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Autore: Maggie_Lullaby    16/11/2009    10 recensioni
Nick e Maggie
Ci sono coppie che il loro primo mese insieme non lo festeggiano nemmeno, ma questo non è il loro caso. Un mese, anche se è poco, dopotutto conta.
Nick e Maggie. Il loro primo mese insieme. Milano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Una missing moment di Brothers and Sisters, in vista della fine. E' scritta basandomi su una parte di una mia (orribile) canzone. E' corta, come shot, ma secondo me va bene così. Grazie a tutte/i quelle che leggeranno e/o commenteranno!


Something of Perfect


A Melmon, per avermi ispirato questa shot

e molte altre, che però ora sono solo nella

mia testa. Grazie per seguirmi sempre <3


Inutili sono le parole

per descrivere la bellezza della luna

se prima non si è visto te


- Nick, non ci posso credere – disse Maggie, portandosi le mani alla bocca, guardandosi intorno. - Siamo a Milano...

Lui sorrise al suo stupore mentre guardava il Duomo, nella piazza illuminata dai lampioni.

- Sì, annuì lui, Milano e sai perchè ti ho voluta portare qui, 'sta sera?

Maggie arrossì.

- Perchè oggi compiamo il nostro primo mese assieme? - chiese, innocentemente.

Il sedicenne annuì, stringendole la mano.

- Sì, stiamo insieme esattamente da un mese, amore – disse, - e sai una cosa? Per me è come se stessimo insieme da un giorno...

Maggie sorrise e si strinse a lui.

Camminarono lungo la piazza incrociando ragazzi e ragazze che ridevano e scherzavano nella loro lingua, uomini e donne che tornavano dal lavoro.

Nick guardò la sua ragazza, illuminata dal raggio di un lampione, il viso che, nonostante il buio, si notava era arrossato, il sorriso appena accennato.

Era lei. Tutto per lui, niente valeva più di un suo sorriso, o di una sua risata; avrebbe scalato l'Everest su un tappeto di spine per vedere i suoi occhi brillare; rivoltato il mondo per ritrovarla se un giorno fosse sparita.

Ancora si chiedeva perchè l'avesse scelto. Era Nick Jonas, vero, amato da migliaia di ragazzine, ma in fondo ciò che a lei importava era quello che aveva dentro, e lui non credeva di essere niente di speciale.

- Dove mi porti? - chiese la ragazza, mentre Nick la guidava lungo le strade della città: Corso Vittorio Emanuele, Via Torino, Corso Europa, il loro era un continuo avanti e indietro per la città.

- Sai, quando sono venuto qui per la prima volta ero solo un quattordicenne con la voglia di esplorare, motivo per cui, girovagando da solo per questa città, mi sono perso – rise divertito. - Ero nel panico, sapevo e so pochissime parole in italiano ed ero senza cellulare – la stava portando in delle vie lunghe e strette, affiancate da numerosi negozi. - Fatto sta che a un certo punto mi sono ritrovato in un vicolo ceco, senza lampioni né niente... ma poi, ho visto...

Maggie lo guardò curiosa, osservando i suoi occhi nocciola. In effetti ora si trovavano in un vicolo ceco, e quasi interamente buio.

- Questo – mormorò, le prese la vita e la fece voltare.

Si trovavano su una terrazza, strano, perchè non erano saliti su nessuna scala o altro, e il panorama dava sulla piazza del Duomo, illuminata dalla luce cittadina. Sul parapetto della terrazza c'erano centinaia e centinaia di candele che con le loro fiammelle illuminavano tutto lo spazio circostante. C'erano anche dei vasi, nei quali crescevano diverse piante diverse.

- Nicholas... - sussurrò Maggie, sbalordita.


A volte, quando guardo le stelle,

vedo i tuoi occhi.

Mi dici che è strano, ma non trovo.

Tu sei la mia stella...


Se si proseguiva lungo la terrazza, andando avanti per qualche medio, nascosto in un angolo, si arrivava a un ristorante. Aveva un'aria rustica, fatto di mattoni color legno ciliegio, e un'insegna bianca dalla scritta rossa che diceva il nome del locale “Il Borghese”.

