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Autore: BlackSpyra    16/11/2009    4 recensioni
Nessuno immaginava quanto male si erano fatti a vicenda, quante volte avevano tradito la fiducia reciproca per ripicca e quanto rancore provassero l'uno per l'altra.
Si piacevano, come negarlo? Anzi, era nato un autentico desiderio che negli ultimi tempi risultava sempre più difficile da arginare.
Ma si inseguivano a vicenda, in un vortice impazzito, senza che nessuno dei due riuscisse a raggiungere l'obbiettivo.
Reika aspettava Sirius. Sirius aspettava Reika.
E la distanza tra loro rimaneva sempre e solo quella di due passi.
Lo spazio tra i loro corpi mentre camminavano sul sentiero del roseto.
[Prima classificata al contest "Sousei No Aquarion-The eternity of love" indetto da Mokochan . Vincitrice del Premio Giuria]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hong Lihua, Sirius de Alisia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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queen

QUEEN OF THE NIGHT





Era stata una giornata estiva come quella di un anno prima:

Costituita da una mattina e un pomeriggio torridi, con il sole a picco che bruciava il terreno sabbioso intorno alle rovine e rendeva qualsiasi masso, colonna o oggetto, incandescente come un tizzone ardente. Ovunque guardasse, l'orizzonte appariva sfocato e traballante, tipico effetto di quella calura infernale, e persino le cicale avevano rinunciato al loro concerto quotidiano.

Un'atmosfera di assopimento completo della natura e della Deava , che nemmeno gli Angeli delle Tenebre avevano turbato. Chissà se l'afa aveva demoralizzato pure loro...

Doveva essere per forza così, dato che la sirena non suonava ormai da quattro giorni.

E di questo ormai se ne erano convinti tutti: difatti, se l'ambiente circostante appariva di una calma cristallina, quello interno all'edificio era di vero e proprio coma generale.

Non passava per la testa a nessuno di metter piede fuori fino a sera, e la sola idea di allenarsi, o di doversi alzare di colpo per partire a un contrattacco terrorizzava tutti, e ovviamente, in particolare, gli elements di prima categoria.

Le enormi finestre del salone e della mensa,così come la maggiore parte delle altre, erano spalancate, e da fuori proveniva un lieve venticello apprezzabile solo da quelle stanze.

I tavoli erano occupati da coppie e gruppi, che conversavano tranquillamente sorseggiando bibite ghiacciate, le compagne più fidate di chi intendeva uscire dai dormitori climatizzati, senza morire per disidratazione.

Chi non era in compagnia, si limitava ad assaporare il piacere del proprio drink in silenzio; oppure c'era chi ascoltava i suoni intorno a sè con gli occhi chiusi e la testa reclinata all'indietro, in evidente stato di assopimento.

Era strano vedere la mensa così tranquilla. Anche se lui non mangiava insieme ai suoi compagni, le urla delle liti tra sua sorella e Apollo arrivavano fino alla propria camera, e non aveva bisogno di vedere la scena per immaginare il pandemonio creato da quei due.

A volte alla rissa si univano anche gli altri, e così il tutto degenerava in un'enorme scazzottata da saloon.

Ecco perchè si teneva alla larga il più possibile da quel posto.

Tuttavia non gli dispiaceva ogni tanto sedersi da solo o insieme ai compagni per prendere un caffè o qualcosa da bere.

Quel giorno era sceso proprio perchè gli sembrava di avere un deserto in gola. Al bancone c'era fila, e questo rese il suo disagio ancora più fastidioso.

Deglutì, aprendo di qualche centimetro la cerniera della giacca.

Per un istante desiderò mandare a quel paese tutte le regole di comportamento e strapparsi i vestiti di dosso.

E in quel momento la vide.

Di colpo smise di muoversi freneticamente su se stesso, smaniando per il caldo, e si chiese se per caso la ragazza avesse assistito a quel piccolo sclero personale.

Da quanto constatò nei secondi a passare, non aveva nemmeno notato la sua presenza nella sala.

Passò da uno stato di sollievo, ad un illogico fastidio.

