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Autore: Xecestel    15/11/2009    0 recensioni
Cross-over tra Prince of Persia e Assassin's Creed. Altair si trova costretto ad andare a Babilonia per prendere un Frutto dell'Eden.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo

 

Giorno: 20, mese: ottobre, anno: 2012. Base operativa delle Abstergo Industries, America.

«Signor Warren, come va quella ricerca che stava svolgendo senza nostro ordine e usando i nostri fondi?»

Warren Vidic, che non aspettava altro che quella domanda, rispose: «A gonfie vele, signore. Ho scoperto che all’incirca nell’anno 1192, un anno dopo della Terza Crociata e dell’avventura di Altaïr Ibn-La’Ahad, che ci ha permesso di trovare l’esatta locazione dei Frutti dell’Eden, c’è stata la Terza Falla del continuum spazio-temporale».

«La terza?» chiese il suo superiore. «Si, signore» rispose Vidic. «La terza. La Prima Falla causò l’estinzione dei dinosauri e la Seconda la nascita del Minotauro. La Terza, invece, pare abbia causato l’incontro tra Altair e un principe vissuto molti e molti anni prima, nell’Impero persiano».

L’altro uomo lo squadrò un po’, riflettendo su quanto ascoltato, poi chiese: «Può dimostrarlo?»

Vidic, con una luce negli occhi, rispose subito: «Ovvio che sì. Trattandosi di Altair possiamo farlo con l’Animus, sfruttando il soggetto 17, Desmond Miles».

«Allora cosa aspetta? Si sbrighi! Voglio sapere se i fondi dell’Abstergo sono stati usati a dovere entro una settimana!» urlò il superiore di Warren, che annuì e si congedò in fretta.

Warren Vidic era uno scienziato che lavorava per la multinazionale farmaceutica chiamata Abstergo Industries. I suoi superiori, i Templari, lo tenevano costantemente sotto pressione: se avesse fallito un esperimento, sarebbe stato ucciso. Per l’Abstergo ideò l’Animus, una formidabile macchina capace di risvegliare la memoria genetica, ossia quella degli antenati, del soggetto che lo usa. In particolare i Templari, per conquistare il mondo, ordinarono tempo prima a Warren di rapire un Assassino, Desmond Miles, e usare la sua memoria genetica per trovare una mappa della locazione dei Frutti dell’Eden, potenti oggetti magici.

Vidic si recò velocemente nella stanza del soggetto 17, seguito dalla sua assistente Lucy Stillman. Qui, svegliò e accompagnò il soggetto nell’Animus senza troppe spiegazioni. «Mi volete spiegare che succede?» chiese Desmond. «Signor Miles, poche domande e più azione: dobbiamo visionare la memoria genetica del suo antenato di Masyaf. Però stavolta lei si recherà nel 1192, un anno dopo la sua precedente avventura» rispose Warren. Lucy fece sdraiare Desmond nell’Animus e disse: «Scoprirai presto il perché». Dopodiché attivò la macchina e Desmond fu catapultato in Terra Santa.

Blocco di memoria 1

 

Anno: 1192, Masyaf, Terra Santa.

Nella monumentale fortezza che si ergeva sulla montagna di questo piccolo villaggio, si trovava la sede centrale degli Assassini. Un tempo a capo di questi lavorava Al Mualim, un vecchio abile e saggio. Quest’uomo ordinò al più abile dei suoi seguaci, Altair, di uccidere i Templari che conoscevano il segreto del leggendario Frutto dell’Eden, ma alla fine dell’impresa si rivelò essere un Templare lui stesso e Altair lo uccise. Ora al comando dei cosiddetti “Sciacalli di Masyaf” si trova lo stesso Altair, che intende trovare e radunare tutti i Frutti dell’Eden, che Al Mualim intendeva usare per conquistare il mondo e quasi ci riuscì, per nasconderli in un posto sicuro.

Altair si trovava dietro la sua scrivania a sistemare i registri dei bersagli uccisi, quando un suo sottoposto gli si avvicinò. «Maestro, è stato avvistato un esercito non molto lontano da qui. Non abbiamo mai visto il loro stendardo prima d’ora!» gli disse. Altair alzò lo sguardo, con aria indifferente e chiese: «E con ciò?». «Be’…» proseguì l’altro con voce tremolante «… Pensavo le interessasse… Dato che marciano verso Masyaf».

A quel punto Altair si alzò di scatto: «Cosa?» chiese. «E perché mai un esercito di sconosciuti dovrebbe marciare verso di noi?» continuò, poi si risedette e iniziò a riflettere. L’altro Assassino lo osservava, aspettando un ordine. D’un tratto Altair disse: «Aspettiamo che raggiungano la città, poi chiederemo cosa vogliono».

Quando quei soldati raggiunsero le porte del villaggio, Altair, dalle alte mura di Masyaf, chiese: «Chi siete? Cosa volete?»

