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Autore: giuliabaron    14/11/2009    9 recensioni
Draco era stufo. Stufo di essere il ‘Signorino Malfoy’. Stufo di essere il ‘Principe di Serpeverde’. Non gli bastava più. Lui voleva diventare il ‘Re di Hogwarts’. E per raggiungere il suo obiettivo, doveva compiere un gesto eclatante, seppur semplice nella sua logica: diventare il ragazzo di Hermione Granger, la Sanguesporco Regina dei Grifondoro e dell’intera scuola.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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TO BE KING, FUCK THE QUEEN

TO BE KING, FUCK THE QUEEN

 

 

 

 

 

“Fate largo, deficienti! E voi che avete da guardare, eh? Spostatevi che arriva Draco, Draco Malfoy!

 

La bionda serpe fece il proprio abituale ingresso trionfale – attorniato da Tiger e Goyle che scacciavano in malo modo chiunque intralciasse il suo passaggio e lo proteggevano dalla folla neanche fosse il Ministro della Magia –  all’interno dei sotterranei di Hogwarts, suo incontrastato regno.

Vincent prese per la collottola uno studente del secondo anno, reo di aver occupato la poltrona sulla quale era solito sedersi l’erede di Lucius – quella nera in pelle di drago vicino al camino che secondo la leggenda era la stessa dove si accomodava per studiare un certo Mago Oscuro quando ancora si faceva chiamare Tom Riddle – e lo cacciò prima che Draco con fare annoiato vi sprofondasse sopra.

 

“Capo, che c’è? Quell’idiota vi ha lasciato il posto troppo caldo? Volete che gli tiri un pugno?” – domandò preoccupato Gregory con la mano già chiusa, pregustando il momento.

 

Come risposta ricevette uno sbuffo ed un cenno di diniego con la testa.

 

“Come volete…” – e deluso prese posto in una poltrona un po’ più in là.

 

In quel momento uscirono dal dormitorio femminile Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode che alla vista di Malfoy gli andarono incontro scodinzolanti come cagnolini.

 

“Draco, tesoro! Hai bisogno di un massaggio rilassante alle spalle? Vuoi un bicchiere di firewhisky? Gradisci un po’ della nostra compagnia?” – chiesero civettuole in coro.

 

A quel punto, il ragazzo si mise più dritto ed innervosito berciò:

 

“Lasciatemi in pace! Per una volta posso stare seduto senza che nessuno mi sfracelli i gioielli di famiglia? Andatevene che ne so… a farvi fottere magari! – tuonò verso le ragazze, che spaventate ed offese si diressero verso l’uscita posta sotto il ritratto di Henry Morgan, che grazie alla professione di pirata era stato il Serpeverde più conosciuto tra i Babbani – Cosa avete da guardare?! Anche voi, fuori dai piedi!” – intimò girando la testa verso due sbigottiti Tiger e Goyle, solitamente la sua ombra.

 

Finalmente solo, portò le mani alla testa e si massaggiò le tempie.

 

Non ne posso più!”

 

Draco era stufo.

Stufo di essere ilSignorino Malfoy’.

Stufo di essere ilPrincipe di Serpeverde’.

Non gli bastava più.

Lui voleva diventare ilRe di Hogwarts’. E per raggiungere il suo obiettivo, doveva compiere un gesto eclatante, seppur semplice nella sua logica: diventare il ragazzo di Hermione Granger, la Sanguesporco Regina dei Grifondoro e dell’intera scuola.

 

La popolarità della riccia Prefetto rosso-oro era salita alle stelle al quarto anno quando durante il famoso Ballo del Ceppo era stata l’accompagnatrice di Viktor Krum, che le aveva permesso di farsi apprezzare non solo per le doti intellettive – i professori tutti, era costretto ad ammetterlo persino Piton a denti stretti, la definivano ‘la migliore studentessa della scuola degli ultimi anni’ – ma anche per la sua avvenenza ed eleganza, arrivando ad essere ammirata al pari di Daphne Greengrass, la divina ed inavvicinabile serpe sogno erotico della popolazione maschile della scuola. Il resto l’avevano fatto gli articoli di Rita Skeeter che proclamavano – senza fondamento alcuno – una presunta love story con l’amico di sempre Harry Potter.

