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Autore: Kimly    10/11/2009    4 recensioni
Una semplice raccolta su alcune coppie di questo fandom. Perché i sentimenti sono tutto, meno che semplici... 1. InuyashaKagome [Quarta classificata al contest "InuyashaKagome day" indetto da hachi92 e roro su EFP forum] 2. InuyashaKagome (accenno SesshomaruRin)
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sogno o son desta?


La tenue e bassa luce le colpì il viso, facendole completamente dimenticare il sogno appena fatto. Si spinse sotto il piumone, provando a trattenere qualche piccolo dettaglio e ricordo di ciò che aveva visto un attimo prima fra le braccia di Morfeo, ma non vi riuscì.
Sbucò fuori, sbuffando talmente con tanto vigore da riuscire a veder ballare la sua frangetta. Rammentava poco o niente. Assottigliando gli occhi e stringendo i pugni, le balenò davanti l’immagine di un paesaggio mai visto, quasi un’altra dimensione, un altro mondo.
Gli alberi, la vegetazione e tutto il resto non differivano più di tanto da quelli che lei conosceva bene, ma c’era qualcosa di diverso in loro, quasi surreale, un’aura che li avvolgeva e li faceva sembrare…magici.
A mano a mano, quella rievocazione si stava facendo più nitida e nuovi elementi stavano prendendo forma e colore.
Quella bella ragazza, ad esempio, le pareva familiare. I capelli mossi dal vento, il gigantesco boomerang che reggeva con estrema -troppa- facilità sulla schiena e il buffo animaletto che le sedeva accanto sembravano essere componenti essenziali di quel quadro che aveva preso vita mentre dormiva.
-Sa…Sa…-sussurrò Kagome, seduta sul letto, sforzandosi di ricordare non sapeva neanche lei cosa. Rinunciò dopo il terzo tentativo, tenendo ancora gli occhi ben serrati.
Notò solo in quel momento un’altra persona, a cui prima non aveva badato. Un bel ragazzo, non sapeva perché le venne subito in mente la parola “monaco”, raggiunse l’altra protagonista di quella assurda storia, accompagnato da una strana palla di pelo arancione.
Kagome si chiese come non avesse fatto prima ad accorgersi di lui, quello era proprio il suo posto, accanto alla fanciulla dal volto gentile e il sorriso sincero. Proprio una bella coppia, le venne da pensare, scuotendo la testa rassegnata quando lui le si buttò addosso, come se avesse già assistito a scene simili innumerevoli volte.
Con questi nuovi personaggi non provò nemmeno a dar loro un nome, non le veniva proprio niente, nessuna sillaba, nessuna lettera.
Passò oltre, mentre altre figure, non ben definite, riempivano la scena, chi le stava accanto, chi la fissava da lontano, chi la salutava bonario.
Non riusciva a scorgere bene i loro volti, quasi come se fosse diventata miope all’improvviso, ma almeno i due giovani erano ancora lì, chiari e ben in vista.
Vederli insieme la rendeva felice, le donavano un senso di piacere immenso, come se fossero parte di lei, una famiglia, ecco.
Solo allora vide che le fronde degli alberi si erano acquetate e che i capelli della ragazza erano fermi e cadevano sulle sue spalle quasi come piombo.
Non seppe dire come mai, ma era certa che durante il sogno lei si era voltata e che aveva visto, di fronte a sé, una forma offuscata molto più delle altre. Un unico colore le era danzato davanti agli occhi, un rosso talmente acceso da metterle i brividi.
Era sicura che la figura si fosse avvicinata, Kagome allora aveva scorto anche il bianco in quella massa informe ed uno strano luccichio, probabilmente appartenente ad una spada.
Lo sconosciuto l’aveva raggiunta con velocità e le aveva sussurrato all’orecchio un’unica, sola parola.
“Ricorda.”
Kagome spalancò gli occhi, spaventata ed eccitata allo stesso tempo. I raggi del sole l’avevano svegliata proprio dopo aver udito quella voce, che le aveva fatto battere il cuore più veloce del normale.
Ripercosse mentalmente il sogno per ben cinque volte, ma non riuscì a trovare un solo, dannato, schifoso particolare che le facesse ricordare qualcosa.
