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Autore: Hachan    12/11/2009    2 recensioni
"Lo invidiava, lo invidiava da impazzire. Lui sempre così perfetto, il più bravo in tutte le cose che faceva. I suoi voti erano i migliori dell’accademia, e non faceva a meno, ogni volta che ne aveva la possibilità, di schiaffare in faccia a tutti la sua superiorità"
I personaggi di questa storia(Terra e Ventus) sono spoiler.A parte questo la storia è tranquillamente leggibile anche senza conoscere gli eventi ^-^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
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“ E poi lo colpì con forza al petto! “ Gridò alzandosi di scatto dalla pietra più alta, su cui stava seduto. Una leggera brezza marina lo aiutò in quel momento epico, scostandogli capelli dal viso.

 Tutti gli altri bambini lo ascoltavano incantati, pendendo letteralmente dalle sue labbra.

Tutti tranne uno.

Un bambino biondo, minuto, stava nascosto dietro il grosso tronco di un albero, poco lontano.

Da li poteva ascoltarlo senza essere visto da nessuno.

“ Altre sciocchezze, sei solo uno spaccone” sibilò ben sicuro di non essere sentito.

Come se avesse potuto udirlo, il ragazzino roteò gli occhi, rispondendo invece alla domanda di uno dei bambini.

Da un po’ di tempo stava ormai guardando nella direzione del biondino, e la domanda lo aveva distratto.

 “ E poi è morto! Che domande. “ rispose sgarbatamente alzandosi senza dare alcuna altra spiegazione agli altri che reclamavano la sua presenza.

Fece alcuni passi in direzione del tronco dietro al quale il ragazzino si era ormai appiattito, per poi scattare via non appena lo vide. Sembrava davvero veloce come il vento, l’elemento che gli aveva donato il nome che portava.

Ma Terra fu più veloce di lui, e lo bloccò, comparendogli davanti.

“Perché scappi?” chiese con una leggera espressione strafottente sul viso, le mani sui fianchi.

“ Per non vedere la tua faccia, insolente! “ gli rispose a tono Ventus, assottigliando appena lo sguardo.

“Insolente, io?” chiese candidamente, l’altro, come se la notizia li giungesse completamente nuova.

“Certo, Tu!”Manteneva gli occhi fissi su di lui. Pur temendolo lo doveva sfidare almeno con lo sguardo.

“ E tu cosa saresti? Un coniglietto?” rispose con una leggera intonazione ironica nella voce.

Fu un attimo che Ventus gli fu addosso, cercando di aggredirlo.

“Ritira subito tutto quello che hai detto! Ora! “

Cercava in ogni modo di morderlo o graffiarlo. Cercava in tutti i modi di essere più forte di lui. Lo invidiava, lo invidiava da impazzire. Lui sempre così perfetto, il più bravo in tutte le cose che faceva. I suoi voti erano i migliori dell’accademia, e non faceva a meno, ogni volta che ne aveva la possibilità, di schiaffare in faccia a tutti la sua superiorità.  Gli altri ragazzini pendevano dalle sue labbra, e le ragazze facevano di tutto per farsi notare da lui.

Terra lo lasciò fare, senza preoccuparsi troppo, fino a quando non si sentì addentare il braccio.

“ Mi hai fatto male “ protestò debolmente Terra, socchiudendo un occhio.

“Te ne faccio ancora di più se non ti rimangi quello che hai detto. Ti continuo a mordere all’infinito!”rispose soddisfatto Ventus. Lui, il più mingherlino dell’accademia, era riuscito a fare male al  grande Terra.

Terra non si mosse e lasciò che lottasse contro di lui “Perché te ne stavi in disparte?” chiese mentre sopportava l’altro che lo rosicchiava con insistenza.

“Affari miei!Non prenderti di queste confidenze, insolente!”

Ma all’improvviso si staccò dal suo braccio. Ormai si stava facendo sera, e la temperatura abbassandosi.

