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Autore: Shainareth    31/10/2009    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] «È normale che il mare si ritiri tanto?»
«A Orb la mattina presto c’è sempre bassa marea», fu la spiegazione che anticipò quella di Cagalli.

N.B. Fanfiction nonsense. O quasi.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Beach volley




«Partita!», esclamò Cagalli all’improvviso, brandendo fra le mani un pallone da beach volley.
   «Buona idea», fu d’accordo Lunamaria. «Voi che fate?»
   Indeciso, l’asso della Minerva alzò lo sguardo sulla sfera da gioco. «Ho sonno», mugolò poi, stendendosi sul telo da mare e girandosi sul fianco, così da dare le spalle a tutti.
   La sua innamorata gli piantò un piede sul posteriore. «Al bando la pigrizia, Shinn!»
   «Ma sono le otto del mattino!», protestò quello, chiedendo pietà.
   «Io partecipo», disse invece Kira, alzandosi sulle gambe. «Athrun?»
   «Ci sto», rispose lui.
   Gli occhi della ragazza col caschetto iniziarono a brillare, e lei quasi volò accanto al suo ex-Comandante. «Allora io sto in squadra con te!», saltò su, tutta contenta.
   Messo alle strette da quell’esplosione di entusiasmo, il giovane non se la sentì di deluderla. «Okay», farfugliò, mentre l’espressione del Delegato mutava da allegra ad omicida ed il soldato Asuka tendeva un orecchio con fare allarmato.
   «Kira», chiamò la bionda con fare imperioso. «Stracciamoli.»
   «Cerca solo di non colpire con tutte le energie», le consigliò lui, leggendole nella mente, «o finirai per ammazzarli.»
   «Non sarebbe una cattiva idea.»
   «Lacus», mormorò, decidendo di lasciar perdere il malumore di sua sorella. «Tu che fai?»
   «Resto qui anch’io, non preoccuparti», gli sorrise la fanciulla.
   «Sentite, ma... non c’è pericolo tsunami?», chiedeva frattanto Lunamaria, scrutando l’orizzonte, lì dove oceano e cielo si fondono. «È normale che il mare si ritiri tanto?»
   «A Orb la mattina presto c’è sempre bassa marea», fu la spiegazione che anticipò quella di Cagalli.
   Athrun si rivolse al suo ex-sottoposto più irrispettoso. E forse anche il più affezionato. «Te la ricordi bene, eh?»
   Indispettito da quel tono da presa per i fondelli, lui ribatté con fare ovvio. «Dimentichi che qui ci sono cresciuto.»
   «Shinn, sicuro di non voler giocare con noi?»
   «Evidentemente ha paura di buscarle da me.»
   Udito ciò, scattò a sedere, stizzito, dimostrando come il sonno gli fosse ormai passato. «Ripetilo e te lo faccio rimangiare.» Cagalli gli lanciò la palla in segno di sfida e lui accettò, raggiungendoli a riva.
   «Adesso però siamo dispari», osservò la sua compagna.
   «Non è un problema: io e Kira bastiamo e avanziamo per farvi neri.»
   «Cagalli», intervenne il suo gemello, un po’ per non farle nutrire false speranze, un po’ per evitare che ne sparasse di troppo grosse. «Non per contraddirti, ma loro sono tre Coordinators preparatissimi sul piano fisico, e tu una Natural.»
   «E con ciò?», si incaponì lei, indignata dal sentirlo parlare in quel modo.
   «Vengo io a darvi man forte, se volete», si propose l’Ammiraglio Zala per evitare discussioni.
   «Ehi, non vale!», obiettarono all’unisono i due soldati della Minerva, i quali speravano di poter contare sul suo aiuto.
   «Chi ti dice che ti voglia con noi?», borbottò la Principessa, facendo la finta offesa con l’amante.
   Suo fratello le poggiò una mano sulla spalla, sperando di rabbonirla, mentre Athrun si affiancava a loro, sghignazzando divertito per la faccia buffa della ragazza ed ignorando le proteste degli altri. «Lacus, a questo punto ci serve il tuo aiuto.»
   «Volentieri», accettò la idol, alzandosi dal lettino su cui era seduta a prendere il tiepido sole del mattino.
   «Così non rimaniamo comunque tre Coordinators contro...»
   «Tranquilla, Luna», la interruppe Kira. «Lacus non ha ricevuto alcun addestramento fisico: da questo punto di vista è come se fosse anche lei una Natural.»
   «Oh... Siamo pari, allora», concluse l’altra, soddisfatta solo per metà: se solo avesse potuto avere sia Shinn che Athrun come alleati...
   «Spero di non avervi delusi», si dispiacque la bella Clyne, notando l’aria pensierosa di Lunamaria.
   Questa si precipitò a rasserenarla. «No, no, figurarsi! Vero, Shinn?»
