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Autore: Perrii    05/11/2009    3 recensioni
Happy Birthday Lavi ♥
Ridendo, il rosso prese la mano dell'altro e la strinse fra le sue.
< oggi è il mio compleanno, Allen, e tu non lo sapevi > lo prese in giro.
< woah ... davvero ? >
Assentì con la testa.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Better Birthday.


Lavi si svegliò presto anche quella mattina.

La tenue luce solare batteva già sulla sponda del suo letto e non rischiarava ancora completamente la stanza.

Si stropicciò gli occhi impigrito, ma rimase un altro po' disteso.

Non si poteva certo dire che non si fosse ancora abituato alla routine del posto, ma avrebbe preferito di gran lunga rimanere disteso su quel letto a tempo indefinito.

Purtroppo, però, non poteva nemmeno pensare una cosa del genere.

Prese iniziativa e a fatica si alzò.

Fuori dalla porta l'Ordine Oscuro era già sveglio e al lavoro, mentre solo ora gli ultimi - come lui - cominciavano a svegliarsi.

Col lento sorgere del sole, riprese anche lui i gesti di ogni giorno andando in bagno, vestendosi e finalmente recandosi verso la mensa, guidato dal suo impaziente stomaco.

Si sorprese di non incontrare quasi nessuno nei corridoi, nonostante il chiasso fosse ben udibile, ma i suoi dubbi si dispersero quando un folto gruppo di facce familiari lo accolse raggiante nella stanza.

< BUON COMPLEANNO, Lavi !! > urlarono molti in coro.

< sì, buon compleanno ! >

< buon compleanno, esorcista-san ! >

< auguri ,Lavi !! >

C-Compleanno ... ?

Sul suo volto si aprì un sorriso radioso.

Era esattamente la mattina del 10 agosto, la sua prima mattina da 19enne.

Il suo cuore perse alcuni battiti mentre girava tra i tavoli e riceveva abbracci, baci e amichevoli pacche sulle spalle.

Quel cuore, che come Bookman JR non avrebbe mai dovuto avere.

Notò Kanda seduto in un tavolo da solo e, sbracciandosi, ci arrivò dinnanzi.

Posò le mani sulla panca in un gesto non troppo delicato per richiamare la sua attenzione.

< heeeeey Yu ! Non mi fai gli auguri ? >

Ricevette un'occhiata storta, ma prima di vederlo dedicarsi di nuovo alla sua soba mattutina, riuscì a strappargli un sussurrato < tsk. Tanti auguri, Rabbit >

Ordinò a Jerry un mucchio di cibi deliziosi per colazione e ritornò tra la folla, diretto verso il tavolo dove già erano intenti a consumare il loro pasto Crowely, Miranda, Lenalee e Bookman.

Alla vista di questo, non potè far a meno di ricordare lo scontro col 48° sé stesso, nell'illusione creata da Road.

Era stato qualcosa di troppo forte, non si poteva dimenticare.


Cos'è quella reazione ?

Questo è solo un mucchio d'inchiostro, no ?

Lavi ?

Se non riesci a guardare una cosa del genere senza reagire ... non sei degno del tuo incarico”

Tu ormai ...”

... non sei più un Bookman”


Sentì il dolore propagarsi dal petto, come se tutte le ferite della battaglia si fossero d'improvviso riaperte.

< Lavi, tutto bene ? >

La voce apprensiva di Lenalee lo riportò al presente e si rese conto di essersi portato involontariamente una mano al cuore.

Spostò lo sguardo immediatamente sul Vecchio, prima di rassicurare la ragazza.

Sapeva già cos'avrebbe letto sul suo volto e l'espressione che incontrò fu di preoccupazione e tristezza.

Non sfugge mai niente a quel Vecchio !

Riprese la sua solita aria serena e consumò il suo pasto senza troppi complimenti.

Immerso tra auguri e regali – tra cui un coniglio di pezza, regalo di Miranda in persona, e un piccolo ma terribile fiore carnivoro, superstite dalle macerie del suo vecchio castello, di Kuro-chan – tentò di allontanarsi dalla mensa ed andare a prendere un po' d'aria.

Accolse l'idea di fare un giro al Dipartimento Scientifico : magari avrebbe raccattato un altro po' di auguri anche là.

Così si ritrovò nuovamente solo per gli ampi corridoi.

Sbuffò sonoramente, portandosi le mani dietro alla testa.

