Finalmente ci sono!^O^/
Con quelle tre settimane di
ritardo che non guastano mai, posto finalmente questa shot.
Shot speciale, perchè
trattasi di (parte di) un regalo di compleanno per una persona ancora più
speciale!<3
Alla mia unica, specialissima, pestifera Chiaretta.<3
Anche se il suo compleanno è stato
l'ormai lontano 19 di ottobre.=P Per farle un milione
di ritardatarissimi auguri di compleanno, innanzitutto.
(il resto del regalo è quasi pronto,
arriverà giuro!^O^)
E poi... Poi per augurarle di godersi, come mai prima, i suoi Jonas... la sua amata Pecora, il fratello Orso e quell'altro Scemone, domani sera, a Torino.
Come me li sono goduti io martedì a
Milano, perchè, signore... Ero in prima, primissima fila sotto il palco!!!<3
Di cantare, sognare ed emozionarsi insieme a loro, fino
all'ultimo sorriso e all'ultima nota, perchè dopo due
anni, se lo merita sul serio.<3
E adesso leggitela tutta d'un fiato,
piccola e goditi anche questa, sperando di aver fatto un buon lavoro e che ti
piaccia, che quello è l'importante.x3
Ti voglio tanto, tanto, tanto, tanto
e tanto bene. Sempre.<3
(Tutte le citazioni in viola sono
tratte dal film Disney "Hercules".
Perchè Chiara lo adora, perchè
io lo adoro, perchè lei è la mia Meg e non poteva esserci qualcosa di più adatto alla sua shot di compleanno... Beh,
a parte il suo Nick!x3)
- Dolcetto o scherzetto? - Marta appoggiò
il pacchetto di biscotti sul tavolino, prima di lasciarsi cadere nuovamente nel
morbido abbraccio del divano. Chiara la fissò incuriosita, inarcando appena il
sopracciglio.
- Non si era
detto niente Halloween...? - Domandò,
strizzando il cellulare fra le dita nervose. - Hai battibeccato con Joe per un
intero pomeriggio, quando ti ha portato quella..! - L'altra si voltò,
osservando con un misto di rassegnazione e tenerezza la piccola zucca incisa a
mo' di lanterna che baluginava, tenue, sulla mensola del camino.
- Sì, beh, non
ho cambiato idea. - Borbottò, arrossendo un poco. - Non è una festa
"nostra". Però i biscotti, sai... la battuta ci stava. E poi quella
l'ha fatta lui. Mi avrebbe tenuto il muso per un anno, se non l'avessi
accettata. - Si giustificò, affrettandosi a sgranocchiare un biscotto. - Dai,
premi play...! - Aggiunse, continuando
a fissare la glassa sul frollino con surreale interesse.
Chiara abbassò
lo sguardo, nascondendo un piccolo ghigno.
Proprio in quel
momento il telefonino tremò contro il suo palmo arrossato. Dimenticò
completamente il film, il telecomando e lo sguardo truce dell'amica mentre lo
apriva e con un po' di agitazione, leggeva l'sms.
- Chiaretta...? - Brontolò Marta, smezzando l'ennesimo
biscotto. Aspettò inutilmente una risposta, prima di arrendersi all'evidenza
che non l'avrebbe ottenuta. Sbuffò, agguantando il controller del
videoregistratore. - Salutami il piccolo. - Aggiunse, noncurante, mentre i
personaggi animati riprendevano vita.
~ Conosci
gli uomini, per loro "no" è "sì" e "saprisci", "prendimi, sono tua!"
- Eh? -
Sobbalzò, alzando di scatto gli occhi color caramello dal display luminoso.
Spostò meccanicamente lo sguardo dall'amica a Megara, sullo schermo. Entrambe
sogghignavano al suo indirizzo.
- Nick. - Ridacchiò la bionda, scrollando
appena il capo. - E' con lui che stai parlando, o sbaglio? -
- No. Cioè sì... Cioè...! - Balbettò,
arrossendo vistosamente. - E'... è solo un sms. Non ho niente di così
importante da dirgli. - Aggiunse, premendo un ultimo tasto, prima di ficcare il
cellulare sotto il cuscino con fare teatralmente disinteressato. - E non
guardarmi così...! Non ha niente di speciale, non vedo perchè
dovrei riservargli un trattamento diverso. -
- Perchè lui ti piace. - Asserì l'altra con convinzione. - Ed
è speciale. Nicholas è un ragazzo
meraviglioso. - Continuò, poi, tradendo un leggero imbarazzo. Non era da lei
fare complimenti di quel genere.
Meno che mai
era da Chiara nei suoi "momenti no".
- E chi ti dice
che sia anche reale? Se fosse tutta una bugia... O una maschera? - Si portò una
ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio, ignorando il ronzio ritmico ed
insistente dei messaggi in arrivo.
- Fiducia. -
Soffiò, tornando a guardare il film. - Mi fido di lui e basta. - Chiara si
soffermò a riflettere per qualche attimo, prima di tornare ad assumere la sua
espressione rassegnata.
- Non ne vale
la pena. Nessuno ne vale la pena,
probabilmente. - Decretò, cocciuta.
- No. -
Borbottò Marta, strizzando stizzosamente il cuscino.
Il trillo acuto
del campanello lacerò bruscamente il silenzio ovattato del piccolo
appartamento. Chiara sussultò contro il cuscino con tanta foga, che quello
scivolò di lato insieme a ciò che ci stava in prossimità. Si chinò a
raccogliere il cellulare dal pavimento freddo, mentre l'amica saltava in piedi
per correre all'entrata.
- Chi cavolo è
uscito di casa con questo tempo, per venire da noi? Adesso? - Sibilò Marta, irritata più dal fatto di dover abbandonare
plaid, divano e biscotti che da altro. L'altra scrollò le spalle, osservando i
fiocchi di neve vorticare veloci oltre il vetro freddo.
