Anime & Manga > BeyBlade
Ricorda la storia  |      
Autore: Vale_Hiwatari    14/06/2005    6 recensioni
E' una song-fic ispirata alla canzone "Il Maestro" di Renato Zero. Key insegna a Hilary ad usare il Bey Blade, e si accorge che ha del talento. Ma la ragazza non ha abbastanza tempo per il Bey e per Key insieme. Una lettera infinita a Hilary, la verità in un sogno, un sogno in un mazzo di rose.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Hilary
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



" ...Allora, l’hai trovato?"

"Un attimo, è qui nello scatolone..."

"Sei sicuro?"

"Certo che sono sicuro... Aspetta aspetta, eccolo!!!"

"Finalmente, cominciavo a stufarmi!"

"Ecco qui, Hilary, l’ho preso."

"E' questo?"

"Sì, questo è il mio vecchio Bey Blade, si chiama Angel."

 

Non t’insegnerò quello che già sai,
io scommetto che li straccerai.
 

Quando me lo hai chiesto pensavo fosse uno scherzo.

Non credevo che davvero ti importasse così tanto di una stupida trottolina; ti ho dato il mio vecchio Angel, azzurro con i bordi in oro.

E nel momento in cui lo hai toccato mi sono reso conto che no, non era affatto uno scherzo.

Volevi davvero imparare a lanciare un Bey Blade; e quel giorno, in soffitta, ho visto nei tuoi occhi la luce della determinazione a farcela.

Ho sentito che potevi davvero, e che alla fine la migliore saresti stata proprio tu, che li avresti stracciati tutti.

Non avrei cominciato ad insegnarti quello che già sapevi, perché lo sapevi......

Avrei cominciato da quello che ti era nuovo e sconosciuto in una "trottolina": l'animo, la coordinazione, il sentirsi vivi guardandola.

Volevo insegnarti a provare quello che provavo io, che pure evitavo di darlo a vedere.

 

Il maestro è qua, ti benedirà; puoi esibirti,
sbizzarrirti...

 

Ti ho detto che potevi cominciare facendo quello che ti pareva con la trottola, per prenderci confidenza.

Ti ho detto di esibirti, di sbizzarrirti come meglio potevi: ti ho detto di gridare, di saltare, di fare qualunque cosa ti mettesse in "contatto".

E tu lo hai fatto; hai ballato.

Con una grazia e una bellezza forti come non ne avevo mai viste: eri leggera come il tuo Bey, ti ci voleva solo un soffio e poi eri con lui, sul campo.

Io ero lì, con te, in ogni momento, anche se non te ne rendevi conto; seduto sul muretto ti ho sempre guardata.

Non con la freddezza con cui guardavo tutti, ma cercando un buon motivo per cui ti stavo aiutando e mandavo avanti questi allenamenti con te.

Non lo trovo tutt'ora, il mio motivo.


E' il momento tuo, lanciati così
butta fuori il meglio adesso sì.
 

Allora magari eri nata per fare quello. Eri nata per il Bey Blade e per la danza.

Io me ne ero accorto, forse ancora prima che tu mi chiedessi di insegnarti; com'eri piccola in quello foto che mi mostravi sempre, con un secchiello in mano, e com'eri grande di fronte a me con il Bey in mano!

Era il tuo momento: quando prendevi in mano il lanciatore un po' impacciata e un po' sicura di quello che stavi per fare e poi cominciavi a ballare buttavi fuori tutte quante le tue emozioni.

E io coglievo le emozioni che lasciavi, come si raccolgono le rose per la propria fidanzata..... Volevo tenerle, curarle e poi, un giorno, restituirtele.

Tu continuavi a lasciare quei petali volteggiando e ascoltando il mio vecchio Angel, che poi sarebbe diventato il tuo fedele Bey e Bit Power, senza accorgerti di me che ti guardavo seduto sul muretto.

 

L’anima ce l’hai, conta su di lei
puoi sfidare il mondo adesso, o mai!

 

Avevi tutto quello che ti occorreva, adesso. L'anima e il contatto con il Bey Blade.