   «Va bene tutto, purché si giochi», replicò lui, troppo concentrato sulla sfida che aveva accettato per interessarsi al resto.
   «Bene», li richiamò tutti sull’attenti Cagalli, mettendo piede in acqua ed avanzando fino a che la tavola piatta color verde-azzurro che costituiva il mare non le lambì le ginocchia. «Membri della squadra A, altrimenti detta Squadra degli Amanti di Cagalli, venite con me.»
   Kira e Athrun rimasero fermi dov’erano. «Immagino che dovremo davvero lasciarle decidere il nome della squadra...»
   «Ovvio, fratellino: sono il capitano.»
   «Perché tu?», s’incuriosì l’altro, arrendendosi a seguirla insieme al suo amico.
   «Perché sono stata io a proporre di giocare.»
   «Giusta osservazione», dovette riconoscere l’Ammiraglio per entrambi, mentre Shinn quasi vomitava.
   «Che schifo di nome... Ora è certo che dovremo distruggervi in pochi minuti.»
   Piccata, la bionda si volse quindi verso gli avversari, puntando un dito contro di loro. «Forza, Squadra dei Pretendenti, fatevi sotto!»
   Lunamaria aggrottò la fronte ed iniziò a bagnarsi anche lei le gambe, imitando la idol che si era già messa in posizione. «Perché Pretendenti
   «Fra Lacus che se la fa con Kira, e fra te e Shinn che mirate ad Athrun», fu la poco logica spiegazione del Delegato; il quale non riuscì nemmeno a finire di parlare che subito il minore del gruppo le lanciò la palla addosso, colpendola su un fianco. «Shinn, bastardo! Non vale! La partita non è ancora cominciata!»
   «Non te l’ho lanciata per fare punto, idiota!»
   «Che ne dite di scegliere un premio per chi vince?», propose la cantante di PLANT, rimanendo sorridente davanti alle parole per nulla gentili che i due capitani – perché Shinn si autoproclamò tale senza chiedere permesso a nessuno – continuavano a scambiarsi senza tregua.
   «Un premio? Di che genere?», si interessò Kira.
   Lei parve pensarci su per qualche attimo. Infine suggerì: «Il capitano perdente deve baciare i piedi di quello vincitore.»
   Un doppio ululato di protesta si alzò da entrambi gli schieramenti, mentre Athrun, sconvolto, cercava di sovrastare le urla dei due terremoti di forma antropomorfa, e Lunamaria ed il suo superiore si tappavano le orecchie per non subire danni permanenti all’udito. «Lacus, sei impazzita?! Ti rendi conto di quello che dici?!»
   «Non è divertente?», insistette lei.
   «Per nulla!», fu il coro che la investì in pieno.
   Tuttavia, la dolce Clyne non si scompose e, sorridendo, domandò ai due interessati: «Significa che avete paura di perdere?»
   Feriti nell’orgoglio, sia Shinn che Cagalli si zittirono all’istante. «Affatto», ringhiarono.
   La ragazza col caschetto afferrò l’innamorato per un gomito e lo strattonò verso di sé, sussurrando allarmata: «Non accettare!»
   «Perché no? Ne va del mio onore!»
   «Dimentichi che la nostra compagna se la intende con uno della squadra avversaria?», gli fece notare lei. «È chiaro che perderemo.»
   Il moro sorrise con fare sbruffone. «Sei tu che dimentichi una cosa di fondamentale importanza.»
   «E sarebbe?»
   «Chi mai avrebbe il coraggio di schiacciare su una creatura delicata come Lacus Clyne?» Lunamaria sospirò e fece cenno con la testa in direzione della Principessa, intenta ora ad impartire ordini ai suoi uomini, prossimi alla beatificazione nonostante fossero ancora in vita. Shinn fu colto da un brivido e la sua sicurezza vacillò per un secondo. «Non essere sciocca... Nemmeno quel gorilla in gonnella può osare tanto...»
   «Prega affinché sia vero.»
   «Allora? Si gioca o no?»
   «Posso fare solo un’osservazione?», alzò timidamente una mano Kira. Tutti si volsero a guardarlo. «Perché dite di voler giocare a beach volley se poi giochiamo in acqua?»
   Lì per lì nessuno seppe cosa dire, almeno fino a che Cagalli, l’unica a non perdersi mai d’animo, levò un braccio al cielo, il pallone sul palmo della mano rivolta in alto. «Perché noi non seguiamo la massa!»
   «Che risposta sarebbe?», non si capacitò Shinn, frattanto che anche Athrun scuoteva il capo.
   La partita ebbe inizio. E dopo che, per recuperare un paio di palle, l’asso della Minerva rischiò di falciare la vita di Lacus, colpevole di trovarsi sulla traiettoria dei portentosi tiri di Cagalli, la cosiddetta Squadra dei Pretendenti dovette dichiararsi brutalmente sconfitta. Questo perché tutti e tre i giocatori di quella degli Amanti di Cagalli erano stati in grado di entrare in modalità SEED – a fronte della stessa capacità del solo Shinn.