La maniglia
scattò rapida e prima che lei potesse reagire, due figure infreddolite e
gocciolanti si tuffarono letteralmente nel caldo invitante della stanza,
seminando una scia di nevischio mezzo sciolto sul parquet di ciliegio chiaro.
- Ciao Nick...!
- Sorrise timidamente, richiudendosi la porta alle spalle. - E tu che diavolo ci fai qui...? - Proseguì
aspra, mutando completamente espressione nell'incrociare gli inconfondibili
occhi ambrati di Joe.
- Anch'io sono
felice di vederti, dolcezza. -
Replicò lui, sornione. Si sfilò sciarpa e cappotto, prendendo a scrollare i
capelli umidi. Esasperata, Marta gli strappò quasi gli indumenti dalle mani e
sparì nel corridoio.
~ E' specialissima, non trovi Phil? Sì, oh sì... Specialissima.
UNA ROTTURA DI ROTULE!!!
Chiara
abbandonò il capo contro la mano, cercando di continuare a seguire il film come
se nulla fosse successo. Si tirò la coperta un po' più sulle gambe, lasciando
che il telefonino venisse nuovamente inghiottito dall'imbottitura del divano.
- Perchè non mi hai risposto? - Nick occupò con estrema
naturalezza il posto che Marta aveva lasciato libero. Tuffò la mano nel pacco
di biscotti, pescandone un paio. - Mi hai fatto preoccupare. - Soffiò, scatenandole
una leggera e per nulla richiesta cascata di brividi lungo la schiena.
- Non... ce
n'era alcun bisogno. - Mormorò, stringendosi nelle spalle. Si morse il labbro,
cercando di mantenere saldo il tono di voce. - Non stavo guardando il
cellulare, ecco tutto. - Proseguì, secca.
Nicholas spostò
l'orlo del plaid, recuperando l'LG
che ancora lampeggiava dei messaggi non letti. Lo allungò a Chiara, fissandola
con un eloquente sopracciglio inarcato.
- Lo tenevi qui
per compagnia...? - Domandò, malizioso. Lei arrossì ulteriormente,
strappandoglielo rabbiosamente di mano e prendendo a leggere gli sms, più per
avere la scusa di non guardarlo negli occhi che per altro.
>> Non voglio che tu sia triste. Non mi piace
sapere che stai male... Cosa ti succede, Chìa?
Ehi, perchè
non rispondi? E' qualcosa di serio? <<
>> Non scherzare, perfavore!
Mi stai facendo preoccupare... Se non ti fai sentire, vengo io da te. Subito.
Chiara alzò di
scatto lo sguardo dal display luminoso, incastrandosi irrimediabilmente in
quello tenero e leggermente divertito di lui.
- Sei venuto
sul serio qui...? - Soffiò,
meravigliata. Nick annuì tranquillo, come se quanto aveva fatto fosse una cosa
del tutto normale. Ordinaria
amministrazione. - Con questo tempo? - Continuò, strizzando il telefonino
fino a farsi diventare le dita livide.
- A quanto
pare. - Decretò, stiracchiando appena le braccia sotto la testa. - Me lo vuoi
dire cos'hai, adesso? -
- Ma niente. -
Mormorò, tornando improvvisamente ad incupirsi. - Nulla per cui valga la pena
sprecare la notte di Halloween... Non dovresti essere a qualche festa esclusiva? - Aggiunse, scettica.
- Ha ricevuto
almeno quindici inviti diversi. - Intervenne repentinamente Joe, dall'altro
lato della stanza. - E ne ha rifiutati altrettanti...! - Concluse, osservando
distrattamente una fotografia di New York in primavera, incorniciata e appesa
al muro.
- Se è per
quello, tu hai fatto lo stesso...! - Ringhiò il fratello di rimando, mentre un
lieve rossore gli imporporava le guancie. - Aspetta solo che lo sappia Ma- -
- Ah... ZITTO!
- Sbottò Joseph, improvvisamente nervoso, sbattendo la mano aperta sul piano di
vetro serigrafato del tavolo. - Non... Non sono affari tuoi. O suoi. - Continuò, schiarendosi la voce e
riprendendo un tono normale.
- Chi deve
sapere cosa? Affari... di chi? - Il
maggiore dei Jonas arrossì di botto, alzando lo sguardo su Marta che, ferma sul
limitare dell'anticamera, lo fissava con aria confusa.
- Ma no,
niente...! - Abbozzò, passandosi una mano fra i capelli. Nick soffocò una
risatina contro il palmo della mano, fissando di sottecchi Chiara, ancora
troppo impegnata a rileggere in loop i tre sms, per
rendersi effettivamente conto di cosa stava succedendo.
Si avvicinò
appena, poggiando la mano sulla sua per attirare l'attenzione di lei.
- Piuttosto,
Mar, ce l'hai un bicchier d'acqua per me? Sto morendo di sete. - Sviò Joe,
improvvisamente. Scattò in avanti e le afferrò il polso, prima di prendere a
trascinarsela dietro... quasi fino in cucina.
- Ehi..! -
Tentò di protestare la bionda, mentre scapicollava sul pavimento liscio. -
Cos'è questa storia ora? JOE! - Sibilò, in cerca di una risposta che non voleva
arrivare. Si sentì spingere in avanti e si ritrovò a sorreggersi al
frigorifero, mentre l'altro ancora armeggiava con la porta scorrevole. -
Aspetta! - Lo richiamò, intuendone le intenzioni. - Non... - Lo scatto del
meccanismo schioccò limpido nell'aria immobile. - ... chiuderla. - Soffiò, passandosi una mano sugli occhi.
~ Fortunatamente
per voi tre, siamo ancora in tempo per correggere questa svista alquanto
madornale... E questa volta, nessuno strafalcione...!
- Consumerai lo
schermo, se non la smetti. - Sorrise Nicholas, sfilando il telefonino dalle
dita di Chiara che, lentamente, iniziarono a riprendere colore. Lei sbuffò,
tendendo le labbra in una piccola smorfia a metà fra l'esasperato e il
divertito.
- E' che non
riesco a capacitarmene...! Perchè tu... Cioè...