Pochi conoscevano il suo segreto. Nel regno quasi nessuno era a conoscenza della sua insolita malattia. Il suo corpo non era in grado di tollerare  le temperature basse, ed una semplice dimenticanza poteva facilmente condurlo alla morte.

“Domani ti faccio il resto” Balbettò tremando per il freddo.

Terra inizialmente non gli rispose, ma si limitò a sfilarsi la maglia e posargliela sulle spalle. “Così puoi continuare a mordermi ora”propose, in tono amichevole. Non voleva che se ne andasse. Ventus era il primo che non lo idolatrava. Era speciale.

“Non la voglio la tua maglia” protestò debolmente Ventus, stringendosi, a scapito delle proprie parole, nella maglia scura dell’altro bambino.

“Domani me la restituirai, ma così ...puoi restare”

Ventus lo guardò perplesso. Perchè non voleva lasciarlo andare?

“Va bene...ma solo un pochino”

“Un pochino mi basterà”gli accenno un sorriso, a Ventus sembrò quasi che quel bambino stesse cercando di fare amicizia con lui. “Mi vuoi dire perché te ne stai sempre in disparte, ora? Forse c’è qualcuno che ti sta antipatico?”

“Tu “ rispose Ventus d’istinto, senza pensarci nemmeno un discorso.

“C-capisco” balbettò atterrito Terra, suscitando la meraviglia di Ventus, che lo credeva perfetto sotto ogni aspetto.

“Deve essere un bello schifo parlare con un antipatico”ridacchiò Terra, cercando di nascondere dietro il sarcasmo la profonda ferita che quella semplice sillaba gli aveva procurato. Per lui Ventus era qualcosa di sfuggevole ed irraggiungibile. Lo osservava da lontano, sempre. Osservava quanto distaccato fosse, da ogni cosa. Lo osservava e desiderava con tutte le sue forze essere il qualcuno che lo avrebbe legato a se.

“Bhe, almeno parlo con qualcuno”

Le sue parole lo riportarono ancora una volta alla realtà.

“Ti va di raccontarmi una storia?”

Ventus adorava le storie che Terra era solito raccontare a tutti gli altri bambini del castello. Storie di maghi, streghe e cavalieri coraggiosi che narrava con una tale enfasi da farle sembrare reali.

Terra sorrise di nuovo, questa volta sinceramente. Se le sue storie gli piacevano lo avrebbe accontentato almeno in quello.

Lo prese per mano e lo trascinò al cerchio di pietre, dove, fino a qualche minuto prima, stava seduto con gli altri bambini.

Si accoccolò su una di esse e lo tirò leggermente a se, facendolo accomodare tra le sue gambe. Lo abbracciò per poterlo riscaldare.

“C’era una volta un cavaliere” cominciò “ Un cavaliere forte e coraggioso, di nome Terra. Era così valente che il re lo aveva reso il proprio campione. Un giorno dovette affrontare un drago così malvagio che tutti, persino gli altri cavalieri, avevano paura di lui”

Ventus lo ascoltava, godendosi il tepore del suo corpo, e non si lamentò nemmeno quando l’altro bambino, sovrapensiero, gli infilò le dita tra i fili dorati dei suoi capelli, accarezzandoli distrattamente.

“Era un drago rosso o nero?” chiese, sul visino quell’espressione sognante tipica dei bambini.

“ Era un drago nero come la notte, e la leggenda racconta che in realtà fosse una strega malvagia, che divorava tutte e fanciulle più belle di lei”

“Ma questo cavaliere era fidanzato?” esordì all’improvviso Ventus, lasciando spiazzato Terra. Il cavaliere della storia portava lo stesso nome del ragazzino e Ventus non voleva fare altro che indagare.

“ Ma che domanda è” chiese, infatti, perplesso Terra “ Era sposato ed aveva un bambino”si fermò un attimo per vedere se la risposta gli fosse stata congeniale “ ma la sua amata era morta, divorata dal drago, e così lui e il suo bambino la volevano vendicare”

Ventus scoppiò a piangere e corse via, troppo sensibile per storie del genere, o forse sempre convinto che l’eroe di quella storia fosse il bambino.

