Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Shatzy    31/10/2009    8 recensioni
“Temari, stiamo ballando seguendo una musica che non esiste, e siamo pure vestiti come due idioti” rettificò.
Tu sarai vestito da idiota” commentò acida. “Io sono perfetta nel mio vestito da vampiro”.
Okay, doveva ammetterlo, era
davvero perfetta. Ma non c’era bisogno di farglielo sapere.
[ShikaTema for Halloween]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: i personaggi citati non appartengono a me, ma ai legittimi proprietari.
Note: Halloween è la festa di mostri e orrore, molto nera ^^ Da qui l’idea di scrivere qualcosa ShikaTema per l’occasione (e ogni occasione è quella giusta).


Dedicato alle mie altre colleghe nere che parteciperanno.
E a tutti i fan di questa coppia *-*
Buon Halloween a tutti!



Moondance
Only for this night




Well, it's a marvelous night for a Moondance
With the stars up above in your eyes
A fantabulous night to make romance
'Neath the cover of October skies.

(Moondance – Michael Bublé)



Quella notte sarebbe successo qualcosa di strano, se lo sentiva.
Qualcosa di assurdo e impensabile che non poteva accadere nella vita luminosa di tutti i giorni, qualcosa che non aveva a che fare nemmeno con le luci soffuse, la musica alta e la sala gremita di gente in cui stava, per quanto non fosse decisamente il suo ambiente.
Shikamaru si ritrovò a pensare a come era finito in quel posto rumoroso con scomodi divani in pelle – sua madre, sempre colpa sua, ovvio! – e decise che era proprio l’ora di andarsene a casa. Ovviamente, quello che lui voleva fare non era quello che poteva fare, infatti si ritrovò il braccio artigliato in una presa ferrea che lo costringeva immobile.
“Dove pensi di andare?” gli chiese un’adorabile streghetta con lunghissimi capelli biondi.
“Ino, sono stato a questa festa fin troppo…”
“La notte è appena cominciata!” lo riprese lei, indispettita. “Se stai sulle tue ti annoi e impedisci a me di divertirmi perché devo controllarti” spiegò.
“Non mi devi-”
“Tua madre ha parlato chiaro” commentò saccente. “Parteciperai a questa festa con il resto del Villaggio perché il suo erede non le farà fare brutta figura con le sue amiche, vero?” lo minacciò, assottigliando gli occhi.
E lui non poté far altro che sbuffare. “Voi donne siete…”
“Oh, perché non stai con Choji? Dice che il buffet è ottimo” provò con un sorriso.
Ma Shikamaru notò che oltre al suo migliore amico, al tavolo del buffet, c’era anche un Naruto parecchio esagitato che non faceva che inforcare per sbaglio le persone con il suo tridente da diavolo. “Ehm, non ho molta fame…” disse solamente.
Ino s’imbronciò, ma non demorse. “Perché non fai un bel discorso con… con Neji!” riprovò, indicando il loro amico pallidissimo nel suo etereo vestito da fantasma.
“E’ con Tenten…” si limitò a farle sapere, notando la ragazza castana che ballava accanto al fantasma perfetto.
“Mh… Senti, mi stai facendo perdere tempo, e se Fronte Spaziosa riesce a ballare con Sasuke-kun…” lo minacciò. “Vai a ballare e facciamola finita!” lo istigò, spingendolo verso la pista da ballo, dominata da un Rock Lee vestito da elfo. Il verde era sempre stato il suo colore preferito…
“Ino!” la richiamò. “Non vado da nessuna parte conciato così, scordatelo! E ora me ne torno a casa” le fece sapere, arrossendo un pochino.
Lei lo guardò stupita, poi chiese, in quel modo serio che non ammetteva replica che le era proprio: “Perché, hai qualcosa da ridire sullo splendido costume che ti ho trovato?”
, avrebbe voluto dire il ragazzo. Soprattutto per tutto quel pelo che si era dovuto mettere addosso!
“I lupi mannari non sono il mio forte…”
