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Autore: jessy16    15/06/2005    0 recensioni
indovinate?! è ancora la storia della mia amica. già, ci risiamo!...Joeyce,calciatrice professionista,è costretta a lasciare la sua patria, i suoi amici e il suo amore, per realizzare il suo più grande sogno:essere conosciuta in tutto il mondo!Decide di farlo in Inghilterra, dove farà parte di una delle squadre più importanti del Regno Unito.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ritorno dell’amore

Il ritorno dell’amore

 

I suoi migliori amici si trovavano in giro per il mondo.

Holly in Spagna, Tom in Francia, Mark in Italia e Benji in Germania.

Lei invece era appena arrivata in Inghilterra.

Tutti erano partiti da pochi giorni dal Giappone, dove si erano salutati.

Era stata dura per Joyce doversi separare da Benji, ma si erano ripromessi che si sarebbero rivisti.

Ma nonostante tutto si erano anche detti che, dal momento che vivevano lontani, ognuno doveva avere la sua vita.

Non che si fossero lasciati, ma…

Joyce era appena atterrata, e fu il rumore dell’aereo che toccava terra a farla tornare alla realtà.

Era stato un lungo viaggio, ed era stanchissima.

Non vedeva l’ora di arrivare alla sede della squadra di cui avrebbe fatto parte per dormire.

Gia, dimenticavo di dire che Joyce è una giocatrice di calcio, l’unica ragazza sulla terra, probabilmente, che giocava in una squadra maschile.

Era davvero bravissima, nonostante fosse una ragazza, come ammettevano molti allenatori di calcio.

Gli era stato offerto di entrare in molte squadre famose, dal Lione,al Venezia,al Barcellona.

Ma Joyce aveva scelto una squadra inglese, il Liverpool, forse anche perché voleva migliorare il suo inglese.

Ora si trovava in aeroporto, ma non sapeva proprio da che parte andare.

Era appena arrivata e si era già persa.

Ancora non sapeva come avrebbe fatto a vivere per ben 2 anni in quel paese.

Si avvicinò ad un banco informazioni.

Joyce:- Ehm… excuse me. Where is the exit, please?-

La donna seduta dietro al banco le diede tutte le informazioni, e dopo averle seguite alla lettera, riuscì finalmente ad uscire dall’aeroporto.

Scese in strada e si sbracciò per chiamare un  taxi.

Joyce:- Alla sede del Liverpool per favore.-

Tassista:- Subito signorina.… Aspetti un momento, ma lei è Joyce Prite, il nuovo acquisto del Liverpool.-

Joyce:- Ehm… si sono io!- rispose Joyce un po’ confusa.

Tassista:- Ma è fantastico! Ho in macchina la futura promessa del Liverpool!-

Joyce:- Eh, già!… le dispiacerebbe accompagnarmi?! Sa, sono un po’ stanca!-

Tassista:- Oh, si mi scusi!-

Per tutto il viaggio continuò a ripetere quanto era fortunato ad averla conosciuta.

Se tutti gli inglesi erano così voleva tornare a casa!

Finalmente arrivarono a destinazione, ma il tassista non la lasciò in pace come credeva.

Tassista:- Mi può fare un autografo?!- chiese scendendo dalla macchina e andandole incontro.

Joyce:- Ma non sono neanche entrata in squadra!-

Tassista:- Non importa, così potrò dire che io ho avuto la stella del Liverpool sul mio taxi prima ancora che diventasse famosa!-

Joyce:- Ma cosa ne sa lei se diventerò famosa?!-

Tassista:- Oh, ne sono sicuro!-

Joyce cominciava a spaventarsi.

Quel tipo era troppo assillante, e in più si stava avvicinando più del dovuto.

Joyce:- La prego mi lasci stare!-

Tassista:- Avanti!-

Joyce:- Le ho detto di lasciarmi stare!-

Jerry:- Non ha sentito cosa le ha detto la signorina?! Se ne vada!-

Il tassista salì in macchina e se ne andò.

Joyce non vide nulla di tutto questo perché aveva chiuso gli occhi per la paura, ma quando li riaprì il tassista era fuggito e accanto a lei c’era un ragazzo castano con gli occhi azzurri che guardava il taxi allontanarsi.

Jerry:- Certa gente è proprio insistente! Tutto bene?!- chiese con un sorriso rivolto a Joyce.