Non capì perché, ma in quel momento le venne solo da piangere. Non fu un pianto disperato o isterico, ma un semplice e piccolo sfogo, un lento cadere di lacrime che bagnavano le sue mani, ma che comunque non davano risposte alle domande che si stava ponendo.
Perché non ricordava?
Cosa c’era da ricordare?
Chi era quella gente?
Cosa voleva da lei?
Kagome si riprese, tirando su con il naso e asciugandosi le guance oramai umide. Stava mentendo a se stessa, non stava piangendo per quelle persone, per quello che doveva rammentare, ma solamente per quella strana figura.
Quella figura che non era riuscita a scorgere, quella voce che le aveva provocato un brivido, quel contatto che avevano avuto in pochi secondi, ma che era stato carico di tenerezza, di passione, di tutto.
Era una cosa assurda, ma era quasi certa di essersi innamorata di lui; perché era un “lui”, la voce poteva appartenere solo ad un ragazzo, ad un uomo.
L’avrebbero presa per pazza, se qualcuno lo avesse saputo. Innamorarsi di un sogno, un sogno che mai sarebbe diventato realtà.
Altro che colpo di fulmine! Quell’essere –non sapeva neanche lei come definirlo, perché, lo avrebbe giurato, aveva intravisto delle piccole orecchie sbucare fuori dalla sua nuca- non aveva volto, non aveva quasi forma, ma solo quella voce, quel tono che le aveva rivolto quasi un rimprovero, una supplica…
“Ricorda.”         “Ricorda.”        “Ricorda.”
-Dannazione! Perché non riesco a ricordare?!- tuonò lei arrabbiata con se stessa, sbattendo i pugni sull’ampio letto e prendendosi la testa fra le mani.
Doveva ricordare. Doveva ricordare. Doveva ricordare.
-I…I…I…- quella lettera era fuoriuscita da sola dalla sua bocca, senza che lei l’avesse pensata. Non aveva idea del perché volesse a tutti costare passare l’intera giornata a dare retta ad un sogno, ma qualcosa le diceva di aver rimosso una cosa troppo importante ed essenziale, che andava assolutamente recuperata.
-In…In…In…-
Quel ragazzo era sembrato così serio, così speranzoso nella sua riuscita, non poteva mollare, doveva farlo per lui, per renderlo felice.
Buffo come tenesse immensamente ad un personaggio frutto della sua fantasia, come lo volesse vedere sereno e tranquillo, come lo volesse vedere e basta.
Aveva quasi una sorta d’istinto materno nei suoi confronti, quasi come se fosse stato un cucciolo, voleva proteggerlo poiché intuiva che lui per lei lo avrebbe fatto, magari l’ho aveva già fatto?
-Inu…Inu…Inu…- Richiuse gli occhi, l’immagine di quel giovane sembrava meno sfocata, poté notare i lunghi capelli bianchi cadere sul suo vestito rosso fuoco, poté osservare le sue mani, che terminavano con delle aguzze unghie, simili a quelle delle bestie.
-Inuya…- Vide comparire un sorriso furbetto e sopra un paio di occhi color miele sul suo bel viso perfetto. Alcuni elementi non riusciva ancora a scorgerli, ma lo vide spalancare le braccia verso di lei, con naturalezza.
Vederlo lì, di fronte a lei, la fece sentire a casa, come se fosse appartenuta a lui da sempre. Fece lo stesso pensiero che aveva avuto l’attimo prima, di fronte alla bella coppia.
Lui non era umano, sicuramente. Non era come quegli altri personaggi, che li fissavano radiosi ed entusiasti, ma Kagome non aveva mai sentito il suo cuore esplodere dal petto davanti a nessun altro, umano o non-umano che sia.
Ancora con le braccia aperte, sentì la sua voce uscire chiara e limpida.
“Kagome!” Conosceva il suo nome, forse conosceva tutto di lei, forse non era solo un sogno, forse quel ragazzo era il suo futuro, il suo mondo, forse era…
-Inuyasha!- La ragazza aveva strillato quel nome, riaprendo gli occhi e ritrovandosi ancora sul suo letto, con davanti una giornata ancora da iniziare.
Come aveva potuto dimenticarsi di Inuyasha? Di Sango e di Miroku? Di tutti i momenti passati con loro, di tutte i litigi, i pianti, i momenti di sconforto? Di tutte le gioie, le tenerezze, le emozioni condivise con i suoi compagni d’avventura? Condivise con lui?