Insomma, io sono una musona. Capito?
- Iniziò, cercando di trovare le parole adatte. - Non sempre, magari. Ma
nemmeno conto più quante volte mi è presa una crisi di malumore! O quante volte
mi è passata, poi. Non è nulla, però tu... ti sei precipitato qui. Sotto la
neve. Solo per questo...! - Abbozzò. - Per
me. -
- Certo. -
Mormorò lui, passandole un braccio attorno alle spalle. - Dovresti esserne più
consapevole. -
- Non... lo so.
- Replicò, troppo poco convinta. Nick soffocò un sospiro aspro, passandosi una
mano fra i ricci scombinati e poi sul viso.
- Cos'è che non
sai? - Continuò, mordendosi nervosamente il labbro. - Se ti voglio abbastanza
bene? Se me ne vuoi tu? Perchè credevo fossero cose
che abbiamo già appurato...! - Chiara si agitò appena nella sua stretta,
sentendosi d'un tratto incredibilmente a disagio.
- No. Non so...
Se credere che può essere tutto vero.
- Esordì, prendendo a torturare l'orlo del plaid. Si arrotolò un filo sul dito,
tirandolo con blanda decisione. - Non mi fido, non completamente. -
- Non ti
fidi... di me? - Scattò lui, trattenendo
il respiro con foga. Annaspando come se si fosse sentito mancare il terreno
sotto i piedi.
- NO! -
Esclamò, con voce improvvisamente liquida. - No... Cioè... Non sei tu, Nick.
Sono io, ok? Io e basta. E' colpa
mia, lascia perdere. - Soffiò, voltandosi a nascondere un'unica lacrima
indisciplinata.
- Hai paura? -
Continuò, imperterrito. La spinse a voltarsi nuovamente, asciugandole la
guancia umida con la manica della sua camicia a quadri.
- Paura...? - Ripetè
Chiara, con la voce rotta dall'imbarazzo.
- Non so...
Paura di soffrire?... Di te stessa? Di me?
- Elencò, accomodandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio con aria
noncurante. Lei arrossì violentemente, socchiudendo le labbra senza però
riuscire ad emettere alcun suono. Affannandosi alla ricerca delle parole
smarrite.
~ Sei
sempre così eloquente?
- Complimenti,
sei davvero un genio incompreso...! -
Ringhiò Marta, scrollando le braccia. Si avvicinò a grandi falcate alla porta
ed abbassò un pio di volte la maniglia laccata. Inutilmente. - Ci hai chiusi
dentro. - Soffiò, nervosa.
- Non avevo
idea che fosse rotta. - Joe sorrise, oscillando da un piede all'altro, nel vano
tentativo di assumere un'aria naturale e per nulla colpevole. E si rabbuiò
improvvisamente quando lei, poco dopo, lo fulminò con uno sguardo che avrebbe
perforato facilmente anche la parete piastrellata alle sue spalle.
- Sarebbe
bastato ascoltare! - Sibilò, aspra.
Incrociò le braccia, appoggiandosi leggermente al bancone di marmo e prese a
fissare silenziosamente i pochi centimetri di pavimento colorato sotto i propri
piedi.
Joseph la
guardò, leggermente spaesato, in attesa di chissà quale rivelazione o reazione
inconsulta. Eppure, dopo due o tre minuti buoni, Marta stava ancora ferma,
zitta allo stesso modo. Persa in chissà quali pensieri. A quel punto gli fu
chiaro che, cocciuta come era, avrebbe potuto restarsene sulle sue per tutta la
sera... E che, tendenzialmente, sarebbe toccato a lui, muovere per primo.
- Scusa... -
Sussurrò, con aria mesta. Lei sussultò leggermente, voltandosi nella sua
direzione con aria un po' curiosa e un po' infastidita.
Joe si lasciò
sfuggire un microscopico sorrisino soddisfatto, nel vedere le sue guancie di
tingersi di un vivace color vermiglio. Si sistemò meglio contro il piano, posando
la mano nei pochi centimetri liberi rimasti fra il suo fianco e quello di
Marta, poi strinse il bordo liscio, fastidiosamente freddo contro la pelle.
Lei si
allontanò quasi immediatamente, con un piccolo scatto, cercando di riportarsi
ad una distanza di sicurezza, tale
che il suo respiro potesse tornare almeno vagamente regolare.
- Sì, beh... -
Abbozzò, torturandosi un riccio sfuggito alla coda disordinata. Improvvisamente
remissiva. - Non l'hai di certo fatto apposta. E quella maniglia fa di testa sua
da un mese...! - Prese dal tavolo il blocchetto su cui lei e Chiara solitamente
scrivevano la lista della spesa e senza nemmeno cercare il coraggio di
guardarlo in faccia, si sedette per terra. Appoggiò la schiena ad uno dei
pensili, ignorando volutamente gli sgabelli di plastica rossa disposti
ordinatamente intorno al mobile isola.
- Che fai,
adesso? - Domadò Joseph, incuriosito. Lei frugò nella
tasca della felpa, estraendo una matita lunga non più di quattro o cinque
centimetri e leggermente mordicchiata in cima.
- Passo il
tempo. - Replicò, cominciando a scarabocchiare qualcosa sul primo foglietto.
Joe si perse per un attimo a cercare di decifrare cosa potessero essere quei
segni, prima di chinarsi e accomodarsi accanto a lei. In silenzio, continuando
a seguire con lo sguardo i movimenti agili della sua piccola mano sulla carta.
- Non possiamo certo disturbare quei due, ora,
chiedendo di farci uscire...! - Sospirò, sollevando la matita per osservare
meglio il disegno che prendeva forma. - Sarà una cosa lunga. -
- Chìa e Nicky Nicky? - Soffiò,
girando appena il blocchetto verso di lui. Marta glielo strappò dalle mani,
quasi prima che potesse vedere qualcosa.
- No. Cip e Ciop...!
- Replicò, sarcastica.