“Beh, mi hai chiesto qualcosa che non ti facesse riconoscere dagli altri, ed eccolo qui” ammise lei soddisfatta, guardando il vestito peloso e il trucco pesante sul viso. “Sono proprio brava, eh?”
“Sì, ma-”
“Vai a ballare!”
“Non mi va!”
“Non mi interessa!”
“Ma-”
“Ballo io con te”.
Entrambi si voltarono in contemporanea verso la voce che li aveva interrotti, trovandosi davanti due occhi verdi e un sorriso compiaciuto ornato da canini appuntiti.
Shikamaru sgranò gli occhi. “Ma che-” cavolo ci fai tu qui?
“Oh, bene, divertiti!” sorrise Ino, volgendosi poi dalla parte opposta. “Devo andare, eh, ciao!” lo salutò, scappando via nel suo vestitino nero. “Sasuke-kun!!” urlò.
E Shikamaru la vide sparire nella folla, in cui intravide anche una testa rosa e due ali da fata. Sbuffò, per sentire di nuovo una stretta al braccio. 
“Sei pronto, bimbo?”
Ma che… Non mi ha riconosciuto?, pensò il ragazzo, mentre Temari gli faceva attraversare tutta la sala. Con tutto quel buio non è che ci si vedesse molto bene, più volte Shikamaru urtò contro qualcuno, ma non fece mai in tempo a chiedere scusa che la ragazza lo aveva già trascinato via. Riuscì a vedere Choji offrire un piatto pieno di dolci a Sakura, Ino ballare con Sasuke, e lo spacco decisamente ai limiti della decenza della gonna lunga di Temari.
Poi si ritrovò all’aperto, sul terrazzo, sentendo l’aria della notte rinfrescargli la pelle – o almeno quella esposta, sotto tutto quel pelo!
Sospirò di sollievo, anche perché le sue orecchie potevano finalmente riposarsi da quella musica assordante e gli occhi ora non erano più abbagliati da colori strani, ma intorno era solo nero. Soffuso leggermente per via delle stelle, ma inconfutabilmente nero. In fondo, quella era la notte dell’orrore.
“Senti, grazie per-”
“Balliamo?” propose Temari, e senza dargli la possibilità di ribattere gli gettò le braccia al collo, avvicinandosi.
Shikamaru avvampò – e ringraziò Ino, il suo trucco, e tutto quel pelo – poi deglutì a vuoto. Che cavolo si doveva fare in quella situazione, quando la ragazza che ti piace - un’amica! - non ti riconosce e ci prova spudoratamente con te?
Lui, dall’alto del suo quoziente intellettivo, preferì tacere e godersi il momento. Forse, quella serata seccante piena di maschere non era poi così male…
Le mise timidamente le mani sui fianchi, sollevandole appena il mantello, impacciato, fece un profondo respiro e appoggiò la guancia sulla tempia di lei. Ok, e ora?
“E ora?” chiese lei, e Shikamaru fu dannatamente certo che quella lì fosse in grado di leggergli nel cervello, in fondo era nata per metterlo in difficoltà, visto come gli aveva soffiato nell’orecchio!
“Balliamo” propose incerto, muovendo prima un passo, lento, e poi un altro, che andò a sovrapporsi al piede di Temari.
“Ahi! Ma sta’ attento!” si lamentò scontrosa.
“S-scusa”. Ecco, era arrivato pure il balbettio tipico di Hinata… Ci mancava solo uno svenimento ed era a posto, addio reputazione.
Ma continuò soltanto a  muoversi piano, con lei tra le braccia, godendo dell’aria fresca e del suo calore – splendido contrasto che gli metteva i brividi. Almeno fino a quando lei non scoppiò a ridere.
“Che c’è?” domandò lui, ora preoccupato.
“Perché stiamo ballando un lento se la musica è veloce?”
Shikamaru arrossì – ancora – e implorò il suo cervello di dargli una risposta. Che non arrivò.
“Oh, lascia perdere, lo so che sei un incapace” disse lei, non fermandosi però.
“Grazie, eh…”
“Non ti metterai a piangere, ora!” lo prese in giro.
E lui sbuffò. “Ma allora mi hai riconosciuto?”
“Adesso te lo dici anche da solo che sei un piagnone? Certo che ti ho riconosciuto, per chi mi hai preso?” ma stavolta Temari sorrise.
