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Autore: manamalfoy    16/11/2009    1 recensioni
Una breve One-shot che scrissi tipo un miliardo di anni fa, dal POV di Draco Malfoy.
Non potevo dirlo a nessuno, ma io l'amavo. Era un segreto perché lei era una Grifondoro...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola là, sotto alla grande quercia che delimitava l'entrata alla Foresta Proibita. Come ogni giorno lei stava là, seduta all'ombra delle frasche, apriva un grosso libro, sempre alla stessa pagina, segnata con un lungo ed elegante nastro rosso. Guardava quella pagina dall'alto in basso e dal basso in alto una, due, dieci volte e, come ogni giorno, scoppiava a piangere. Nessuno sapeva cosa contenesse quella benedetta pagina. La ragazza era schiva, riservata e solitar,a non parlava mai di nulla, figurarsi di quel segreto! Se ne stava lì seduta e piangeva. Piegava leggermente in avanti il capo, coprendosi senza volerlo il viso con la massa di capelli corvini che non tagliava mai.
Ed ecco anche me, un po' più lontano, ad osservarla. Per imprimere ogni virgola nella mia mente. Non potevo dirlo a nessuno, ma io l'amavo. Era un segreto perché lei era una Grifondoro...e una mezzosangue. Io ero tutto il contrario. Ogni giorno correvo allo stesso posto e alla stessa ora per soddisfare almeno un po' quel bisogno di lei che mi opprimeva. Ogni giorno mi ponevo la stessa domanda e mi rispondevo con un'altra domanda. Perché piange? Perché non posso essere io a consolarla?
Questa storia andava ormai avanti da 4 anni, quando per la prima volta i suoi capelli avevano catturato la mia attenzione. E per la prima volta i suoi occhi verdi si erano concessi ai miei. Ma lei aveva subito distolto lo sguardo. Forse aveva pensato che, essendo chi sono, lei non poteva nemmeno guardarmi. Oppure semplicemente mi odiava, come tutti i Grifondoro. Ma l'importante era che in quegli anni nessuno l'aveva avuta. Nemmeno io, ma non avrei mai sopportato di vedere la sua mano bianca in un'altra che non fosse la mia. Ecco, stava per chiudere il libro. Che angoscia pensare di vederla andar via un'ennesima volta, senza aver avuto il coraggio di parlarle...
Fu a quel punto che mi accorsi che dal misterioso tomo era scivolata una foto. Attesi che voltasse l'angolo e la raccolsi. Sul retro c'era una data: 21 giugno 2004. Quella data non mi era nuova, mi ricordava qualcosa, troppo semplice e troppo lontano nel tempo per capire cosa fosse, ma c'era. Non ebbi il coraggio di guardare cosa raffigurava, se fosse stato un uomo non avrei retto. Così decisi di lasciarla dov'era, con una lettera, magari anonima, che le diceva che l'avevo trovata ma non avevo sbirciato.
Lei tornò il giorno dopo, puntualissima, ma più affannata che mai. Quando vide il rettangolo bianco a terra si mise a correre. Piangeva già. Il mio cervello cominciò a macchinare. Forse era affannata e piangeva proprio per quella dannatissima foto. E io come potevo essere stato così stupido da non guardarla, accidenti a me! La ragazza lesse il biglietto. E con mia somma ed acuta sorpresa prese penna e pergamena e ne scrisse un'altra, che poi lasciò sull'erba calpestata dopo essersi alzata. Diceva che era felice di aver ritrovato la foto e che sperava che non avessi giurato il falso guardandola. E poi mi chiedeva chi fossi per ringraziarmi dal vivo. Pensando alla differenza sociale credetti che magari un incontro "casuale" sarebbe stato meglio per entrambi. Le lasciai un nuovo biglietto che diceva solo "Guardati intorno.".
Ed eccola che tornava all'albero. Stessa ora di sempre. Vide il biglietto e lo lesse. Credo che non avesse subito capito cosa intendevo perché fece una smorfia. Poi si voltò. Prima a destra, poi a sinistra. Non mi vide subito. Poi iniziò ad indicare verso di me, così, per la prima volta dopo quattro anni mi avvicinai. Lei non diceva una parola, non capivo cosa avesse, la sua espressione era completamente piatta. Mi presentai. Lo fece anche lei tendendomi la mano in modo molto cortese. Mi aspettavo almeno un grazie ma lei non diceva una parola. Alla fine mi decisi. Presi coraggio e le chiesi cosa ritraesse la foto. Lei alzò a malapena il viso e, da sotto la frangia, mi scrutò. Poi mi disse che per me non era necessario saperlo. Allora le chiesi perché piangeva alla sua vista.
"Perché speravo che prima o poi ti saresti accorto di me."



Ok, lo so, fa schifo xD Ma avevo tipo 14 anni, abbiate pietà xD


Ommioddio, non pensavo mai e poi mai che sarebbe piaciuta a qualcuno xD Quindi ringrazio infinitamente OttoNoveTre, la recensione è stupenda!
  
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