Aveva davvero un bel sorriso.

Joyce:- Si, tutto bene grazie! Non so come avrei fatto senza il tuo aiuto!-

Joyce aveva già visto quel ragazzo da qualche parte, ma non ricordava dove.

Jerry:- Bè non potevo lasciare un fanciulla in pericolo!-

Joyce:- Come arrivo in Inghilterra non è stato dei migliori!-

Jerry:- Non ti preoccupare, non tutti sono così. Anche se in effetti io sono olandese. Piacere, io sono Jerry Harrison.-

Joyce:- Infatti mi sembrava di averti già visto da qualche parte! Tu sei l’attaccante del Liverpool, dico bene?!-

Jerry:- Benissimo! Chiami Jerry.-

Joyce:- Piacere, io sono Joyce Prite. Puoi chiamarmi Joyce.-

Jerry:- Joyce Prite… Tu sei il nuovo acquisto del Liverpool, vero?! Giochi nella nazionale Giapponese!-

Joyce:- Esattamente!-

Jerry:- Ecco perché quel tassista ti stressava! Sarai stanca! Vieni, ti mostro la sede, così ti potrai riposare!-

Entrarono nel grande edificio che si trovava proprio alle loro spalle.

Jerry le mostrò le stanze principali, poi l’accompagnò nella sua.

Jerry:- Credo di averti mostrato tutto ciò che ti può servire. Con il passare dei giorni imparerai a conoscere la sede.-

Proprio in quel momento in fondo al corridoio apparvero alcuni ragazzi, probabilmente i componenti della squadra.

Tra di loro riconobbe Scott Carton, il portiere.

Michael:- Ehi, Jerry, andiamo a fare due palleggi, vieni con noi?!-

Jerry:- Si arrivo! Io e i ragazzi andiamo ad allenarci un po’. Vieni con noi?!-

Joyce:- No, ti ringrazio, ma sono stanca. Avrò 2 anni interi per giocare!-

Jerry:- Hai ragione! Allora ci vediamo domani in campo!-

Joyce:- Ok! Buonanotte!-

Jerry le fece un sorriso e raggiunse i suoi compagni.

Joyce lo guardò allontanarsi.

A parte la storia del tassista, l’Inghilterra cominciava a piacerle!

Entrò in camera, e si buttò sul letto esausta.

Si fermò qualche secondo a pensare, poi decise di chiamare Holly.

Era già una settimana che non lo vedeva, e nonostante tutto era il suo migliore amico!

Compose il numero e attese.

Holly:- Pronto?-

Joyce:- Holly, ciao! Sono Joyce. Che bello sentire una voce amica!-

Holly:- Joyce! Finalmente! Credevo non ti facessi più sentire!-

Joyce:- Hai ragiona, ma sai, i preparativi, il viaggio e soprattutto l’arrivo…-

Holly:- Allora sei già arrivata in Inghilterra! Come ti trovi?!-

Joyce:- Bè sono appena arrivata. A parte un tassista rompi scatole che voleva a tutti i costi il mio autografo nonostante non fossi ancora entrata in squadra, tutto bene!-

Holly:- Accidenti, hai già fatto conquiste!-

Joyce:- Avrei preferito di no! Però ho già conosciuto un mio compagno di squadra. Jerry Harrison! È stato lui ad aiutarmi con il tassista. Se non fosse arrivato, non so dove sarei in questo momento!-

Holly:- Ah, si! Jerry Harrison! Da quello che ho sentito è un tipo in gamba!-

Joyce:- Si, lo credo anche io!-

In sottofondo Joyce sentì la voce di un ragazzo.

Holly:- Joyce, ti devo lasciare. I miei compagni mi stanno trascinando sul campo!-

Joyce:- Ok, allora ti saluto!-

Holly:- Ciao! E fatti sentire più spesso!-

Joyce:- D’accordo! E ricorda che ti voglio bene!-

Holly:- Anch’io. Ciao!-

E riattaccò.

Ora Joyce si sentiva maglio.

Rimase qualche secondo a contemplare il telefono.

Doveva chiamare anche Benji?!

Forse era meglio di no .

Si fece una doccia calda, e poi andò a dormire.

La mattina seguente si alzò presto.

Il grande giorno era arrivato!

Avrebbe fatto parte del Liverpool!

Si mise la divisa che le era stata spedita a casa, in Giappone, direttamente dall’allenatore.