-Cosa prendi?-

L'inserviente gli ricordò che la fila si era dileguata in fretta e che finalmente era il suo turno.

-Ah...io...-

Guardò di nuovo indietro, e poi si rivolse alla donna indicandole il tavolo vicino alla finestra.

-Lo stesso che ha ordinato quella ragazza. -

Lei sorrise. Non sadicamente , ma in quel modo sornione di chi ha capito tutto.

-Arriva subito.- gli fece cenno di aspettare il drink seduto.

Le voltò le spalle immediatamente, per non lasciar trapelare l'imbarazzo , e si avvicinò alla postazione cercando di ridarsi un contegno.

La ragazza non alzò lo sguardo nemmeno quando le si sedette davanti. Aveva gli occhi fissi sulle pagine di un libro, il quale doveva averla presa davvero tanto per rapirla dalla realtà in quel modo.

Nel momento in cui lui decise di parlarle, vide la mano affusolata alzarsi e prendere il bicchiere a sinistra. Quando se lo portò alla bocca e inevitabilmente sollevò la testa, finalmente lo vide.

Si aspettò la tipica gag dello sputo a getto per la sorpresa, ma l'unica cosa che uscì dalle labbra fu appena un soffio di stupore.

-Buongiorno.- la anticipò sorridendo, in quel modo che a volte lui stesso pensava essere un pò troppo formale per rivolgersi a una persona diventata ormai così intima.

In fondo, si conoscevano dall'inizio della guerra.

Dal giorno dell'esame di selezione.



                                                        ***



Erano all'ultima prova, che consisteva nel sottrarre almeno due codici agli altri concorrenti. I codici non erano altro che cartellini numerati, assegnati all'inizio della selezione a ognuno dei candidati. Bisognava sfidarsi a vicenda per appropriarsi del codice dell'altro.

La persona il cui codice era sottratto, veniva eliminata dalla selezione.

Chi riusciva a ottenere due codici, veniva ammesso alla Deava.

Silvia doveva ancora ottenere l'ultimo codice, e così la stava aiutando nella ricerca di un possibile sfidante.

Pensò di aver risolto il problema, vedendo un ragazzo in piedi, di spalle.

Tuttavia, Silvia non potè fare nulla, perchè si accorsero che stava già combattendo contro qualcuno.

-Come non detto...andiamo via fratello...- disse scocciata. Sirius però non si mosse. Rimase a fissare con un'espressione ammaliata il combattimento davanti a sè.

-Fratello?- lo chiamò tornando indietro. -Ma che stai facendo?-

-Guarda.- le disse senza distogliere lo sguardo.

-Cosa?-

-Quella ragazza...- Silvia notò allora che l'avversaria del concorrente era una mora dai capelli corti mascolini, alta e atletica.

-Non ci vedo niente di speciale...- commentò sprezzante. Suo fratello non aveva mai guardato con tanta insistenza un'altra donna, tantomeno con quello sguardo da ebete. Ciò le provocò un attacco di gelosia più forte del solito.

-...sembra un demonio con quei capelli.-

-Ha una tecnica di combattimento perfetta.- continuò elogiando i movimenti e le mosse che l'interessata compieva, ignorando la frase della sorella.

La mora bloccò all'avversario il braccio dietro la schiena e lo costrinse a pancia in giù, mentre con una scarpa gli sbattè la faccia sul terreno. Tipica tecnica di immobilizzazione.

Poi gli frugò sotto la maglietta e tirò fuori il codice. Solo allora lasciò libero l'avversario, il quale si allontanò, zoppicando, il più velocemente possibile lanciandole insulti di ogni genere.

Silvia sorrise soddisfatta, ovviamente non per la vittoria di quell'odiosa a pochi metri da lei, quanto per il fatto che ora lo spettacolo era terminato.

-bene, è finita...andiam...- ma per l'ennesima volta, suo fratello la stupì. Uscì allo scoperto, e si avvicinò alla ragazza.

-Senti, scusa...- richiamò la sua attenzione cercando di sembrare più tranquillo possibile, per evitare malintesi.