- Quindi ci
sono Cip e Ciop... in procinto di baciarsi... sul tuo
divano? - Esclamò Joseph, con un'assurda vocina querula.
- Che scemo
sei...! - Ribattè, scoppiando in una lunga risata
chiassosa. Si sfregò appena gli occhi, cercando di riprendere fiato.
-
Finalmente...! - Soffiò lui, soddisfatto. - Mi piace sentirti ridere. -
- Scusa? - Si
voltò appena, scrutandolo al di sopra delle dita ancora intrecciate all'altezza
del naso.
- Sì. - Annuì,
addolcendo improvvisamente lo sguardo. - Ti lasci andare, non ti agiti e sei...
bella. - Marta arrossì violentemente
e la matita le sfuggì dalle dita improvvisamente bollenti. Sentì l'agitazione
schizzare immediatamente oltre l'apice dei livelli di guardia.
- Bom! Questa è
pesante, Jonas...! - Mormorò, cercando un rifugio nella sicurezza della sana
ironia. - Ti sei fatto di qualcosa? -
- A-ha. - Rispose Joe, raccogliendo il piccolo lapis dal
pavimento. - Non ricominciare a fare l'acida. Non attacca, stavolta! -
Continuò, porgendoglielo. Lei lo afferrò con mano leggermente tremante, prima
di infilarlo per traverso nella spirale del taccuino.
- Ma... Ho dei
brutti denti. E un naso orribile! Onestamente non lo si può guar-
-
- Credici e
basta,ok? - La fermò, premendole appena il palmo della mano contro le labbra.
~ Sono
una donzella. Sono in difficoltà. Me la cavo da sola... Buona giornata!
Chiara sbattè impercettibilmente le ciglia, cercando inutilmente
di sganciarsi dallo sguardo magnetico di Nick. Provò, con tutte le sue forze,
ad ignorare la dolce pressione della mano di lui contro la schiena ed il calore
del suo braccio attorno alle spalle... Nemmeno era certa di ricordarsi quale
domanda le aveva appena posto. Black-out
totale.
- Eh. - Soffiò,
cercando di recuperare la facoltà di esprimersi coerentemente. - Senti, Nick...
-
- E' questo, Chìa, hai paura? - La incalzò lui, imperterrito. Giusto,
"paura"...! Il problema era
come spiegargli che era terrorizzata da tutto... e da niente. Un sentimento che
nemmeno si era ancora delineato del tutto.
- Che ne
so...?! - Sbottò, stremata. - Non è una cosa a cui sono abituata. Non è che
succeda tutti i giorni...! -
- Cosa? -
Domandò Nicholas, chinandosi un po' più verso di lei. Un po' più del necessario. Chiara lo fissò di
sottecchi, del tutto priva della forza di volontà atta ad allontanarlo.
- Tu. - Rispose, piano, dopo alcuni attimi
di interminabile silenzio.
- Io? - Sbattè le ciglia, tendendo le labbra in una smorfia
stupita.
- Sì, Nick. Tu.
- Replicò, leggermente indispettita dalla sua ingenuità. - La tua gentilezza, le
tue premure... i sorrisi. Quei riccioli, quegli occhi maledetti e tutto il... miele che coli! - Prese a torturarsi le
mani, sforzandosi di non arrossire troppo. - Io non sono dolce, imparalo...!
Sono allergica al dolce, piuttosto!
Potrebbe essermi tossico. -
- E lo dici a
me...? - Sogghignò, con uno sguardo profondamente allusivo.
- Non
scherzare, pecora...! - Soffiò, leggermente tesa. Nick scrollò appena il capo,
sorridendo sereno. Lasciò scivolare il braccio dalle spalle di Chiara verso il
basso e le cinse i fianchi, stringendosela contro senza preavviso alcuno.
- Reeeelax. Take it easy...! - Mormorò, sfiorandole la guancia bollente con
le dita stranamente ghiacciate. - Sono padrone del mio diabete... E di fare lo
spiritoso con lui! Non si offenderà. -
- Non mi piace
comunque. - Decretò, nascondendo il viso arrossato contro la spalla di
Nicholas. - No. -
- Come vuoi,
Chiara. - Acconsentì, soffermandosi a giocherellare con una ciocca scura. - Ma...
Quei due? - Chiese, improvvisamente conscio dello strano silenzio in cui la
casa era piombata. Cosa più unica che rara, quando Joe e Marta si trovavano
nella stessa stanza.
- La porta
della cucina è rotta. Se la chiudi, si blocca. - Spiegò lei, lasciandosi
sfuggire una piccola risata. - Joe non lo sapeva...! -
- E non si sono
ancora sbranati...?! - Esclamò, incredibilmente esilarato al solo figurarsi la
scena.
- Se adesso si
dice "sbranarsi"... -
Replicò lei, maliziosa con tutta l'intenzione possibile. Solo, questa volta
Nicholas non voleva o non poteva
stare al gioco. Sapeva troppo di entrambi i suoi fratelli e di tutte le parti
coinvolte, per poter far finta di nulla e divertircisi
su.
- Joe sa bene
che a lei-
- ... piace Kevin. - Concluse Chiara, mentre lui
annuiva tetro. - Lo so che lo sa. -
- E Kevin-
- So anche
questo. - Lo anticipò di nuovo. - Ma penso che, al momento, non sia ancora
tutto scritto. Capisco Marta abbastanza, da dire che siamo ben lungi da
metterci un punto fermo e scrivere la parola fine. - Decretò, decisa.
- Il problema è
che io, invece, capisco Joe. Oltre la misura consigliata. - Sospirò Nicholas,
sprofondando un po' di più nel divano.
~ La
parte della partita che preferisco: la fine del gioco...!
- E' Kev,
quello...? - Marta alzò lo sguardo di scatto, abbandonando per un attimo il
blocco. Si fece forza, per sostenere quello indagatore di Joe, arrossendo
appena.
- Sì. -
Mormorò, consapevole che arrampicarsi sugli specchi sarebbe servito solo a
peggiorare la situazione. - Deduco che è somigliante. - Aggiunse, con un
piccolo sogghigno.
