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Autore: the angelus    09/11/2009    3 recensioni
Come promesso Vi posto il punto di vista in parallelo di Alessandra (MY LIFE -MICHELLE) Alessandra si ritroverà con un addio doloroso, ma a riportarla alla vita ci saranno i suoi amici ed il destino... "Solo due parole ed io capii che tutto era finito, spento, quel fuoco era spento non ardeva più nel suo petto, e nel mio?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco come promesso MY LIFE- ALESSANDRA... mi raccomando lasciatemi un commento se vi piace =) a presto.

Ricordo ancora quel momento, i suoi occhi freddi mi guardavano non più pieni dell’amore che vi vedevo specchiato prima, no ora non c’era più, non c’era più nulla.

- Mi dispiace…-

Solo due parole ed io capii che tutto era finito, spento, quel fuoco era spento non ardeva più nel suo petto, e nel mio?

Come potevano due semplici parole distruggere e far crollare una montagna di certezze? Non doveva finire così, diceva di amarmi…perché la gente usa la parola amore così facilmente?

Mi sentivo vuota e distrutta, cosa mi restava ora, il suo amore non c’era più, avevo messo in gioco me stessa, in questa storia avevo messo tutta me stessa per ora ritrovarmi distrutta.

Passarono da allora un paio di mesi, ma non riuscii a chiudere definitivamente, non riuscii a voltare pagina, i suoi occhi, il suo cuore, un dolore fortissimo mi opprimeva il petto, tutti mi dicevano “passerà” oppure “non era la persona giusta”  già, ma spiegatelo al mio cuore io non ci riuscivo!

I giorni passarono ancora…l’inverno lasciava spazio alla primavera, al risveglio della natura, ma il mio risveglio dal questo vivere/non vivere non arrivava, mi arrampicavo alla fine di ogni giorno, e nella notte pregavo di addormentarmi subito e di non essere raggiunta dai suoi occhi.

Aprile lasciò lentamente spazio a Maggio, ormai i miei amici erano stanchi di aiutarmi, lo leggevo nei loro occhi, dovevo farmi una ragione, dovevo spiegarlo al mio cuore, ma la mia mente era troppo debole per averla vinta con lui, troppo persa in migliaia di ragionamenti, tra il giusto e lo sbagliato, tra il bianco e il nero, tra il bene e il male.

Il mio essere si era annientato, non vivevo, le giornate le ricordavo a sprazzi, erano vuoti, ero vuota dentro. Lo scorrere del tempo non esisteva, esisteva solamente il dolore del ricordo e dell’addio.

Arrivò così anche Giugno, sei mesi, un cuore può soffrire così tanto senza scoppiare? Senza logorarsi? Senza urlare e pregare che finisca? Dovevo cercare con tutta me stessa questo risveglio, dovevo farlo, ma non sapevo come uscirne, la mia mente elaborava ricordi, ogni immagine che vedevo si ricollegava ad un ricordo, ed io annaspavo e crollavo inesorabilmente all’interno di esso.

L’aria iniziava già ad essere calda, e a Milano il sabato pomeriggio era una noia pazzesca, non sapendo come passare la serata decisi di fare un po’ di sano e inutile Zapping!!

Inutili immagini si davano il cambio, ad ogni canale corrispondeva una storia, una pubblicità e una moltitudine di volti che giravano a folle velocità sul quello schermo, uff… non volevo guardare film, dovevo ancora digerire le storie d’amore, la mia non esisteva più.

Alla fine decisi di guardare un telegiornale sperando d’evitare i classici quanto fastidiosi gossip, come non detto, dopo una decina di minuti eccolo a parlare di personaggi famosi, beati loro sempre con quell’assurdo sorriso stampato in faccia, pieni di soldi e una vita sempre perfetta.

In quel mentre suonò il campanello, pigramente mi alzai dal divano e andai ad aprire, di fronte  a me Mirko e Miryam i miei migliori amici.

- Ale… ci siamo stancati… adesso devi reagire…. Ti portiamo al solito locale…. Nessun MA…-

Miryam mi aveva letteralmente trascinata in camera, e Mirko la stava seguendo:

- no no no caro mio…tu stai qui io sistemo lei e poi usciamo!!!-

Così si mise seduto sul divano a guardar la tv in attesa del nostro ritorno, speravo ardentemente che fosse la scossa del mio cambiamento, non potevo logorarmi così, mi ero innamorata di una ragazza, avevo completamente cambiato e distrutto la mia vita per lei e lei? Alla prima occasione, alla prima sua difficoltà, ai primi giudizi lei se ne era andata…era amore?

Lei, aveva giurato e stragiurato di fregarsene delle persone, ma di voler vivere fino in fondo tutto ciò, poteva sembrare amore a prima vista per me lo era.