D’altronde nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli, recitava un detto Babbano che girava anche tra i maghi. E con quella massima in mente, nella regale testa del Serpeverde dai serici capelli iniziarono a mettersi in moto i giusti ingranaggi per elaborare il suo piano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella mattina la Biblioteca era insolitamente densa di studenti.

Il fatto che fosse imminente una simulazione dei G.U.F.O. per i ragazzi del quinto fu la giusta interpretazione di tutto quel trambusto.

Quello che Hermione non riusciva a spiegarsi era perché uno come Malfoy fosse lì dentro a quelle ore – ad Hogwarts tutti, persino i dipinti appesi ai corridoi più remoti sapevano che ‘il principino’ non si svegliava mai prima delle nove, saltando quotidianamente la prima ora di lezione – e soprattutto era curiosa di sapere quale arcana ed oscura fattura gli fosse stata lanciata contro, visto che da più di mezz’ora – all’incirca da quando era entrato – la stava fissando. Ciò che però la sconvolse più di qualsiasi Confundus che in quel momento avrebbero potuto lanciarle, fu il bigliettino che ricevette non appena diede segno di tornare ai suoi compiti, ignorandolo.

Un aeroplanino di carta atterrò proprio davanti a lei, sopra il suo libro di Trasfigurazione, tra il paragrafo sugli Animagi e quello sui Metamorfomagi.

 

Granger, aspettami tra dieci minuti al bagno di Mirtilla Malcontenta al secondo piano.

Non accetto ritardi.

                                                                                                       D.M.

 

D’impulso, vista l’arroganza del mittente – quell’aspettami non poteva ch’essere stato scritto da lui – la ragazza accartocciò il foglietto, alzando lo sguardo offuscato dal livore e dal nervoso per cercare quel viziato snob Purosangue che l’aveva disturbata senza un motivo apparente.

Ma l’oggetto dei suoi non proprio benevoli pensieri, si era già dissolto neanche fosse stato Pix il poltergeist, sebbene in quanto a seccatura lo superasse di gran lunga.

Decise quindi di andare al bagno di Mirtilla, se non altro per dirgli giusto due o tre paroline riguardo l’educazione ed il rispetto. Ed anche perché era curiosa marcia di scoprire cosa volesse da lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sei in ritardo.”

 

La Grifondoro entrata a passo di marcia, senza accorgersi di un’altra presenza oltre a lei, sussultò visibilmente a quelle parole, irritandosi ulteriormente e provocando l’ilarità seccante di Malfoy.

 

“Avevi detto dieci minuti, non dieci secondi furetto.”

 

“Volevo essere magnanimo, ma probabilmente non sai che il mio tempo si paga caro. Ho cose molto più importanti a cui pensare io.

 

“Tsk… qui quella che si dovrebbe arrabbiare per questa colossale perdita di tempo per chissà quale tua idiozia dovrei essere io.”

 

“Allora verrò subito al dunque, Zannuta. Tu sei in debito con me.”

 

“Stai scherzando vero? Anzi no, stai di sicuro delirando… va a vedere che in realtà i tuoi genitori sono parenti, per quello sei così…

 

“Non parlare di cose di cui potresti pentirti, so essere molto vendicativo. Ed ora zitta.”

 

Averlo pungolato su una cosa così delicata come la sua famiglia, l’aveva reso seriamente minaccioso ed ora Hermione nonostante la sua Casa di appartenenza, aveva paura e preferì non osare contraddirlo.

 

Tu, lurida Sanguesporco, sei in debito con me. Infatti da oggi in poi, verrai considerata da tutta Hogwarts la mia ragazza.”

 

La paura che un attimo prima l’aveva sopraffatta, immediatamente si tramutò in incredulità e sorpresa.