- E' fatto
benissimo. E comunque sarebbero bastate le basette...! - Sorrise, osservando
quella buffa versione minuta e cicciottella di suo fratello. Lei ricambiò,
lusingata, prima di riprendere a schizzare.
- Come mai...
non è venuto? - Soffiò improvvisamente, dopo qualche attimo di totale silenzio.
Evitò accuratamente di mostrarsi interessata alla risposta, mantenendo l'attenzione
rivolta quasi esclusivamente al suo disegno. - Sai, Nick è qui per Chiara,
tu... sei un imprevisto. - Ridacchiò.
- E lui...? - Prese a tremare impercettibilmente... Perchè
la risposta a quella domanda, in fondo, la conosceva perfettamente. Sentirselo
dire era solo il modo più rapido di porre fine ad assurde fantasie che
sarebbero potute nascere, nella finta incertezza.
Joe si rabbuiò
improvvisamente, perdendo ogni voglia di scherzare e fare il buffone. Allungò
le gambe sul pavimento, stiracchiandosi appena.
- E' a una
delle feste per cui avevamo gli inviti. C'era qualcuno a cui non è capace di
dire di no... E' andato, anche se nè io nè Nick avevamo voglia di accompagnarlo. - Esalò, tutto
d'un fiato. Bingo.
- Fammi
indovinare...! - Sorrise lei, allontanando stizzosamente il notes. - E' andato
da Danielle? Che zuccherino.
- Ringhiò, mordendosi la lingua per essersi lasciata andare troppo.
-
Che deficiente...! - Sibilò Joseph,
piuttosto irritato. - Mi dispiace. - Continuò, mesto.
-
A me no. - Strappò il foglio, appallottolandolo con cura. - Tuo fratello non
deve certo rendere conto a me di quello che fa e chi frequenta. Che cavolo
c'entro io con la sua vita? ... Con lui?
- Sospirò, lanciando la pallina attraverso la stanza.
-
Bugiarda. - Soffiò, allungando la
mano a stringere quella di lei. La sentì tremare contro la propria, mentre le
dava un leggero strattone nella sua direzione e se la tirava contro... Marta
soffocò un singhiozzo scioccato contro la sua spalla, nel sentire il braccio
premerle appena contro la schiena.
-
L'ho detto che Halloween non mi piace...! - Borbottò, leggermente impacciata
nella stretta di lui. - Detto e ribadito. - La voce le suonò leggermente
ovattata, contro la felpa di Joe. Rabbrividì, quando la sua mano calda si mosse
delicata e le accarezzò la schiena per tutta la lunghezza, arrivando a lambirle
i boccoli biondi.
-
Lo so. - Le sussurrò, piano. - Però... Ho visto che la mia zucca l'hai tenuta.
- Sorrise, perfettamente consapevole che le aveva appena fatto assumere una
tonalità pomodoro piuttosto vivace... anche se lei gi era rannicchiata contro
come un cucciolo goffo e non poteva guardarla in faccia.
-
Solo perchè non volevo sorbirmi i tuoi isterismi,
quando avresti scoperto che l'avevo buttata...! - Replicò, in un tentativo
decisamente poco riuscito di fare la sostenuta. Si lasciò scappare una
microscopica risata, quasi prima di finire la frase. - ... E' adorabile. -
Aggiunse, a volume quasi inudibile.
-
Sono contento... - Rispose, sorridendo. - Ci ho messo il sangue,
letteralmente...! Servono certi aggeggi infernali per forare la buccia e- -
-
Risparmiami i dettagli splatter,
vuoi? - Ridacchiò ancora Marta, scuotendo appena il capo.
-
Fai dell'ironia, quindi stai meglio. Sei un po' meno triste? - Le domandò, premuroso.
-
Io non sono triste...! Sto bene. - Protestò lei, cercando di divincolarsi e
ottenendo, come unico risultato, di affondare ancora di più nell'abbraccio di
Joe. Si sentì premere ulteriormente contro di lui, mentre le sue braccia le
cingevano i fianchi con decisione. - Lasciami andare...! - Soffiò,
dimenticandosi improvvisamente perfino come si respira.
-
E tu smettila di fare quella che se ne frega. - Ribattè
Joseph, ostinato. - Non è un reato federale soffrire per amore. -
-
Amore...? - Ripetè,
sempre più maledettamente agitata. Sentì il calore salirle direttamente lungo
la spina dorsale e diffondersi sotto ogni centimetro di pelle. - Non usiamo
questi paroloni, per piacere...! - Concluse, convinta di aver rimesso almeno in
parte le cose al loro posto. Joe non rispose, si limitò a scuotere appena il
capo, prima di poggiarle a tradimento un bacio sui capelli.
~ Io non potrei mai, mai
ferirti. E io non voglio ferire te, perciò facciamoci tutti e due un favore e
smettiamola... ah... Prima che...
Chiara
lanciò uno sguardo distratto allo schermo del televisore, osservando il
fotogramma che stava fisso su di esso, da quando Nicholas aveva premuto il
tasto pausa e lanciato il telecomando chissà dove, alle sue spalle. A quel
punto era superfluo anche chiedersi come fosse finita dal guardare un film
insieme alla sua amica a... quella specie di doppio appuntamento malriuscito.
Con un ovino, per giunta...!
-
E' tardi, lo sai? - Esordì, voltandosi appena a guardarlo. Nick sorrise
tranquillo, scrollando le spalle.
-
E' la notte di Halloween, piccola! Mamma ha esteso il coprifuoco a... quando i
suoi figli ormai cresciuti, vaccinati e responsabili reputeranno sia l'ora
adatta a rincasare. - Sogghignò. Lei assunse un'aria profondamente scettica,
mentre inarcava il sopracciglio e si appoggiava un po' contro la sua spalla.
-
Concordo solo sul cresciuti. E non
chiamarmi mai più "piccola", dannato ruminante! - Ringhiò.
