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Autore: Akira_Kiyosawa    02/11/2009    2 recensioni
Allora, questa è la mia prima fanfiction riguardante Death Note ed è sulla coppia Mello x Matt. Ancora non è completa. La posterò a capitoli. So che non è un granchè, ma se qualcuno ha un pò di tempo extra... Comunque la storia inizia alla Wammy's House e continua sino alla morte dei protagonisti. Spero che piaccia!
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e te

Mello tornò nella sua stanza, furente. Sbatté la porta con ferocia e cominciò a preparare le sue cose per la partenza. Il compagno di stanza, intanto, giocava con il suo inseparabile gameboy e, se non si disturbò ad alzare gli occhi dallo schermo quando sentì il forte rumore della porta, lo fece non appena vide che l’amico stava riempiendo una borsa.
< Che è successo, Mello? > chiese Matt preoccupato, appoggiando il gioco su un tavolino. L’amico non rispose, come se non l’avesse sentito o come se non volesse sentire , così continuò:
< Mello, non fare lo stupido. Rispondimi. >
Niente.
Così si alzò dalla sedia e lo raggiunse.
< Dannazione, Mello, rispondimi! >
Mello alzò per un istante gli occhi dallo zaino, ormai quasi pieno, e incontrò gli altri: azzurri, furenti, preoccupati. Li riabbassò quasi subito, come se in quei secondi avesse rivelato troppo, come se si fosse bruciato fissando per troppo tempo il sole. Con il capo chino continuò ad infilare vestiti nello zaino, senza preoccuparsi di metterli in ordine, piegandoli. Dopotutto doveva sbrigarsi o non avrebbe più avuto il coraggio di andarsene. In quel breve momento, in quel breve contatto, Mello aveva comunicato involontariamente a Matt tutto il dolore che comportava quella scelta. In fondo Matt era il suo migliore amico, il suo primo migliore amico… Si stava comportando da vero idiota, Mello, ma non riusciva più a sopportare l’espressione vuota, noncurante, di superiorità e quasi di sufficienza di Near. Per colpa sua aveva trascorso quindici anni della sua esistenza nello sconforto più totale, cosciente del fatto che non sarebbe mai riuscito a superarlo. Quante volte ci aveva provato? Quante notti insonni a studiare aveva trascorso? Niente. Non era servito a nulla. Aveva provato tutto ma senza successo.
…L’eterno secondo…
Meno male che c’era Matt. Lui gli infondeva la forza, il coraggio necessari per andare avanti e per non arrendersi mai. Lui che lo consolava impotente. Lui che trascorreva le notti insonni insieme a lui…Ma ora basta! Era giunto il momento di agire, di prendere la situazione in mano. Forse in questo modo sarebbe riuscito a superare Near. Almeno per una volta… E, poi, così avrebbe vendicato la morte del grande L, l’idolo di tutti nella Wammy’s House. La voce dell’amico lo riscosse dai suoi pensieri.
<  è per Near, non è vero? È per quel bastardo che te ne vai?! >
Mello rimase di nuovo in silenzio, meditando. Come sarebbe riuscito ad andarsene e lasciarlo lì dopo tutto quello che avevano passato insieme? In fondo Mello doveva molto a Matt, molto più di quanto quest’ultimo doveva a lui. Era da egoisti fargli questo! Mello aveva pensato solo ed unicamente ad i suoi tormenti , fregandosene di quelli di Matt, causati per di più dal suo star male, dal suo essere nervoso, arrabbiato, disperato….Matt odiava vederlo in quello stato. Ma Mello non si meritava tutte queste attenzioni! Dopotutto lui era il secondo, non il terzo come lo era, invece, l’amico. A questo non aveva mai pensato. Eppure eccolo di nuovo lì, a schierarsi ancora una volta dalla sua parte, a lottare di nuovo con lui… Ma pensare a tutto ciò rendeva solo le cose più difficili.
Matt si diresse verso la porta, innervosito. Mello alzò la testa per la seconda volta. Vide l’amico indugiare sulla maniglia e tornare indietro verso di lui. Prima che Mello potesse fare una qualsiasi cosa, Matt gli sfilò lo zaino dalle mani.
< Almeno così sono sicuro che non te ne andrai >disse l’amico, tornando verso la porta. Questa volta Mello si mosse e parlò per la prima volta.
< Ridammi lo zaino, Matt >
< Ah, finalmente mi hai degnato di una risposta! Ora dimmi che cosa è successo prima che vada a spaccare il muso a Near! >
< Smettila di fare il bambino, Matt, e ridammi lo zaino > disse sbuffando.
< Ok, ho capito. > Matt abbassò la maniglia.
< L è stato ucciso da Kira e Near è stato scelto come successore > Mello abbassò gli occhi verso il pavimento. Rimasero in silenzio per più di un minuto.