Quando arrivò in campo, la squadra era tutta lì, ad attenderla.

Joyce era agitatissima, ma vedere il viso di Jerry che le sorrideva la fece tranquillizzare.

Mister:- Bene ragazzi. Come saprete quest’anno la nostra squadra ha un nuovo acquisto. Vi presento Joyce Prite. Viene direttamente dal Giappone, dove fa parte della nazionale. Vi prego di non giudicarla solo dal fatto che è una ragazza, perché vi posso garantire che è un vero portento con il pallone! Dico bene?!- disse l’allenatore rivolto poi a Joyce.

Joyce:- Bè, così mi fa arrossire Mister!-

Jerry:- Anche perché non ha avuto un felice arrivo! Dico bene Joyce?!-

Joyce:- Bè, non hai tutti i torti, Jerry. Ma sto cominciando ad ambientarmi!-

Mister:- Benissimo! Vedo che tu e Jerry avete già fatto conoscenza!-

Joyce:- Ci siamo conosciuti ieri. Diciamo che mi ha aiutato in una piccola faccenda!-

E sorrise a Jerry, che ricambiò.

Mister:- Benissimo. Mi auguro che tu faccia amicizia con tutta la squadra. Ok, cominciamo l’allenamento.- disse rivolto a tutta la squadra.

Mister:- Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedermelo!-

Joyce:- D’accordo Mister.-

Ma Joyce non era il tipo che chiedeva aiuto.

All’inizio il resto delle squadra, rimase un po’ scettica nei confronti della ragazza, ma quando videro cosa sapeva fare con il pallone, cambiarono idea e fe cero presto amicizia.

Dopo un’ora di riscaldamento, il Mister prese di nuovo la parola.

Mister:- Bene ragazzi! Adesso facciamo una partita di riscaldamento, anche per vedere cosa sa fare la nuova arrivata.-

Li divise in due squadre.

Joyce capitò in squadra con Jerry.

L’arbitro diede il fischio d’inizio.

Joyce scattò in avanti con la palla al piede, che passo poi a Jerry.

Fecero qualche passaggio all’interno della squadra poi il pallone tornò a Joyce.

Quando alzò gli occhi si trovò di fronte Nick Johnson, il miglior attaccante del Liverpool.

Si dovette fermare per non farsi rubare palla.

Lottarono per alcuni secondi, poi Joyce, con un’abile movimento, riuscì a schivare Nick e a passare il pallone a Jerry.

Joyce scattò in avanti mentre l’azione continuava.

Il Mister guardò con molta attenzione i movimenti di Joyce.

Quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo.

Jerry decise di mettere il nuovo acquisto alla prova.

Jerry:- Avanti Joyce! Facci vedere di cosa sei capace!- e lanciò il pallone alla ragazza.

Joyce lo stoppò di petto e continuò la sua avanzata.

Joyce:- Stai tranquillo Jerry, non ti deluderò!-

Ora si trovava da sola davanti alla porta.

Incontrò solo due difensori, poi puntò dritto alla porta.

Si trovava a circa 20 metri, e decise di tirare.

Nick:- Ma non ce la farà mai!-

Jerry:- Non sottovalutarla! In Giappone è considerata una promessa del calcio!-

Joyce si preparò a tirare.

Diede tutta la potenza che aveva in quel tiro, il tiro ad effetto.

E fece goal!

Rimasero tutti un momento a bocca aperta.

Perfino il Mister.

Quella palla aveva avuto un effetto strabiliante.

Poi i componenti delle sua squadra corsero ad abbracciarla.

Joyce aveva conquistato la fiducia dei suoi compagni.

Ma soprattutto, con il passare delle settimane, conquistò la fiducia del  Mister.

E, anche se con molte difficoltà, riuscì a conquistare un posto da titolare nella squadra.

Fu così che iniziò il campionato inglese come titolare del Liverpool.

Conquistò anche il pubblico, che ogni volta che entrava in campo la acclamava con calore.

Aveva legato molto con i compagni e in modo particolare con Jerry.

Ma tra di loro non c’era niente di più dell’amicizia.

Anche se a Joyce non sarebbe dispiaciuto qualcosa di più.

Nei mesi che seguirono Joyce trovò il coraggio di chiamare anche Benji.

Si trovava benissimo in Germania, anche se, come le disse lui, le mancava molto.