Non potete biasimarmi i miei occhi erano velati del sentimento che provavo verso di lei, ero stregata da lei, non mi ero accorta che nel profondo lei non volesse tutto ciò.

Lasciar fare a Miryam era sempre un guaio, mi ritrovai in poco tempo vestita in un modo al dir poco…wow..cioè..il mio corpo era un inno al Fetish!!!!

Mi ritrovai con una camicia bianca addosso, maniche lunghe ma che si annodava sotto il seno, una gonna nera a pieghe, impossibile da allacciare, e che arrivava a dieci centimetri al di sopra del ginocchio e alla fine un paio di stivali neri, in pelle che mi fasciavano la gamba fin al ginocchio.

Mi aiutò a sistemare i capelli e il trucco, stavo finendo con matita nera quando una notizia al tg mi bloccò, c’era un servizio sulla Contessina Black. Sentii Mirko fare uno dei suoi soliti commenti, però come dargli torto, avete presente due occhi azzurro ghiaccio, capelli castani e lisci, un nobile profilo e un corpo pazzesco.

Ecco lo sapevo stavo ancora fantasticando, sarebbe da sogno passare anche solo un’ora in sua compagnia, mi ritrovai a pensare quanto si divertiva nella vita, lei poteva, lei aveva tutto, lei era l’immagine di quello che ogni ragazza voleva, la sua vita era decisamente facile.

Per noi mortali non è così semplice la vita, mentre per lei sicuramente la sua vita era basata su uno schiocco di dita.

- ehi…???? Sei tra noi??- Mirko mi stava chiamando, voltai lo sguardo verso lui,

-bene ora che mi hai degnato della tua attenzione andiamo, ma ricorda che lo faccio solo per te, perché devi chiudere con il passato e…wow ale…sei uno schianto!!!-

Sorrisi, credo come una cretina, guardai nuovamente il tg, vedere la Contessina con quel fare regale, mi aveva acceso qualcosa dentro, forse in quel momento, il ricordo di Irene aveva smesso di bruciare.

Era da diverso tempo che non sorridevo così, era diverso tempo che non respiravo così, finalmente stava arrivando anche il mio addio a quella storia così dolorosa.

 

Arrivata al locale mi guardai attorno, da quanto tempo non mettevo piede lì, tutto sembrava cambiato, forse perché al mio fianco non c’era più Irene, le luci sembravano diverse, il profumo era diverso, forse i miei occhi erano senza quel velo che li aveva coperti per diverso tempo con il suo ricordo.

Mirko era nettamente a disagio e stringeva a sé Miryam quasi terrorizzato che qualcuno gliela portasse via, mentre lei cercava di dimenarsi il più possibile perché voleva ballare e partecipare pienamente alla festa, sorrisi per via di quella buffa scena.

I miei amici, i miei migliori amici, gli unici che nonostante tutto mi erano rimasti accanto, quando avevano scoperto di me e Irene, ma soprattutto ora.

Diverse ragazze mi guardavano, mi ammiravano, certo Miryam mi aveva trasformata parecchio, negli ultimi mesi mi ero lasciata parecchio andare, voltai lo sguardo verso una colonna fatta a specchio, i miei occhi verdi accesi spiccavano con il rosso dei miei capelli.

Gente ovunque che ballava, si divertiva, ragazzi e ragazze innamorate o in cerca dell’amore o di una avventura, ed io? Cosa stavo cercando? Cosa volevo?

Una ragazza mi cinse i fianchi da dietro e mi sussurrò all’orecchio un “sei bellissima”, era questo che cercavo? Un contatto? Qualcuno che mi facesse sentire il contatto del suo corpo?

Se fosse questo o meno di certo mi faceva star bene, la ringraziai, mi voltai lentamente e la guardai negli occhi, era molto carina, ma i suoi occhi non mi dicevano nulla, forse andava bene per aver quell’attimo di pace che cercavo, quell’attimo di tregua.

Stranamente il dolore aveva cessato e non capivo il perché, lo so ridicola sembravo, avevo sofferto per così tanto tempo ed ora che non faceva male ne sentivo quasi la mancanza. Credo sia per la stessa ragione che una persona entra in un nuovo locale rimpiangendo i vecchi per via di quel tepore così familiare, ma poi?

Mi misi a ballare con lei, mi divertivo anche, la musica, i colori, i suoni e lei stavano creando una sorta di risveglio in me, finalmente ero tornata a respirare.

L’aria vorticava furiosa e bramosa nella mia testa, lei cercava di incatenare i suoi occhi ai miei, ma i miei erano più ribelli e non volevano sentirsi ancora legati a qualcosa.

Il suo corpo aderiva perfettamente al mio e creavamo una danza quasi perfetta, i nostri due corpi si cercavano, ma erano solamente bramosi di un contatto fisico e nient’altro, la musica circondava il tutto, suoni precisi, ritmatici e perfetti che aiutavano i nostri due corpi a conoscersi meglio.