 

“Malfoy, non capisco proprio. Non ti capisco proprio. Io ti odio, tu beh, mi odi forse ancora di più…

 

“Se, se… egli – San Potter – mi odia, noi ci odiamo, voi mi odiate, essi – i pezzenti Weasley – si odiano – vista la loro disastrosa condizione. Bel riassunto della situazione.”

 

“Furetto davvero, inizio a preoccuparmi per la tua salute mentale… e dire che Zabini mi aveva promesso che sarebbe stata l’ultima volta che lo beccavo con quelle sigarette alla puzzalinfa… comunque mi dispiace deluderti, ma di qualunque scommessa si tratti, sappi che l’hai persa. La mia risposta è no. Non sarò mai la tua ragazza, qualsiasi sia il motivo.

 

“No?! Tu dici di no a me? Dici di no a Draco Malfoy? Io sono un’istituzione qui ad Hogwarts, sono insostituibile, sono Purosangue, ricco, bello, biondo… sono un Malfoy. Tutte mi vogliono, tutti mi invidiano, pagherebbero per essere al tuo posto e tu… tu ti comporti così?

 

“Beh, non capisco allora perché tra tutte quelle che ti vogliono, tu hai scelto proprio quella che non ti vuole.”

 

“Perché cazzo tu sei la Regina! Ed io voglio essere il Re, il fottutissimo Re di Hogwarts!

 

“Davvero devo ricordarmi di minacciare Zabini di fargli rapporto se continua a vendere in giro quella robaccia… gli effetti collaterali sono devastanti. Quando mai dannato d’un furetto io sarei diventata ‘regina’? Non vuoi capire che non esiste nessun monarca di Hogwarts?!? Semmai esiste il Preside – di certo non proprio normale nemmeno lui, però è pur sempre un grande mago – poi ci sono i Direttori delle Case, gli altri Professori, il Caposcuola, i Prefetti – e con la mano si sistemò meglio la spilla appuntata al petto – Gazza e tutti gli altri studenti. E poi se volevi una ‘regina’, bastava che chiedessi alla Greengrass, quella è pure della tua Casa, non ti avrebbe detto mai di no…

 

Daphne è lesbica. Sta con la Habbott dal quarto. – Hermione non poté evitare di spalancare la bocca stupefatta – Ma non è questo il punto. Come fanno a definirti ‘la migliore della scuola’ se non arrivi nemmeno ad una cosa così elementare? Hai il roastbeef sugli occhi? Qui dentro tu sei la ragazza più popolare ed io il ragazzo più temuto. Insieme potremmo essere i ragazzi in assoluto più conosciuti e rispettati di Hogwarts ed a causa dei tuoi non proprio illustri natali – nel dirlo storse il naso – sembreremmo molto una coppia nello stile di quelle che fanno sognare voi streghe – lui bello ed impossibile, lei passabile e sfigata…

 

“Come scusa? Passabile e sfigata?!? Non credo proprio! Comunque la risposta è no! Ho dei sentimenti io…”

 

“Ma quali sentimenti, Granger! Mi prendi per il culo? Ti chiederei solo una scopata e via, così tanto per avere prove… – e le fece con lo sguardo una lastra completa, indugiando maggiormente sulle pieghe che la sua camicia formava all’altezza del seno – e poi qualche bacetto in pubblico, niente di più.

 

Hermione non lo aveva ancora affatturato o mandato in Infermeria a suon di Cruciatus solo perché al momento era troppo in imbarazzo a causa di quell’occhiata famelica per fare altro.

Il fatto era che quello sguardo – che comunque apparteneva ad un ragazzo attraente, non poteva di certo negarlo – l’aveva fatta sentire desiderata.

E mai nessuno l’aveva guardata così, come se fosse nuda.

Si sorprese non poco e si ridestò da quei pensieri quando dalla sua bocca fuoriuscì:

 

“Ed io cosa ci guadagnerei?”

 

“Metà del mio Regno.”