-Sì?- gli rispose quella, infilandosi il codice in tasca. Aveva una voce gentile e amichevole, e due occhi verde smeraldo che lo colpirono per la profondità.

-Ah...non voglio combattere contro di te...- chiarì, facendole allargare il sorriso.

-Questo è evidente principe De Alisia.- e parve allargarsi ancora di più davanti all'espressione di stupore che assunse il biondo. -Oh andiamo. Non fare quella faccia. Ho sentito parlare di te, ecco tutto.-

-Ah. E come facevi a sapere che non ti avrei sfidata?-

-Allora avresti dovuto farlo a sorpresa, in modo da avere qualche vantaggio. Oppure non ti saresti avvicinato in un modo così.-

-Così come?- lei ridacchiò.

-Bè... sulla difensiva.-

Sirius annuì con ammirazione.

-Cosa volevi chiedermi?-

E lì, il biondo si accorse di non sapere affatto cosa dirle.

Perchè l'aveva fermata?

Ne era rimasto talmente colpito da agire d'impulso senza nemmeno pensare alle conseguenze.

Tuttavia ,non era consuetudine del principe dimostrare di aver commesso simili errori, e perciò si affrettò a risponderle.

-Qual'è il tuo nome?-

Questo per Silvia fu il colmo.

Puntò il bracciale verso i due, che vennero allontanati prepotentemente da un getto d'aria.

-Ma che diavolo...-

-Silvia!!!!-

Sirius guardò con stupore e rabbia la sorella, la quale, lasciata la postazione di prima, si stava avvicinando con intenzioni chiaramente non troppo amichevoli.

-Lei dev'essere...la principessa DeAlisia...- constatò mentre la biondina le si piazzava davanti con occhi ostili. -Scusa, ce l'hai con me?-

-certo che sì!!- le puntò il pugno contro. -combattiamo!-

-Silvia!! ma che stai dicendo?- sbottò il fratello infastidito per quell'interruzione.

-Mi manca giusto l'ultimo codice e dato che ho un'avversaria a portata di mano...-

-Ma non dire assurdità!-

-oh è questo il problema?- sempre senza mostrare alcun turbamento s'infilò la mano in tasca e quando la tirò fuori, i due fratelli sgranarono gli occhi alla vista del pugno stracolmo di codici.

-Tieni. prendine pure uno.-

Silvia dopo un attimo di stupore , le allontanò la mano con un gesto secco.

-Silvia!!!-

-Non mi servono. L'ultimo codice lo conquisterò battendomi regolarmente.-

L'altra sembrò soddisfatta della risposta.

-ben detto.-

-SI PUO' SAPERE PERCHE' CONTINUI A DARMI RAGIONE? AVANTI, COMBATTIAMO!-

Sirius stavolta non ebbe bisogno di intervenire. Alle spalle della mora arrivò un ragazzo dai capelli argentei, che sollevò un sopracciglio davanti alla scena.

Chissà perchè, invece di guardare male Silvia, fulminò Sirius con lo sguardo.

-Che succede, problemi?- domandò alla mora, la quale scosse la testa.

-no, non preoccuparti, Glen. Anche loro saranno elements alla Deava.- poi si rivolse a Sirius. -Allora...ci vediamo lì, principe DeAlisia?-

-Sirius.-

Lei sorrise e si girò per seguire l'amico che si era già incamminato.

-Ah già dimenticavo...- il vento le scompigliò i capelli, quando lo guardò di nuovo negli occhi. Doveva essere lo Scirocco.

-Il mio nome...è Reika.-






                                                     ***





-Sirius...- la ragazza riappoggiò con calma il bicchiere, guardandolo con un mezzo sorriso interrogatorio. -...da quanto sei lì?-

Il biondo si destò da quel lungo flashback, e incrociò le braccia sul tavolo.

-Qualche minuto. Scusa se mi sono seduto senza chiederti nulla.-

-Figurati. Sono felice di vederti. E' strano che tu ti intrattenga qui dentro.- c'era un pizzico di tristezza e risentimento in quelle parole. E non gli sfuggì.

Ci era abituato.

Silvia tentava sempre di convincerlo , anche se mai con domande dirette, a mangiare insieme ai propri compagni.