La mia schiena appoggiava perfettamente al suo petto, il suo respiro  solleticava il mio collo e finalmente mi sentivo libera, avevo recuperato la mia identità.

La ragazza mi chiese se mi andava di uscire a fumare una sigaretta e parlare un po’, la mia natura da non fumatrice voleva evitare tutto ciò, ma dovevo un favore a questa ragazza così accettai e uscimmo dal locale.

Appena fuori dal locale la ragazza mi porse una sigaretta, rifiutai con garbo, ricordo ancora le liti con Irene per quella maledetta sigaretta!!!

Iniziò a parlarmi un po’ di lei, mi disse che le piaceva molto viaggiare e mi raccontò molti aneddoti relative ad alcune città europee, poi fu il mio turno, le dissi che mi piaceva cantare infatti cantavo (e tuttora lo faccio) in un gruppo creato dai miei amici.

Quando parlavo i suoi occhi mi fissavano bramosi e curiosi, sentivo che mi voleva come io volevo lei, volevo ancora quel contatto.

Spense la sigaretta e si mise una gomma in bocca, si voltò verso di me e mi baciò, ecco io lo sapevo dall’inizio che sarebbe finita così, ma mi serviva, per riaprire gli occhi.

Un rumore in lontananza mi fece staccare dalle labbra della ragazza rompendo quel momento così mistico, una moto stava correndo a gran velocità, mi voltai di scatto allontanandomi da lei, sembrava quasi che qualcuno volesse la mia presenza in quel momento, quella moto, quella strada, quel locale.

Credo che il tutto si svolse in un attimo, un’auto accese il motore uscendo dal parcheggio, vedevo la scena a rallentatore, sembrava la scena di un film, nessun rumore se non il rombo della moto, il mio cuore si fermò, perse uno,due,tre battiti e non ne capivo il motivo, la moto passò veloce davanti al locale, l’auto centrò in pieno la moto, un urlo secco.

Chi alla guida rimase per un attimo schiacciato dal peso della moto per poi esser sbalzato più volte contro l’asfalto duro e ruvido, battendo più volte la testa e concludendo scontrando la sua schiena contro un albero. Una scena da brivido, l’urlo mi restò in testa, il sangue mi si fermò, mentre tutto ora riprendeva a muoversi a velocità normale.

Pensai sul subito che il ragazzo come minimo si fosse rotto l’osso del collo, mi avvicinai, aveva il casco rotto, ma quello che mi sorprese fu il fatto che mi sbagliavo, non era un ragazzo ma una ragazza!!!

Lo stupore arrivò dopo, quando lei aprì gli occhi, i suoi occhi, il ghiaccio, quegli occhi non me li sarei mai dimenticata… li avevo visti troppe volte per tv ed erano speciali… lei era la contessina Black!!!!

Chiesi se riusciva  muoversi o a parlare, era presa molto male, non sapevo cosa fare, non potevo muoverla, le dissi di aver visto l’incidente e che l’auto non si era fermata.

Nel frattempo la ragazza che prima mi aveva baciata chiamò l’ambulanza, e dei ragazzi uscirono dal locale per vedere cosa fosse successo. Mirko si avvicinò a me, lo vidi sbarrare gli occhi:

-Ma è la Black-!!! Lo vidi tirar fuori il cellulare e scattare foto, qualcosa in me si accese:

-ma che diamine fai????? È ferita gravemente e ti metti a farle foto????-

-vengono pagate bene!-

- va al diavolo Mirko!!!!-

La Contessina perse i sensi, controllai immediatamente i battiti cardiaci, le restai accanto fin quando non arrivò l’ambulanza assieme ad una serie di mercedes nere con relativo lampeggiante sopra.

Una scena simile l’avevo vista in tv, ma vedere dal vivo una cosa simile, lo giuro è stato terrificante, ora la confusione regnava sovrana, gente che cercava di far foto, persone in divisa scura che cercava di bloccare quelle foto e di allontanare più curiosi possibili, telefoni che suonavano, gente che schizzava da una parta all’antra, lampeggianti, grida, flash.

I soccorsi intervennero rapidi, vidi le mani abili sistemare un collare alla Contessina onde evitare danni, la immobilizzarono e la caricarono in ambulanza.

Ero terrorizzata, quella ragazza era presa male, che le sarebbe successo? Chiudendo gli occhi vedevo ancora e ancora quella scena, la caduta, l’impatto con l’asfalto e il colpo fortissimo contro l’albero, quel rumore che fece il suo corpo impattandosi contro l’albero, il suo grido, ma soprattutto mi rimasero impressi i suoi occhi cosi…freddi.

 

   
 
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