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Autore: Beliar    15/11/2009    1 recensioni
[Spoiler!New Moon]
Edward non è un vero e proprio personaggio qui.
Eppure si era appoggiata al suolo umidiccio, qualche ramoscello aveva scricchiolato sotto il peso della sua testa e una ripetitiva e monotona litania, che presto si era trasformata in un sottofondo facilmente ignorabile, usciva dalle sue labbra. Ma quando l’avevano costretta a tornare alla realtà, a smettere di sperare che si trattasse di null’altro che un’idea notturna di una bambina dalla fervida immaginazione, lei aveva odiato, se pur per poco, chiunque la stesse salvando da morte – certa?
Ideato nei momenti in cui Bella ha voglia di rivedere Edward ma, allo stesso tempo, pensa a come sarebbe togliersi la vita.
Autrice: Beesp
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: New Moon
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Jacob le scuote le spalle, le schiaffeggia il volto piano, cercando di riportarla alla vita.
Pensa alle mille evenienze che quell’assenza di aria potrà portare al cervello; amnesie, una disabilità motoria, stato vegetativo.

E mentre Jacob prova a restituirle il soffio vitale, si affanna a urlare ai suoi amici di sbrigarsi, di fare qualcosa perché lei non scivoli via così semplicemente, Isabella Swan riflette in un mare nero.

L’inchiostro ricopre un piccolo foglio, le parole sono quelle che ha sentito, nei suoi sogni, giorno dopo giorno, per mesi infiniti.

“Sarà come se non fossi mai esistito…”

Avrebbe voluto possedere la forza per stringergli il braccio, trattenerlo a sé, spiegargli che non era capace di cancellare i ricordi, che non avrebbe fatto altro che sopravvivere da quel momento in poi.
Lui le aveva donato un’alternativa a una massa grigia e informe, simile alla nebbia.

Charlie, la mamma, Phoenix o Forks, ovunque fosse non provava mai davvero appartenenza.

La scuola, Jessica, Angela. Amici che sembravano possedere tutti le stesse parole.

O almeno urlargli di non andare, di rimanere; avrebbe trovato il modo di non essere una fragile umana, avrebbe imparato a controllare il suo corpo, le sue emozioni.

 

Jacob lotta perché Isabella Swan rimanga accanto a lui – sarebbe capace anche di prometterle che Edward Cullen tornerà se lei, stupida ragazzina innamorata, smetta di comportarsi come se non vi sia nessuno attorno a lei: quasi tutti tranne quello stesso Edward che le aveva provocato un trauma psicologico sono coloro che l’hanno abbandonata.

 

In quegli infiniti attimi in cui Edward scompariva tra gli alberi alti, le foglie verdi e la silenziosa atmosfera surreale – e verde – della foresta sentiva le forze abbandonarla.
Voleva riposare. Si diceva che se avesse chiuso le palpebre, avesse dormito un po’, quell’incubo sarebbe terminato; si sarebbe ritrovata nella sua camera, in California, circondata dall’odore intenso della cucina indiana, la preferita di sua madre. Quando poi avrebbe avuto la forza per spalancare la finestra, il sole avrebbe inondato la sua camera, e non una luminosa luce bianca, nuvole cariche di pioggia; non avrebbe avuto bisogno dell’impermeabile, e nemmeno degli stivali, figuriamoci maglioni o felpe, che avrebbe dimenticato nell’armadio. Il pigiama elegante avrebbe continuato a riposare nel cassetto più remoto, non ci sarebbe più stata alcuna occasione in cui avere voglia – o necessità – di indossarlo.

Eppure si era appoggiata al suolo umidiccio, qualche ramoscello aveva scricchiolato sotto il peso della sua testa e una ripetitiva e monotona litania, che presto si era trasformata in un sottofondo facilmente ignorabile, usciva dalle sue labbra. Ma quando l’avevano costretta a tornare alla realtà, a smettere di sperare che si trattasse di null’altro che un’idea notturna di una bambina dalla fervida immaginazione, lei aveva odiato, se pur per poco, chiunque la stesse salvando da morte – certa?

 

Come se la stessero trascinando con la forza, di nuovo, nel suo corpo. Prova un forte bruciore nei polmoni, l’aria è difficile da catturare e non l’aiuta di certo il calore che prova alle guance, un leggero pizzicorino; qualcuno urla il suo nome, le dice di aprire gli occhi, di emettere un suono. È una voce familiare, la rincuora.
Quando si era persa nel bosco avrebbe preferito rimanervi perché sapeva che nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. Ma quella persona – quel ragazzo? – che la chiama le ricorda che, sia quella volta, sia in quegli attimi c’è stato qualcuno. Sempre.

È la volta della pesantezza. Sulle cosce, qualcosa gliele blocca, e sul petto – ma è un dolore dovuto al senso di colpa.

Non è stata abbastanza per Edward.

Si sta lasciando sfuggire quello che è rimasto.

 

Entrambi quei due giorni, così lontani e apparentemente diversi, hanno lo stesso sapore per Bella.

Incomprensione: qualcuno che le chiede come si sente, perché si è ridotta all’autodistruzione.

Incertezza: il non essere capace di rispondere a delle semplici domande – come spiegare ad altri che senza Edward non c’è nulla per cui vale la pena vivere?

Voglia: di sparire. Se pure ha paura, Bella sa bene che in cuor suo è cosciente che quella sarebbe l’unica soluzione, se scomparisse smetterebbe di causare danni – ai Cullen, a sua madre, a Charlie, a Jacob, a coloro i quali si preoccupano per la sua salute.

Ma, soprattutto, amore.
Per Edward che, nonostante tutto, vive dentro di lei. Non sarebbe scomparso il ragazzo dagli occhi scuri e poi chiari, una contraddizione continua che era apparsa sconvolgendole l’intera esistenza.

Per la prima volta, Bella aveva scelto e non si era sentita costretta a prendere una posizione in base a ciò che gli altri si aspettavano che lei decidesse.

 

Apre gli occhi. Jacob punta il suo sguardo da cane bastonato contro di lei, le trasmette tutta la sua felicità nel vederla respirare di nuovo, poi la stringe a sé.

Non è un abbraccio leggero, come quelli che Edward le donava, facendo attenzione a non farle del male.

 

Edward, d’altronde, l’aveva ferita nel profondo – e quel graffio, quella cicatrice, sarebbe rimasta, anche se lui fosse ricomparso.





>>[Beesp; 823 parole]
Boh, avevo voglia di vedere quella specie di annegamento temporaneo di Bella come qualcosa di più, volevo solamente riscrivere una parte della saga di Twilight perché non è possibile che siano passati già quasi due anni da quando ho letto il libro e, ancora, non ho scritto nulla se non questo.
Ebbene sì, questa è la mia prima fic su Twilight.
Spero vi sia piaciuta e che commentiate. Grazie a tutte quelle che passeranno :D
  
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