 

Fu solo allora che – sbalordendo persino se stessa – tese la mano a stringere la sua per suggellare quell’accordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ormai nella celeberrima Scuola di Magia e Stregoneria della Gran Bretagna non si parlava d’altro da mesi.

Draco Malfoy ed Hermione Granger.

Re e Regina.

Inseparabili.

 

La scuola intera ancora si ricordava di quel famoso sei novembre, quando i due, uscendo mano nella mano dal bagno delle ragazze del secondo piano – lui con il colletto della camicia stropicciata sporco di rossetto, lei con i capelli se possibile ancora più arruffati del solito e con il maglione infilato a rovescio – avevano sancito pubblicamente la loro relazione.

Nonostante ilsilenzio stampa’ degli interpreti di quella rivelazione, in poco meno di una settimana – grazie anche alla filastrocca coniata per l’occasione da Pix Draco Hermione ma che coppia! Ora Potter come scoppia! Serpi e Grifi che sorpresa, la passione in lor s’è accesa! – la notizia era giunta anche alle orecchie dei professori e di Albus Silente in persona.

E se in Casa Serpeverde la cosa non creò alcuna insubordinazione o protesta generale – lo sapevano anche i ragni che popolavano le armature della scuola che mettersi contro i Malfoy era una cosa controproducente – su nella Torre Est si scatenò il finimondo.

 

Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto, il Capitano, aveva reagito urlando e lanciando Stupeficium a qualunque cosa ed a chiunque gli capitasse a tiro – mandando al tappeto per ben due volte il povero Neville – e guadagnandosi la nuova nomea di Cicatrice-Kid.

Ron Weasley… beh, lui si limitò a tentare di tirare un pugno in faccia a Malfoy non appena ne ebbe occasione, col risultato di finire in infermeria per le botte prese da quei colossi delle sue guardie del corpo.

L’unica che apprezzò la cosa fu Ginny, che tutta contenta già pregustava le sue serate sfrenate ai festini Serpeverde, le migliori nottate di baldoria già ai tempi dello stesso Salazar.

 

Fortunatamente il tempo – e lo sbattere in faccia più volte contro la dura realtà – sopì gli istinti omicidi dei grifoni verso quello che ormai era il fidanzato della loro Regina tanto che – dopo la Festa di Natale con annesso bacio mozzafiato dei due in Sala Grande sotto il vischio ed il San Valentino con pioggia di petali di rose rosse sul banco di Hermione durante l’ora di Incantesimi – la cosa risultò abbastanza digerita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sei in ritardo, come al solito.”

 

“Non è vero. Semmai sei tu quello che è sempre dannatamente in anticipo.

 

Da quando avevano stipulato quello strano patto, era consuetudine che si trovassero una volta la settimana dove tutto era cominciato, nel bagno di Mirtilla per accordarsi sul comportamento da tenere per i sette giorni successivi.

 

“Granger, siete voi Sanguesporco zoticoni che non conoscete il galateo e le buone maniere.”

 

Uff… lasciamo stare! Tanto è una causa persa in partenza. Piuttosto… lo sai che domani è il nostro sesto mesiversario? Ci pensi, io e te insieme da un semestre!”

 

“Vorrai dire… noi incontrastati sovrani di Hogwarts da mezzo anno! Sì, lo sapevo… infatti ho portato questi per festeggiare!”

 

Estrasse dalla tasca del mantello delle minuscole bottiglie, una di acquaviola e due di vino Elfico Gran Riserva, fatti recapitare direttamente dalle cantine di suo padre e con un Engorgio le riportò alla loro grandezza naturale.  

 

“Zabini pagherà anche per questo… lo sai che se ci scoprono, ci possono espellere dalla scuola?! Ma dico dove lo hai il buon senso? Dimenticato nello stanzino delle scope?”

