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Autore: Shainareth    09/11/2009    6 recensioni
[Gundam SEED] Il senso del tempo pareva essergli sfuggito del tutto. Aveva solo un vago ricordo di quanto accaduto durante e soprattutto dopo l'ultima battaglia a Jachin Due. Una cosa, però, non riusciva a dimenticarla: il dolore che ormai sembrava essere diventato parte di lui, annidiato com'era nella profondità del suo cuore distrutto dalle troppe lacrime versate.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato, Lacus Clyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Vivere




Il senso del tempo pareva essergli sfuggito del tutto. Aveva solo un vago ricordo di quanto accaduto durante e soprattutto dopo l'ultima battaglia a Jachin Due. Una cosa, però, non riusciva a dimenticarla: il dolore che ormai sembrava essere diventato parte di lui, annidiato com'era nella profondità del suo cuore distrutto dalle troppe lacrime versate. Per la morte di Tolle, per quella del Maggiore La Fllaga, per quella del Tenente Badgiruel e di tutti gli altri compagni. Per la morte di coloro che lui stesso aveva ucciso, a cominciare da quella del pilota del Blitz, caro amico di Athrun, a causa della quale aveva rischiato di perdere una parte importante di ciò che ancora gli rimaneva. E poi, a dargli il colpo di grazia, c'era stata la scoperta del segreto della sua esistenza, che lo aveva sfinito non poco, e la scomparsa di una delle persone a cui era maggiormente legato: Fllay.
   Vagava per la nave come se fosse stato un fantasma, con lo sguardo perso nel vuoto e la mente che continuava a rimuginare attorno ad un'unica domanda: perché, nonostante tutto, era ancora vivo? Perché, si rispose da solo, io stesso ho voluto così. Forse per non dare ragione agli sconclusionati e pessimistici discorsi di Raw La Klueze. A differenza di quest'ultimo, Kira voleva continuare a credere nell'umanità.
   Si fermò lungo il corridoio che si affacciava sull'ampia sala in cui era conservato ciò che rimaneva del Freedom. Erica Simmons gli aveva chiesto il permesso per rimetterlo in sesto, e lui glielo aveva accordato. Il punto in cui fino a poco tempo prima il Justice rimaneva in standby, al contrario, adesso era vuoto. Athrun lo aveva sacrificato per salvare la Terra e tutti i Naturals che invece suo padre avrebbe voluto annientare indiscriminatamente. Anche l'uomo che aveva messo al mondo lui e sua sorella, si ritrovò a pensare Kira, non era stato un santo. Chissà quanti fratelli maggiori avrebbero avuto ora lui e Cagalli se solo quel pazzo non li avesse uccisi in nome della scienza... Kira doveva essere uno di loro, e invece era stato l'unico a sopravvivere in quanto il risultato perfetto degli esperimenti condotti sulla Colonia Mendel. Sebbene fossero due prodotti differenti nati dalla stessa mano, il ragazzo non poteva negare di comprendere l'animo di La Klueze, sconvolto da un male interiore superiore al suo. Però...
   Strinse le dita attorno alla ringhiera alla sua destra, determinato a non crollare nel pietoso stato psicologico che aveva stravolto la mente del biondo mascherato.
   «Kira?»
   La voce di Lacus lo riscosse finalmente da quel soliloquio nocivo e costruttivo a un tempo. La vide muoversi a mezz'aria nella sua direzione e le porse una mano che subito lei accettò per sostenersi. Non gli chiese come stesse, sarebbe stato stupido, e Kira gliene fu grato. Gli sorrise. Lei e Fllay erano così diverse... Se solo si fosse innamorato di Lacus, se solo avesse confidato a lei le pene che tanto lo affliggevano... Non era pentito di aver amato Fllay perché adesso lo aveva lasciato solo e col cuore a pezzi; era pentito di averlo fatto perché in quel modo si erano feriti a vicenda e forse, indirettamente, ne aveva causato la morte.
   Sentì il pianto pizzicargli il naso. «Kira?» Da dietro il velo di lacrime che gli offuscava leggermente la vista, scorse Lacus cambiare espressione. Era preoccupata da morire per lui.
   «Scusa», mormorò passandosi il dorso di una mano sugli occhi per cercare di apparirle più sereno. Non le avrebbe nascosto i sentimenti che lo divoravano, nel bene e nel male, ma si sarebbe per lo meno fatto forza. Per lei e per gli altri che gli erano affezionati.
   «Aspetta, Cagalli!», sentì dabbasso. Si sporse dalla ringhiera e vide la ragazza avanzare verso il Freedom. Athrun le stava alle calcagna nel tentativo di fermarla. Vi riuscì, acciuffandola per il giubbino rosso-arancio e racchiudendola poi nelle braccia. Ecco una delle conseguenze più bizzarre della guerra, si ritrovò a pensare Kira con un sorriso: sua sorella e il suo migliore amico.
   «Lasciamiii», si lamentava frattanto Cagalli con fare infantile, provando invano a liberarsi dalla presa del Coordinator che aveva deciso di disertare dall'esercito di PLANT per amore della giustizia.
   «Non fare la stupida.»
   «Io non sono stupida, stupido!»
   «In questo momento non dimostri intelligenza, sai?»
