Epilogo

Il sole al tramonto colorava le cime delle case di Konoha di un rosso intenso. A quell’ora i ninja tornavano nelle loro case, per godersi un meritato riposo dopo la lunga giornata di lavoro.

Due figure erano nel centro del cimitero, davanti a quella che sembrava una tomba di famiglia. Erano in piedi davanti a una statua che raffigurava un enorme angelo di marmo nero, che vegliava sulla tomba, come a volerla proteggere.

Il grande parlò:- Figliolo, sappi che colui che è sepolto qui è stato il più grande ninja che l’umanità abbia mai conosciuto.

Il bambino accanto a lui alzò gli occhi, due occhi neri, profondi e penetranti, verso il grande:-Ma era così giovane!

L’altro sorrise amaramente:-L’età non conta, figlio mio…

Il bimbo annuì, convinto. Prese la mano al grande e disse:-Papà Sasuke… Ora possiamo andare? Mi sta venendo freddo.

-Ma certo.

Sasuke prese il bambino per mano e lo condusse fuori, incontro al tramonto.

-Ricordati di non dimenticare quell’uomo, figlio mio, perché è un esempio per tutti noi. E un grande eroe.

-Perché è morto, allora?

Lo sguardo di Sasuke si adombrò:-E’ stato uno sbaglio… Uno sbaglio terribile…  

Il bambino annuì di nuovo, facendo muovere i capelli neri, neri come quelli del padre, ma un colore più spento, più cupo. Un promemoria costante per il suo sbaglio terribile.

-Andiamo, ora. Tua madre Sakura ci starà aspettando… Itachi.