Circa a metà del campionato inglese, il Mister annunciò ai ragazzi che il campionato avrebbe avuto due settimane di pausa e i ragazzi una settimana di libertà.

Fu così che joyce decise di andare in Spagna per andare a trovare Holly.

Erano mesi ormai che non lo vedeva anche se si erano spesso sentiti per telefono.

E aveva bisogno di vedere il suo migliore amico.

E poi sarebbe andato direttamente in Germania a trovare Benji.

Partì in aereo la mattina presto, e arrivo in Spagna alle 11 del mattino.

Ci mise un po’ a trovare il campo del Catalogna, ma alla fine ci riuscì.

Si stavano allenando e la rete che circondava il campo era coperta dai giornalisti e da alcuni tifosi.

Mi avvicinai, e vidi subito Holly, che come al solito metteva tutta l’anima per giocare.

Lo guardò attentamente e vide che il suo stile di gioco non era affatto cambiato, però era migliorato tantissimo.

Il Mister concesse una pausa ai ragazzi che si diressero verso le panchine.

Joyce si diresse verso Holly, stando all’esterno della rete e senza farsi vedere.

Holly stava bevendo da una borraccia.

Joyce:- Non ti vergogni a metterti così in mostra?!-

Holly si voltò incredulo.

Holly:- Joyce! Non ci posso credere!-

Uscì dal cancelletto e le andò incontro, abbracciandola forte.

Holly:- Che bello rivederti! Cosa ci fai qua?!-

Joyce:- Bè, il campionato inglese ha fatto una pausa, e il Mister ci ha dato una settimana di libertà!-

Holly ancora non ci credeva.

L’abbracciò di nuovo.

Holly:- Sono così contento che tu sia qui!-

Joyce:- Anche io.-

Joyce guardò alle spalle di Holly, e notò che i suoi compagni di squadra li stavano osservando curiosi.

Joyce:- Holly, credo che i tuoi amici si stiano chiedendo…-

Holly si voltò.

Holly:- Hai ragione! Vini che te li presento.-

Entrarono dal cancelletto, e si diressero verso i ragazzi, che la osservavano incuriositi.

Holly:- Ragazzi, vi voglio presentare la mia migliore amica. Joyce Prite.-

Si fece avanti un ragazzo che riconobbe come Rivaul, il miglior attaccante del Catalogna.

Le tese la mano.

Rivaul:- Ci sembrava di averti già visto! Tu sei la nuova punta del Liverpool!-

Joyce:- Si, sono io, anche se preferisco essere chiamata Joyce. Tu invece devi essere Rivaul!-

Gli strinse la mano e lui le sorrise.

Jefferson:- Così sei tu la famosa centrocampista di cui mi parla tanto Parckins.-

Holly:- Questo è il Mister della squadra, il signor Jefferson.-

Era un uomo alto con gli occhi azzurri e lo sguardo duro, ma Joyce sapeva che era un bravo allenatore.

Joyce:- Piacere di conoscerla, Mister.-

Lui le sorrise.

Jefferson:- Ok, ragazzi. La pausa è finita. Tornate in campo.-

Holly:- Ci vediamo dopo.-

Il signor Jefferson osservò attentamente Joyce.

Jefferson:- Mi è venuta un’idea. Perché non ti unisci a noi. Facciamo una partitella di allenamento!- disse rivolto a Joyce.

Joyce:- Mister, io non lo so… insomma non voglio disturbare l’allenamento…-

Jefferson:- Nessun disturbo, sono io che te lo chiedo.-

Holly:- Dai, sarà divertente giocare di nuovo insieme.

Lo guardò dritto negli occhi.

Le sorrideva, e le tornarono in mente i momenti in cui giocavamo insieme.

Joyce:- D’accordo! Ci sto!-

Jefferson:- Perfetto!-

La mise in squadra con Holly, e la partita incominciò.

Holly e Joyce scattarono in avanti, uno di fianco all’altra.

La coppia d’oro del Giappone, come li definivano i giornali, era di nuovo insieme.

Joyce schivò diversi giocatori e passò la palla ad Holly, che fece lo stesso.

Si guardarono.

Volevano vedere se riuscivano a giocare insieme come una volta.

Fecero dei passaggi veloci.

Nemmeno i giocatori riuscivano a vedere la palla.

