Corde. [аккорды]
Lituania
non aveva mai odiato i girasoli. Lui non era tipo da odiare qualcosa
in particolare.
I
girasoli erano soltanto fiori. Avevano sempre lo sguardo rivolto a
qualcosa però, lo seguivano costantemente.
Spesso
si era stupidamente ritrovato a paragonarsi ad uno di essi, vedendo
solo qualche sottile differenza.
I
girasoli erano felici di seguire il sole. Lui no.
Lituania
gli stava sempre dietro perché era rimasto incatenato. Lui
non
poteva decidere di voltarsi a guardare dal lato opposto da un momento
all'altro.
- Signor Russia, devo portarle altro? -
Lituania
aveva visto i propri polsi restare intrappolati in una morsa ferrea.
Indissolubilmente controllati dalle mani di qualcun altro.
Per
quanto Polonia avesse tentato di aiutarlo, cosa potevano loro contro
la Russia?
Assoggettate
al suo volere, le altre Nazioni restavano legate, dipendendo da lei e
da tutto il potere che poteva esercitare su di loro.
Toris
non desiderava nulla di che, chiaramente. Ormai quelle corde le
portava da così tanto tempo che non vedeva più
nemmeno il segno che
lasciavano.
Forse
ogni tanto le braccia gli dolevano, forse ogni tanto si sentiva
intorpidito, ma bastava che Ivan chiamasse a gran voce per la loro casa
quel “Liet” e lui era pronto a servirlo ancora e
ancora. Senza
lamentarsi troppo, senza batter ciglio qualora le corde venissero
strattonate il malo modo.
Ma
la presa non veniva mai allentata, né si stringeva. Al
girasole non
poteva essere tolta l'acqua necessaria alla vita.
- Signor Russia, ha fatto buon viaggio? -
Ma comunque, per Lituania non era poi così complicato essere gentile. Gli veniva naturale, non doveva nemmeno sforzarsi di fingere.
Né trovava stancante comportarsi in maniera servizievole.
Sebbene fossero diversi, lì nel Trio Tremolante – Nazioni più note come Paesi Baltici – c'era un legame più forte di quello che potesse apparire. Probabilmente v'erano le stesse corde, forse solo un po' più sottili di quelle che li legavano a Russia, a tenerli uniti.
Una tra Estonia e Lituania, una tra Lituania e Lettonia, un'altra tra Lettonia ed Estonia.
E gli altri capi erano tutti tra le mani di Ivan, che si limitava a rivolger loro degli educati sorrisi, mentre minacciava Lituania, magari col supporto di Bielorussia, mentre pronunciava quell'inquietante “kolkolkol”, mentre poggiava il palmo sulla testa di Raivis e spingeva giù.
- Signor Russia, ho lavato e stirato i suoi vestiti. -
Lituania
era un po' come un automa. Sapeva bene quale fosse il suo compito
lì
dentro e non c'era bisogno che Ivan facesse molto per lasciarglielo
intendere.
Toris
era un po' un burattino, se ne stava legato ad eseguire.
I
polsi, le braccia, le gambe ed i piedi agivano solo per il bene di
Russia. Niente di meno, né nulla di più: in
questo modo Lituania
aveva la sua meritata protezione dal resto del mondo e assecondava il
desiderio di chi gli garantiva quella salvezza.
Non
era felice di farlo, ma nemmeno trovava che portare a termine quel
genere di compito fosse un rammarico.
Semplicemente,
Lituania lo sapeva. Si sorbiva il sorriso di Russia e lo serviva.
Certe
volte si chiedeva se lui fosse mai stato in grado di fare altro,
nella vita. Certe volte aveva voglia anche di domandare ad Estonia e
Lettonia se si sentissero o meno come lui.
-
Signor Russia, ecco a lei! -
- Signor Russia, ho fatto questo. -
- Signor Russia, ho fatto quello. -
- Signor Russia, ho fatto quell'altro! -
I
girasoli vivevano per seguire il sole, in cambio avevano la sua luce
a nutrirli.
Lituania
del sole ne aveva avuto abbastanza a volte, ma in lui non c'era la
minima traccia di quel coraggio necessario a scegliere di ignorare i
raggi.
I
girasoli erano felici di seguire il sole. Lui no.
Lituania
guadagnava qualcosa, forse, da questa sua assidua reverenza.
Probabilmente era uno dei pochi motivi che lo convincesse ad andare
avanti.
Toris
aveva visto i suoi polsi restare legati tanto tempo prima. Ed ancora
non aveva il piacere di allargare le braccia, senza sentire alcuna
costrizione.
Lituania
era rimasto legato, i suoi occhi incollati al suo sole. Se il
girasole si fosse voltato sarebbe morto.
Gli
sarebbe mancata la luce. Quel sole così forte rispetto a lui
lo
avrebbe punito.
Pensandoci
bene, in fondo lui e quei poveri fiori non erano poi così
diversi.
Vagamente
angst, vagamente nonsense, questa robina qui era stata iniziata circa
un mese fà. Mai portata a termine, chiaramente.
La
Criticombola mi ha spronata a continuarla, scritta per il prompt 81
[questione di scarsa mobilità, link all'immagine: http://pics.livejournal.com/el_defe/pic/0005fkc7]
Grazie alla Saeko
per le piccole correzioni.
♥
PS: non inserite tra i preferiti a meno che non abbiate intenzione di
recensire; è una cosa che non sopporto.