Nemmeno Allen era a mangiare ... un momento, Allen ?! Non sarà mica che quel cretino di Due Nei l'abbia rinchiuso in biblioteca con sé e non lo voglia far uscire finchè non avrà le risposte che cerca ?? Lo farà morire di fame !

In balia di questi pensieri arrivò dinnanzi al laboratorio 5, ancora in via di ricostruzione dopo il violento attacco degli Akuma e del Livello4.

I mormorii indecifrabili cominciavano ad avere un senso man mano che ci si avvicinava e pensò che sarebbe stato meglio fare un salto in biblioteca ... il più presto possibile.

Oltrepassò il bianco cartello “Chemistry Group Only” noncurante, ma dopo pochi passi vide una goffa figura familiare lasciare cadere un enorme scatolone dalle proprie braccia e iniziare a correre su per la scalinata.

Lavi si arrestò sul terzo gradino, aspettando che Johnny lo raggiungesse affannosamente.

< uff, che fatica ... mi dispiace, Lavi, ma Reever è inflessibile e non vuole che si entri >

< mhh che noia ... > ribatté il rosso.

< JOHNNY !! ma quanto ci metti ?! Sbrigati a tornare ai comandi ! > la voce intimidatoria del capo della Sezione fece trasalire entrambi.

< c-chiedo scusa ! > tentò di rispondere l'interessato < ... accidenti, mi fa spostare dei marchingegni che sono il triplo di me ! >

Fece per scendere nuovamente la lunga gradinata, quando l'esorcista lo fermò.

< posso darti una mano, se vuoi >

Alla vista del suo sorriso, a Johnny s'illuminarono gli occhi e, come se avesse avuto un'apparizione divina, accettò di buon grado l'aiuto.

La speciale macchina era stata inscatolata, accuratamente etichettata e controllata.

< questo è quello che dobbiamo spostare ... ecco va proprio ... accidenti, scusami Lavi, ma va portata nell'Arca ! >

< e che problema c'è ? >

< bè, chi non è della Scientifica non dovrebbe entrarci ... >

< eddai Johnny !!! è anche il mio compleanno oggi ! > strizzò l'occhio con fare complice.

< Lavi non ... no ... e va bene > cedette < spero solo che Reever non ti veda > rabbrividì.

Presero cautamente l'oggetto e cominciarono a spostarsi verso l'Arca, salendo la piccola scala di ferro.

Poco prima di sparire, Lavi vide nel corridoio aggirarsi Link, disorientato come non mai, senza Allen alle calcagna ...

Riapparse magicamente nel mezzo di trasporto precedentemente in possesso del Conte del Millennio.


Le stanze ed ogni piccolo particolare erano stati rimessi al loro posto dopo le dure lotte che vi si erano svolte al loro interno e il download mai completato : tutto era stato correttamente ripristinato grazie ad una stanza segreta, un piano, uno spartito e la melodia che Allen aveva suonato.

Allen ... dov'è Allen ? Perchè Link non è con lui ?

La luminosità di quel luogo rendeva quasi impossibile pensare a cosa fosse successo, quanta oscurità aveva ospitato neanche troppo tempo addietro.

Forse si è nascosto ... Quel Due Nei è veramente stressante, non sarebbe certo stata una cattiva idea.

Nell'appoggiare finalmente la mastodontica macchina a terra, davanti alla porta che conduceva alla Sezione Asiatica, un particolare catturò il suo sguardo.

Poco più in là, una ciotola bianca semplicemente decorata e dei residui di riso, erano stati abbandonati per metà dietro ad un angolo di un muro.

I suoi primi sospetti andarono subito al ragazzo coi capelli bianchi e capì che se fosse stato come pensava, i conti tornavano alla perfezione.

< ohe, Johnny, non è che potrei fare un giro qua ? >

L'altro lo fissò smettendo di scribacchiare qualcosa sullo scatolone.

< non credo proprio ... già sei qui e non dovresti ... >

< please Johnny !! visto che non mi avete ancora aggiustato il martello, fammelo come regalo ! >

Lavi sapeva come far sentire in colpa quelli della Scientifica.

Johnny rimase interdetto, ma alla fine cedette sospirando forte.

< ... e va bene, ma non uscire finchè non ti do via libera, non toccare niente, non fare del casino e non entrare nella stanze ! >

< ooook, capo !! > sorrise in segno di vittoria il rosso e lo vide rientrare nell'Istituto.

Inspirò forte e si guardò intorno.

La ciotola ...

Si ricordò il motivo per cui era voluto rimanere e raggiunse in fretta l'oggetto : svoltando l'angolo si susseguivano una fila di residui di cibi diversi che si arrestava solo dinnanzi ad una porta socchiusa.