-Perché hai urlato?- Una chioma nera sbucò dalla porta, controllando a destra e a sinistra, in cerca di un possibile pericolo.
-Yumi, scusa. Ti ho spaventata?- Kagome le corse incontro, prendendo la piccola in braccio e accarezzandole la testolina mora.
-No, mamma. Tu sembri spaventata, però.- biascicò lei, l’assenza di un dentino, caduto giusto il giorno prima, si faceva sentire parecchio.
-Non è successo niente, amore. Ora va’ a prepararti, devi andare a scuola.- la fece scendere, dandole un buffetto affettuoso sul sederino.
-Uffa! Non posso far finta di star male? Magari inventando malattie strane ed orribili.- rise la bambina, immaginandosi la scena e non aspettando neanche la risposta, desiderosa di rivedere le sue compagne.
Kagome si fece cadere sul pavimento, stravolta e distrutta per quanto era accaduto.
Ora sapeva cos’era successo. Aveva deciso di dire basta a quella vita, aveva deciso di darci un taglio, di mollare tutto, non per il fatto che non volesse più stare al fianco di Inuyasha, ma perché aveva raggiunto il limite massimo.
Desiderava essere una normale adolescente, vivere una vita tranquilla, senza aver paura di non svegliarsi più, di non rivedere più la sua famiglia, i suoi amici.
Era terrorizzata all’idea di veder morire Sango, Miroku o Shippo, ma soprattutto impazziva al pensiero di poter veder cadere Inuyasha dinnanzi a lei.
Inoltre, vederlo pensare ancora a Kikyo le faceva troppo male, non riusciva ancora a capire se lui l’amasse per la sua somiglianza con la sacerdotessa o semplicemente perché era se stessa.
Aveva abbandonato lui, i suoi amici e tutto ciò che aveva di bello in quel mondo. Era andata avanti, rifacendosi una vita, provando a sopravvivere a quello che era sembrato un eterno stato di soffocamento e di disperazione.
Aveva lottato, combattuto e alla fine ce l’aveva fatta. Aveva cestinato ogni cosa, aveva rimosso anche il più piccolo particolare di quella vita, di quella Kagome di un tempo.
Dopo dieci anni, però, il suo passato ribussava la porta, la riportava con i piedi per terra, come se desiderasse schernirla, farle vedere che tutto ciò che aveva fatto fino ad allora non poteva definirsi “vivere”.
-Mamma! Sono pronta.- la piccola Yumi fece una giravolta, la gonna a balze che frusciava rumorosamente e le scarpine che rigavano il pavimento in legno.
Kagome era ancora a terra, occhi vacui e privi di luci, mani fredde e prive di vita, sembrava essere un cadavere senza nome.
Solo due elementi facevano capire che la donna era ancora tra i vivi, ancora a subire le violenze di un mondo –anzi, due mondi- che non le davano pace e tranquillità.
Due lacrime che, birichine, caddero sul tappeto e si asciugarono subito, come due comete che attraversano il cielo troppo in fretta e, ancora prima di aver espresso un desiderio, bruciano e muoiono.
Muoiono… 


The end.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Questa parte come una raccolta di alcune coppie di Inuyasha, non so quali e non so quando le idee verranno.
Credo che saranno molte InuyashaKagome, MirokuSango e SesshomarRin, anche se queste ultime hanno già una raccolta propria.
Questa fic è stata scritta per il contest "Inuyasha and Kagome day!" per festeggiare questa splendida coppia. Auguri!
Si è classificata quarta e mi dispiace che si sia capito poco della trama. Ero davvero convinta che fosse chiaro ciò che volevo esprimere. Volevo iniziare questa raccolta al meglio, ma forse questa fic non è proprio il fiore all'occhiello.^^' Ribadisco ciò che ho già detto, Kagome potrebbe risultare OOC, nella sua scelta di abbandonare Inuyasha e rifarsi una vita con un altro, un Mister X a caso, ma se fosse successo davvero, penso che si sarebbe comportata così.
Ringrazio nuovamente le giudici, mi complimento con le altre partecipanti e un grazie enorme a Roro per il banner*:*
Posto il giudizio ed il banner. A presto, un bacio.