Ad un certo punto Joyce si trovò davanti Rivaul.

Alzò la palla con il tacco, la fece passare sopra la testa di Rivaul e lo superò.

Holly:- Grande!-

Rivaul era rimasto immobile.

Fecero ancora qualche passaggio, poi Holly lanciò in alto la palla, e la coppia d’oro mise in atto il loro colpo segreto: la doppia rovesciata.

Le loro gambe si incrociarono in aria, e con un effetto strabiliante la palla entrò in rete.

Holly e Joyce si abbracciarono,mentre tutti i tifosi li acclamavano.

Perfino il signor Jefferson era rimasto senza parole.

Aveva sentito parlare della coppia d’oro, ma non pensava fossero così forti.

Avrebbe voluto averli entrambi in squadra con se, ma per il momento non era possibile.

Rivaul:- Complimenti ragazzi! Siete stati davvero in gamba!-

Joyce:- Ti ringrazio, Rivaul!-

Gonzales:- Soprattutto perché sei riuscita a superare Rivaul con quel colpo di tacco.-

Joyce:- Solo fortuna.- rispose Joyce ridendo.

Jefferson:- Io piuttosto direi che è bravura! Complimenti Prite! Davvero in gamba. Aveva ragione Parckins quando mi parlava di te!-

Joyce:- La ringrazio Mister!-

Jefferson:- Ok ragazzi! Per oggi basta così. Ci vediamo domani!-

Holly andò a farsi la doccia, mentre Joyce lo aspettava davanti al cancello.

Quella sera lui e i ragazzi andavano a cena e aveva invitato anche lei.

Mentre aspettava la raggiunsero alcuni ragazzi che le chiesero l’autografo.

Holly uscì dagli spogliatoi insieme agli altri.

Holly:- Allora andiamo?!-

Joyce annuì con la testa.

Il resto della squadra la fece sentire a suo agio e le fecero parecchi complimenti sul suo modo di giocare.

Quando si sedettero a tavola continuarono a chiacchierare.

Alberto:- Tu sei in squadra con Jerry, vero?! Gioca con me nella nazionale olandese.-

Joyce:- Si, lo so. Anzi, quando gli ho detto che venivo qui mi ha detto di salutarti.-

Alberto:- Sbaglio o il vecchio Jerry ha fatto conquiste!- disse Alberto dando di gomito a Joyce.

Joyce osservò Holly che era diventato improvvisamente serio.

Joyce:- No, tranquillo, tra me e Jerry non c’è nulla. Siamo solo buoni amici!-

Alberto:- Se lo dici tu!- rispose un po’ deluso.

La cena fu ottima e quando dovettero salutare il resto della squadra a Joyce dispiacque molto.

Erano simpatici!

Ma si sarebbero rivisti i giorno seguente sul campo, prima che Joyce partisse per la Germania.

Mentre camminavano, Holly rimase un po’ in silenzio.

Holly:- Sicura che tra te e Jerry non ci sia nulla?!-

Joyce lo guardò, poi abbassò gli occhi.

Joyce:- Sicurissima!… insomma, non posso negare che mi piaccia, però siamo solo buoni amici…-

Holly:- E Benji?!-

Joyce:- Benji è sempre nel mio cuore, ma viviamo lontani, separati dal mare. E poi prima di partire dal Giappone ci eravamo detti che ognuno doveva avere la sua vita.-

Holly:- Ma Benji ti ama ancora, lo sai questo?!-

Joyce ci mise qualche secondo a rispondere.

Joyce:- Si, lo so. Anche io gli voglio ancora bene. Ma Jerry è entrato nella mia vita e non ci posso fare nulla.-

Rimasero qualche minuto in silenzio, mentre camminavano nella notte.

Holly:- Hai ragione, in fondo la vita è la tua!-

Si salutarono con un bacio sulla guancia davanti all’albergo dove avrebbe dormito Joyce.

Joyce aveva pensato spesso a Benji, ma ora abitavano lontani e poi non si era messa con Jerry.

La mattina seguente andò al campo a seguire l’allenamento e alla fine salutò tutta la squadra del Catalogna.

Holly l’accompagnò all’aeroporto.

Autoparlante:- Il volo diretto in Germania partirà tra 10 minuti. Preghiamo i passeggeri di avviarsi verso gli sportelli.-

Joyce:- È il mio!-

Joyce si alzò in piedi e così fece anche Holly.

