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Autore: Kalix_89    15/11/2009    3 recensioni
Io ti conosco, chi sei adesso? Guarda nei miei occhi se non riesci a ricordarlo. Te lo ricordi?
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Do you remember?

 

 

 

I know you, who are you now?
Look into my eyes if you can’t remember
Do you remember?

Red  “Never be the same”


Tom non avrebbe mai pensato che quel momento sarebbe arrivato. Il momento in cui avrebbe rivisto Bill. Erano passati nove mesi dall’ ultima volta in cui si erano visti. Nove mesi da quando Bill se n' era andato dalla loro casa, pieno di vergogna e sensi di colpa. Nove mesi da quando avevano fatto l'amore sul letto dei loro genitori. Erano passati nove mesi, ma non pensava che l'avrebbe trovato così cambiato.
Osservò il ragazzo davanti a sé: indossava un paio di pantaloni di pelle, neri e aderenti, mentre sopra aveva un gilet nero, di almeno una taglia più piccolo: era stretto e così corto da lasciare scoperte le ossa appuntite dei fianchi. Alle braccia aveva decine di bracciali dello stesso colore degli indumenti, e una lunga collana con un ciondolo a forma di crocifisso pendeva dal suo collo. Il suo sguardo si posò poi sui capelli e sul suo viso. Erano stati tinti di un nero corvino che sotto la luce si riempiva di riflessi color blu elettrico, e cadevano ribelli sulle guance pallide. Da una parte, le ciocche selvagge erano state messe dietro l’ orecchio, perforato da piercing: Tom ne contò almeno cinque. Notò poi che gli occhi erano bistrati di matita nera. Quel trucco rendeva ancora più ambiguo il suo viso,accentuando la femminilità e la delicatezza dei suoi lineamenti.
Se prima la dolcezza dei suoi tratti lo faceva somigliare a una creatura eterea, ora sembrava un angelo caduto. O in alternativa, un demone innocente. E Tom sapeva che l’ unico responsabile di tutto questo era solo lui.
Fece un passo in avanti,sfiorando con la punta delle dita la guancia liscia del fratello.
"Dio mio Bill, cosa ti ho fatto?" sussurrò.
Ma non appena lo fece, Bill lo scostò via da sé, bruscamente come non aveva mai fatto. Tom fece un passo indietro.
"Bill... non ti riconosco più..."
Proprio mentre lo diceva, lo vide tirar fuori qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni: erano un pacchetto di sigarette e un accendino. Allibito, lo guardò accenderne una e aspirare una lunga boccata da essa, per poi appoggiarsi di schiena contro il muro con aria strafottente.
"Da quand’ è che hai iniziato a fumare?" gli chiese.
"Da quando mi pare. Fatti gli affari tuoi." fu la sua risposta.
"Invece sì che sono affari miei!" gridò. Poi scosse la testa. "Davvero Bill sei così cambiato..non sei più tu".
"Mi spiace ma il vecchio Bill è sparito per sempre." rispose lui, aspirando una lunga boccata di fumo con uno sguardo vuoto e inespressivo che gli fece paura.
"E non tornerà mai più?"
Prima di rispondere Bill buttò a terra la sigaretta ormai finita e la schiacciò con un piede.
"Non credo" rispose infine " Non sarebbe possibile. Non ricordo più com’era il vecchio Bill"
"Questo non è vero!" gridò Tom  "Tu non VUOI ricordarlo."
"Insomma, adesso basta. Lasciami in pace"
Bill gli voltò le spalle e fece per andarsene, ma il fratello lo bloccò. Lo afferrò per il braccio, costringendolo a voltarsi.
"Ricorda com’ eri, Bill. Guarda nei miei occhi e ricorda"
Ma Bill continuava a tenere lo sguardo rivolto a terra, cercando inutilmente di divincolarsi dalla stretta del gemello. Così Tom lo prese per il mento, costringendolo ad alzare il viso.
"Guardami Bill. Te lo ricordi ora?"
Il ragazzo cercò di opporre resistenza per qualche secondo, poi si rassegnò e fu costretto a perdersi nel nero di quegl’ occhi, identici ai suoi.
E dentro di essi fu come leggere l' intera storia della sua vita. Era come se non ci fosse un singolo minuto della sua vita dove il suo gemello non fosse stato presente, come se la sua mano lo avesse sempre aiutato a saltare tutti gli ostacoli, come se la sua voce avesse sempre completato ogni suo pensiero.
Ma poi, il ricordo di quello che era successo tra loro, proprio in quel lettone dove da piccoli dormivano abbracciati in mezzo ai loro genitori, fece riaffiorare in lui il dolore, la vergogna e i sensi di colpa che l’avevano lacerato in quei mesi.
"Lasciami andare adesso!" Fece un passo indietro e spinse Tom lontano da lui. " Non mi toccare. Non ti avvicinare a me. È sbagliato, è tutto così sbagliato.."
La voce di Bill si incrinò su quell’ultima frase. Scoppiò a piangere, non riuscendo più a fermare le lacrime che aveva trattenuto per tutto quel tempo.
"Oh Bill.."
Tom si avvicinò e lo strinse tra le braccia. Stavolta il gemello non si oppose: non aveva più energie per cercare di allontanarlo, e lasciò che Tom lo cullasse dolcemente, massaggiandogli la schiena. Quando Tom sentì che si era calmato a sufficienza, lo scostò un pò da sé e lo guardò.
"Non c è niente di sbagliato, Bill. Puoi fare qualsiasi cosa per cercare di dimenticarmi, puoi andare con qualsiasi altro ragazzo, o ragazza, ma cosa ci sarà di diverso? Anche loro ti accarezzeranno così..." sussurrò accarezzandogli i capelli.
Lo sentì trattenere il respiro mentre con le dita scese giù, a sfiorargli le guance e poi il mento.
"E anche loro... ti baceranno così…" mormorò poi attirandolo verso di sé e appoggiando delicatamente le labbra sulle sue.
Dopo qualche istante si staccò e lo guardò negli occhi.
"Sai qual è l’unica differenza, Bill?" gli chiese facendo rimanere i loro volti a distanza di pochi centimetri.
"Che noi siamo fratelli..." sussurrò Bill con la voce che tremava.
"No" lo interruppe Tom posando un dito sulla sua bocca.
"Che loro non ti ameranno mai come ti amo io..." concluse.

   
 
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