Tutto ciò che ti serviva; l'unica cosa mancante per diventare una campionessa era la pratica nel combattimento.

Dovevi contare su quello che avevi per diventare grande, per poter dare qualcosa anche a me e dimostrarmi che valevi.

Leggevo nei tuoi occhi voglia di farmelo vedere, quel tuo talento: "Voglio imparare perché so che ce la posso fare" -mi avevi detto come prima cosa la mattina che ti ho portata in soffitta.

E non so come mai, ma ad un certo punto ci avevi rinunciato.

"Non è cosa per me"

"Ma tu sei bravissima, Hilary! Come fai a dire che non è roba per te?!!?"

"Non ci riuscirò" -mi chiedevo perché ci sprecassi tempo. Con una bambina come te.

"Puoi sfidare il mondo adesso, o mai!"

E ti ho voltato le spalle, in cuor mio sperando che mi fermassi e che la luce che avevo visto nei tuoi occhi riaccendersi.

Mi hai poggiato la mano sulla spalla qualche secondo dopo.


La mia vita scorre mentre guardo te
quella voglia di riscatto so cos’è

 

In quel momento ho capito che avevo BISOGNO di te.

Avevo capito cosa va oltre il desiderio e la volontà: il bisogno. Un bisogno talmente profondo da non poter vivere senza...

Il bisogno di starti accanto e aiutarti, e sentire che la mia vita andava avanti solo guardandoti danzare con Angel.

Sapevo cosa voleva dire per te diventare brava, sapevo perfettamente cos'era la voglia di riscatto che ti bruciava dentro, quasi consumandoti e permettendoti di andare avanti e avanti, ancora e ancora.

"Ce la farò" -mi dicevi guardando il cielo

"Ce la farai" -ripetevo guardando i tuoi occhi e vedendoci il cielo...

La speranza che nessuno mi aveva mai dato o chiesto.


e nessuno può comprenderti di più
nessun altro prova ciò che provi tu.

 

Nessuno poteva capirti di più di me, che ero stato tanto tempo relegato in un monastero per diventare il più forte del mondo.

Avevo provato anche io il brivido del sapere che potevo arrivare lassù.

Per tagliare il mio traguardo sapevo che bastava sentirsi sicuri e alzare lo sguardo senza indietreggiare.

E nessun altro provava quello che provavi tu, nemmeno Takao. Per questo avevi chiesto a me di aiutarti e non a lui.

Perché lo sapevi e vedevi la luce che io vedevo nei tuoi occhi riflettersi nei miei.


Io ti guardo e sento che puoi farcela,
maledetta sorte puoi sconfiggerla!
 

Come io avevo sconfitto il mio destino tu potevi sconfiggere il tuo.

Io ti amavo, per quanto ancora non contasse nulla per te; poi una notte hai lasciato che ti portassi via.

Finalmente, stupiti e felici, scoprimmo che era nato qualche cosa; ci sembrava di avere trovato la chiave segreta del mondo.

Ti ho baciata sotto la pioggia un 26 novembre, pieno di stelle e di speranze per il nostro futuro.

Continuavi a diventare sempre più brava, quasi superavi il maestro; ogni tanto mi hai anche battuto.

Vederti era la mia fonte di vita, ormai. Vederti ballare era quanto di più bello avevo. Vederti sorridermi e sapere che quel sorriso era solo per me mi riempiva di felicità.

Ti guardavo e sentivo che potevi diventare sempre meglio, che potevi farcela.

Maledetta sorte che non voleva lasciarti danzare e lanciare... Potevi sconfiggerla!

 

non ti lascerò senz’alibi io no
punta in alto credi a me... guarda avanti!
 

Io non ti avrei mai lasciato senza un alibi; dovevi proprio puntare in alto, fino a sfiorare il cielo.

E guardare sempre avanti, mai indietro.

Il maestro era sempre sul suo muretto, ad osservarti serenamente danzare con il tuo Angel, che aveva un nome adatto a te, la sua padrona.

Ti amavo.