Questa non sembrava condurre da nessuna parte perchè posta in mezzo al camminamento, senza mura né niente.

L'ultima volta che aveva visto una cosa così si era ritrovato ...

da Allen ... quella è la stanza segreta del Quattordicesimo.

Aumentò la velocità del passo e sparì attraverso la porta bianca.


Lavi venne accecato da un'intensa luce bianca.

Tutto lì dentro era luminoso e candido : un divanetto di medie dimensioni, due semplici sedie, un pianoforte – elemento fondamentale della stanza – , una parete ricoperta da rettangoli vetrati e ... un ragazzo.

< yo, Allen > sapeva di non poter sbagliare nel trovarlo.

Il più piccolo era rannicchiato ai piedi dello strumento, con la testa abbassata, ma scattò al pronunciare del sua nome.

< L-Lavi ! >

I due si guardarono per un lungo istante.

< che ci fai qui ? > chiesero all'unisono.

< bè, io vengo spesso qui a riflettere ... poi sono scappato da Link > ammise infine Allen.

< non ti biasimo ... > rispose Lavi leggermente accigliato.

< ma tu come hai fatto ad arrivare qui ? >

< vediamo ... se per “qui” intendi la stanza, la porta era socchiusa, se invece intendi l'Arca bè ... un favore di Johnny, o meglio un regalo ! >

< ma non è giusto ! > ribattè < ogni volta io devo architettare dei piani assurdi per salire qui e invece ... ! >

Lavi fece un passo verso l'altro.

< no ... non è proprio giusto, tu persuadi sempre gli altri a fare quello che vuoi e ... >

Si avvicinò fino ad essere a pochi centimetri da lui.

< ... sei maledettamente ingiusto ! >

Si piegò sulle gambe portando il viso a poca distanza da quello dell'altro, con fare minaccioso.

Allen si appiattì contro il pianoforte, leggermente intimorito.

< ehy moyashi ... sai che giorno è oggi ? >

< il 10 agosto, c-credo ... e mi chiamo Allen per la cronaca >

Lo ignorò < e sai cosa dovresti dirmi ?? >

< che sei un baka lo sai già ... >

< no un augurio >

< ... buongiorno ? >

Lavi fece un verso terrificante e si buttò all'indietro portandosi le mani sulla faccia, depresso.

Il ragazzo coi capelli bianchi tese una mano verso di lui per spostargli le sue, non capendo assolutamente la situazione.

< ehm ... Lavi ? Tutto bene ? >

Non ricevette risposta.

< scusa, ma cosa ho detto di male ? >

Riuscì a togliere una mano e lo vide sghignazzare sommessamente.

< SCEMO-LAVI mi hai fatto prendere un colpo ! >

Ridendo, il rosso prese la mano dell'altro e la strinse fra le sue.

< oggi è il mio compleanno, Allen, e tu non lo sapevi > lo prese in giro.

< woah ... davvero ? >

Assentì con la testa.

< oh ... bè ... posso offrirti qualcosa da mangiare, dovrebbe esserci ancora qualcosa in quel sacco vicino all'entrata >

Indicò una catasta di rimasugli che Lavi non aveva nemmeno notato entrando.

Rimase stupito un attimo per l'enorme quantità di cibo, poi si riprese.

< se stai cercando di rimediare, lascia perdere. Tanto non eri comunque a conoscenza della mia data di nascita >

Allen sentì un tuffo al cuore.

Non essendo abituato a festeggiare il suo si era ingiustamente dimenticato anche di quello dei suoi amici.

Lavi, vedendo la sua espressione, smise di recitare : intrecciò le dita delle loro mani insieme e lo attirò a sé.

Sulle sue labbra mormorò uno < scherzo >, per poi unirle con le proprie.

Ve le posò sopra più volte, assaggiandole con delicatezza, per cercare di abituarlo al contatto.

Dopo l'ennesimo bacio, si staccò leggermente e vide la sua faccia a metà tra il sorpreso e lo scioccato.

In poco tempo l'espressione mutò e un magnifico sorriso si fece largo sul suo volto.

< tanti auguri di buon compleanno > disse Allen semplicemente.

Posò poi di sua iniziativa la mano libera sul viso dell'altro e prese a baciarlo a sua volta.

Un turbinio di emozioni li avvolgeva come una coperta calda mentre il contatto si approfondiva maggiormente.

