.
Aveva vissuto di false speranze e di
conseguenza era stato piuttosto normale che le delusioni avessero ben presto
bussato alla sua porta.
Era partita proprio per cercare di dimenticare. Il vuoto...quello non se lo sarebbe
scordato, ma, in qualche strano modo, la montagna, con i suoi paesaggi
incontaminati, riusciva a lenire un po' il dolore lacerante che le lambiva
l'anima.
L'aria
pura, il profilo frastagliato delle rocce che si stagliavano contro il cielo di
un azzurro vivido, erano oramai una delle poche cose capaci di farla sentire
viva.
Quando li vidi a letto insieme, Kiba e
Sakura, pensai che fosse solo uno scherzo. Chissà, magari era il primo di Aprile
e io non me n'ero accorta. Ma il cielo fuori dalla finestra era azzurro e terso e l'afa
opprimente, entrambi segni che indicavano l'avvicinarsi di
Luglio.
Senza
riuscire a fermarle, piccole lacrime cominciarono ad accalcarsi sotto le
palpebre, premendo per uscire. C'era del dolore, in esse, ma anche
rancore e, soprattutto, odio, mentre guardavo le due persone più importanti
della mia vita uscire dal letto, coperti solo dalla
biancheria.
“Ino, lasciami spiegare”
“Non c'è niente da dire, Kiba. È tutto
sufficientemente chiaro. Ora, vattene!”
“Ma, Ino...”
“Vattene” gridai, le
lacrime che velavano l'occhiata di puro disprezzo che gli rivolsi mentre se ne
andava a capo chino, afferrando i jeans mentre
usciva.
Mi
voltai verso Sakura che mi guardava con le lacrime agli occhi. Fece per parlare,
ma la precedetti.
“Anche tu, fuori di qui. Mi fai schifo”
Non se lo fece ripetere due volte e la
guardai con disgusto mentre si rivestiva in fretta, piangendo, e se ne andava
anche lei. Solo
quando fui finalmente sola, mi permisi di piangere.
Veloci, le lacrime solcavano il mio viso
dalla carnagione chiara a testimoniare il dolore che mi rodeva
l'anima.
Lentamente, la vetta si avvicinava.
Nella mente di Ino,
intanto, si susseguivano una serie di immagini di lei e Kiba.
In qualcuna compariva
anche Sakura.
Come
un film, passavano in ordine sparso, pescate da chissà quale meandro della sua
testa in cui le aveva rinchiuse tempo prima, nella vana speranza di dimenticare.
Una piccola lacrima
ribelle scivolò giù dagli occhi di Ino prima che lei riuscisse a fermarla; il
vuoto dentro il suo petto pulsò più forte che mai, quasi volesse ricordarle la
sua presenza costante.
Si chiese se, un giorno, sarebbe mai riuscita a chiuderlo; forse, prima o
poi, avrebbe trovato qualcosa che sarebbe riuscito a
sanarlo.
Intanto,
senza rendersene conto, aveva raggiunto la cima.
Era un enorme spazio coperto ancora dalla
neve, nonostante fosse oramai Agosto inoltrato, ma Ino non ne rimase sorpresa:
la parola Himalaya significava appunto Dimora delle Nevi
Eterne.
Si
avvicinò al bordo della vetta ricamata di bianco, facendo attenzione a non
cadere. E lo
vide.
Lì, davanti
a lei, c'era davvero tutto il mondo.
Le nubi erano come una velo leggero su un
grande letto variopinto dei colori della terra, dei fiumi, dei mari e dei
deserti.
Era come
un immensa tavolozza su cui un pittore aveva sparso i suoi
colori.
Ed era
semplicemente bellissimo.
Si sentì per la prima volta nella sua vita davvero libera e il vuoto, la
delusione dentro di lei si fecero più fievoli, più deboli. Lentamente, come se l'aria gelida che
spirava fosse stato un balsamo, si sentì un po' meglio.
Non sapeva come mai, ma in effetti non le
interessava: era piacevole, molto.
Un aquila volò sulla sua testa, emettendo
un grido stridulo, quasi salutasse quella presenza così diversa e così
stranamente fuori posto sulla cima del monte più alto del
mondo.
Ino sorrise
fissando l'animale e muovendo la mano, quasi a ricambiare il
saluto.
Avrebbe
voluto essere come quell'aquila: libera di volare lontano e di lasciare i
problemi a terra, perché era certa che, nell'aria, questi non avessero
accesso.