 

“Blaise non c’entra nulla, questa volta. E per inciso, il buon senso l’ho lasciato nel baule vicino ai libri di Trasfigurazione… – dicendo questo un ghigno sardonico gli si stampò in viso – scusami tanto, ligio Prefetto di Grifondoro se ho pensato che avremmo potuto farci una bevuta insieme da buoni soci in affari!

 

A quell’affermazione Hermione s’indispettì non tanto per la presa in giro – a furia di frequentarlo seppur per finta, aveva incominciato ad apprezzarne l’ironia ed il sarcasmo pungente che lo contraddistinguevano – ma piuttosto perché per lei lui era ormai qualcosa di molto simile ad un amico.

 

“Che c’è?! Che ho detto ora? Non dirmi che ti sei offesa…” – la guardava con un sopracciglio levato e con lo sguardo di un bambino monello contrariato perché gli hanno rubato le cioccorane.

 

“Cos’hai tu piuttosto, io non ho niente!”

 

Ora ne era certo, qualcosa che aveva detto o fatto l’aveva contrariata. Quelniente’, detto da una strega in quel modo, a quella precisa domanda, non poteva portare altro che a mal di testa ed a un qualche battibecco inutile.

 

“Ti prego… Hermione, quando qualcosa non ti va a genio arricci sempre il naso e cominci a portarti dietro l’orecchio un’invisibile ciocca di capelli!” – berciò esasperato.

 

“Non è vero io…” – ma si bloccò di colpo, rendendosi conto di aver appena compiuto quel gesto.

 

Arrossì leggermente. Allora forse anche per lui lei era qualcosa di più che una semplice ‘socia’.

 

“Dicevi…? – in faccia gli si leggeva chiaramente a caratteri cubitali unvisto che avevo ragione io’ – Adesso spiegami cosa c’è!”

 

“C’è… c’è questo! – ed indicò loro due – Davvero per te tra noi è solo una questione d’affari?! Io credevo che noi ormai fossimo quasi… beh, quasi…

 

“Quasi che, di grazia?! Spiegati, altrimenti l’acquaviola evapora!

 

“Oh… cocciutissima serpe! Credevo fossimo AMICI!”

 

“Beh, secondo te avrei portato da condividere queste bottiglie di vino del novantuno, la miglior annata dell’enoteca del Manor, se non ti considerassi tale?” 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avevano brindato.

Avevano levato i calici fatti comparire da Hermione in onore del loro piano e della loro reggenza su Hogwarts. Avevano ricordato le loro estrose trovate e le esagerate manifestazioni d’amore che avevano dato a tutti, stupendosi di come ancora nessuno avesse sospettato di nulla. Avevano bevuto  alla salute di coloro che ci erano cascati in pieno. Avevano tracannato un sorso per ogni faccia stupita.

Avevano festeggiato un po’ troppo.

Il mix di acqua viola e vino era ormai finito, non perché fosse evaporato… ed ora erano in quel bagno, seduti a gambe incrociate – posizione non proprio ortodossa per un Malfoy e men che meno per una ragazza, soprattutto se portava una gonna – a ridere senza un reale motivo.

 

AhahahahahahGrangeeeeeeeer! Ti si vedono le mutande… ahahahah!”

 

“Almeno Malfoy hic! – e si portò una mano alla bocca ridendo con sguardo vacuo – ce le ho! Ahahahahahah!”

 

“Senti, si è fatto tardi… forse è il caso che ci dirigiamo ai nostri dormitori! Ahahahahah non mi sbronzavo così dall’ultima vittoria di Quidditch dei Tassi su voi insulsi Grifonfessi! Ahahahahah!”

 

“Sì hai ragione! Ahahahah… io non mi ero mai ubriacata prima… ooooh… aiutami ad alzarmi per favore, mi gira la testa!

 

Ahahahah! La Granger che mi chiede un favore… questa me la segno! Ora davvero sei in debito con me! Ahahahah!”

 

Nell’aiutarla ad alzarsi, Draco inavvertitamente cozzò con il gomito contro un rubinetto posto lungo la conduttura incrostata di uno scarico, il rubinetto con sopra inciso un piccolo serpente. Quello magicamente cominciò a girare fino a che il lavandino davanti a loro non sparì, lasciando il posto ad una grossa apertura probabilmente di un tunnel.

