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Autore: Bonhiver    03/11/2009    6 recensioni
«Domani vado ad Hogsmeade con Ron.»
Ebbe il coraggio di sussurrare Hermione, mentre ancora si stava sistemando la gonna.
«Anche Ginny me l’ha chiesto.»
Le rispose annuendo lentamente Harry, lo sguardo stranamente basso.
Non si concessero di guardarsi negli occhi, non ne avrebbero avuto il coraggio.
«Allora buona notte, Harry.»
«Buona notte, ‘Mione.»
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Shudders

Quando tutto è così ingiustamente perfetto








Nel corridoio, il silenzio era spezzato solo dagli ansiti di due ragazzi.
Hermione spinse con infinita e dolce passione l’amico, l’amante, il compagno, contro il muro alle sue spalle.
Un nuovo bacio, pieno di aspettative.
Quasi non capiva dove si trovassero, perché ancora non fossero inciampati in un letto.
Gemette estasiata quando quelle mani che tanto desiderava le slacciarono la gonna dai fianchi, facendola cadere a terra.
Era sbagliato? Avrebbero dovuto fermarsi?
Molto probabilmente. Ma lei non voleva e, arrivati fino a lì, quella era l’unica cosa che realmente importasse.
Passò una mano dietro al collo di Harry, il suo Harry, e scese a baciargli il petto, per quanto la camicia che ancora teneva chiusa glielo permettesse. Esplorò con minuzia ogni centimetro di quella pelle che ormai conosceva fin troppo bene.
Harry Potter e Hermione Granger.
Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, da lei. Era così perfetta e ingenua sotto quel punto di vista, agli occhi di tutti. Nessuno poteva sospettare quanto fosse preparata anche in quel campo.
Chiuse gli occhi, gli serrò cercando di controllarsi, mentre un brivido le scuoteva la schiena, scatenandole un incendio sotto la pelle.
Lo desiderava, lo voleva, lo aveva. Ogni giorno, ogni ora. Ogni notte.
Lo vide cercare il suo sguardo, solo per un attimo, per cercare conferma. La conferma di poterla toccare, come se ancora gli servisse.
Forse era questo quello che amava più di tutto in lui, l’ingenuità.
Si perse in quegli occhi verdi, senza realmente rendersi conto che quelle mani tanto conosciute ormai la stavano esplorando. Fremette, semplicemente.
Hermione non era mai stata una ragazza da poco, aveva sempre avuto dei sani principi.
Allargò ancor più le gambe, incrociandole sulla vita di lui, buttando indietro la testa.
Rifletteva prima di agira fin da bamina. Faceva parte della sua persona.
Infilò una mano fra quei capelli che, era sicura non essere l’unica ragazza a farlo, adorava.
«Harry… ah.»
Per tutta risposta il ragazzo spinse ancora più a fondo le dita, più a fondo in lei.
La loro era un’amicizia che si era persa nel cammino della vita. Avevano inconsciamente superato il famoso confine.
Oppure no?
Respirò sul suo collo, consapevole di farlo impazzire.
Lentamente slacciò le gambe dalla sua vita, finendo col toccare il pavimento, in punta di piedi.
Aveva le mani tremanti quando gli slacciò la cintura che teneva su i pantaloni della divisa.
La sua erezione era ben visibile anche nascosta dal tessuto dei boxer e lei si sentì, come ogni volta, fragile davanti ad una simile dimostrazione di coinvolgimento.
Lui la desiderava e lei non chiedeva altro da una vita.
Sentirsi importante.
Ricordava -ogni volta che sentiva di esserci, ad un passo dal diventare sua- la prima volta che aveva conosciuto quel mondo, il loro. E di mille altri amanti.
Una lacrima le solcò il viso, mentre accoglieva l’intrusione dell’amore dentro di lei.
Una spinta, due. Molte, ogni volta differenti.
Le mani del ragazzo la circondavano, andando ad afferrarla per il sedere, mentre la muoveva in cerca del ritmo giusto.
Ed Hermione abbassò lo sguardo sui loro sessi uniti, emozionandosi immensamente. Sentiva chiaramente il rumore dei loro corpi a contatto, i respiri affannati di Harry sulla sua spalla nuda, lo sgocciolio della pioggia oltre la finestra a pochi metri da loro.
Era buio, ma lei vedeva quei capelli davanti a sé fin troppo chiaramente.
Incrociò le braccia intorno al suo collo quando sentì crescere quel senso di vuoto che riusciva a riempirla come non mai, dentro di lei.
Amava quel momento più di tutto. Quando era ad un passo dallo scoppiare, quei pochi secondi che davano un senso alla sua intera vita.
«Harry…» Ansimò, senza sapere di averne il coraggio. «Io ti… amo.»
Lo sentì spingere dentro di lei con più forza.
«Non è… vero.»
Aveva sussurrato lui. Non lo aveva mai fatto prima, non parlava mai.
«Sì.»
Hermione gli conficcò le unghie nella schiena, attraverso la camicia che portava, facendolo gemere senza controllo.
«Sì.» Ripeté, convincendo anche sé stessa.
Sapeva di aver osato troppo, dichiarando quello che provava per lui.
Ma come poteva non farlo? Era una cosa così bella, anche se sbagliata.
E finalmente raggiunsero l’orgasmo, che un secondo prima gli rese invincibili, e un secondo dopo vulnerabili persino ad un soffio di vento.
Harry scivolò a terra, con la schiena appoggiata alla parete, trascinando giù con sé anche lei.
La abbracciò, scompigliandole i capelli come aveva sempre fatto, anche prima di tutto quello.
«Anch’io.»
Ma quella constatazione, nonostante ciò che provavano fosse reciproco, non era fonte di gioia. Lo sapevano entrambi.
Sarebbero potuti rimanere in quella posizione tutta la vita, davvero.
Era tutto così ingiustamente perfetto.



Si separarono dopo molto, consapevoli di doverlo fare.
«Domani vado ad Hogsmeade con Ron.»
Ebbe il coraggio di sussurrare Hermione, mentre ancora si stava sistemando la gonna.
«Anche Ginny me l’ha chiesto.»
Le rispose annuendo lentamente Harry, lo sguardo stranamente basso.
Non si concessero di guardarsi negli occhi, non ne avrebbero avuto il coraggio.
«Allora buona notte, Harry.»
Disse sempre la ragazza, prendendo l’iniziativa.
«Buona notte, ‘Mione.»
E lei lo precedette, dirigendosi al suo dormitorio poco distante da dove si trovavano, come se non condividessero la stessa Sala Comune.

  
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