«Siamo qui per conquistare questa terra» esclamò uno di loro, che sembrava il comandante «Per ordine del potente Imperatore Persiano!»

Altair a quel punto restò confuso: l’Impero Persiano era esistito molti e molti anni prima, ormai era solo leggenda! Come potevano esserci dei soldati Persiani davanti a lui?

«Fatemi parlare col vostro comandante!» esclamò allora. Una voce, dall’esercito, rispose all’appello: «Va bene, ragazzo. Tu devi essere il sovrano del villaggio. Mi presento: sono il valoroso visir Zervan!»

«Il mio nome è Altair e non intendo permettervi di conquistarci. Sono a capo della città e della Confraternita degli Assassini di questo villaggio, Masyaf, quindi…» cominciò l’Assassino, ma si fermò quando notò che il suo nemico estraeva un globo argentato. “Un Frutto dell’Eden!” pensò.

Conoscendo l’immenso potere del manufatto decise che non c’era tempo da perdere ed esclamò: «Arcieri, all’attacco!». A queste parole una pioggia di frecce e di morte piombò sui nemici.

In poco tempo l’armata Persiana fu respinta e Altair si rifugiò nelle sue stanze a meditare sul da farsi: i nemici avevano un Frutto dell’Eden. Non c’era altra scelta, sarebbe dovuto andare nella loro città a uccidere Zervan, ad ogni costo. Guardò fuori dalla finestra: stavano calando le ombre. Avrebbe voluto agire con il favore delle tenebre ma così facendo non avrebbe potuto mobilitare le truppe a protezione di Masyaf, quindi decise di aspettare l’alba.

 

Avanzamento rapido ad un ricordo più recente…

 

Le truppe presero posto davanti le porte del villaggio, rigorosamente chiuse, sotto ordine di Altair. Era l’alba.

Altair, essendo le porte chiuse, più che aprirle preferì scavalcarle arrampicandosi in cima e scendendo dall’altra parte. Le voci portavano a pensare che la città nemica si trovava non molto distante da lì, verso sud, a metà strada tra Masyaf e Acri.

L’Assassino prese un cavallo e si preparava a partire, quando il suo sottoposto del giorno prima lo raggiunse desideroso di seguirlo. «Potrebbe essere pericoloso, Amid. Molto pericoloso» gli disse Altair. «Non mi interessa» fu la risposta «Preferisco morire, in battaglia, seguendovi e aiutandovi, piuttosto che morire dietro le mura della mia città, impotente».

Altair lo squadrò un po’. Poi aggiunse: «Va bene, ma cerca di non essere d’intralcio». Amid sorrise, salì su un cavallo e lo seguì, alla volta della città persiana, Babilonia.

 

 

Desmond si svegliò. Si trovava sull’Animus in fase di spegnimento. Accanto a lui c’era il professor Warren. «Cos’è successo?» chiese. «Sta calando la notte» rispose Warren, «Lucy ha chiesto di farla uscire e riposare per la notte».

«Capisco… Allora buonanotte» disse Desmond, si alzò e andò verso il suo letto. Dopodiché si addormentò.

 

Il mattino seguente fu svegliato da Warren, che lo accompagnò sull’Animus. Desmond si sedette, ma prima di sdraiarsi chiese: «Non capisco una cosa: come fanno ad esserci Babilonia e l’Impero Persiano in Terra Santa e nel 1192?»

Warren rifletté un po’, poi disse: «Si tratta della Terza Falla del continuum spazio-tempo. Causata dalla collisione di due universi paralleli ma di epoche diverse. Ciò ha causato la venuta di un popolo passato ed estinto nel presente di Altair. A me interessava dimostrarlo: dimostrare l’avvenuta della Falla». Desmond lo guardò confuso, poi chiese: «Ma già sappiamo che è avvenuta, l’abbiamo visto coi nostri occhi! Perché stiamo andando avanti?». «L’ha visto lei stesso, no? Il Frutto dell’Eden nelle mani di Zervan. Interessa ai miei superiori. Mi hanno chiesto di andare avanti con il lavoro. Ora meno domande e si sdrai, signor Miles, abbiamo molto lavoro da fare e poco tempo.

Desmond si sdraiò e Lucy mise in funzione l’Animus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di Katou Kaito

Ecco finito il primo capitolo della storia. Be’, che dire, spero vi sia piaciuta.

Premetto che il personaggio di Amid è una mia invenzione, così come la promozione di Altair a Maestro della confraternita.

Ho scelto il nome Amid cercando su internet dei nomi arabi e ho trovato anche i loro significati. Così ho trovato quel nome, che significa “supporto” e mi è sembrato perfetto per questo personaggio.

Per concludere, ho cercato di non modificare il carattere dei personaggi e spero di esserci riuscito. ;) Alla prossima!

   
 
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