Terra lo seguì subito”perché scappi, torna qui!”lo bloccò, prendendolo per mano.

“No, tu sei cattivo” si sentì rispondere da un Ventus in lacrime. “Mi racconti storie tristi” Scrollò la mano  e non si fermò.

 Terra continuò a seguirlo, ed in un attimo furono nelle stanze riservate ai bambini che aspiravano a diventare cavalieri.

Per poco non gli sbatté la porta in faccia e si fermò solo quando Terra riuscì ad afferrarlo di nuovo.

 

Capitolo II

I loro occhi si incontrarono ed entrambi rimasero a lungo in silenzio. Fu Ventus il primo a parlare, mentre Terra gli spazzava con il dorso della mano  il visino bagnato di lacrime.

“Lasciami stare…”

Terra scosse il capo, e tornò a guardarlo negli occhi. Era testardo, terribilmente testardo.

“Ven...io...”gli prese una mano nella sua, tirandolo poi leggermente verso di se, così da fare in modo che il bambino gli cadesse tra le braccia. Lo abbracciò e chiuse gli occhi, per non pensare più a nulla“ ti voglio bene…”

Ventus non poté fare a meno di arrossire. Chiuse gli occhi e nascose il viso  oltre la sua spalla,alzandosi sulle punte.

Restarono a lungo abbracciati,in silenzio. Nessuno dei due osava parlare. Nessuno dei due osava dire all’altro quello che provava in quel momento.

Fu così che il colpo alla porta,ripetuto tre volte come se fosse stato un segnale, li fece trasalire entrambi.

 “Ventus sbrigati,è ora”

Una voce maschile. Una voce che Terra riconobbe subito. Era uno degli aiutanti anziani del maestro di Keyblade.

Ven voltò lentamente il viso verso la porta e fece un passo avanti. Gli mise la mano sulla spalla e lo scostò. “ Devo andare” non una parola di più.

“Aspetta Ventus!”

Terra provò a fermarlo,m a Ven era già uscito dalla stanza. Corse più forte che poteva, il cuore continuava a martellargli forte nel petto. Quella situazione non gli piaceva per nulla. Che cosa voleva quell’uomo da Ventus? Riuscì a vedere la porta in cui erano entrati chiudersi. Si precipitò alla fine del corridoio e bussò una,due..tre volte. Ma si fermò,perché le grida che Ventus cominciò a lanciare lo paralizzarono.

“Cerca di restare calmo,Terra”si mormorò da solo,e chiuse gli occhi,estraniando ogni suono. Si circondò di un’aura luminescente e colpì con forza la porta.

Il legno massiccio si incrinò sotto il suo pugno,riducendo l’ostacolo in brandelli.

Davanti a lui l’uomo, che durante le lezioni di Keyblade aveva visto spesso gironzolare attorno a Ventus,giaceva su di lui,tenendolo schiacciato contro il materasso  del suo letto con una mano sopra la schiena.

La rabbia gli annebbiò la vista e la ragione,alimentata dalle grida di Ventus,che non appena lo aveva visto,aveva cominciato a singhiozzare più forte.

“Terra aiutami,ti prego!” il tono saccente che prima gli aveva riservato in camera ,era sparito. Era la voce terrorizzata di un ragazzino. ..

Quello che accadde dopo si verificò troppo in fretta perchè perfino lo stesso Terra potesse accorgersene,

“Lascialo andare subito!!”gridò con tutte le sue forze. La pietra grezza che componeva il soffitto del castello  rispose alla risonanza delle sue emozioni e si staccò. Cadde addosso all’uomo e lo uccise sul colpo,facendolo rotolare a terra.

Terra non batté ciglio,ancora intontito,ma allargò solamente le braccia per accogliere tre di esse Ventus,che si avvinghio freneticamente a lui,singhiozzando.

Lo abbracciò forte e lo premette contro di se, poggiando il mento tra i capelli biondi.

“Non piangere …ci sono io adesso…d’ora in avanti ti proteggerò…sempre”

 

 

 

 

   
 
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