Oh, quanto ti amavo!

"Una stella cadente!" -dicevi

"Hai fatto in tempo ad esprimere il desiderio?"

"Ho desiderato di star sempre con te" -e ti appoggiavi alla mia spalla

"L'hai sprecato, dovevi desiderare cose più importanti"

"Sei tu la mia cosa più importante"

"Tu devi pensare solo a diventare brava e ad allenarti. Guarda avanti!"

E tu mettevi su quel delizioso finto-broncio prima di baciarmi.

 

Ti trasformerai, tu ti evolverai
sulla scena il segno lascerai,

 

Ti ho insegnato ancora tante altre tattiche sull'uso del Bit e del Bey, della velocità e della potenza.

Ti sei evoluta e trasformata.

Non eri più una bambina ma nemmeno eri adulta, conservavi quel poco che bastava per stupirti di ogni cosa.

Lasciavi ancora quella scia di petali di rosa quando danzavi, ma questa volta i solchi erano più profondi. Solchi nella mia memoria sempre più indelebili.

Lasciavi il segno.

Non un segno tangibile, qualcosa che mi rimaneva dentro, nel cuore e nella mente. Continuavo ad amarti, eppure a volte mi pareva che tu fossi troppo bella e irraggiungibile per me.

Ma dimenticavo tutto nei momenti -quei pochi attimi magici- che avevamo per noi.


mentre io vivrò silenziosa scia
tu seme della mia pazzia.

 

Il mio cuore spaziava su di te, avevi cominciato anche a partecipare a dei tornei e a vincerli... Non riuscivo a credere di averti plasmata io, non credevo che tu potessi amare uno come me.

Così rimanevo in silenzio, osservandoti volteggiare, sul mio muretto.

Eri il mio semino, che io avevo faticosamente piantato e innaffiato, e stavi diventando davvero l'albero che avevo sperato.

Ormai non avevi davvero più bisogno della mia acqua, e nonostante il mio amore ci fosse ancora non era più quella passione travolgente che provavo prima ogni volta che ballavi.

"Mi ami?" -mi hai chiesto

"Certo che ti amo"

"Se io dovessi partire che faresti?"

"Verrei con te..."

"Pensi che io possa diventare una grande Blader?"

"Solo se smetti di pensare con così tanta insistenza solo a me. Non hai tempo per me e per Angel insieme"

"Vuoi dire che mi proponi una scelta?"

"Già. O me, o il Bey Blade"


Prenditi i segreti questa eredità,
altrimenti il mio lavoro sfumerà.

 

Da quando te l'ho detto non hai ballato per due mesi.

Io mi sentivo svuotato di tutto, perché sapevo che il tuo talento non doveva andare sprecato ma al tempo stesso non volevo perderti.

Così avevo lasciato a te la scelta. I miei segreti te li avevo già lasciati, un po' come un'eredità.

Se tu non li avessi presi il mio lavoro di una vita sarebbe sfumato...

Sono tornato il freddo Key di prima, aspettando un tuo segno, un tuo cenno, una tua parola, un tuo bacio.

Dovevi essere tu la prima a farsi avanti, la decisione doveva essere tua e solo tua, di nessun altro.

Il mio albero era grande, non aveva più bisogno della mia acqua. Solo che io avevo ancora troppo bisogno di quell'albero per rinunciarci.

 

C’è bisogno di talenti come te
troppa volontà che resta lì dov’è... muta...

 

"C'è bisogno di talenti come te nel mondo"

"Lo so... ma... tu..." -piangendo sul mio petto gridavi, prendendomi a pugni

"Devi solo sentire quello che vuoi" -io ti carezzavo la testa quasi freddamente, cercando di non scoppiare in singhiozzi anche io

"Non so quello che voglio"

"Ci sono troppe persone che per paura non vanno avanti nella loro vita"

"E io non posso né voglio farci niente; io voglio solo stare con te!"

Pensavo che avessi scelto.

Invece ci sarebbe voluto molto tempo per decidere definitivamente.