-Lo so. Ma oggi c'è un'atmosfera che non mi dispiace.- diede un'occhiata veloce alla sala. In quegli ultimi minuti non era mutato nulla. L'inserviente gli fece cenno che la sua bibita sarebbe arrivata a breve. -avevo intenzione di bere qualcosa e poi tornare in camera. Ma credo resterò un pò di più....- finì la frase leggermente in falsetto.

-Ho capito l'antifona.- chiuse il libro ridacchiando, infilandovi un segnalibro colorato in mezzo.

Era un volume piuttosto corposo e dal titolo sembrava un trattato di una certa consistenza.

-"La tradizione alchimistica nei secoli"...- ripetè a voce alta . -...complimenti, Reika. Sei l'unica che a quanto pare ha il buon senso di usare queste ore in qualcosa di utile per la mente.- la elogiò sfogliando con interesse le pagine del manuale.

-Bè...grazie.-

-E per di più con argomenti di un certo livello...- posò l'oggetto sul lato del tavolo. -...non è che ti ho disturbata?-

Lei scosse la testa.

-E' un miracolo trovare qualcuno con cui parlare. L'unico movimento che vedo fare con la bocca è quello di aprirla per bere.- disse riferendosi ai compagni chiusi nelle rispettive camere, con i ventilatori puntati addosso al massimo della potenza.

Sirius in quel momento avvertì il bisogno di bere che aveva momentaneamente dimenticato.

-Anche se... li capisco.- finì lei prendendo il bicchiere. Era gelato, e il contatto con l'aria calda creava piccole goccioline sul vetro che le bagnarono la mano. Guardò il volto del biondo mentre la bibita le scivolava giù per la gola.

La sua carnagione era in genere di un bianco pallido, elemento che contribuiva insieme ai tipici lineamenti dei DeAlisia, a farlo sembrare ancora più glaciale e severo.

Quel giorno,invece, la pelle aveva preso più colore e questo dimostrava quanto si sentisse accaldato. La solita giacca, seppur di materiale leggero, era un'altra fonte di fastidio: non lo aveva mai visto con la cerniera mezza aperta, a mostrare il petto.

I capelli erano raccolti in una coda più alta e stretta, ma i ciuffi che ricadevano sulla fronte sembravano quasi mossi per i continui riavviamenti a cui erano sottoposti. Anche lei ripeteva quel gesto almeno ogni due minuti, spostandosi la frangia per arieggiare la fronte.

Le sfuggì un risolino.

-Che c'è?- domando lui, divertito.

-Nulla...è solo che...- riflettè su come dirglielo e se dirglielo. Ai suoi occhi, quella versione un pò trasandata di Sirius era divertente, per non dire affascinante.

Sembrava...come dire...più alla mano.

Ma se gliel'avesse fatto notare, come avrebbe reagito? Non voleva assolutamente metterlo in imbarazzo (anche se la sua parte sadica fremeva al pensiero di vederlo così) e tantomeno trasformare un clima di amichevole complicità in uno di quegli odiosi silenzi dove la tensione si può tagliare con un coltello.

-...sembri davvero in fase di disidratazione...-

Il ragazzo sembrò stare allo scherzo, e questo la rincuorò.

-Ancora un pò e di me non resterà nulla....- si girò di nuovo a guardare il bancone. Stavolta l'inserviente era sparita. -...dov'è finita quella donna con la mia bibita?!- domandò innervosito. -Non posso crederci! Si è volatilizzata!!!-

La mora si coprì la bocca con la mano per non mostrare quanto quella scena la stesse divertendo.

A quanto pare non servì a molto...

-Capiterà anche a te una cosa del genere, prima o poi!-

-A me capitano ogni giorno...-

-Non tirare fuori la sfortuna!- la bloccò con un gesto implorante delle mani. Reika allora non si trattenne più e cominciò a ridere.

Aveva le labbra lucide e carnose.

E per un istante, ebbe l'impulso selvaggio di morderle.

I capelli corti erano scompigliati e tendevano leggermente verso destra, svolazzando a ogni movimento del capo.