-
Scusa. - Mormorò, abbassando repentinamente il tono di voce. Si avvicinò,
chinandosi appena verso di lei.
Chiara
pensò che non era molto leale, cambiare atteggiamento così d'improvviso, che
sarebbe stato più difficile trovare una scusa per sottrarsi all'inevitabile,
senza tutto un complicato e mieloso discorso a priori.
Che,
forse, avrebbero dovuto pensare sul serio a Marta e Joe, prima... perchè la porta a soffietto da
sola non si sarebbe mai aperta nè aggiustata. Che
Nick aveva degli occhi incredibili e delle labbra che, più che chiedere, urlavano di essere baciate e... basta. Quell'ultimo pensiero riuscì a
frenare ed inghiottire tutti gli altri.
-
Che fine hanno fatto i preliminari...? - Soffiò, praticamente sulla bocca di
lui. - Gli inutili preamboli, sai...!
- Nicholas sorrise, concedendosi un rapido sguardo malizioso dietro le ciglia
scure.
-
Io sono più il tipo che va dritto al punto...! - Concluse, senza possibilità di
repliche. Premette le labbra su quelle piccole e arrossate di lei, facendole
combaciare fino all'ultimo millimetro. La accarezzò piano, non osando, quasi,
premere con quel po' di decisone che avrebbe voluto. Chiara si lasciò sfuggire
un sospiro, aggrappandosi alla sua spalla e spingendo un po' all'indietro per
allontanarlo quanto bastava a riprendere fiato.
-
Perchè...? - Annaspò, trattenendolo faticosamente a distanza
di sicurezza. Nick la fissò, sgranando impercettibilmente gli occhi scuri.
-
Perchè cosa?
- Soffiò, piuttosto impaziente ed un po' spaventato, quando la vide chinare il
capo con aria contrita.
-
Perchè tutto questo? Perchè
baci me se... Miley...
- Lui dovette fare uno sforzo non indifferente per riuscire a riconoscere quell'ultimo nome nel groviglio di
sospiri emessi da lei. Ed ebbe la netta, immediata sensazione che avrebbe
preferito non capire.
-
Ma ti ci sei proprio incaponita...! -
Ringhiò, reprimendo un sospiro frustrato. - Dio, Chìa,
sono passati tre anni! Tre. Anni. -
-
Non dall'ultima volta che l'hanno fotografata con te...! - Replicò,
pentendosene quasi prima di terminare la frase. A quel punto, lui sarebbe stato
autorizzato a darle un pugno per ogni volta in cui le aveva ripetuto che Miley era semplicemente salita sulla sua auto in un punto e
scesa in un altro... Nemmeno aveva reputato necessario precisare dove.
Lo
guardò, con la profonda consapevolezza che si sarebbe alzato e se ne sarebbe
andato entro pochi attimi. Nicholas, però, era ben lungi dall'essere così prevedibile. Scattò in avanti - rapido e
agile come quando correva dietro ad una pallina da baseball - e catturò di
nuovo le labbra di lei.
Colta
totalmente alla sprovvista, Chiara cedette sotto quell'improvvisa pressione e
scivolò con la schiena sui cuscini, ritrovandosi Nick praticamente sdraiato
addosso. Sussultò, quando avvertì una gamba di lui insinuarsi fra le sue al
posto del plaid che era scivolato chissà dove sul pavimento freddo.
-
Non ti darò nessuna spiegazione, in proposito, all'infuori di questa. -
Sogghignò, contro la bocca di lei. - Fattela bastare. -
-
Troppo comodo, ovino...! - Replicò Chìa incredibilmente ardita. Si lasciò scappare un sorriso
e tuffò una mano nel groviglio di riccioli scuri, prima di attirarlo verso il
basso per far scontrare nuovamente le loro labbra.
~ Ti ho già segnata, sorella...! Non peggiorare le
cose!
-
Ti sarei grata, se mi lasciassi andare... - Sospirò Marta, soffocando uno
sbadiglio contro la spalla di Joe. Si mosse appena, cercando una posizione
leggermente più confortevole per il suo braccio schiacciato fra il suo corpo e
quello di lui.
-
Se me lo chiedessi con un po' più di convinzione, forse potrei credere che lo
vuoi davvero. - Sogghignò Joseph di rimando, raddrizzandosi in modo che lei
potesse stare comoda.
-
Ho sonno... Freddo e voglio uscire di qui...! - Borbottò. - Non ho abbastanza
forza per essere acida. -
-
Sei stanca? - Domandò lui, improvvisamente serio.
-
Nooo, sono
fresca come una rosa...! - Scattò, pungente. - Se no perchè
te l'avrei detto, genio? - Sussultò, nel sentire le sue dita correre fra i ricci
scombinati e le sue labbra che le si posavano sulla fronte. Schizzò
all'indietro, come fosse stata punta da qualcosa, sciogliendo bruscamente il
suo abbraccio.
-
Tutto bene, Mar? - Lo fissò, stranita, avvertendo più che mai la differenza di
temperatura e consistenza fra i palmi delle sue mani ed il freddo pavimento
liscio.
-
Io sì. - Si affrettò ad alzarsi, soffermandosi a scrollare la polvere dai
pantaloni per un tempo esageratamente ed inutilmente lungo. - Sei tu, quello strano qui! -
-
Io? - Replicò lui, senza capire. - Si alzò a sua volta, costringendola ad
indietreggiare velocemente. Marta si ritrovò improvvisamente con le spalle al
muro, o meglio, alla porta a soffietto. Ancora decisamente chiusa.
-
Sì. Tu che continui a dire cose... assurdamente carine! E poi quelle premure...! - Soffiò, sentendo distintamente
le proprie guancie diventare bollenti. - Non... è normale! - Sbottò, prendendo
a strattonare violentemente la maniglia, nel vano tentativo di sbloccarla.
-
Per me lo è... Quando mi piace
qualcuno. - Rispose Joe, risoluto, mandandole una scarica di adrenalina dritta
al cuore.
