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Autore: Ailis_    31/10/2009    4 recensioni
Lentamente, però, qualcosa cambiò tra di noi; i sorrisi furtivi, le occhiate di sbieco...erano diventate qualcosa di più profondo. Presto diventammo una coppia vera. Ci amavamo, semplicemente. Oh si, sapevo che lui era uno scapolo incallito, ma pensavo che io, la bellissima Ino Yamanaka, avrei potuto cambiarlo e legarlo a me. Ero certa che ci sarei riuscita. Non sapevo ancora di sbagliarmi. Un giorno, lo trovai a letto con un'altra. Nel nostro letto, con la mia migliore amica.[...]
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come un fiore di lot

**1° classificata al Contest sulla Delusione indetto da Rinalamisteriosa e Shurei.
Vincitrice del Premio Originalità*

 

 

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Dedicata a te.
A te che sei il mio grande amore
A te che hai preso la mia vita
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo .
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore.
[Jovannotti-A te] 


 

Come un fiore di Loto


Lo chiamavano “Il Tetto del Mondo”. E lo era davvero.
Un picco così alto, così limpido e maestoso... la prima volta che lo vidi avevo dieci anni e ricordo che pensai che da lassù si potesse davvero scorgere tutta la Terra nella sua grande, magnifica, imperfezione.
Mia madre amava la montagna e spesso mi raccontava le leggende che circondavano quei picchi pieni di vita e misteri, prima che io mi addormentassi, cullata dal suono della sua voce.
Quando morì, quelle storie rimasero impresse a forza nel mio cervello.
Fu allora che nacque la mia passione per la montagna.
E fu grazie ad essa che conobbi lui, Kiba Inuzuka. Amava l'aria fresca, la sensazione di libertà che solo la vista del mondo dall'alto sapeva dare ed era affascinante.
Era così simile a me che, senza rendermene conto, mi avvicinai a lui, permettendogli di entrare nella mia vita.
Era divertente uscire insieme, mi permetteva di essere me stessa sempre e comunque e mi faceva stare bene. Lentamente, però, qualcosa cambiò tra di noi; i sorrisi furtivi, le occhiate di sbieco...erano diventate qualcosa di più profondo.
Presto diventammo una coppia vera.
Ci amavamo, semplicemente.
Oh si, sapevo che lui era uno scapolo incallito, ma pensavo che io, la bellissima Ino Yamanaka, avrei potuto cambiarlo e legarlo a me. Ero certa che ci sarei riuscita.
Non sapevo ancora di sbagliarmi.
Un giorno, lo trovai a letto con un'altra. Nel nostro letto, con la mia migliore amica.
Probabilmente, una pugnalata in pieno petto avrebbe sortito meno danni.
Avevo bisogno di andarmene, di stare lontana da lui e da tutto ciò che poteva ricordarmelo anche solo per caso.
Fu allora, probabilmente, che presi la decisione che mi ha portata dove sono: avrei scalato l'Himalaya, facendo avverare il sogno che, un tempo, era stato di mia madre.
Era l'estate dei miei ventidue anni.



Ino saliva lentamente, aggrappandosi saldamente alle rocce circostanti con fermezza. La giacca pesante la impacciava un po', ma non era importante.
Passo dopo passo, si avvicinava sempre di più alla sua meta; l'adrenalina circolava liberamente nel sangue e l'emozione le faceva storcere le labbra di un accenno di sorriso.
Sorrideva, anche se non era felice.
Ino era semplicemente vuota, come se un buco nero si fosse aperto a forza dentro di lei, risucchiando ogni sensazione piacevole, sputando fuori solo emozioni negative come la rabbia, il dolore e l'amarezza.
L'unico motivo per cui riusciva ancora a reagire, era la missione che si era prefissa. Ino era delusa; amareggiata da così tante cose che spesso le si accalcavano nella mente, tutte insieme, e faticava a dare un nome ad ognuna.
Kiba era il motivo principale.
Gli aveva dato il suo cuore e lui glielo aveva restituito in piccoli pezzi, completamente distrutto. Delusa da quel comportamento così bastardo, così degno di lui che se lo sarebbe dovuta aspettare perché si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Probabilmente avrebbe dovuto saperlo, ma lei aveva deciso di fidarsi.
Perché era giusto, perché era l'unica cosa da fare.
Eppure, era rimasta scottata, come un uccello che si è avvicinato troppo al sole.
Aveva vissuto di false speranze e di conseguenza era stato piuttosto normale che le delusioni avessero ben presto bussato alla sua porta.
Era partita proprio per cercare di dimenticare. Il vuoto...quello non se lo sarebbe scordato, ma, in qualche strano modo, la montagna, con i suoi paesaggi incontaminati, riusciva a lenire un po' il dolore lacerante che le lambiva l'anima.
L'aria pura, il profilo frastagliato delle rocce che si stagliavano contro il cielo di un azzurro vivido, erano oramai una delle poche cose capaci di farla sentire viva.



