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Autore: Yuki Delleran    13/06/2005    7 recensioni
Una decisione drastica e definitiva. I pensieri di Kagome in una notte di luna...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA:

Questa è la prima fanfiction in assoluto che ho scritto e risale credo al 2001, quando da poco avevo “conosciuto” Inu-Yasha. E’ il risultato di un momento di depressione di cui sinceramente non ricordo il motivo e probabilmente neanche c’era, sono stata la prima a sorprendersi di quello che è venuto fuori… Bhè, non oso dire buon divertimento, comunque buona lettura!

YUKI-CHAN

 

Inu-Yasha vuole morire

 

 

Lui l'ha rivista. Lei gli ha parlato. Ora lui vuole morire.

Sento il cuore pesante. Aperto davanti a me c'è il libro di storia. L'epoca Sengoku... Non riesco a concentrarmi, è inutile. L'idea di non vederlo mai più mi getta nella disperazione e nello smarrimento. Purtroppo però non c'è nulla da fare. Ne abbiamo parlato a lungo, o meglio, io ho tentato di parlargli, ma Inu-Yasha era chiuso in sé stesso e le uniche cose che sapeva dirmi erano: "E' per il mio onore... è per Kikyo... è stata colpa mia..."

Ho provato a dissuaderlo in tutti i modi e per tutta risposta mi ha sollevata di peso e mi ha spinta nel pozzo. Mentre scomparivo per tornare nella mia epoca, sentivo le voci di Shippo, Miroku e Sango. Loro non possono capire. Il dolore di Inu-Yasha, il suo amore per Kikyo sono troppo grandi e io mi trovo impotente davanti a questi sentimenti. Mi fa male il cuore a pensare al fiero mezzo spettro che ha affrontato senza paura spettri potenti come Sesshomaru e Naraku. Nulla poteva abbatterlo o scoraggiarlo, orgoglioso e spavaldo com'era, nulla tranne... quella donna. Nonostante tutto non riesco a provare rancore verso Kikyo. Anche lei ha sofferto. Ha sigillato con una freccia sacra la persona che più amava al mondo e, dopo cinquant'anni, è stata costretta a tornare in vita contro la sua volontà e priva di un'anima. E ora vuole morire, e portare il suo amato con sé. Niente e nessuno riuscirà a far cambiare idea a Inu-Yasha, lo so. Poco prima di spingermi nel pozzo, mi ha dato il suo addio, fissandomi con i suoi caldi occhi dorati. La sua espressione sofferente mi faceva male.

"Pongo fine ad un'esistenza di sofferenza." ha detto.

E così, questa notte, mentre io sto qui con il libro di storia aperto sulle pagine dell'epoca Sengoku, l'unica persona che abbia mai amato sta ponendo fine alla propria esistenza. La vista mi si appanna e le prime gocce calde bagnano le pagine del libro. Avevo promesso a me stessa di non piangere. Dopotutto è stata una sua decisione, in questo modo è come se mi avesse detto che ama Kikyo molto più di me, tanto che per lei è disposto a compiere un gesto simile. E io... non posso fare altro che accettarlo... e invece no! Qualcosa dentro di me grida che non è giusto. E' il richiamo del tempo, il richiamo del sangue... il richiamo dell'anima! Balzo in piedi scaraventando a terra il libro e corro verso il tempio del pozzo prosciugato. Senza pensarci due volte ci salto dentro e magicamente mi trovo di nuovo in quell'epoca remota. Devo assolutamente fermarlo! Senza di lui sento che non potrei andare avanti. Ho bisogno di te! Inu-Yasha! INU-YASHA!! Corro a perdifiato nella notte, verso il luogo che tempo fa la vecchia Kaede mi aveva detto adibito ai sacrifici. Non so perché ma sono sicura che lui si trovi lì. Il richiamo si fa sempre più forte e mi sembra di sentir qualcuno piangere. Un pianto antico, ancestrale. L'anima di Kikyo... la mia anima... sta piangendo... Ai miei occhi offuscati dalle lacrime che ormai scendono senza ritegno, appare una chiazza rossa, sulla cima della collina. Corro senza fiato verso quell'immagine sfuocata. Avvicinandomi noto un'altra figura: è una donna, e sta tendendo un arco. Inu-Yasha è sulla traiettoria della freccia. Sta in piedi, apparentemente tranquillo, con le braccia lungo i fianchi, la testa china e gli occhi chiusi, i capelli argentei illuminati dalla luce della Luna, leggermente mossi dalla brezza notturna. Tento di gridare, ma non mi esce la voce. Non ho più fiato. Kikyo sta per scoccare la freccia.

"Fermati! Non farlo! NON FARLO!!"

La donna abbassa l'arco e Inu-Yasha si volta a guardarmi, stupito. La sua espressione però si oscura subito.

"Ti avevo pregata di non venire. Non voglio che tu veda quello che succederà."

Non voglio sentire! Non voglio sentire!!

"Sono io! KIKYO SONO IO!!" grido con tutto il fiato che ho in gola. "Non lo capisci?! Lei sono io! La sua anima è la mia! Kikyo è rinata per vivere con te, non in quel corpo di ossa e fango! La sua anima sta piangendo, non la senti?"

A quelle parole il corpo fittizio di Kikyo si dissolve in una grande luce e anche l'ultimo frammento della sua anima torna a me. Inu-Yasha crolla a terra, sulle ginocchia, come se non avesse più la forza di reggersi in piedi. Mi avvicino lentamente, ansimando ancora per la corsa e lo abbraccio stretto. Il suo respiro è affannoso come il mio. Il suo cuore batte fortissimo. Le sue lacrime calde bagnano la mia spalla.

 

 

 

 

 

   
 
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