   Quest’ultimo crollò carponi, allibito. «Sono… stato battuto…»
   «Sì, ma è stato divertente comunque, non trovi?», fu la magra consolazione che la idol di PLANT, battendo le mani, provò a mettergli in testa per mezzo di un sorriso.
   «È una… tragedia…», continuava frattanto il giovane, completamente privo di voglia di vivere.
   «Ora non prendertela col fatto che dalla tua avevi soltanto l’aiuto di due ragazze», mise le mani avanti Lunamaria.
   Il suo innamorato scrollò i capelli neri, tornò ad assumere un’espressione decisa e si rialzò in piedi, additando la Principessa di Orb – al momento intenta ad obbligare i suoi fidi schiavetti a portarla in trionfo. «Tu! Bugiarda!»
   «Eccolo che comincia a trovare scuse», sospirò lei, con aria di superiorità. «Guarda in faccia la realtà: hai perso.»
   «Zitta! Perché nascondi il fatto di essere una Coordinator come noi?!»
   «Ma quale Coordinator!»
   «Shinn, accetta la sconfitta», gli consigliò Luna, sperando di farlo ragionare.
   «Mai!», urlò lui, fuori di sé. «Non bacerò mai i piedi di quella là! Nemmeno se arrivasse uno tsunami!»
   Athrun sorrise con fare provocatorio, prendendo immediatamente le difese dell’amata. «Essere uomini significa prendersi le responsabilità delle proprie parole e delle proprie azioni. O vuoi forse farmi credere che non sei abbastanza uomo per fare una cosa del genere?»
   Punto sul vivo, il minore del gruppo digrignò i denti e strinse i pugni. «Merda», ringhiò.
   Cagalli scese dalle spalle del fratello, sul quale si era arrampicata per festeggiare la vittoria, e si fece avanti. Quindi, alzò una gamba e gli porse il piede destro, le mani sulle anche. «Se non lo farai, Luna non vorrà più saperne di una mezzacalzetta come te.»
   Sconfitto anche da quella maledetta, cruda verità, Shinn non poté far altro che abbassare la cresta. «Lo farò. E ti dimostrerò che sono molto più uomo di quanto tu possa credere.»
   Iniziò ad avanzare nella sua direzione sotto gli sguardi curiosi dei loro amici – Lunamaria corse anche a prendere il cellulare per immortalare il momento – e proprio quando il giovane Asuka fu in procinto di inginocchiarsi per compiere quella memorabile impresa, il fragore di un’onda lontana attirò l’attenzione di tutti: era alta almeno tre metri. L’imprecazione che sbottarono in coro fu niente se confrontata alla bestemmia che tirò giù Cagalli quando sentì le mani di Shinn addosso, preso com'era dal tentativo di metterla in salvo per preoccuparsi del resto.
   Travolti dall'acqua, si ritrovarono tutti e sei gettati gli uni sugli altri sulla riva come alghe morte. «State bene?», si preoccupò Kira, dopo essersi accertato di aver protetto a dovere Lacus.
   Lunamaria tossì, accorgendosi di aver perso il cellulare in mare. «Shinn! Il tuo regalo!»
   «Te ne ha fatto un altro adesso», le rispose Athrun, afferrando un bastone che l'onda anomala aveva portato sul bagnasciuga insieme ad altri detriti. «Un bel paio di corna», spiegò poi, levandosi sulle gambe e brandendo l’arma come se fosse stata una spada, mentre con lo sguardo trapassava da parte a parte il suo ex-sottoposto, sorpreso con le mani nella marmellata – costituita dal fondoschiena del Delegato.
   Non fece in tempo, l’Ammiraglio, a scagliare il primo colpo che già Lunamaria si era tuffata a volo d’angelo sul povero Shinn, schiaffeggiato ancor prima dalla stessa Cagalli. «Giuro che non tornerò mai più su Orb!», fu l’ultima cosa che sentirono strillare quel giorno al soldato Asuka prima che egli cadesse sul campo di battaglia, con la convinzione che quella in cui era nato fosse una Nazione maledetta.













Shot stesa per due terzi a luglio e per un terzo pochi giorni fa. Questo perché la ritenevo troppo stupida e mal scritta per essere conclusa e pubblicata. Ma NicoDevil pretendeva di sapere come andasse a finire e, anzi, colgo l'occasione per ringraziarla per il suggerimento dello tsunami (anche se in miniatura) che ha travolto i nostri eroi.
Mi scuso per l'idiozia cronica.
Grazie a chi legge e a chi commenta. ^^
Shainareth
P.S. Se continua di questo passo, la Cagalli delle mie storie sposerà Shinn anziché Athrun... XD





  
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