Eri ancora una ragazzina, non eri pronta ad una scelta così grande. Ballavi con passione, la tua volontà non poteva rimanere muta, dovevamo farla cantare in qualche modo.


Nuovi stimoli si aspettano da noi
non possiamo né dobbiamo indietreggiare mai.

 

Gli altri si aspettavano grandi cose da noi e noi dovevamo dargliele.

Non potevamo cedere per un sentimento frivolo com'è l'amore; la pensavo così, prima. Pensavo che alla fine avrei fatto a meno di te.

Ho sempre sbagliato in questo: a volte fa bene indietreggiare e ripiegare sulle nostre sicurezze prime.

Non eri tu il mio seme, ero io il tuo.

Io ero l'albero e tu l'acqua, non il contrario.

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione, e il peccato fu creder speciale una storia normale. Il tempo ci usurava e ci stritolava, in ogni giorno che passava correndo.

Servivano novità, e tu potevi trovare di che nuovo: ma dovevi smettere di pensare a me.

Ero il tuo maestro, è vero, però non avevo ancora capito quale sarebbe stata la tua scelta.

"...O me, o il Bey Blade..."

Le parole di quella sera mi risuonavano ogni giorno nella testa.

 

Ascolta il tuo maestro il mondo è questo:
prima l’arte, la passione e dopo il resto.

 

Per quanto tu potessi amarmi, per quanto io potessi amarti, non saremmo mai riusciti a stare insieme.

Eppure eravamo un'anima divisa in due corpi, non saremmo mai riusciti a stare separati.

"Ascolta il tuo maestro" -ti ho detto una sera, la stessa sera in cui ci siamo lasciati per sempre- "Prima l'arte e la passione, dopo il resto"

"Anche l'amore?"

"Anche l'amore"

"Ti ricordi la sera in cui mi hai chiesto di scegliere...?"

"Sì, mi ricordo" -chiusi gli occhi

"Ho scelto"

"...bene"

"Il Bey Blade"

Mi sono chiesto notte e giorno il perché del tono freddo e adulto nella tua voce quando mi hai comunicato la tua scelta.

E mi sono chiesto notte e giorno dove fosse finita la luce che prima faceva brillare i tuoi occhi.


Premiami se puoi, un bel saggio e poi
un applauso a tutti noi

 

L'ho rivista molti anni dopo, su un palcoscenico, vedendoti ballare.

E quello è stato il miglior regalo che potessi farmi: ricordarti di me ballando.

Io conservavo ancora il mazzo di rose delle tue emozioni, anche se in realtà non erano altro che sogni -o, meglio- verità in sogni.

La tua verità era in un mazzo di rose rosse, in mano mia.

Ti avevo amato, Hilary, ti amavo ancora, ma avevo capito quale fosse la tua strada e quale fosse la mia.

Non potevi rinunciare, così come non potevo farlo io.

Ma non avrei dimenticato...

Ho applaudito più di quanto non abbia mai fatto in vita mia a quel saggio.

 

che impariamo...
 

Ti ho restituito le tue rose un giorno di autunno, un piovoso 26 novembre pieno di stelle e di ricordi passati.

Mi hai sorriso, consapevole che sarebbe stata l'ultima volta.

I miei sforzi non sono stati inutili, lo so.

Ho imparato molto da te e da tutti.

Ho imparato che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Ho imparato che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontando le conseguenze.
Ho imparato che la pazienza richiede molta pratica, e che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Ho imparato che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
E questo me lo hanno insegnato le PERSONE.
Da soli non si va da nessuna parte.
Ho imparato la pazienza, ho imparato l'ascoltare la gente, che è fondamentale; ho imparato ad essere amico di chi non mi piace.
Non importa se anche qui a volte mi sento un po' diverso dagli altri, a volte mi sento scombussolato, ma almeno li sento; sento gli altri.
Non escludo che possano darmi qualcosa. E se non vogliono che io ricambi, beh...
Un giorno capiranno, così come ho capito io la cosa più importante.

Sono sicuro.

...Perché solo quando è buio si possono vedere le stelle.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Vale_Hiwatari