Quando li vidi a letto insieme, Kiba e Sakura, pensai che fosse solo uno scherzo. Chissà, magari era il primo di Aprile e io non me n'ero accorta. Ma il cielo fuori dalla finestra era azzurro e terso e l'afa opprimente, entrambi segni che indicavano l'avvicinarsi di Luglio.
Senza riuscire a fermarle, piccole lacrime cominciarono ad accalcarsi sotto le palpebre, premendo per uscire. C'era del dolore, in esse, ma anche rancore e, soprattutto, odio, mentre guardavo le due persone più importanti della mia vita uscire dal letto, coperti solo dalla biancheria.
Ino, lasciami spiegare”
Non c'è niente da dire, Kiba. È tutto sufficientemente chiaro. Ora, vattene!”
Ma, Ino...”
“Vattene” gridai, le lacrime che velavano l'occhiata di puro disprezzo che gli rivolsi mentre se ne andava a capo chino, afferrando i jeans mentre usciva.
Mi voltai verso Sakura che mi guardava con le lacrime agli occhi. Fece per parlare, ma la precedetti.
Anche tu, fuori di qui. Mi fai schifo”
Non se lo fece ripetere due volte e la guardai con disgusto mentre si rivestiva in fretta, piangendo, e se ne andava anche lei. Solo quando fui finalmente sola, mi permisi di piangere.
Veloci, le lacrime solcavano il mio viso dalla carnagione chiara a testimoniare il dolore che mi rodeva l'anima.



Lentamente, la vetta si avvicinava. Nella mente di Ino, intanto, si susseguivano una serie di immagini di lei e Kiba. In qualcuna compariva anche Sakura.
Come un film, passavano in ordine sparso, pescate da chissà quale meandro della sua testa in cui le aveva rinchiuse tempo prima, nella vana speranza di dimenticare. Una piccola lacrima ribelle scivolò giù dagli occhi di Ino prima che lei riuscisse a fermarla; il vuoto dentro il suo petto pulsò più forte che mai, quasi volesse ricordarle la sua presenza costante.
Si chiese se, un giorno, sarebbe mai riuscita a chiuderlo; forse, prima o poi, avrebbe trovato qualcosa che sarebbe riuscito a sanarlo.
Intanto, senza rendersene conto, aveva raggiunto la cima.
Era un enorme spazio coperto ancora dalla neve, nonostante fosse oramai Agosto inoltrato, ma Ino non ne rimase sorpresa: la parola Himalaya significava appunto Dimora delle Nevi Eterne.
Si avvicinò al bordo della vetta ricamata di bianco, facendo attenzione a non cadere. E lo vide.
Lì, davanti a lei, c'era davvero tutto il mondo.
Le nubi erano come una velo leggero su un grande letto variopinto dei colori della terra, dei fiumi, dei mari e dei deserti.
Era come un immensa tavolozza su cui un pittore aveva sparso i suoi colori.
Ed era semplicemente bellissimo.
Si sentì per la prima volta nella sua vita davvero libera e il vuoto, la delusione dentro di lei si fecero più fievoli, più deboli. Lentamente, come se l'aria gelida che spirava fosse stato un balsamo, si sentì un po' meglio.
Non sapeva come mai, ma in effetti non le interessava: era piacevole, molto.
Un aquila volò sulla sua testa, emettendo un grido stridulo, quasi salutasse quella presenza così diversa e così stranamente fuori posto sulla cima del monte più alto del mondo.
Ino sorrise fissando l'animale e muovendo la mano, quasi a ricambiare il saluto.
Avrebbe voluto essere come quell'aquila: libera di volare lontano e di lasciare i problemi a terra, perché era certa che, nell'aria, questi non avessero accesso.
Spalancò le braccia, come a cercare di racchiudervi tutto il mondo intero.
Il vuoto dentro di lei non era sparito, come aveva sempre saputo, ma era diventato più piccolo, abbastanza perché la speranza riaffiorasse dai meandri della sua anima.
E Ino, in quel momento e in quel luogo, tornò a sbocciare come il fiore di loto, stagliandosi maestosa e bellissima contro il cielo dipinto di blu.