-
Smettila...! - Sibilò, assordata dal suo stesso battito assurdamente
accelerato. - Non è proprio il caso! -
-
Mar... -
-
Non scherzare su queste cose, non lo sopporto! - Tirò la maniglia, ma quella le
scivolò bruscamente via dalle dita, graffiandola. - Al diavolo...! - Sbuffò,
contro la pelle arrossata. Joe le si avvicinò, rapido, posandole entrambe le
mani sulle spalle. La intrappolò letteralmente fra lui e la parete.
-
Chi ti dice che scherzo? - Mormorò, a voce bassissima, contro il suo orecchio.
-
Non... NON PRENDERMI IN GIRO! - Urlò, lasciando involontariamente scoppiare il
tono di voce. Indietreggiò con tanto impeto, che la porta alle sue spalle
cedette, aprendosi di slancio ed arricciando il soffietto dal lato sbagliato.
Schizzò fuori, quasi prima di rendersene effettivamente conto e lo lasciò con
un palmo di naso e nemmeno uno sguardo.
~ E, oh! Ognipotentezza!
Non puoi sconfiggerlo, non ha nessuna debolezza! Io credo che ce l'abbia...
Credo proprio che ce l'abbia.
-
'Fanculo...!
- Soffiò, tornando in salotto a passo di carica. Si bloccò solo quando vide
Nicholas sbucare oltre la spalliera del divano.
-
Mar, sembri sconvolta. Che è successo? - Domandò lui, allungando il braccio sul
cuscino prima di poggiarvi il mento. Marta lo fissò, presa piuttosto alla
sprovvista. Osservò il ricciolo che gli cadeva scombinato dalla fronte e le
labbra appena arrossate. Avrebbe potuto obbiettare che non era la sola ad
apparire sottosopra.
-
Niente, tutto a posto. Scusate l'interruzione, riprendete pure da dove avete
interrotto...! - Si affrettò, facendo per sparire oltre la porta del corridoio.
Nick si alzò e con uno scatto felino, riuscì a fermarla.
-
Frena i cavalli, tesoro. Siediti un attimo qui. - Riluttante, prese posto
accanto a lui e sogghignò all'indirizzo di Chiara che riemerse dai cuscini,
viola di imbarazzo.
-
Scusate l'interruzione? Riprendete pure
da dove avete interrotto...?!? - Sibilò l'amica, fulminandola con lo
sguardo.
Marta scrollò le spalle, liquidandola come se niente fosse.
-
Senti, Nicholas, non ho le forze di arrabbiarmi di nuovo... Però, piccolo, tesoro proprio no. - Sospirò, inarcando
un sopracciglio con fare eloquente.
-
Cosa ti ha fatto Joe, per scoprirti i nervi fino a questo punto...? - Soffiò
lui, tranquillo, circondando le spalle di Chiara con un braccio, prima di
tirarsela contro. La tenne fermamente bloccata, mentre si dimenava inutilmente
e ricopriva di pugni ogni centimetro di lui che riusciva a raggiungere. Marta
arrossì vistosamente, osservando prima lui e poi la sua amica cedere alla
realtà dei fatti e accoccolarsi nell'abbraccio di Nicholas, non prima di
avergli sferrato un ultimo colpo contro il petto.
-
Ma niente...! - Soffiò, torturandosi le dita. - Dice cose senza senso. E... non
capisce che lo scherzo è bello, quando dura poco. -
-
Cosa? - Abbozzò Nick, piuttosto confuso.
-
Ma sì, insomma. Fa lo scemo...! - Replicò lei, visibilmente imbarazzata. - Ma
io non sono certo il tipo a cui piacciono questi giochini. - Lui sorrise,
piuttosto intenerito.
-
E credi che Joe non lo sappia, Mar? - Mormorò. - Che non conosca alla
perfezione ogni aspetto del tuo caratteraccio...?
- Lei lo fulminò con gli occhi, sporgendosi appena a dargli un sonoro
pizzicotto sul braccio. - Forse per questo ha pensato che venire qui e stare
con te, ti avrebbe addolcita un po'... E magari fatto passare un buon
Halloween. Senza pensare a Kevin. -
-
Come...? - Abbozzò, sentendo le guance e le mani tornare bollenti.
-
C'era una pigna alta così di biglietti di invito, sulla scrivania di Joe e non
so quanti sms sul suo cellulare. - Le spiegò pazientemente Nicholas. - Lui li
ha ignorati tutti, quando ha saputo
che Kev sarebbe andato da Danielle. E si è
praticamente infilato a forza nella mia macchina, per imbucarsi qui. -
Concluse, soffermandosi con la mano fra i lunghi capelli scuri di Chiara, che
ormai totalmente vinta, teneva la testa appoggiata alla sua spalla.
-
Fantastico...! - Soffiò. - Mi odierà.
- Tuffò il viso fra le mani, sbuffando sonoramente. Ecco come ci si sentiva,
nel realizzare di aver fatto un grossissimo, madornale errore. Si morse le
labbra, rimanendo nascosta, in silenzio.
-
Joe non si sogna neppure di- - Nemmeno lo lasciò finire. Scattò in piedi e
tornò quasi di corsa verso la cucina.
-
Ehi...! - Incocciò in Joseph a metà del corridoio. Lui si fermò, fissandola
leggermente intimorito. - Dimenticato qualcosa? - Sorrise ed infilò le mani in
tasca, trattenendosi dal provare ad allungarle verso di lei, viste le
precedenti conseguenze. Marta arrossì violentemente, avvicinandosi appena e
senza parlare decise, per una volta, di lasciarsi andare. Mosse un unico passo
in avanti, cozzando appena contro di lui, prima di stringergli le braccia al
collo.
-
Scusami...! - Soffiò, nascondendosi
contro la sua spalla. Si aggrappò, sforzandosi di non mollare la presa
nonostante lui fosse abbastanza più alto da costarle fatica. Un po' perchè, a quel punto, preferiva stargli attaccata e non
farsi vedere con gli occhi lucidi e un po' perchè
abbracciarlo così dava una sensazione maledettamente incredibile. - Sono
un'insopportabile imbecille acida. - Joe
sorrise, stupito nel realizzare che, alla fine, si era buttata ed era andata oltre le sue paure... per lui. Le circondò i
fianchi, stringendola saldamente e sollevandola praticamente da terra.