Si diressero verso l’aereo che doveva prendere Joyce.

Si fermarono davanti agli sportelli.

Holly:- Mi raccomando, fai buon viaggio! E ricordati di salutarmi Benji quando arrivi!-

Joyce:- D’accordo, stai tranquillo!-

Si abbracciarono forte.

Holly:- E ricorda che ti voglio bene!-

Joyce:- Te ne voglio tanto anche io!-

Gli diede un bacio e si diresse verso l’entrata.

Joyce:- Ciao!- gli urlò Joyce, prima di scomparire.

Holly la salutò con la mano.

Era in aereo e non poteva tornare indietro.

Arrivò in Germania la sera.

Guardò l’orologio: erano le 8.30.

Conoscendo Benji, pensò che fosse ancora sul campo ad allenarsi.

Chiedendo informazioni ai passanti riuscì a raggiungere il campo da calcio, e come pensava la squadra dei Grounwald era ancora lì ad allenarsi.

Si mise seduta accanto ad un albero aspettando che finissero.

Scrutò tra i giocatori e intravide Benji che difendeva, come al solito, la porta con tutto se stesso.

Calz, uno degli attaccanti della Grounwald, che Joyce aveva conosciuto all’ultimo scontro tra Giappone e Germania, si preparò a tirare.

Con un abile salto Benji la parò senza difficoltà.

Ogni volta che lo incontrava migliorava sempre di più.

Verso le 9 finirono l’allenamento.

Joyce aspetto Benji vicino all’albero.

Molti componenti della squadra si erano accorti di lei e si chiedevano chi fosse.

Benji invece stava chiacchierando con Calz.

Quando le passo accanto decise di farsi notare.

Joyce:- Non sei cambiato per niente, eh! Sempre a metterti in mostra!- gli disse con un sorriso stampato in faccia.

Benji si volto con un’espressione come se avesse visto un fantasma.

Benji:- Joyce! Non… non ci posso credere!-

Benji era ancora incredulo, più di quanto lo fosse stato Holly.

Poi le corse incontro e l’abbracciò.

La strinse così forte che la prese in braccio e la fece girare.

Benji:- Che bello! Non ci posso credere! Da quanto sei qui?!-

Joyce:- Mmmh… Da circa mezz’ora!-

Benji:- E perché non ti sei fatta vedere prima?!-

Joyce:- Bè eri così impegnato a giocare che non volevo interromperti!-

Benji:- Per te mi sarei fermato!-

Calz:- Ehi, Joyce! Che piacere rivederti!-

Joyce:- Ciao Calz! Bellissimo quel tiro!-

Calz:- Già, peccato che Benji me l’ha parato!-

Benji:- Perché, la cosa ti stupisce?!-

I tre amici risero divertiti.

Benji:- Allora, ho saputo che sei già diventata titolare del Liverpool! Perché poi la cosa mi stupisce tanto! Sei un mito con il pallone!-

Joyce:- Non esagerare, o mi fai arrossire!-

Benji:- Non esagero affatto!-

Joyce:- A proposito, ti saluta Holly! Sai sono appena arrivata dalla Spagna!-

Benji:- Dici sul serio?! Allora andiamo che ti accompagno in albergo! Sarai stanchissima!-

Lei e Benji si avviarono, mentre quest’ultimo salutava i suoi compagni.

Parlarono per tutto il tragitto, del suo arrivo in Inghilterra, del tassista, della sua squadra e di cose così.

Parlavano così intensamente che non si accorsero quasi di essere arrivati all’albergo.

Joyce:- Benji, siamo arrivati!-

Benji:- Di già!-

Joyce:- Già! Dai ci vediamo domani!-

Benji:- Ok!-

Le fece un grande sorriso.

Poi si piegò su di lei e la baciò dolcemente sulle labbra.

Joyce rimase un po’ stupita, ma non si ritrasse.

Salì in camera e si buttò sul letto.

Non aveva rifiutato il bacio di Benji: questo voleva dire che era ancora innamorata di lui?!

Era così confusa!

Decise di dormirci su, e dopo essersi fatta una doccia andò a letto.

La mattina seguente trovò Benji che l’aspettava nell’atrio.

Joyce:- Benji! Cosa ci fai qui?!-

Benji:- Ho pensato di venirti a prendere! Per essere sicuro che non ti perdessi!-

Joyce:- Ehi! Per chi mi hai preso!-

Risero entrambi.