< è per questo?! Per questo te ne vai?! Perché Near è il successore?! > Tuonò l’altro.
< No…io…io voglio catturare Kira prima di lui. Per farlo non posso restarmene qui…e poi…voglio vendicare la morte di L. Se lo merita. Per questo me ne vado. Ora dammi lo zaino, Matt. Non farmelo ripetere ancora… >
La mano di Matt tremò, ancora ancorata alla maniglia. Sembrava volesse frantumarla.
< Mello, in tutti questi anni…sapevi che sarebbe giunto questo momento. Sapevi che prima o poi L sarebbe morto e che la scelta di successione sarebbe ricaduta su Near o su di te…Sapevi che Near avesse preso il posto di L te ne saresti andato, vero?! >
Altri brividi gli percorsero il corpo. Mello restò dapprima sconvolto, sbigottito, dalla conclusione dell’amico e sgranò gli occhi per un momento. Per fortuna Matt fissava la maniglia.
< Si > mentì lui < Si, avevo già pianificato tutto. Sapevo che prima o poi me ne sarei andato… >
Questo sarebbe stato l’ultimo favore, l’ultimo regalo di Mello per Matt. Non avrebbe mai permesso all’amico di andare con lui.

Gli occhi ardenti gli bruciavano come il fuoco, mentre già si figurava la loro prossima vita.
< No, mi spiace. Avevo programmato tutto per una sola persona. Non c’è posto per te…lì dove andrò >
Si, ma dove??? Non lo sapeva neppure lui. L’idea di andarsene non lo aveva mai neppure sfiorato. Stava troppo bene con Matt, nonostante ci fosse Near fra i piedi. Se non fosse stato per Matt si sarebbe dileguato già da un bel pezzo. Com’era terribile per Mello vedere l’amico in quello stato. Insomma, ci credeva sul serio! Credeva davvero possibile che lui lo escludesse così. Avrebbe voluto abbracciarlo…ma non poteva…e il pensiero morì rapido così com’era nato.
< Bè, questo cambia le cose…se tu non mi vuoi… >
No,non era possibile! Una lacrima solcò il viso di Matt, che non riuscì più a parlare. No, questo proprio non andava bene. Ci voleva un taglio netto. Per il suo bene.
< Matt, sai qual è il problema? Dovresti un po’ smetterla di vivere tra le nuvole, nei tuoi sogni. Non sono reali, sai? La realtà è ben diversa… >
Mello approfittò dello sguardo vacuo di Matt per sottrargli li zaino ed avvicinarsi alla porta. Ma Matt si riprese prima del previsto e bloccò l’uscita mettendosi davanti.
< Stai mentendo, vero? > la sua voce, insicura, tradì il volto dall’espressione feroce, di sfida.
< Matt, ti ho appena detto di smetterla di vivre nei tuoi giochi… > lo canzonò Mello, apparentemente scocciato.
< Non capisco davvero quale sia il problema, sul serio. Insomma io me ne vado, tu rimani. Che c’è di così complicato da capire?>
Ogni parola era una fitta al cuore per entrambi.
< C’è che non ci credo! > lo guardò negli occhi. < Non ci credo. È impossibile! Dopo tutto il tempo trascorso insieme…non ti è rimasto nulla? È così semplice per te andartene? Per me sarebbe una sofferenza immane! Non ti ho mai detto questa cose, ma è giunto il momento! Io…Io…Io…non ce la faccio a starti lontano! Sei il mio migliore amico, sai che significa?! Non posso lasciarti andare senza sapere con esattezza dove, con chi…se starai bene… >
Matt lo guardò disperato < Ti prego! >
Oddio, non gliel’aveva mai dette queste cose, anche se le conosceva molto bene perché le provava anche lui. Stava per cedere…
< Mello dimmi che non vuoi che venga con te! Dì che è stato tutto un gioco, dì che non era reale! Dì che mi odi e mi sposterò! Ho solo bisogno di sapere…la verità. Rispondi! >
E ora? Mello era in bilico tra la scelta più semplice per entrambi, tra la verità, che avrebbe esposto Matt al pericolo, e quella più giusta, la bugia, che lo avrebbe salvato, sì, ma che avrebbe anche cancellato la loro amicizia. Per sempre.
Ma questo non era un gioco. Qui si parlava di Kira. Kira: il criminale più pericoloso al mondo . Colui che aveva sconfitto persino L. No, Stavolta non l’avrebbe seguito.
< Ti posso dare la certezza che starò bene. Addio > spinse con forza Matt e uscì dalla stanza, correndo.
< Aspetta, Mello! Fermo! > urlava Matt, rincorrendolo.