Originalità: 6,5/10
Grammatica, lessico, sintassi: 7,5/10
Trattazione della coppia: 5/10
Descrizione e Narrazione: 6/10
Giudizio Personale: 0,35/1

La prima cosa che mi sento di segnalare – anche perché mi ha colpita in negativo – è stato lo scorretto utilizzo dei puntini di sospensione: vanno sì uniti alla parola che li precede, ma distanziati da quella che li segue. In caso contrario il tutto appare un ammasso confuso e di difficile comprensione, e ti assicuro: non è un bene.
Pur essendo presente la nota Nonsense, e pur essendomi io preparata psicologicamente – amo il Nonsense in modo viscerale, e proprio per questo sono esigentissima –, non posso affermare di aver appieno apprezzato il tuo lavoro: confuso, troppo, troppo confuso. Non è neppure definibile Nonsense, perché non si tratta di un flusso di coscienza o di una serie di immagini prive di coerenza: siamo di fronte ad un brano che non si può collocare in una precisa categoria, che, pur avendo una base di fondo, si sviluppa in modo irragionevole. Non risulta avvolto da un alone di mistero, non cattura in questo modo: lascia perplessi, punto.
Kagome si sveglia: ha fatto un sogno strano, non riesce a ricordarlo, vorrebbe ricordarlo.
Qualche periodo si contraddice – prima affermi che il mondo visto da Kagome le sembra irreale, un’altra dimensione, poi aggiungi che non differiva poi molto dalla vegetazione a cui era abituata –, lasciando il lettore perplesso.
Ad un tratto, compaiono una ragazza, un animaletto e un uomo: il solo vederli la rallegra senza motivo, ed è stupita. Non li conosce, perché dovrebbe gioire?
Poi scorge un’altra figura – appare però sfocata, una macchia rossa priva di contorni. La voce di quest’ultimo ospite la stupisce: è un qualcosa di conosciuto, di reale, di familiare. Resta basita, si sforza di ricordare: tanti, troppi tentativi. Le risulta difficile, non ci riesce affatto.
Pian piano una lettera affiora, poi un’altra e un’altra ancora, e al contempo anche il viso del ragazzo diviene più nitido – non è umano, come invece sono gli altri, è un demone. Il nome le fuoriesce dalle labbra, così come le consapevolezza di aver dimenticato qualcosa di importantissimo.
Ed è qui che le cose si fanno davvero incomprensibili: compare una bambina, che si rivela essere la figlia di Kagome – e di chi?, mi è sorto normale chiedermi. Il problema è che neppure nel resto del testo troviamo spiegazioni.
Non credo sia di InuYasha. Kagome ha lasciato da dieci anni il Sen Goku, e mi sembra irreale che lo abbia fatto dopo essere andata a letto con InuYasha – così come mi pare assurdo che quest’ultimo l’abbia lasciata andare dopo una cosa simile. Per quanto irresponsabile, non ce lo vedo proprio.
La bambina dovrebbe essere mediamente piccola, perché affermi: l’assenza di un dentino, caduto giusto il giorno prima.
Ora. Sì, esistono persone che hanno perso l’ultimo dente da latte in tarda età, ma non darei alla piccola più di sei, sette anni, anche se il modo in cui si esprime mi dà da pensare – insomma, non mi è parsa adeguatamente infantile, anche se questa è una mia impressione, puramente personale.
Sono quindi rimasta piuttosto perplessa, sia per la trama – non è male, ma poteva davvero essere approfondita, perché così risulta spezzata – che per lo stile – piacevole, sì. Scrivi abbastanza bene, anche se a volte alcuni periodi non mi hanno convinta, e sono certa che potrai divenire molto più brava: in questo testo non sono riuscita ad apprezzare appieno le tue doti, e questo non mi ha favorevolmente impressionata.
Kagome è OOC, almeno per come la presenti. Troppo, troppo OOC.
È vero. In passato ha abbandonato InuYasha, ben decisa a non permettergli di farle ancora del male, ma la dote più importante di Kagome è proprio quella di essere sempre tornata da lui. È stata male, ha pianto, ha desiderato non vederlo mai più, ma non ha mai tenuto fede ai suoi propositi: lo ama e lo amerà per sempre.
Mi sembra irreale questa sua presa di posizione, così come mi sembra irreale che InuYasha non sia mai andato a cercarla: del resto, lui è cocciuto, ma presto o tardi avrebbe ceduto. Si sarebbe irritato, o magari afflitto, ma comunque l’avrebbe raggiunta.