Il ragazzo mise un broncio notevole, allontanandosi di un passo, cosa che non fu possibile dato che lei gli si aggrappò ancora di più al collo.
“Che vuoi?” chiese scontroso.
“Stiamo ballando, non puoi allontanarti”.
“Temari, stiamo ballando seguendo una musica che non esiste, e siamo pure vestiti come due idioti” rettificò.
Tu sarai vestito da idiota” commentò acida. “Io sono perfetta nel mio vestito da vampiro”.
Okay, doveva ammetterlo, era davvero perfetta. Ma non c’era bisogno di farglielo sapere.
“Mh”.
Mh cosa?” 
“Niente… Solo che…”
“Shikamaru, sputa il rospo o te lo faccio ingoiare con la forza!”
Lui si spaventò un pochino, ma poi si fece coraggio. Era un uomo, in fondo. Peloso e pieno di trucco, ma pur sempre un uomo. “E’ banale”.
Temari inarcò un sopracciglio, estremamente scettica, poi strinse le labbra e assottigliò gli occhi. “Beh, detto da uno vestito come… Cos’è che sei esattamente? Un gomitolo di lana?”
“Sono un licantropo” spiegò, vagamente offeso.
“Un licantropo…” ripeté lei, ponderando le parole e ancora scettica.
“Sì”.
“Uhm…”
Uhm cosa?” si ritrovò a chiedere, curioso come non mai. E quello sguardo verde e pensieroso aveva un’altra luce visto da così vicino.
“Ti avrei visto meglio come…” e Temari ci pensò su. O almeno fece finta.
Ma Shikamaru attese, per non dargliela vinta, perché l’orgoglio sotto quel pelo era ancora elevato.
“…Come uno zombie, morto di sonno come sei” ghignò lei, contenta della sua battuta.
“Ah, divertente, davvero…” commentò l’altro, alzando gli occhi al cielo.
“E dai, sei stato tre ore steso su un divano scomodo! Potevi pure salutarmi prima!”
“Non sapevo nemmeno che eri a Konoha” si limitò a dire, tornando con la guancia sulla sua tempia, arricciando il naso per il fastidio di uno dei suoi codini. Era proprio rilassante, sì.
“Sono arrivata stamattina: missione noiosamente inutile”.
Ma dovevano parlare per forza?
“Mh”.
“Secondo te invece qual è il mio vestito ideale?” chiese con una punta di infantile contentezza.
Sì, dovevano per forza parlare. Le donne…
Shikamaru sbuffò, poi la guardò negli occhi, pensando bene alla sua risposta. “Tu… Saresti una perfetta…” e fece una bella pausa ad effetto in cui gli occhi della ragazza si caricarono di aspettativa. “Zucca”.
“Eh?”
“Sì, troppo colorata e tonda. È perfetto” ponderò meglio.
Sentì poi la stretta attorno al suo collo serrarsi – ma voleva strangolarlo? Lì davanti a tutti? – e degli occhi verdi farsi pericolosamente minacciosi e avvicinarsi al suo viso.
“Una zucca?” ripeté lei, per esserne sicura.
Ma lui si limitò a sorridere e a stringerla un po’ di più, sentendola in un primo momento irrigidirsi, ma poi sciogliersi nell’abbraccio.
“Questa non la passi liscia” lo minacciò.
“Lo so”.
“Quando meno te lo aspetti…”
“Sì, sì”.
“Sta’ attento a non pestarmi i piedi!”
“Scusa”.
E poi continuarono a ballare – a stare fermi, più che altro – ancora per un po’, mentre la luna si abbassava nel cielo e le urla all’interno della sala si alzavano sempre di più. Ma su quel piccolo terrazzo avevano trovato un’oasi tutta per loro, da condividere in silenzio così come i loro sentimenti. Forse in quella serata particolare potevano essere vissuti, almeno un pochino…
“Un vampiro e un licantropo, che accoppiata perfetta… Non andiamo d’accordo nemmeno come mostri delle favole” sospirò Shikamaru dopo un po’.
“E chi lo dice che non possono stare insieme?” s’impuntò lei.
“Tutti?” le rispose ironico.
“E chi se ne importa di questo tutti!” sorrise. E lo fece in quel modo particolare per cui lui sentiva sciogliersi qualcosa dentro di sé, come se fosse miele – figuriamoci, a lui nemmeno piaceva, il miele! Era un cibo da femminucce.
