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Autore: Rota    10/11/2009    1 recensioni
Miscredenti, volgari esseri abitudinari, chiassosi abitanti di questa terra ormai sterile, distogliete il vostro sguardo da colei che non merita i vostri colpi mortali, senza pietà. Costume, moralità, rispettabilità.
Sono definizioni per un’unica, medesima falsità tanto palese da essere volutamente ignorata. E’ sgarbato fa notare l’errore, così che la coscienza assopita possa non interrompere il proprio sonno molesto.
Si appaga la volontà con schermi di sentimenti, oggetti materiali che esplicano pensieri ed emozioni come specchi di un affetto nascosto da qualche parte nell’anima, timido, riservato. Indifeso.

PRIMO posto al contest "I'm [not] a romantic man" indetto da superkiki e Hika chan
PRIMO posto al contest "Leggende dal passato" indetto da superkiki e Red Diablo
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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smile
*Autore: Rota23/meg89
*Titolo: Smile
*Genere: Introspettivo, Nonsense, Romantico
*Rating: Giallo
*Avvenimenti: one shot, song fic
*Personaggi e Paring: Shino Aburame (Shino centric); ShinoTemari
*Note dell'autore: La mia acidità è venuta tutta fuori mentre scrivevo questa ff.
Poiché Shino è cattivo, sadico e terribilmente cinico, come tutti gli esseri fin troppo razionali. In più quegli occhiali che sempre porta sono il chiaro segno di quanto egli desideri estraniarsi dal mondo; il fatto che lo faccia perché lo ritenga abitato da un ammasso di completi deficienti è per me un’ipotesi più che plausibile ^^
La canzone di De André per me è perfetta poiché esplica questa acidità nei confronti degli esseri umani. E poi io adoro le song fic ^^
Che dono potrà mai fare shino alla donna amata? Nulla di concreto o fisico, non è né superficiale né materialista, non ama i soldi o le cose inutili.
Dona semplicemente qualcosa di molto, molto più importante… la sincerità dei propri sentimenti.
A voi la lettura ^^


(*) Il Testamento, testo e musica di Fabrizio De André



SMILE




Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già(*)

Sorrisi ipocriti dipinti sui volti dei presenti, che incurvano le labbra in ghigni nascosti da belle pretese.
Falsi, falsi mentitori.
Ci si concede ad un’allegria rumorosa perché si ha timore del silenzio che tutto avvolge, che nasconde come una coperta invisibile i predatori della notte, temibili, letali.
Guardatevi allo specchio e dite con sincerità quante volte avete sorriso veramente, perché era il vostro cuore a ordinarvelo.
Poche, pochissime volte.
Eppure avete sbiadito con l’abitudine fiacca una cosa così meravigliosa come l’espressione intima dell’anima più innocente, deturpandola con un uso sciocco e fin troppo quotidiano.
Anche la rosa più bella assume le sembianze di una volgare margherita se guardata troppo spesso.
Gli occhi indiscreti spogliano la bellezza dei suoi veli così intriganti, così invitanti, rendendola sciatta e priva d’ogni possibile attrattiva.

Sorella morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo(*)

Miscredenti, volgari esseri abitudinari, chiassosi abitanti di questa terra ormai sterile, distogliete il vostro sguardo da colei che non merita i vostri colpi mortali, senza pietà.
Costume, moralità, rispettabilità.
Sono definizioni per un’unica, medesima falsità tanto palese da essere volutamente ignorata. E’ sgarbato fa notare l’errore, così che la coscienza assopita possa non interrompere il proprio sonno molesto.
Si appaga la volontà con schermi di sentimenti, oggetti materiali che esplicano pensieri ed emozioni come specchi di un affetto nascosto da qualche parte nell’anima, timido, riservato. Indifeso.
Eppure dimentichiamo la bellezza che un semplice letto ristoratore può dare ai corpi affaticati, la semplicità di un pasto caldo che riempie lo stomaco vuoto, la frescura dell’acqua che lava ogni peccato e ogni fatica.
Desideriamo accecarci con una bugia che tutto abbaglia, appagando i sensi dell’intensità di un attimo.

Quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà(*)

Donna, Guerriera del vento, Temari dai biondi capelli.
Le mie parole ti possono sembrare astruse, astratte e forse un poco folli. Cattive e impietose.
Io non guardo direttamente l’oggetto che mi si staglia davanti nella sua mera fisicità, gli porgo un ostacolo davanti, cosicché il luccichio dell’immagine sensoriale, ingannevole, che devia la ragione, non mi renda cieco di fronte al reale suo significato.
Le lenti scure proteggono il mio sguardo dal bagliore di un chiasso che spacca i timpani, di un odore troppo intenso che stordisce come se la realtà e il sogno si confondessero, senza essere distinti da limiti ben marcati.
Non confondermi, non paragonarmi a chi usa i sensi erroneamente. La rigida Legge che mi sono imposto non ammette errori che possano offendere gravemente; non prendermi per uno sciocco, non bazzico in strade sconosciute senza un riparo che mi protegga, non sono tanto avventato da tuffarmi da un dirupo senza alcuna protezione al mio corpo mortale.
Il cervello che governa la mia anima non si concede la libertà dell’errore.
Il mio silenzio è solo discrezione, il mio sguardo severo è incomprensione per un mondo al quale non riesco ad appartenere. Sono in balia, nonostante i miei sforzi, di una realtà che non mi vuole far proprio.
Io mi aggrappo alla coscienza che mi è rimasta con quanta forza mi è possibile, per non annegare nel mare dell’incertezza.
Non confondermi, non sono un’anima che chiede facilmente pietà.

Se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
 
Per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore (*)

La Terra mi disconosce, aggrottando le sopracciglia e dipingendo la meraviglia su ogni viso delle persone che mi vengono incontro.
Guardami, Guerriera.
Se d’incomprensione sono ferito, d’incomprensione ferisco.
Non illuderti, la scorza di un insetto può essere resistente quando un uno scudo di duro metallo.
Non arranco sul suolo arido di un deserto sconfinato, ma il suono dei miei passi fa eco contro le pareti di una landa desolata, rimbombando all’infinito, uno dopo l’altro.
La verità soggettiva che i miei abiti celano, che i miei occhi severi nascondono è protetta come la perla preziosa di un mollusco sul fondo marino.
Nulla si deve concedere al nemico mortale.

Quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà (*)

L’urlo tuo vitale, il grido selvaggio squarcia il Vento, tua arma, come un lama tanto affilata quanto penetrante.
Non conosci ostacoli che possano fermare il tuo passo, non conosci insidie che possano rallentare la tua marcia.
Indomita, fiera, altera, pura.
Come un’Amazzone dispersa nelle lande infinite del deserto ti ergi gloriosa sulle tue sole gambe. Non ci sono barriere che ti possano nascondere, né tu le elevi a tua protezione. Non ne hai bisogno alcuno.
Non hai bisogno d’occhiali per non essere accecata, non hai bisogno di ripari per essere protetta.
Il Vento solo è la tua potente arma, che si piega docile alla tua volontà ferrea, divenendo strumento di morte nelle tue sole mani.
Sacerdotessa di Eolo divino, la tua forza fa impallidire ogni splendore falso, ogni ipocrisia menzognera.
Si sgretolano le mura della falsità sotto i tuoi colpi feroci, che nulla risparmiano e nulla perdonano.
La tua forza guerriera elude e smantella ogni illusione materiale.  
Il chiarore della tua anima immacolata illumina con bianca luce accecante il grigiore delle nubi che avvolgono fino a quasi soffocare l’umanità tutta che arranca.

Cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro già sulla terra
amammo tutti l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli. (*)

Non un fiore che subito svilisce, non un gioiello la cui luminosità presto diventerà opaca, non un cibo gustoso che lascia una traccia labile sulla lingua ancora affamata.
Ma un qualcosa che possa rimanerti inciso nell’anima finché non solo la coscienza persisterà, ma la stessa vita nel tuo corpo. E che sempre, sempre perduri in eterno.
Un sorriso, un semplice sorriso posso regalarti.
Nulla più chiedimi, perché nulla di più prezioso posso darti.







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Signori, questa ff era già edita. Molto, molto tempo fa l'ho scritta.
Era in una raccolta, oggi ho voluto separarla dal resto. Perchè tutti la potessero notare meglio.
E' arrivata PRIMA a due contest.
Il primo: "I'm [not] a romantic man" indetto da Kiki e Hika chan:  
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8584000&p=14
Il secondo: "Leggende del passato" indetto da Kiki e Red diablo:
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8750157&p=14 
in più, in entrambi i casi, la mia ff si è aggiudicata il Premio Poetica.
Seguendo i due link vi ritrovere alle pagine con indicati i due giudizi.
Questo è quanto.
Grazie di aver letto ^^
   
 
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