 No, Matt non si sarebbe mai arreso così facilmente. Credeva di poterlo tenere a bada così?? Gli sarebbe bastato un per lasciarlo in pace. Non voleva imporre la sua presenza a nessuno. L’unica cosa che gli premeva era la felicità di Mello. Se lui non l’avesse voluto, si sarebbe messo da parte, si. Ma sarebbe rimasto per sempre dietro le quinte, nel caso gli fosse servito aiuto. Non si sarebbe mai separato definitivamente da lui. No non poteva farlo… Mello era stata l’unica persona reale, concreta più bella che avesse mai conosciuto. Matt sapeva benissimo che la vita reale era ben diversa da quella dei suoi giochi. Ne era cosciente. Si poteva dire tutto di Matt. Lui era un pessimista e aveva una debole autostima, si. Ma non era stupido. Sapeva che la vita era disseminata di avversità, crudeltà, ingiustizie… Per questo motivo si rifugiò nei suoi gameboy, di cui lui era un maestro. In questo modo poteva far finire tutto bene per il protagonista e sconfiggere il male. Anche per questo odiava uscire, sì. Odiava tutto ciò che era reale, tutto ciò che non era qualcosa di elettronico. Odiava il sole, il mare, gli animali, le persone, praticamente tutto! Fino a quando non incontrò Mello. Per lui quella fu una vera e propria svolta nella sua esistenza. Era come se uno dei suoi personaggi avesse preso vita. Matt non ne conosceva il motivo, ma per sua fortuna, anche l’amico provava lo stesso. Certo, all’inizio non poteva esserne sicuro ma un particolare episodio lo portò a riflettere. Mello era tutto ciò che Matt desiderava, era tutto ciò di cui aveva bisogno. In principio credeva di essere uno dei tanti svaghi di Mello; un modo per passare il tempo. Gli pareva impossibile che qualcuno avesse bisogno di lui.
Quando Mello arrivò all’orfanotrofio Matt era già lì da un anno. Era una fredda notte di Gennaio. Nevicava quando lo presentarono agli altri bambini. Matt, naturalmente, era in un angolino con il suo fidato gameboy, mentre tutti gli altri, a parte Near, impegnato a risolvere i suoi soliti puzzle, gli si avvicinarono per fare amicizia. Qualcosa colpì sin da quel momento Mello, poiché superò tutti e chiese quale fosse il nome di Matt.
< Ciao>
Matt sollevò lo sguardo dal gameboy e fissò il nuovo arrivato: Ce l’aveva con lui?
< Ciao > rispose freddamente l’altro. Così facendo incuriosiva Mello sempre di più.
< Non mi chiedi come mi chiamo? >
Matt tornò al gioco. Aveva salvato la partita per un soffio.
< Non mi interessa> disse distaccato e infastidito. Che voleva da lui?
< A me interessa conoscere il tuo >
< Perché?> era stato costretto a mettere il gioco in pausa.
< Non lo so, a dire la verità. Forse è stato perché non me l’hai chiesto. >
< Non sono l’unico > ribatté Matt, indicando Near, che non aveva alzato lo sguardo neppure per un secondo.
< Già…Allora, come ti chiami? >
Matt non si risparmiò uno sguardo irritato e rispose. Poi continuò a giocare.

Come poteva Matt dire di no ad un bambino che glielo chiedeva con quel sorriso un po’ malinconico, un po’ speranzoso?
< Fa come ti pare > a quel punto ci fu un silenzio tombale; poi tutti iniziarono a sussurrare tra di loro. Near fu costretto a tornarsene in camera per l’irritazione che celò, come sempre, immediatamente.
< Perché tutti hanno preso a sussurrare ed a guardarti?? >
Di tutta risposta qualche sussurro arrivò più alto degli altri.
< Avete sentito? Matt che permette di avere qualcuno in camera con lui? > < Ma se è stato un anno da solo! > < Già. È da quando è arrivato qui che non vuole nessuno… >
Matt si staccò dal muro e salì le scale le scale per arrivare in camera. Non sopportava tutti quei pettegolezzi. Non voleva che si parlasse di lui. Mello lo seguì piano, in silenzio.
< Ehi, mi dici perché non hai mai voluto un compagno di stanza? Perché sei rimasto solo per un anno? > chiese Mello quando furono in camera.
Matt si era già steso sulla parte superiore del letto a castello. Non lo rispose, sospirò ed accese di nuovo il gameboy.
< Bè, non importa. Adesso ci sono io, non temere. Sarò il tuo migliore amico, te lo prometto! > detto ciò svuotò la valigia, sorridendo.
Per Matt era già doloroso ricordare il loro primo incontro in un momento come quello e non andò oltre con i pensieri. Gli bruciavano gli occhi.
< Mello, fermati!>


  
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