»Everything about you is so easy to love.
(Prompt: 73.~ Knights)
“Il
mio giocattolo.
Dov'è?
Non
posso averlo perso.”
Scese
dal divano, l'albino, e si diede ad un indagine accurata della
stanza, gattonando sul marmo bianco.
Sotto
il divano nulla.
In
camera nulla.
Il
telefono squillò e fu
costretto a distrarsi momentaneamente dalla sua ardua impresa.
Gattonò all'indietro, senza voltarsi.
Afferrò
il telefono, e con tono scocciato rispose.
Mugolò
un paio di volte in segno d'assenso, chiuse la chiamata e si dedicò
di nuovo al setaccio del pavimento.
“Non
ho molto tempo.”
Continuò
le sue ricerche, senza alcun tipo di risultato.
Decise
ch'era il momento di cercare sui mobili, e si mise in ginocchio e con
accuratezza controllò ogni singolo ripiano della libreria.
Sobbalzò
al suono del campanello, si diresse ad aprire, infastidito
dall'assenza dei suoi collaboratori.
«Near.»
«Roger.»
«Come ti senti?»
A
quella domanda il piccolo si voltò verso la finestra. In silenzio.
«Ascoltami
Nate posso capire che quello che è successo ti faccia stare male,
infondo ti conosco da quando eri appena nato.
Devi
riprenderti, sei tu adesso ad avere le responsabilità.
Sei tu
il successore di Ryuzaki.»
Il
volto esangue di Near rimase impassibile. Osservava la luce invernale
che carezzava i palazzi della città.
«Nate,
vuoi dire qualcosa?»
Riuscì
soltanto ad esalare un “no” senza particolare convinzione.
«Fa'
come vuoi. Io me ne vado. Degnati
di farti sentire.»
Tutto
ciò che Roger ottenne fu una distratta scrollata di spalle.
Il
piccolo rimase in attesa.
Sentì distintamente l'uomo che scendeva pesantemente le scale, e il
suono di un motore.
Si
concesse degli attimi per fissare ancora la luce lattescente posata
sul sobrio arredamento. Sospirando, si avvicinò al margine della
finestra.
Appoggiò
la fronte al gelido vetro.
Le
lacrime rigarono le sue guance e i singhiozzi gli ruppero il
respiro.
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Note Dell'Autrice: L'ho buttata giù in un momento di forte malinconia. Scrivere è un toccasana *-*