I due, sorpresi da quella scoperta, a causa dell’equilibrio precario provocato dall’alcol vi caddero dentro, scorrendo come fossero su di uno scivolo fino a che non atterrarono l’una sopra l’altro sul fondo.

La Camera dei Segreti era stata aperta di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ahia che botta! Sanguesporco levati subito da qui! Non sei per niente un dolce peso…”

 

“Malfoy! Ma che modi… non eri tu quello che andava a sbandierare ai quattro venti la sua perfetta educazione da Purosangue?! Adesso mi alz…” – e ricadde rovinosamente sul biondo.

 

A quella scena, non trovarono di meglio che tornare a ridere, anche perché erano piuttosto brilli.

Un quarto d’ora dopo, non avendo più fiato dalle risa e ritrovando un briciolo di lucidità, Draco esclamò raffinato:

 

“Ma dove cazzo siamo finiti?”

 

“Non ne ho idea… mi gira così tanto la testa…

 

“E adesso Granger, cosa facciamo? Ci siamo persi dentro un qualche passaggio segreto nel luogo magico più sicuro di tutta la Gran Bretagna… non ci troveranno mai e quando ci troveranno potremmo essere già stati divorati da una qualche creatura mitologica che probabilmente fa da guardia alla scuola! Io non voglio morire!”

 

“Su Malfoy, non fare il lagnoso! Scopriranno che non siamo nei nostri dormitori, ci verranno a cercare ed al massimo domani ci troveranno sta tranquillo che non moriremo… hic!

 

“Detto da te sembra rassicurante, ma nel frattempo… che facciamo? Qui è umido e più freddo che nei Sotterranei – e ti assicuro che sotto il Lago Nero non si scherza – come faremo a riscaldarci?

 

Draco davvero hic! non ci arrivi? E dire che sbaciucchiati ci siamo sbaciucchiati parecchio… adesso mancherebbe hic! l’altra cosa… e visto che dobbiamo scaldarci, potremmo unire l’utile al hic! dilettevole…”

 

Il ragazzo guardò accigliato la sua compagna di sventura.

 

“Zannuta non capisco…”

 

“Secondo me dovremmo fare l’amore!”

 

Ok, aveva bevuto decisamente troppo.

 

“Granger… dici sul serio? Davvero vuoi fare sesso con me? Non è che l’alcol…”

 

“NO! Non sono mai stata più seria… hic! io voglio fare l’amore con te, io credo di amarti!”

 

Draco era sconcertato. Nessuno gli aveva mai detto di amarlo.

Aveva paura. Un fottutissimo terrore, perché anche lui si era reso conto di provare una qualche strana forma di possessione nei confronti della riccia. Si era accorto di sentire uno strano impulso dentro, come una bestia che ruggiva e si arrabbiava ogni volta che lei scherzava e stava con qualcun altro che non fosse lui e quella bestia spesso latrava per la frustrazione durante la settimana, e stava bene solo quando si ritrovavano in quel bagno.

Stava per replicare, per dirle tutto quello – l’alcol l’avrebbe aiutato – ma Hermione non gliene diede il tempo, buttandosi su di lui e baciandolo appassionatamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dei rumori di passi che rimbombavano da sopra la sua testa lo ridestarono.

Una lievissima luce proveniva dall’apertura del tunnel dal quale erano scivolati giù. Un debole mal di testa gli ricordò della bevuta della sera precedente ed un leggero peso all’altezza del torace, gli ricordò di quello che era accaduto quella notte.

 

L’avevano fatto.

Lui e la Granger, lui ed Hermione.

Re e Regina; a tutti gli effetti.

E doveva ammetterlo, con lei si era trovato bene. Anzi, meglio che con chiunque altra.

Ricordava tutto ora, nei minimi particolari.