Tese una mano.

Cos'era stato fin'ora il loro rapporto? Definirlo Amicizia, era troppo semplice e inadatto.

Pensandoci, era quasi impossibile trovare un termine adatto per quell'amalgama di caratteristiche che lo componevano.

In quel momento, con le dita infilate lievemente tra i ciuffi mori e il palmo che sfiorava la guancia, ne ebbe la piena consapevolezza.

Quante volte aveva sentito gli altri elements definirli "la coppia perfetta"? E quante volte aveva sorriso amaramente pensando: "Sì...una perfetta coppia di ipocriti." ?

Nessuno immaginava quanto male si erano fatti a vicenda, quanta volte avevano tradito la fiducia reciproca per ripicca e quanto rancore provassero l'uno per l'altra.

Si piacevano, come negarlo? Anzi, era nato un autentico desiderio che negli ultimi tempi risultava sempre più difficile da arginare.

Ma si inseguivano a vicenda, in un vortice impazzito, senza che nessuno dei due riuscisse a raggiungere l'obbiettivo.

Reika aspettava Sirius. Sirius aspettava Reika.

E la distanza tra loro rimaneva sempre e solo quella di due passi.

Lo spazio tra i loro corpi mentre camminavano sul sentiero del roseto.


I muscoli del collo, dapprima irrigiditi, si rilassarono. Lo lasciò fare, con un lieve sorriso malinconico. Sirius non sapeva di avere assunto la stessa espressione.

D'altronde, non sembravano altro che due protagonisti di un telefilm intenti a recitare una scena melodrammatica.

E nel teatro chiamato vita, era proprio così.

-La tua bibita non è ancora arrivata.- constatò parlando a voce bassa. Il pollice del biondo le solcò in quel momento il labbro inferiore.

-Hai ragione. Ma io sono paziente- continuò a lisciarle i capelli senza staccarle gli occhi di dosso.

Il raro contatto fisico che avevano, provocava l'eccitante sensazione della svolta decisiva per entrambi.

Erano ferrati nell'arte della conversazione, della comunicazione, entrambi colti e intelligenti. Discutevano per ore senza annoiarsi su qualsiasi argomento.

Tranne uno.

-Dobbiamo parlarne.- disse lei. La mano si fermò.

I secondi seguenti furono i più lunghi della sua esistenza.

-Sì. Dobbiamo chiarire una volta per tutte la questione.- concordò rassicurandola. -quando?-

La ragazza si appoggiò allo schienale della sedia. Lui incrociò le braccia stringendo il pugno destro, dove fino a poco fa vi era il viso della mora.

Finalmente l'inserviente appoggiò sul tavolo la sua ordinazione. Sirius d'un tratto non aveva più sete.

-Lo capiremo quando arriverà quel momento.-






                                                        §§§




Gli avvenimenti di quella giornata gli erano passati davanti agli occhi come in un lungo e dettagliato film.

Ora, a distanza di un anno, guardava dal giardino i finestroni aperti della sala: oltre quella tenda mossa dal vento, vi era il tavolo a cui si erano seduti. Vi era il posto in cui le aveva accarezzato il viso per la prima volta.

E in cui l'aveva desiderata, con la gola secca e il corpo bruciante. Colpa del caldo. Colpa di Reika.

Poteva sentire il suo profumo.

Tagliò con nervosismo un ramo secco, ripetendosi mentalmente la stessa domanda.

Perchè tutto quello che sapeva fare era darle le spalle, mentre potava i cespugli?

Avvertiva il suo sguardo sulla schiena, e questo non faceva altro che agitarlo di più.

Non si era mai sentito a disagio con lei, perchè Reika parlava liberamente del più e del meno, facendo attenzione a non toccare argomenti spiacevoli. Lo faceva sentire bene.

Le passeggiate insieme erano una valvola di sfogo indispensabile per la sua psiche.

Per questo ora il silenzio gli appariva così agonizzante.

La luce lunare e la leggera brezza non sembravano dargli alcun sollievo.


-Sirius.-


Quella parola spezzò gentilmente l'alone di tensione creatosi, e lui buttò fuori con un sospiro di sollievo tutta l'ansia accumulata.

