NOTA:
Questa è
la prima fanfiction in assoluto che ho scritto e
risale credo al 2001, quando da poco avevo “conosciuto” Inu-Yasha.
E’ il risultato di un momento di depressione di cui sinceramente non ricordo il
motivo e probabilmente neanche c’era, sono stata la prima a sorprendersi di
quello che è venuto fuori… Bhè, non oso dire buon
divertimento, comunque buona lettura!
YUKI-CHAN
Lui l'ha
rivista. Lei gli ha parlato. Ora lui vuole morire.
Sento il
cuore pesante. Aperto davanti a me c'è il libro di storia. L'epoca Sengoku... Non riesco a
concentrarmi, è inutile. L'idea di non vederlo mai più mi getta nella
disperazione e nello smarrimento. Purtroppo però non c'è nulla da fare. Ne abbiamo parlato a lungo, o meglio, io ho tentato di
parlargli, ma Inu-Yasha era chiuso in sé stesso e le
uniche cose che sapeva dirmi erano: "E' per il mio onore... è per Kikyo... è stata colpa mia..."
Ho
provato a dissuaderlo in tutti i modi e per tutta risposta mi ha sollevata di peso e mi ha spinta nel pozzo. Mentre scomparivo per tornare nella mia epoca, sentivo le
voci di Shippo, Miroku e Sango. Loro non possono capire. Il dolore di Inu-Yasha, il suo amore per Kikyo sono troppo grandi e io mi trovo impotente davanti a
questi sentimenti. Mi fa male il cuore a pensare al fiero mezzo spettro che ha
affrontato senza paura spettri potenti come Sesshomaru
e Naraku. Nulla poteva abbatterlo o scoraggiarlo, orgoglioso
e spavaldo com'era, nulla tranne... quella donna. Nonostante tutto non riesco a provare rancore verso Kikyo.
Anche lei ha sofferto. Ha sigillato con una freccia
sacra la persona che più amava al mondo e, dopo cinquant'anni,
è stata costretta a tornare in vita contro la sua volontà e priva di un'anima. E ora vuole morire, e portare il suo amato con sé. Niente e
nessuno riuscirà a far cambiare idea a Inu-Yasha, lo so. Poco prima di spingermi nel pozzo, mi ha
dato il suo addio, fissandomi con i suoi caldi occhi dorati. La sua espressione
sofferente mi faceva male.
"Pongo
fine ad un'esistenza di sofferenza." ha detto.
E così,
questa notte, mentre io sto qui con il libro di storia aperto sulle pagine
dell'epoca Sengoku, l'unica persona che abbia mai amato
sta ponendo fine alla propria esistenza. La vista mi si appanna e le prime
gocce calde bagnano le pagine del libro. Avevo promesso a me stessa di non
piangere. Dopotutto è stata una sua decisione, in questo modo è come se mi
avesse detto che ama Kikyo molto più di me, tanto che
per lei è disposto a compiere un gesto simile. E io...
non posso fare altro che accettarlo... e invece no! Qualcosa dentro di me grida
che non è giusto. E' il richiamo del tempo, il richiamo del sangue...
il richiamo dell'anima! Balzo in piedi scaraventando a terra il libro e
corro verso il tempio del pozzo prosciugato. Senza pensarci due volte ci salto
dentro e magicamente mi trovo di nuovo in quell'epoca
remota. Devo assolutamente fermarlo! Senza di lui sento che non potrei andare
avanti. Ho bisogno di te! Inu-Yasha! INU-YASHA!! Corro a perdifiato nella notte, verso il luogo
che tempo fa la vecchia Kaede mi aveva
detto adibito ai sacrifici. Non so perché ma sono sicura che lui si
trovi lì. Il richiamo si fa sempre più forte e mi sembra di sentir qualcuno
piangere. Un pianto antico, ancestrale. L'anima di Kikyo... la
mia anima... sta piangendo... Ai miei occhi offuscati dalle lacrime che ormai
scendono senza ritegno, appare una chiazza rossa, sulla cima della collina.
Corro senza fiato verso quell'immagine sfuocata.
Avvicinandomi noto un'altra figura: è una donna, e sta tendendo un arco. Inu-Yasha è sulla traiettoria della freccia. Sta in piedi,
apparentemente tranquillo, con le braccia lungo i fianchi, la testa china e gli
occhi chiusi, i capelli argentei illuminati dalla luce della Luna, leggermente
mossi dalla brezza notturna. Tento di gridare, ma non mi esce la voce. Non ho
più fiato. Kikyo sta per scoccare la freccia.
"Fermati!
Non farlo! NON FARLO!!"
La donna
abbassa l'arco e Inu-Yasha si volta a guardarmi,
stupito. La sua espressione però si oscura subito.
"Ti
avevo pregata di non venire. Non voglio che tu veda
quello che succederà."
Non
voglio sentire! Non voglio sentire!!
"Sono
io! KIKYO SONO IO!!" grido con tutto il fiato
che ho in gola. "Non lo capisci?! Lei sono io! La sua anima è la mia! Kikyo è rinata per vivere con te, non in quel corpo di ossa e fango! La sua anima sta
piangendo, non la senti?"
A quelle
parole il corpo fittizio di Kikyo si dissolve in una grande luce e anche l'ultimo frammento della sua anima torna
a me. Inu-Yasha crolla a terra, sulle ginocchia, come
se non avesse più la forza di reggersi in piedi. Mi avvicino lentamente,
ansimando ancora per la corsa e lo abbraccio stretto. Il suo respiro è affannoso
come il mio. Il suo cuore batte fortissimo. Le sue lacrime calde bagnano la mia
spalla.