Quella che vi ho raccontato non è una storia felice, non del tutto almeno, ma probabilmente non lo sarebbe stata nemmeno se io e Kiba [noi] fossimo rimasti insieme.
Perché ci sarebbe sempre stato qualcosa di sbagliato, quella nota stonata nell'armonia della vita che avrebbe guastato tutto.
Il lieto fine non è questo, e non lo sarà mai.
La mia storia non si è conclusa con un bel “e vissero per sempre felici e contenti”, ma poi, mi chiedo: è così importante?
Perché infondo, le favole vanno bene quando te le racconta la mamma e hai cinque anni.  Il mio, è stato, e sempre sarà, un atto come tanti dell'opera teatrale più complessa: la vita.


Fine

Il Giudizio:

PRIMA CLASSIFICATA:
Come un fiore di loto di Princess Hina

Grammatica e stile: 9,8
Originalità: 10
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5
Attinenza al tema: 5
Gradimento personale: 5 in totale
+ 1 punto bonus
Totale: 40,3 punti complessivi

Giudizio di Shurei: Il tema è espresso perfettamente: ci si sente delusi quando si prova un forte sentimento per una persona e quest'ultima poi ci tradisce con un'altra persona a cui vogliamo bene: è la più grande delle delusioni, almeno secondo il mio avviso. (e anche di queste ne ho ricevute a PALATE!)
Ino l'ho trova del tutto IC nonostante il rancore e la profonda delusione provocata da Kiba e Sakura, lei riesce comunque a trovare la forza di andare avanti, tipica della sua grinta, complimenti.
L'originalità è ottima, decisamente ottima. Pur avendo molte conoscenze sull'Himalaya (Ho fatto la tesina di quinta sull'India e sulle sue leggende e credenze) io non ho mai pensato di metterle in una ff, questo accostamento mi è piaciuto particolarmente e ti faccio i miei complimenti.
Per quanto riguarda la grammatica ho visto solo alcune sviste nel campo della punteggiatura, ma nulla di grave.
Lo stile è fluido e chiaro, pulito, molto curato e ben calibrato.

Giudizio di Rina: Ammetto di non aver trovato errori ^^ bravissima!
Questa è decisamente una delle fic che mi hanno colpito di più: poetica, coinvolgente, vera.
Per essere curata la trama è stata curata, però non la sento esaustiva e completa, poiché ritengo avresti potuto approfondire la parte sentimentale prima di arrivare alla scena del tradimento e alla rottura di una storia d'amore apparentemente perfetta.
Ottima l'idea della protagonista di scalare la vetta dell'Himalaya, complimenti per l'originalità! ^_^
Ino è sempre IC, soprattutto per il suo modo di affrontare il dolore e andare avanti; Kiba e Sakura sono due figure marginali rispetto a lei, e li reputo trattati discretamente, ma non bene. [esempio: Kiba come "bastardo traditore" non ce lo vedo >.< sarà un mio limite, eppure è così!]
La delusione che nasce dal tradimento è buona, ma non è brillante a causa degli approfondimenti mancanti.
Tutto sommato, ripeto che la fic mi ha colpito e mi ha emozionato, bravissima!

Giudizio grafico: Buonissimo, ci è piaciuto tanto! ^_^

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Lo spazio dell'Autrice”
Il mio primo posto.
E' stato un fantastico e lo è tuttora. Ho messo molto di me in questa storia scritta in un momento complicato della mia vita e quindi, il fatto che sia giunto al lettore, non può che riempirmi di orgoglio e soddisfazione.
Inoltre, il lavoro grafico con cui ho partecipato è stata la mia primissa creazione.
Che altro dire? Spero che vi sia piaciuto.

Ora, me lo lasciate un commentino?!

 

 

Princess Hina, l'anima della festa

 

 

 

 

 

 

 

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