Poi, insieme, si diressero verso il campo dove si erano incontrati la sera prima.

Mentre i ragazzi si allenavano, Joyce rimase vicino all’albero ad osservarli.

Benji sapeva che lei lo stava guardando e ce la mise tutta per giocare al meglio.

Tanto che anche il mister gli fece i complimenti.

Flynn:- Complimenti, Price. Oggi sei in piena forma! Ti è successo qualcosa di speciale?!-

Calz:- Già!- gli disse Calz dandogli di gomito e guardando nella direzione di Joyce.

Benji arrossì e continuò a giocare.

Poi, dopo circa un’ora che Joyce si trovava lì, arrivò chi sperava di non incontrare.

Shnaider:- Allora sono vere le voci che girano! La famosa centrocampista del Liverpool è qui in Germania! Che onore!-

Joyce:- Se sei venuto qui solo per fare il saputello, torna da dove sei venuto!- rispose fredda Joyce.

Shnaider:- Ehi che caratterino! Non sei contenta di vedermi?!-

Joyce:- Per niente!-

Non poteva dimenticare ciò che aveva fatto pochi anni prima.

Si trovava in Germania, aveva conosciuto lì Shnaider.

Lui aveva una cotta per lei e anche lei credeva di considerarlo più di un’ amico.

Ma quando lui aveva cercato di baciarla a tutti i costi, aveva completamente cambiato idea.

Lui si era pentito, ma lei non l’aveva ancora perdonato del tutto.

Come se non bastasse l’aveva sempre sottovalutata sul campo da calcio.

La squadra fece una pausa e Benji si diresse verso Joyce.

Aveva notato Shnaider, e sapendo che Joyce non poteva sopportarlo, le andò in aiuto.

Benji:- Buongiorno, Shnaider.-

Shnaider:- Buongiorno, Price.-

Benji:- Allora, come sto giocando?!-

Joyce:- Al meglio come al solito!-

Benji:- Ehi, fra un po’ finiamo l’allenamento. Cosa ne dici di fare una partitina con noi!-

Joyce:- Me, non saprei…-

Shnaider:- Giusto, perché no! Così potrai far vedere chi sei!-

Joyce guardò Shnaider con aria di sfida.

Joyce:- Già, perché no! E perché non giochi anche tu, Carl! Se non l’hai capito è una sfida!-

Shnaider:- Si, l’avevo intuito! D’accordo, ci sto!-

Benji annuì, e andò a dare la notizia al mister.

L’allenamento finì, e prima di entrare in campo, Benji presentò Joyce al Mister.

Flynn:- Si, ho sentito parlare molto di te anche dagli altri allenatori. Vediamo cosa sai fare.-

Si misero in posizione.

Joyce era in squadra con Benji, e ovviamente Shnaider nella squadra avversaria.

La palla era degli avversari.

Shnaider partì in avanti superando quelli che aveva davanti.

Poi si trovò di fronte Joyce.

Lei lo aspettava e quando furono faccia a faccia Shnaider si fermò.

Shnaider:- Vediamo se sei migliorata!-

Lottarono per alcuni secondi, poi Joyce riuscì a rubargli palla.

Scattò in avanti, ma presto Shnaider la raggiunse e le rubò di nuovo palla.

Partì in contropiede, e questa volta Joyce non riuscì a fermarlo.

Andò dritto verso la porta difesa da Benji e fece goal.

Benji gettò il cappello a terra, infuriato, mentre Shnaider sghignazzava divertito.

Joyce:- Tranquillo avremo noi la meglio. Mi sono solo divertita un po’!- disse Joyce rivolta a Benji.

Joyce:- Ok, come riscaldamento basta, ora bisogna fare sul serio.- questa volta rivolta a Shnaider.

Joyce scattò in avanti con la palla al piede, e superò senza difficoltà alcuni giocatori, poi si trovò di fronte il suo nemico.

Lottarono un po’, poi Joyce mise in atto il suo colpo, che dopo quella volta in Spagna decise sarebbe diventato il suo dribbling personale.

Alzò la palla con il tacco la fece passare sulla testa di Shnaider e passò oltre.

Shnaider si voltò di scatto e cercò di raggiungerla, ma lei era troppo veloce.

Si trovava sola davanti alla rete.