Sul punto di girarsi, si fermò, vedendola accucciarsi al suo fianco.

-Ti ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati?- disse sfiorando con l'indice una rosa scarlatta.

-Potrei scordarmelo?- rispose sorridendo. -Se penso alla figuraccia che ho fatto...-

-Non dire assurdità.-lo rimproverò. -E poi cosa dovrei dire io? Silvia mi ha detestato dal primo giorno in cui...-

-Silvia non ti odia.- la interruppe. - è solo che...come dire...-

-Lo so il perchè.- tagliò corto. Gli sembrò di percepire una nota di nervosismo nel tono di voce. E con la frase seguente ne capì il motivo. -La domanda che mi pongo è: la sua gelosia è fondata?-

Una ventata più forte le alzò il colletto della camicia. Una goccia di sudore le attraversò il collo. Sirius la osservò dissolversi mentre i secondi passavano lenti.

E ricominciò ad avere caldo.

Colpa del profumo. Colpa di Reika.

-Io penso che tutti e due sappiamo la risposta.-

-Ma nessuno di noi due la vuole esternare.- chiuse gli occhi. -Mi chiedo se tutto ciò finirà come quella volta.-

-Quale volta?-

-La Regina della Notte.-

Gli caddero le cesoie.

Non credeva l'avrebbe tirata fuori.

-Reika...-

-Scusa.- raccolse l'oggetto e glielo porse. -Non pensare male. Per me quella storia è passata.-

Stava mentendo, lo sapeva. D'altronde come poteva non odiarlo?

Qualsiasi cosa avrebbe provato a dirle sarebbe suonata come una patetica scusa.

-Com'è che avevi detto mentre me la porgevi?- aveva cambiato tono, per sembrare più allegra. -..." è un fiore che sboccia segretamente...nell'ombra..."-

-Ti dona molto.- aggiunse lui. Sollevò il braccio sinistro e tese la mano per prendere le cesoie.

-Non ne ho più viste.- osservò cercando con lo sguardo un fiore che le assomigliasse.

-Sbocceranno tra poco.-

Posò le dita sul palmo morbido. A separarli era il freddo metallo delle pinze.

Era solo del freddo metallo.

-Allora sarà meglio affrettarci.-

No. pensò lui.

Non questa volta.

Allargò la stretta fino a tenerle dolcemente il polso.

Lei ritornò nella posizione iniziale, e finalmente lo guardò negli occhi.

Entrambi avevano il viso accaldato , la mano libera sporca di terra, e le ginocchia dolenti per i minuti passati accovacciati.

-Se ti perderai lo spettacolo dei petali che si schiudono, non dare la colpa a me...-

-Reika.- sussurrò lasciando scivolare al suolo l'inutile oggetto ,liberandole la presa.

Nessuna barriera. Nessun freddo metallo. Nessuna distanza.

Rimanevano solo lo spazio e il tempo per pronunciare una frase.


-Tu sei la Regina della Notte. La sola e l'unica.-



Era caldo quella notte.

E i loro corpi bruciavano.

Si riempirono di graffi per le spine delle rose. Si riempirono di terra , stringendosi con le mani sporche.

Si toccarono con una disperazione simile alla speranza ritrovata.

Non poterono assistere allo spettacolo che avvenne tra le rovine, alimentato dalla loro passione.


Forse per colpa del caldo. Forse per i raggi lunari più intensi del solito. Forse per il bacio di due amanti.

Le Regine della Notte si schiusero in una sola volta, brillando in tutto il loro splendore.




-Fine-

Note dell'autrice:

Quando penso a Reika e Sirius, non posso fare a meno di collegarli alle rose e al sangue.

Sarà per colpa dell'episodio 21, sta di fatto che i fiori sono un utile espediente per le fanfiction.

Queen of the night, ovvero Regina della notte, è il nome del fiore che Sirius regala a Reika nell'ep. 6.  Quel gesto mi si è stampato nella mente, ed è uscita questa one-shot xD

Fossero andate così le cose...-.-

xD Commentate!

  
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