08/11/2009
2 recensioniI cried the rain that fills the ocean wide,
I tried to talk with God to no avail,
Calling my name from out of nowhere,
I said “If you won’t save me, please don’t waste my time”*
Due facce della stessa medaglia.
In fondo era sempre stato così.
Ma lui non aveva mai capito completamente.
Lui, Erik Lehnsherr, il grande Magneto, il miglior esempio di homo superior, ora non era più niente.
Niente.
Aveva perso i suoi poteri. Aveva perso la battaglia.
Aveva perso tutto.
Cosa ne restava di lui?
Ora provava solo un senso di impotenza.
La stessa sensazione di molti, o forse troppi anni fa, mentre veniva trascinato dentro un lager.
24005.
Nel suo braccio si celava ancora quello che divenne il suo nome in quegli anni di prigionia.
Si era visto strappare via la famiglia, la dignità, se stesso.
Aveva giurato su Dio che mai più sarebbe accaduta una cosa del genere.
Dio.
Non provava più niente per quel nome.
Troppe volte lo aveva pregato di aiutarlo, mentre cadeva in mezzo al fango sotto le sferzate che gli venivano inflitte.
Troppe volte aveva invocato il suo nome, ignaro della sorte dei propri genitori.
Non aveva più fede. Non lo avrebbe mai avuta più.
Non aveva senso. Non avrebbe mai più avuto senso pregare chi ti ignorava.
Era solo una presa in giro. Un circo, per l’esattezza. E Dio era l’unico spettatore.
E ora cosa avrebbe fatto?
Si rese conto solo in quel momento e con grande sgomento, che il formicolio che provava alla base dello stomaco non era altro che paura.
Paura.
Fino a poco tempo prima non avrebbe mai immaginato di provare un sentimento simile.
La paura era per i deboli.
Lui non lo era mai stato.
Ma ora.. Ora era uno di loro.
Tutto sarebbe cambiato.
Tutto stava già iniziando a cambiare.
Non sapeva dove andare, non aveva nessuno. Lui non era nessuno.
Non più ormai, non più…
Sapeva anche che non poteva tornare a cercare Mistica.
L’aveva abbandonata, ferita, tradita.
Non se più una di noi, ormai.
Così aveva detto. E ora rimpiangeva quelle stupide parole, fatte solo di una verità che non riusciva a vedere, di un senso profondo che probabilmente non sarebbe mai riuscito a capire.
Aveva abbandonato l’unica persona che non l’aveva ingannato in alcun modo, l’unica che avrebbe dato la vita per difenderlo.
Solo. Maledettamente solo.
Si ritrovò a fissare la scacchiera avanti a se, senza vederla veramente.
Quasi sorrise. Un sorriso amaro, privo di gioia.
Osservò le pedine di metallo, che parevano ricambiare lo sguardo come a volergli trasmettere una beffarda rassicurazione, nella quale c’erano tutte le presupposizioni in cui poteva essere certo di non riavere i suoi poteri.
Ripensò, quasi con una disperata nostalgia, a come, con un semplice e distratto gesto della mano, poteva spostare diverse quantità di metallo senza alcuno sforzo.
Quei tempi erano finiti, non sarebbero più tornati.
Lui non era più niente, solo uno stupido vecchio qualsiasi.
Perché, ormai lo aveva imparato ad accettare, il grande Magneto non esisteva più.
------------------------------
*Ho pianto la pioggia che riempie tutto l’oceano,
Ho provato a parlare con Dio senza riuscirci,
Urlando il mio nome da nessun posto,
Ho detto “Se non mi salvi,per favore non farmi perdere tempo”
Questa è una canzone degli Oasis, 'Falling Dawn', mi piaceva come significato, niente meno ho messo la traduzione..xD e mi piacerebbe chiarire anche che la prima frase è riferita a ;agneto e a Xavier..
Per il resto, che dire? E' la mia prima fic riguardo ad x-men, e so per certo che Magneto è uno tra i più complessi personaggi della saga, quindi mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.. Ovviamente sia negative che positive xD
Alla prossima!!^^