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Autore: Keyra    09/11/2009    1 recensioni
Sono convinta che ci siano persone che siamo destinati a incontrare.
Che imprimono sulla tua pelle un marchio di fuoco indistruttibile.
Che lasciano un segno come un pennarello indelebile.
Che si inseriscono nella tua vita come se fosse loro diritto farlo, quando tu neanche riesci a giustificarti l'importanza che hanno. E quelle persone, prima o poi, ti cambiano la vita.
Ti tengono la mano per tanto, tantissimo tempo, fino a quando tu poi non te ne accorgi.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono giorni in cui il cielo sembra appena un po' più piatto del solito e l'aria che si respira quasi inconsistente.
Scivola addosso come l'acqua trasparente. L'acqua trasparente delle favole.
Ci ho sguazzato dentro per tanto, tanto tempo.
Poi mi sono stancata, e ho deciso di riemergere da quelle onde confortanti che mi cullavano da anni.
In realtà, non ho deciso un bel niente.
E' arrivato tutto così, come doveva arrivare.

Sono convinta che ci siano persone che siamo destinati a incontrare.
Che imprimono sulla tua pelle un marchio di fuoco indistruttibile.
Che lasciano un segno come un pennarello indelebile.
Che si inseriscono nella tua vita come se fosse loro diritto farlo, quando tu neanche riesci a giustificarti l'importanza che hanno.
E quelle persone, prima o poi, ti cambiano la vita.
Ti tengono la mano per tanto, tantissimo tempo, fino a quando tu poi non te ne accorgi.

 

 

 

[

Mi teneva la mano, cercava di scaldarla.
"Farai la brava?"
"Sì, certo"
"Mi penserai?"
"E' ovvio... e tu?"
"Sempre"
"Torna presto, ti prego"
"Te lo prometto"
Il treno era lì, affianco a noi.
Un ultimo lungo bacio,
e poi

]

 

Ci ero abituata. Da due anni ormai. Un continuo lasciarsi per poi ritrovarsi. Un continuo aspettarsi.
Non sapevo che avrei trovato quella persona che cercavo da sempre attorno a me, nel mio mondo, quel mondo che frequentavo, lontano, troppo lontano. Erano centinaia di chilometri a dividerci.
C'erano sempre quegli ultimi lunghi baci, e poi
e poi, niente. E poi un telefono che squillava, un messaggio sul cellulare, un pensiero mandato al vento.
Un bacio sotto le coperte al cuscino.


Ero convinta di amarlo.
Così sicura dei miei sentimenti, lo ero sempre stata.
Forse perché non c'era altro, attorno a me.
Forse perché lui aveva saputo darmi quelle certezze, quella sicurezza, che nessun altro mi aveva dato mai.
Forse perché pensavo che nessun altro avrebbe potuto amarmi come lui.
Perché nessun altro mai mi aveva amata.
Ero un frutto fresco di primavera quando lui mi aveva presa con sé.

  
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