[Richiesta
da Red S i n n e r]
Ohdei, è troppo stupida, è troppo, troppo...
Mi piace, non posso e non voglio negarlo XDD. È troppo anche
per me, insomma, queste
sono le cose che si dicono ma a bassa voce, questi sono i pettegolezzi
segreti...
Vi farò capire di cosa sto parlando mostrandovi la fan
fiction.
Buona lettura~
«Raito-kuuun!»
«Calmati Misa, per favore».
«Ma è... una cosa bellissima! Dai, fatti baciare!
Vieni quiii!»
«Un po’ di contegno».
« Sai come dice la pubblicità: un diamante
è per la vita! Quindi devo recuperare
gli anni passati, eh già!»
Light sorrise.
«Per la vita...»
Commozione celebrale.
Era entrato in
quell’ufficio la prima volta a ventun’anni.
Un pargoletto inesperto –
così lo
aveva descritto Matsuda, la guardia di sicurezza, prima che il nuovo
assistente
raggiungesse l’ufficio del capo.
Gli dèi
risero, quel giorno.
Mikami Teru, dopo aver
incontrato gli occhi di Yagami Raito, si era scoperto
spacciato, incastrato, condannato a una morte lenta e dolorosa.
[
La morte della fan girl rifiutata: ]
I compagni
d’ufficio descrivevano il loro come un rapporto innovativo
fra capo
e sottoposto – collaboravano, buon cielo, collaboravano!
Quel che non
immaginavano era che effettivamente l’assistente aveva preso
il
controllo del datore di lavoro, il quale lottava con il proprio
orgoglio per
non telefonare a Light nel pieno della notte e chiedergli con voce
d’oltretomba
quale cravatta indossare al meeting a venire.
Quel giorno, il vanto
della famiglia Yagami si chiese perché, perché, perché non avesse ancora ucciso col
veleno il signor Mikami e non ne avesse preso il posto.
«Okay,
Teru», annuiva per dargli corda. «Ora: vogliamo
lavorare?»
«Aspetta!»,
guaì l’altro, strappandogli di mano il telefono
aziendale per
attirare la sua attenzione: «Adesso arriva la parte
migliore».
Cosa, cosa, cosa avrebbe potuto
esserci di meglio, dopo la cena pagata nel ristorante più
lussuoso della città
e un giro in carrozza per— ma dove cazzo sarebbero voluti andare con
la
carrozza nella zona industriale di Tokyo?
Eppure, il magistrato
era convintissimo di quel che stava dicendo.
[
la morte celebrale... ]
Gli porse una scatola
larga e piatta, tanto simile a quella di una gioielleria.
«Il punto
debole di ogni donna – così avremo la conferma che
la signorina Misa
sia realmente una donna e non un cavallo come ho supposto io».
«Teru, io...
posso ucciderti, vero? Mi dai il permesso?»
«Dopo aver
guardato cos’è», sorrise con orgoglio.
Light aprì
l’astuccio blu, svelando uno stupendo collier di oro bianco
diciotto
carati e diamanti che troneggiava con eleganza s’un
cuscinetto nero.
Ne rimase affascinato
per un attimo; studiava i particolari dei due anelli
rivestiti di quel meraviglioso carbonio
che s’intrecciavano.
«Non
potrà più rifiutarmi nulla», mormorava
stregato. «Non potrà, potrà,
farà... Io
conquisterò l’impero
cinematografico degli Amane!»
L’urlo,
seguito da inquietanti risate, si diffuse per tutto il piano,
indispettendo e intimorendo i colleghi.
«Per la vita,
per la vita...», ripeteva,
mentre un ghigno piegava il suo viso, reso ancor più
preoccupante dalla luce
delle candele che illuminavano la cena.
[
... alla quale spesso succede
una
commozione celebrale. ]