I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishimoto Masashi. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

MUST BE DREAMING

Per un tipo esuberante come me, è quasi strano rimanere fermo e silente ad osservare. Non credevo potesse procurarmi un simile senso di quiete stare a guardare una persona dormire. Disteso al tuo fianco, un braccio come unico sostegno per la mia “testa quadra”, come dice sempre Sakura.

E intanto rifletto e mi dico, che non dovrebbe essere un ragazzo quello che osservo dormire dopo una notte di sesso. Non è normale, non è così che avevo immaginato la cosa quando ero più piccolo.

Evidentemente c’è davvero qualcosa di strano in me, mai pensavo così tanto però…

Sorrido come il baka che sono ripensando a quanto accaduto solo la sera precedente. Io che entro di soppiatto dalla tua finestra, tu che dipingi immerso nella musica. E’ ancora vivo e lucido in me il ricordo di quel pennello che sinuoso delineava i nostri corpi nudi e avvinghiati. Poi tu che ti accorgevi della mia presenza e arrossivi, conscio che una persona estranea era venuta a conoscenza di un disegno così intimo, che rappresentava un tuo desiderio segreto e inconfessabile.

E io che mi sentivo un verme per averti spiato, per aver visto. Odiavo quel tuo sguardo così basso e colpevole, la tua voce incerta mentre tentavi di spiegare, di non farti odiare…che stupido, come se io potessi detestare una persona che mi amava così profondamente da rimanere sempre al mio fianco e sorridermi, sostenermi, senza mai chiedermi nulla in cambio. Nulla, se non la mia amicizia.

Leggevo nel tuo sguardo il terrore di aver perso quel piccolo pezzettino di paradiso che ti eri guadagnato nel mio cuore, quell’angolo speciale che sapevi di aver conquistato duramente. Temevi di essere stato nuovamente oscurato da Sasuke, forse per sempre.

Le parole, che poi lente pronunciai dopo, ebbero l’effetto di un dolce calmante su di te. Semplicemente, non mi domandasti il perché di quell’abbraccio, di quelle carezze, di quel bacio.

Naruto…quello che stiamo facendo, non è sbagliato?

Ti sorrisi a quella domanda, imbarazzato, spaesato. Diavolo, più che sbagliato, ciò che stavamo facendo era anomalo, eppure…non potevo fare a meno di volerlo, di volerti.

Non desideravo altro che baciarti, toccarti, proprio come lo volevi tu, chissà da quanto tempo poi.

Piano, i baci si fecero più lunghi.
Piano, le carezze si fecero più intime.
Piano, ci spogliammo a vicenda.

Ingordi di soddisfare quella voglia proibita, senza più freni.

Ma quando fummo nudi, mi resi conto di quanto in realtà eravamo fragili. Privi di ogni difesa, eravamo semplicemente due mocciosi che tentavano di comprendere qualcosa più grande di loro. Le tue mani tremavano appena, io sentivo il coraggio scemare.

Ma quell’istinto, così primordiale e basso, ci guidò, ci fece agire di conseguenza. Ti stuzzicavo, mi insinuavo in mezzo alle tue gambe, facendoti perdere ogni inibizione.
Posavo le mie labbra sul tuo ventre caldo e tu che ti stringevi così forte a me, scosso da leggeri fremiti, mi facevi eccitare ancora di più.

E io non mi ero mai eccitato così tanto in vita mia.

Cavolo, non avevo mai invocato il nome di nessuno (o quasi), ma tu me lo hai fatto fare. Le parole affioravano roche dalla mia bocca, avevano un suono strano, rotto dai gemiti.

Sai…

Era così strano, ma bello. Faceva male, ma non potevamo smettere, dovevamo proseguire fino a quando i nostri corpi non si fossero placati.

Fino allo sfinimento, oltre il pudore, oltre le barriere. Era così bello il tuo volto sorridente, imporporato per la vergogna di esserti mostrato così umano ai miei occhi.

Ed io, che non facevo altro che ricambiare quel sorriso, con altri baci, con altre carezze. Cullandoti nel mio petto, beandoci di quel momento di quiete che aveva preceduto una tempesta di ormoni.

Rimasi a osservarti mentre piano le tue palpebre si abbassavano, stanche, ma felici. Mentre mi donavi un ultimo bacio, sorridendo così ingenuo. Sono ancora qui Sai, e ancora ti sto guardando dormire sereno al mio fianco. Le braccia abbandonate sul materasso, il petto che compie leggeri movimenti facendoti smuovere appena dalla tua posizione.

Il lenzuolo è troppo bianco e piccolo per coprirti interamente, le tue gambe sono in parte scoperte, intrecciate alle mie per scaldarti. Mi sto rilassando, non credevo che ci sarei riuscito. Troppa è stata l’emozione, troppo improvviso questo rapporto per poter giudicare se sia stata una azione sensata o meno.

I miei occhi sono ancora persi in quel quadro che pareva aver preannunciato questa unione, questo peccato di cui ci eravamo appena macchiati impunemente. Ma ora non mi importa di nulla, di nessuno, voglio solo restare qui a guardarti mentre dormi. Non desidero altro, voglio solo godermi questa pace che da troppo non sentivo dentro me.

Finalmente, il sonno si avventa anche su di me, facendomi crollare. Mi stringo nel tuo abbraccio, di più, più vicino, voglio scomparire in te. E non pensare più a nulla. Alle missioni, alle promesse, a Sasuke.

E mentre mi rendo conto di quanto dolce sia questo calore che mi avvolge, odo una voce che lontana riecheggia e sembra chiamarmi.

Che fastidio, proprio ora che stavo così bene...


_ _ _


-    Naruto…vuoi svegliarti! –
-    Mh…Sakura-chan…? –
-    Finalmente, ce ne hai messo! Dai, alzati, dobbiamo partire! –

Partire? Aha sì giusto, la missione. Mi alzo, pigro e lento, con gli occhi cerco lui. Ovviamente è già in piedi e pronto per ripartire.

Sorrido beffardo, perché simili sogni devono tormentarmi?

-    Buongiorno, Naruto… -
-    ‘Giorno  Sai! –

Tutto è normale, io e Sai siamo compagni di squadra, siamo amici, come sempre. Non vi è alcun disegno erotico, nessuna incursione nel suo appartamento, nessun rapporto sessuale.

Ci siamo solo io, Sai, Sakura e la missione odierna.

Una volta qualcuno mi disse che i sogni, le nostre fantasie esistono proprio perché non si concretizzino nella realtà.

Se è vero, vorrei che mi lasciassero sognare per sempre…