La restante mano libera di Lavi andò invece a posarsi sul collo del compagno, per poi spostargli i capelli : strisciò la propria guancia con quella dell'altro per arrivare al suo orecchio.

< grazie > fu poco più di un soffio, accompagnato da un altro sorriso.

Il più piccolo arrossì all'udire la sua voce così calda e vicina.

Le loro bocche trovarono però migliore occupazione delle parole.

Le lingue arrivarono a toccarsi e ai due esorcisti ormai non rimaneva che riprendere fiato mentre i rispettivi cuori battevano freneticamente, quasi come volessero saltar fuori.

Nessuno dei due si era mai spiegato le notti insonni col pensiero fisso del compagno, come un segno che la loro amicizia chiedeva di più.

In quella piccola stanza ormai cominciava a fare caldo.

Entrambi si fermarono ansimando, rimanendo ugualmente vicini, e pigramente Lavi tirò un capo del nastro che Allen portava al collo.

La sottile striscia scivolò sulla camicia e toccò terra senza rumore.

Il rosso fece in tempo a slacciargli i primi quattro bottoni, prima che l'altro staccasse la presa delle loro mani e buttasse le braccia al suo collo, avventandosi su di esso.

Prese a baciarlo nell'incavo tra questo e la spalla, mentre il più grande rimase fermo, un poco sorpreso.

Non si aspettava certo un Allen così attivo !

Lo sentì suggere ogni parte di pelle lasciata scoperta dalla maglia blu cobalto, poi fermarsi e intensificare l'operazione poco al di sotto della mandibola sinistra.

Sentì il sangue fluire leggermente verso quel punto, nonostante sulla pelle non sentisse nient'altro fuorchè le sue labbra.

Si staccò con uno schiocco e lo vide come contemplare il suo lavoro.

Non appena il bianco incrociò i suoi occhi però fece volontariamente cadere la fascia nera di Lavi sul collo a coprire il tutto.

< ehy Allen ... > domandò la vittima in questione, con fare sospettoso < cos'hai combinato ? >

Lo vide esitare per poi rispondere < n-niente. È una sorpresa, diciamo >

Non credette ad una sola parola.

Guardandolo accigliato, gli mise una mano sul petto e lo buttò giù, di fianco al pianoforte, senza troppa delicatezza.

< non sai mentire, Allen >

Percorse il suo viso con la bocca, dopo essersi chinato sopra di lui e finì per baciarlo di nuovo, avidamente.

Era come il gioco d'azzardo ; una volta provato, non si riesce più a smettere.

Passò le mani sotto la sottile camicia, tirandola fuori dai pantaloni.

Lo sentì fremere leggermente sotto di sé e questo non fece altro che aumentare l'intensità dei suoi movimenti, spinto dalla bramosia.

Si fermò solo per togliersi la maglia, ormai diventata un elemento inutile, e gettarla al suo fianco.

Fece per ricominciare a dedicarsi ad Allen, steso inerme ad occhi chiusi sul pavimento, quando sulla parete candida comparve una schermata che la copriva interamente.

Stupito, Lavi la fissò intensamente, mentre questa cominciava a trasmettere immagini sempre più chiare : Johnny camminava freneticamente per i corridoi dell'Arca, urlando il nome dell'esorcista e guardandosi intorno preoccupato.

< ah !! > urlò il rosso alzandosi di scatto < me n'ero completamente dimenticato ! >

l'altro si mise a sedere, ancora scosso per quanto successo.

< Lavi ... ? >

< ehm Allen ... diciamo che il mio tempo qui era limitato e che dovevo starmene buono buono fuori da ogni stanza senza fare casino >

il più piccolo lo guardò con aria interrogativa.

< bè allora ... sbrigati ed esci ! >

< sei acuto, moyashi. Peccato che ci avevo pensato anche io ! >

Si rinfilò la maglia e corse fino alla porta.

Senza uscire ancora, si girò e lo puntò il suo sguardo su di lui.

< Allen ... devi ancora finire di darmi il tuo regalo >

< co – ... ah > arrossì.

< stasera festeggeremo come si deve, in camera mia > sorrise maliziosamente.

< ma Link ? >

< oh bè ... se si vuole aggiungere ... >

< LAVI !! >

< ... vedremo come sistemarlo. See ya ! >

Gli mandò un bacio con la mano, ridendo, e andò incontro ad un Johnny disperato.




Dico solo : *çççç*

Chissà ...

magari scriverò il continuo ;)

TANTI AUGURI LAVI ♥


Grazie x)

  
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