-
Sono d'accordo...! - Ridacchiò, lasciando che lei rilassasse le braccia e lo
abbracciasse un po' più stretto. - Ma hai dimenticato goffa, imbranata e
discretamente pesante! - Ghignò.
-
Zoticone! - Sbuffò, divincolandosi appena. - Mettimi giù...! - Obbediente, lui
lasciò che i suoi piedi tornassero a toccare saldamente terra, ma continuò a
tenerla stretta.
-
Attenta. - Sussurrò, contro il suo orecchio. - I livelli di acidità stanno
risalendo oltre i livelli di guardia...! -
-
Joe. - Lo richiamò lei, imbarazzata ma molto, molto seria. - Non mi basta così
poco per dimenticare Kevin. -
-
Lo so, Mar. Non saresti tu, se non fosse così. - Replicò, annuendo piano. La
lasciò libera di muoversi e Marta, incredibilmente, rimase ferma dove era. - Da
qui ci vedono, lo sai...? - La stuzzicò Joe, reso un po' più sicuro da quel suo
gesto. Punta sul vivo, lei agì d'impulso e gli posò un bacio all'angolo delle
labbra.
-
Non sfidarmi. - Sibilò, viola di imbarazzo mentre lui sorrideva assolutamente
meravigliato. - E lasciali parlare, tanto ormai...! - Lanciò un'occhiata
rapidissima a Nick e Chiara che, accoccolati sul divano, li osservavano in
silenzio. Lei gli mormorò qualcosa e Nicholas scoppiò in una risata silenziosa,
prima di chiuderle la bocca con un bacio. - Senti... - Soffiò, poi, sforzandosi
di guardarlo negli occhi. - Lo so che non è un programma da grande trasgressione,
ma... Ti va di restare a guardare un film? Favole Disney, sai, roba altamente intellettuale! - Ridacchiò.
-
Non mi schioderei di qui, nemmeno se mi pagassero! - Soffiò lui, ricambiando il
gesto di poco prima con un piccolo bacio sulla guancia.
-
Smettila...! - Abbozzò, prendendogli la mano. Lo trascinò fino al divano,
fulminando Nick e Chiara prima che potessero dire qualunque cosa.
-
Ma no, cos'hai capito? - Rise, mentre spingeva via il braccio di Nick e si
accomodava mezzo sdraiato contro la spalliera. - Era solo per la neve. Non esco
con un tempo del genere...! - Indicò la finestra, prima di tornare a guardarla
con aria furba.
-
Crepa, Jonas! - Ghignò lei, lasciandosi cadere a peso morto sulle sue gambe. Si
rannicchiò nella sua stretta, lasciando che la abbracciasse. - Ma, prima, cerca
il telecomando che sarà da qualche parte sotto il tuo grazioso didietro e premi
play...! -
-
Sarà fatto, zucchero. - Replicò Joe,
trattenendola un po' di più in modo che non scivolasse, mentre si sollevava per
cercare il controller.
-
Che coppia...! - Sghignazzò Nick, sfiorando la fronte di Chiara con un bacio e
lasciandovi le labbra a contatto in una piccola carezza. - Che ne dici? -
- Assolutamente perfetti. - Annuì, arrossendo
appena.
-
Vaffanculo!
- Esplosero sogghignando Joseph e Marta, in un sincro
perfetto.
-
Pensate a fare picci-picci,
vi viene meglio...! - Continuò lei, facendo letteralmente avvampare Chià di un misto letale di rabbia e imbarazzo. Nick bloccò
la più piccola, prima che potesse saltare al collo dell'amica, spingendola
appena contro lo schienale. Senza lasciarle il tempo di replicare, pigiò con
impeto la bocca sulla sua. La accarezzò, approfondendo il bacio e impedendole
di allontanarsi. Lei si aggrappò istintivamente alle sue spalle e rispose
all'invito, socchiudendo le labbra sotto la sua dolce pressione.
-
La tua è tutta invidia...! -
Sogghignò poi, guardando Marta con la coda dell'occhio mentre lasciava che
Chiara riprendesse fiato contro la sua bocca.
-
Se pensi che io voglia la lingua di tuo fratello in bocca a quel modo, ti
sbagli di grosso... No, non voglio nemmeno provare! - Esclamò perentoria,
piazzando una mano sulla bocca di Joe che si era già scostato dalla spalliera
con una strana luce negli occhi. Lo spinse al suo posto, sorridendo mentre lo
sentiva fare altrettanto dietro le sue dita tese.
-
Un attimo...! - Esalò Nick, riemergendo dalla crisi di riso collettiva che si
era scatenata. - Come siete usciti di là...? -
-
Giusto, la nostra porta? - Si aggiunse Chiara, squadrando l'amica con aria
apprensiva. Lei si voltò appena verso Joseph, scambiandosi con lui un'occhiata
complice.
-
Magia...! - Soffiarono, muovendo le
mani nell'aria. Poi Marta afferrò il telecomando, allungando il braccio davanti
a sè e fece ripartire il nastro, fermo sullo schermo
da tempo immemorabile, ormai. Sorrise, arrossendo appena, quando le dita di lui
raggiunsero il suo polso sottile e lo strinsero, tirandola dolcemente
all'indietro. Lasciò che gli si appoggiasse addosso con la schiena, prima di
intrappolarla nella sua stretta. Marta si accoccolò comodamente fra le sue
braccia, tirando un lembo di plaid in modo che coprisse le loro gambe
intrecciate.
-
Dopotutto è Halloween..! - Aggiunse,
poggiando la mano su quella grande e calda di Joseph.
Dopotutto
festeggiarlo non era così male.
~ Le persone fanno sempre cose pazze, quando sono
innamorate.