   La bionda si quietò, fissando imbronciata i tecnici al lavoro sul Mobile Suit che Lacus Clyne aveva affidato a suo fratello. Approfittando di quel raro momento di calma, alle sue spalle Athrun la strinse più vicino. Contro il polso, che premeva sotto al seno sinistro di lei, avvertiva il battito del cuore della Principessa, accelerato a causa di quella corsa ad acchiapperello che avevano fatto per arrivare fin lì: con l'animo rasserenato, il giovane non riuscì a fare a meno di sperare di poterlo sentire per il resto dei suoi giorni.
   «Athrun... Cosa stai toccando?», furono le parole che lo riportarono bruscamente con i piedi per terra.
   «Eh?», fu invece la poco furba risposta che diede.
   Cagalli ricominciò la lotta. «Ti stai approfittando della situazione!»
   «Giuro di no!», esclamò il poveretto, terrorizzato da quel tragico fraintendimento. Preso in contropiede, allentò l'abbraccio e lei scappò via, tornando a dirigersi verso il Freedom. Athrun tentò di nuovo di fermarla, e lei si voltò di scatto verso di lui, vibrando un calcio in aria che però non andò a segno. «Cagalli!», la riprese il soldato, seccato da tanta cocciutaggine. «Non puoi pilotarlo!»
   «Ma ora è quasi inoffensivo! Praticamente un rottame!»
   «Toglietelo dalla testa!»
   «Solo un giro!»
   «Anche ammesso che ti lasci salire su quell'affare, non hai idea di come farlo partire!» E, dicendolo, stavolta Athrun ricorse davvero alle maniere forti, afferrandola per una mano e strattonandola indietro per issarsela in spalla.
   Cagalli lo insultò e, innervosita dal fatto che tutto ciò che gli urlava sembrava scivolargli addosso, iniziò a colpirlo ripetutamente con i pugni dietro la schiena, le gambe che scalciavano selvaggiamente a rischio di frantumargli il naso, la mascella o qualche altra parte del corpo. Quella battaglia all'ultimo sangue ebbe fine solo quando, passando attraverso la porta che li avrebbe portati fuori da lì, nel modo di agitarsi la ragazza diede una sonora zuccata contro il muro. A quello spettacolo, Kira scavalcò la ringhiera e si precipitò da loro, mentre Athrun, spaventato, cercava di accertarsi che la sua irrequieta innamorata non si fosse fatta troppo male.
   «Sei un bruto!», gli stava gridando lei, lasciandogli tuttavia il permesso di massaggiarle affettuosamente il punto in cui, lo si sentiva al tatto, le sarebbe spuntato un bel bernoccolo.
   «Colpa tua che non stai un attimo ferma», la rimproverò blandamente il Coordinator dai capelli blu, combattendo l'impulso di abbracciarla per via del rimorso.
   Rassicuratosi sulla salute di sua sorella, Kira tirò un sospiro di sollievo. «Speriamo almeno che questa botta ti aiuti a mettere un po' di giudizio.»
   Le iridi dorate di Cagalli lo fulminarono, nonostante le lacrime causate al dolore che avrebbero dovuto invece raddolcirne lo sguardo. «Ma tu da che parte stai?»
   «Da quella del buon senso», replicò Athrun al posto dell'amico, attirandosi ancora la stizza della Principessa.
   Kira rimase a vederli bisticciare, divertito, e quando udì la risata di Lacus che li stava raggiungendo, si sorprese a pensare quanto gli fosse caro quel suono così cristallino.
   «Cagalli-san, andiamo a prendere un po' di ghiaccio?» Lei annuì e, rivolgendo una boccaccia dispettosa ai due giovani, si allontanò mano nella mano con la idol di PLANT.
   «Bisognerebbe metterle un guinzaglio», ragionò Athrun, spossato nel corpo e nella mente, gli occhi che, ansiosi, seguivano ogni movimento della bionda. «Sembrate tanto diversi, eppure sono sicuro che sarete voi due a farmi venire i capelli bianchi anzitempo.»
   Kira ci rimase male. «Cosa? Io che c'entro?», domandò quasi offeso, affiancandosi a lui quando lo vide avviarsi sulla scia delle loro salvatrici e fingendo di aver dimenticato tutte le preoccupazioni che, un po' per ingenuità e un po' per vivacità, gli aveva dato negli anni passati.
   E mentre Athrun cominciava a prendere in giro anche lui, Kira non poté trattenersi dal sorridere, perché finalmente aveva trovato una valida ragione per sopravvivere: per tutti loro.













Morale della favola: ai due baldi giovanotti, Cagalli preferisce Lacus. LOL! Scherzo! XD Anche perché me ne sono resa conto solo dopo, di 'sta cretinata in chiave yuri, sorry! XD
Dicevo... Morale della favola (quella vera): nel movie Athrun sarà più albino di Yzak. (Uccidete Lanfranco, ve ne prego! XD)
Va beh, la morale trovatevela da soli, tanto non è difficile. XP
Piuttosto, chiedo scusa per il titolo da soap di questa shot, ma ritengo che sia l'unico adatto al tema trattato... Tema che si riallaccia perfettamente con il capitolo della long che ho postato oggi (cosa non voluta, visto che il capitolo l'ho scritto almeno un mese fa e questa ff, invece, appena ieri pomeriggio).
Grazie come sempre a chi legge e a chi è così gentile da lasciarmi due righe. :)
Shainareth
P.S. Un bacio (senza virus, visto che sono raffreddata) ad Atlantislux per il betaggio.





  
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