Lei, che sorprendentemente aveva preso l’iniziativa, che si era spogliata davanti a lui, senza pudore, che l’aveva aiutato a slacciarsi i pantaloni, che l’aveva baciato, leccato, coccolato, che si era dedicata a lui senza pretendere nulla in cambio. Lui che poi aveva comunque ricambiato – sia mai che i Malfoy vengano definiti degli amanti poco attenti – che aveva ribaltato le posizioni, non prima di aver trasfigurato la sua camicia in una coperta e la gonna di lei in un cuscino, su cui aveva adagiato la sua schiena bianca, in modo da renderle più facile l’accoglierlo dentro di lei.

Gli tornavano alla mente gli ansiti, lo sfregarsi pelle contro pelle, l’aumentare il ritmo, le grida di lei, le sue mani allacciate dietro la sua nuca, a premergli sulla coppa e poi la fine di tutto, il piacere che esplodeva dentro, i brividi e le scosse, l’orgasmo.

Cercava di imprimere nella mente quella sensazione di puro benessere e di totale realizzazione che aveva provato subito dopo, quando stremata lei gli aveva posato un tenero bacio sull’orecchio e si era addormentata di fianco a lui. Voleva prendere tutte quelle emozioni e chiuderle dentro di sé, serrarle a doppia mandata nel suo spirito, nel suo cuore, perché lo facevano sentire completo.

Completo come non lo era mai stato, totalmente soddisfatto, più del fatto di essere ilPrincipe di Serpeverde’, più di essere il ‘Re di Hogwarts’.

Completo perché finalmente era se stesso.

 

Immerso nei suoi pensieri, contemplando nella sua mente gli avvenimenti della notte prima, non si accorse che Hermione accanto a lui si era svegliata, se non quando esclamò:

 

Mhmhmh… buongiorno… Merlino, che capogiro…

 

“Sì è una bella giornata anche per me Granger…” – esclamò ghignando e portando le mani dietro la testa.

 

“Allora l’abbiamo fatto davvero.”

 

“Già. Il re ha fottuto la sua regina.”

 

Un leggero pugno gli arrivò sul fianco.

 

“Per me non è stato solo sesso. Se per te…”

 

“Neanche per me, Hermione.”

 

A quell’affermazione la consapevolezza che il loro gioco fosse diventato qualcosa di più serio la investì come un uragano.

 

“Ed ora… cosa facciamo?”

 

Nulla. Almeno ora tutti crederanno a qualcosa di vero. Io sono il Re e tu la mia Regina.”

 

A quell’affermazione Hermione sorrise e capì.

 

“Ed io cosa ci guadagnerei?”

 

“Oltre a tutto il sesso che faremo e che ti sfiancherà? – sogghignò malizioso, ricevendo in cambio un nuovo pugno – tutto me stesso.

 

E questa volta unì le labbra alle sue a suggellare quel nuovo patto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore

 

Ciao a tutti! Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio.

Ultimamente mi sento molto ispirata e le idee per nuove storie – siano Oneshot o Fanfictions a più capitoli – non mancano.

 

Questa è ambientata al sesto anno, non tiene conto dell’incarico di uccidere Silente, né di qualsiasi minaccia incombente.

Il titolo prende spunto da una canzone di un gruppo delle mie parti, i Seeds Acid Psyco, vi consiglio di visitare il loro MySpace http://www.myspace.com/thesapband.

 

Un’ultima precisazione sulla Camera dei Segreti: so che in realtà solo l’erede di Serpeverde può aprirla, ma ho immaginato che Silente avesse voluto lasciarla a disposizione di qualcuno in caso servisse come nascondiglio o altro, anzi se non erro nel settimo libro Hermione e Ron tornano qui per recuperare una zanna del Basilisco che servirà loro per distruggere un Horcrux.

 

Ringrazio sin da ora chi la recensirà, la leggerà, o ci darà una semplice occhiata.

 

Fatto il misfatto!

Ora chiudo e vi auguro una buona notte!

Giulia J

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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