Quel sorriso era dolce. Come una zucca.
Poi Temari si alzò sulle punte dei piedi, avvicinandosi al suo viso, poggiò la fronte contro la sua e attese, stringendosi meglio alle sue spalle. “Allora?” soffiò piano sulla sua pelle, con voce bassa.
E Shikamaru non capì più nulla, arrendendosi a tutte quelle sensazioni… Il cuore che batteva più veloce, i polmoni che si gonfiavano solo quando si ricordava di respirare – ed era piuttosto raro – e un qualcosa al livello del torace che non ne voleva sapere di scendere. Ansia, agitazione, attesa… Non lo sapeva con certezza, ma gli piaceva. Eccome, se gli piaceva!
Forse, in quella notte particolare, anche un licantropo e un vampiro potevano stare insieme.
Forse, in quella notte assurda, Temari avrebbe anche potuto baciarlo.
Ma chi se ne importava di questo tutti!
E così lui chiuse gli occhi e con impeto – ogni tanto anche lui si muoveva celere – si gettò sulle labbra di lei, stringendola alla vita. Ma la ragazza fu più veloce – come al solito – e si allontanò ridendo, tirandogli una guancia.
“Che fai?” domandò con un ghigno superiore.
“N-niente” mentì lui, imbarazzato, mentre le guance si arrossavano, e non solo per la stretta di Temari.
“Non avrai davvero pensato che io potessi baciare te?” gli chiese, calcando bene sulle parole.
Lui s’imbronciò, poi sbuffò. “Ma chi ci tiene a baciarti…” borbottò.
Ma Temari, per la di lui sfortuna, era fin troppo sveglia. “Sei così carino tutto rosso!” lo prese in giro ridendo.
“Come se potessi vedermi sotto questo trucco ridicolo che… Oh! Smettila di ridere!” se la prese, scontroso.
“Non posso vederlo, ma posso immaginarlo” rispose saccente. Poi gli si strinse di nuovo addosso, smorzando le risate, fino a quando Shikamaru non sentì sul suo collo il sorriso di Temari. Ed era particolarmente piacevole e rilassante, meglio di qualsiasi divano scomodo che potesse trovare quella sera – anche se non era sicuro fosse meglio di un bacio, ma a quello ormai aveva rinunciato.
Le strinse la vita, attirandola a sé e inspirando tra i suoi capelli – forse quello non era proprio meglio di qualsiasi cuscino, ma lui era un ragazzo che si adattava facilmente a tutto.
“Che stai facendo?” gli disse.
Lui sorrise, muovendo un passo.
“Balliamo, no?”
E si ritrovarono entrambi a ridere, complici di un legame difficile da capire e impossibile da spiegare. Però stavano bene, così, anche se erano strani. E poi quella era la notte delle stranezze!
Rimasero su quel terrazzo per ore, ignari del raffreddore che sarebbe arrivato il giorno dopo – e Shikamaru lo sapeva, lo sapeva!, che avrebbe dovuto sorbirsi i rimproveri di sua madre per essere riuscito ad ammalarsi con dieci chili di pelo addosso e quelli della ragazza per averla fatta ammalare – e seguendo con passi lenti e cadenzati una musica vivace e assordante. Ma non importava, bastava essere lì, insieme, ognuno aggrappato all’altro, e almeno per una notte all’anno senza la paura di mostrare i propri sentimenti. Nessuno escluso.
Quella notte l’avrebbero ricordata a lungo…


Fine(?)


Troppo colorata e tonda?”
“Mh?”
Temari lo guardò minacciosa, prima di sciogliere la presa intorno al suo collo.
“Shikamaru, spero per te che tu sappia correre veloce, perché se ti prendo ti ammazzo”.
E dopo fu solo tanta stanchezza, stanchezza e stanchezza. E risate, oh .


Fine(!)






Note: non fa molta paura, vero? XD L’anno prossimo mi rifarò con un racconto dell’orrore.
Il titolo “Moondance” si rifà a una canzone di Michael Bublé che vi invito ad ascoltare perché è poesia pura.
Io mi sono immaginata Shikamaru vestito stile Ciubecca di Star Wars XD Povero caro.  


   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Shatzy