Dicendo che il pozzo s’era chiuso – o magari inserendo un flashback o cose così – mi avresti lasciato un minor senso di perplessità: sì, la storia è Nonsense, ma i dubbi restano comunque. E ripeto che nella tua storia non riesco a trovare il vero Nonsense – non credo di avere una visione poi così strana del Nonsense, poiché anche Kiki ha concordato con me, quando le ho esposto i miei dubbi. In ogni caso, sappi che quanto ti ho precedentemente detto sul Nonsense è un mio parere spassionato ininfluente per ciò che ha a che fare col punteggio: volevo semplicemente farti partecipe delle perplessità che la lettura del tuo lavoro mi ha dato, in modo da darti spunti di riflessione.
La trattazione della coppia risulta praticamente assente, poiché Kagome non interagisce direttamente con InuYasha – lo rivede solo nei suoi pensieri. In ogni caso, come già detto, Kagome risulta OOC – su InuYasha mi è impossibile espormi, perché l’unica sua battuta è immaginata da Kagome.
Ribadisco che il tuo stile non è male e che la storia mi sarebbe piaciuta di più, se adeguatamente sviluppata: quello che mi hai presentato non m’è sembrato neppure per un istante Nonsense, mi spiace.
L’idea di una Kagome che ha lasciato InuYasha è intrigante, anche se abusata: con uno sforzo in più avresti ottenuto una storia molto bella – e te lo dico davvero, non come contentino. Ci sono elementi che ho davvero apprezzato, e su cui avresti potuto costruire un’ottima trama.
Spero di non essere stata offensiva, perché non è questo che il mio commento voleva ottenere: sono certa che il tuo prossimo lavoro sarà già migliore, perché ne hai tutte le potenzialità.

Originalità: 7/10
Grammatica, lessico, sintassi: 6,2/10
Trattazione della coppia: 5/10
Descrizione e Narrazione: 7,1/10
Giudizio Personale: 0,3/1
Totale: 25,6/41
Te lo dico in tutta franchezza: ho faticato a comprendere questa storia, l'ho dovuta rileggere un paio di volte per capirne il significato. Ciò è dovuto probabilmente a una descrizione affrettata ed una narrazione rapida, fin troppo. Decidi di alternare due fasi temporali, quindi dovevi tener conto fin da subito del fatto che senza un'accurata descrizione questa fic non avrebbe avuto il significato che intendi darle.
Mi duole informarti anche delle numerose pecche lessicali che ho riscontrato leggendo la tua storia: ci sono alcuni termini che non sono propriamente giusti nel contesto in cui li hai inseriti, numerose pecche di punteggiatura, discordanze verbali e numerosi punti vuoti lasciati tali, senza approfondire minimamente la narrazione. Mi aspettavo sicuramente di più, in quanto un "Inu Yasha e Kagome Day" prevede una trattazione perlomeno discreta della coppia... Anche nella tua – come in quella di un'altra partecipante – il pairing che tanto adoriamo sembra un dettaglio, un futile particolare.
Ipotizziamo una fic drammatica, angst: sia anche essa tale, prevedeva comunque una maggiore attenzioni ai dettagli e uno studio della forma un po' più corretto... La descrizione e la narrazione, poi, mancano di sentimenti, emozioni. Essi si possono solo immaginare, non v'è un minimo di tenerezza in Kagome - in alcuni punti l'ho trovata OOC -, Inu Yasha, poi, non è quasi mai menzionato. Sono più descritti alcuni personaggi secondari, piuttosto che quello principale. Sì, negli avvertimenti c'era il no-sense, ma anche questo genere dev'essere spiegato, quanto meno si dovrebbe capire la cronologia della storia e studiarne maggiormente la linearità.

Giudizio Personale: spero davvero tu non prenda a male questo commento. Sono abituata a parlare schiettamente e rifilarti infide lusinghe che poi sarebbero suonate piuttosto obsolete e contraddittorie non mi pareva proprio il caso. Solitamente leggo le tue storie in un altro fandom, ragion per cui mi aspettavo decisamente di più, un pizzico di tenerezza che avrebbe giovato e fatto acquistare maggior punti alla tua storia.

 

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