Il ristorante, senza dubbio, non si trovava in una zona facile da raggiungere, e a meno che non se ne sapesse l'esistenza non si poteva sospettare che ci fosse, eppure non era vuoto. Il ristorante era sparso, qua e là, di coppiette che si dividevano un dolce al cioccolato, si versavano del vino, o si tenevano la mano sul tavolo.

Un cameriere si avvicinò a lui.

- Un tavolo per due – disse Nick nel suo italiano stentato.

L'uomo annuì e li guidò lungo il locale, indicandogli poi un tavolino vicino alla finestra, di quelli che si vedono nei film, con la tovaglia bianca, una candela al centro e un vaso di vetro nel quale si trovava una rosa rossa, appena colta.

- Grazie – disse il cantante, questa volta in inglese, e Maggie annuì frettolosamente.

Il cameriere si allontanò sorridendo e tornò pochi secondi dopo con i menù.

Nick si comportò da galantuomo, come sempre del resto, fece sedere la sua ragazza scostando lui la sedia dal tavolo e, dopo essersi seduto, le porse la rosa contenuta nel vaso.

- Per te – sussurrò, - una rosa per il nostro primo mese insieme.

Maggie sorrise imbarazzata e riconoscente; nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per lei.

Iniziarono a sfogliare il menù. Maggie ci capiva poco e niente, con tutte quelle scritte in una lingua straniera e, se non fosse stato per il suo ragazzo, avrebbe ordinato cavolini di Bruxelles e una vaschetta di gelato al pistacchio.

Ordinarono un piatto di chitarra al ragù e, quando lei chiese a Nick perplessa se per caso fosse una strana pietanza a forma di chitarra, lui scoppiò a ridere divertito.

Dopo la pasta presero una fetta di torta al cioccolato e pere.

- E' buonissima – commentò Maggie, assaggiandola, - ho deciso, vengo a vivere in Italia solo per la cucina!

Nick fece una finta faccia imbronciata.

- E tu mi lasci per una fetta di torta? Sei cattiva! - sbottò, ma con un sorrisetto che gli increspava le labbra.

- Ma no, non potrei mai lasciarti, mai e poi mai, per nulla al mondo. Certo, se mi dessero qualche camion pieno di questa torta potrei anche farci un pensierino...

Nick le diede un pizzicotto sul dorso della mano.


Non potrei lasciarti mai

neanche se il cielo cadesse e andasse in frantumi,

resterei con te anche solo per proteggerti

e vedere un'altra volta i tuoi occhi.

Le mie stelle.


Maggie stava giocherellando con la forchetta sporca di cioccolata, guardava il piatto sporco e con la crema restante stava scrivendo parole dolci al suo ragazzo, che le leggeva sorridente.

- Ti ho fatto un regalo – disse all'improvviso lui, facendo sobbalzare la sua ragazza.

- Come prego? - boccheggiò lei. - Io non ti ho preso niente!

Il sedicenne le sorrise, sfiorandole la mano.

- Non importa, sei tu il mio regalò più grande – le sussurrò, poi infilò una mano nella tasca della giacca ed estrasse una scatoletta di velluto blu.

L'unica cosa che riusciva a pensare Maggie, vedendo quella scatoletta, era che quella era una scena troppo da film, non poteva essere vero...

- Aprila – la incoraggiò a bassa voce lui, una volta avergliela porsa.

Maggie, con mani tremanti, la aprì e guardò ciò che vi era all'interno con un sorriso sbalordito.

Era una catenina d'argento, fine, con un ciondolo a forma di cuore.

- Nick... - mormorò.

Lui la guardò, sorridendo.

- Ammetto di aver rubato l'idea da Eclipse – disse un po' imbarazzato, - ma devi immaginare che questo sia il mio cuore, e tu lo devi solo per te, perchè ormai è tuo.

Maggie alzò gli occhi sul suo ragazzo, mente con un dito di una mano accarezzava il ciondolo.

- Non potevi farmi un regalo più bello – sussurrò solo. - Il tuo cuore è l'unica cosa che desidero.


Non devi farmi regali,

il tuo sorriso va bene

Non mi serve la luna, per essere felice

ho te, e mi basta.


  
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