Spalancò
le braccia, come a cercare di racchiudervi tutto il mondo
intero.
Il vuoto
dentro di lei non era sparito, come aveva sempre saputo, ma era diventato più
piccolo, abbastanza perché la speranza riaffiorasse dai meandri della sua
anima.
E Ino, in
quel momento e in quel luogo, tornò a sbocciare come il fiore di loto,
stagliandosi maestosa e bellissima contro il cielo dipinto di
blu.
Quella che vi ho raccontato non è una
storia felice, non del tutto almeno, ma probabilmente non lo sarebbe stata
nemmeno se io e Kiba [noi] fossimo rimasti
insieme.
Perché
ci sarebbe sempre stato qualcosa di sbagliato, quella nota stonata nell'armonia
della vita che avrebbe guastato tutto.
Il lieto fine non è questo, e non lo sarà
mai.
La
mia storia non si è conclusa con un bel “e vissero per sempre felici e
contenti”, ma poi, mi chiedo: è così importante?
Perché infondo, le favole vanno bene
quando te le racconta la mamma e hai cinque anni. Il mio, è stato, e sempre sarà, un atto
come tanti dell'opera teatrale più complessa: la
vita.
Fine
Il Giudizio:
PRIMA CLASSIFICATA:
Come un fiore di loto di Princess Hina
Grammatica e stile: 9,8
Originalità: 10
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5
Attinenza al tema: 5
Gradimento personale: 5 in totale
+ 1 punto bonus
Totale: 40,3 punti complessivi
Giudizio di Shurei: Il
tema è espresso perfettamente: ci si sente delusi quando si prova un forte
sentimento per una persona e quest'ultima poi ci tradisce con un'altra persona a
cui vogliamo bene: è la più grande delle delusioni, almeno secondo il mio
avviso. (e anche di queste ne ho ricevute a PALATE!)
Ino l'ho trova del
tutto IC nonostante il rancore e la profonda delusione provocata da Kiba e
Sakura, lei riesce comunque a trovare la forza di andare avanti, tipica della
sua grinta, complimenti.
L'originalità è ottima, decisamente ottima. Pur
avendo molte conoscenze sull'Himalaya (Ho fatto la tesina di quinta sull'India e
sulle sue leggende e credenze) io non ho mai pensato di metterle in una ff,
questo accostamento mi è piaciuto particolarmente e ti faccio i miei
complimenti.
Per quanto riguarda la grammatica ho visto solo alcune sviste
nel campo della punteggiatura, ma nulla di grave.
Lo stile è fluido e
chiaro, pulito, molto curato e ben calibrato.
Giudizio di Rina:
Ammetto di non aver trovato errori ^^ bravissima!
Questa è decisamente una
delle fic che mi hanno colpito di più: poetica, coinvolgente, vera.
Per
essere curata la trama è stata curata, però non la sento esaustiva e completa,
poiché ritengo avresti potuto approfondire la parte sentimentale prima di
arrivare alla scena del tradimento e alla rottura di una storia d'amore
apparentemente perfetta.
Ottima l'idea della protagonista di scalare la
vetta dell'Himalaya, complimenti per l'originalità! ^_^
Ino è sempre IC,
soprattutto per il suo modo di affrontare il dolore e andare avanti; Kiba e
Sakura sono due figure marginali rispetto a lei, e li reputo trattati
discretamente, ma non bene. [esempio: Kiba come "bastardo traditore" non ce lo
vedo >.< sarà un mio limite, eppure è così!]
La delusione che nasce
dal tradimento è buona, ma non è brillante a causa degli approfondimenti
mancanti.
Tutto sommato, ripeto che la fic mi ha colpito e mi ha emozionato,
bravissima!
Giudizio grafico: Buonissimo, ci è piaciuto tanto!
^_^
“Lo spazio
dell'Autrice”
Il mio primo posto.
E' stato un fantastico e lo è tuttora. Ho messo molto di me in questa
storia scritta in un momento complicato della mia vita e quindi, il fatto che
sia giunto al lettore, non può che riempirmi di orgoglio e
soddisfazione.
Inoltre, il lavoro grafico con cui ho
partecipato è stata la mia primissa creazione.
Che altro dire? Spero che
vi sia piaciuto.
Ora, me lo lasciate un commentino?!
Princess Hina, l'anima della festa
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