Si preparò a tirare e, con il suo tiro ad effetto, fece uno strabiliante goal.

Per Benji quel goal, che conosceva molto bene, non era una novità, e fu il primo ad esultare, seguito poi dal resto della squadra, e da un sorriso smagliante da parte del mister.

Joyce fece un altro goal, in rovesciata, e questo segnò la sua vittoria contro Shnaider.

Joyce:- Mi dispiace Carl, ma sono più forte di te a quanto pare.-

Shnaider:- Non cantare vittoria! Ci vedremo ancora! -

Joyce:- D’accordo, non vedo l’ora!-

Shnaider se ne andò infuriato e lasciò Joyce e Benji sorridenti sul limite del campo.

Benji:- Sei stata grande!-

Joyce:- Ti ringrazio!-

Flynn:- Price ha perfettamente ragione! Sono tutte vere le voci che girano su di te!-

Joyce:- La ringrazio, Mister.-

Calz:- Dove hai imparato quel dribbling con il tacco?!-

Joyce:- Veramente l’ho usato per la prima volta solo pochi giorni fa, in Spagna, in una partitella contro la squadra di Holly.-

Calz:- Bè, era strabiliante!-

Joyce sorrise.

La mattina seguente sarebbe tornata in Inghilterra, quindi lei e Benji decisero di passare la giornata insieme.

Lui le mostrò tutte le meraviglie della città.

Fu un pomeriggio straordinario, che Joyce non avrebbe mai dimenticato.

Andarono a cena insieme poi Benji l’accompagnò all’hotel.

Joyce:- Vuoi salire?!- chiese Joyce quando furono davanti all’albergo.

Benji:- Se non disturbo…-

Salirono in camera e continuarono a parlare per alcuni minuti.

Poi, ciò che Joyce credeva di poter evitare, successe.

Benji tacque all’improvviso e si chinò verso di lei, baciandola.

Lei ricambiò il bacio con passione.

Si sdraiarono, lui sopra e lei sotto.

Si spogliarono a vicenda e andarono avanti senza fermarsi.

Joyce non fece nulla per fermarlo: era quello che voleva anche lei.

Dopo aver fatto l’amore si addormentarono.

La mattina dopo quando si alzarono andarono al campo per permettere a Joyce di salutare Calz, poi l’accompagnò all’aeroporto.

Benji:- Allora dobbiamo salutarci!-

Joyce:- Già, credo proprio di sì!-

Si guardarono negli occhi, poi si baciarono.

Joyce si diresse verso l’aereo, mentre salutava Benji con la mano.

Aveva fatto la cosa giusta la sera precedente?!

Perché no, in fondo lei non stava con Jerry.

Mentre l’aereo decollava guardò verso il basso e intravide Benji che la salutava.

Le vennero le lacrime agli occhi mentre partiva e si dirigeva verso il cielo aperto.

Arrivò all’aeroporto di liverpool alla 4.30.

Quando scese dall’aereo si stava dirigendo verso l’uscita, quando vide Jerry che le veniva incontro.

Quando si incrociarono lui l’abbraccio.

Joyce rimase un po’ perplessa.

Jerry:- Ben tornata! Allora, come è andato il viaggio?- le chiese prendendole le valige.

Joyce:- Bene! Ma tu cosa ci fai qua? Non ti aspettavo!-

Jerry:- Lo so, ma ho pensato che non volessi incontrare di nuovo quel tassista!-

Joyce:- Su questo hai perfettamente ragione! Dopo il viaggio in Spagna e in Germania, poi… sono stanchissima!-

Durante il tragitto gli raccontò ciò che le era successo, dalla partita contro Rivaul alla sfida con Shnaider.

Joyce:- A proposito, ti saluta Alberto!-

Jerry:- Ah, quel mattacchione!-

Tornarono alla sede del Liverpool, dove fu accolta con calore dal resto della squadra.

La settimana seguente il campionato ricominciò.

Joyce telefonò ad Holly, raccontandogli quello che era successo con Benji.

Lui le aveva chiesto se lo amava ancora, e lei aveva risposto che non lo sapeva e che da quando aveva rivisto Jerry si era accorta di provare qualcosa di più di amicizia per lui.

Dopo circa tre mesi che era tornata dal suo viaggio, Jerry la invitò ad uscire, e lei accettò volentieri.

La portò a mangiare in un ristorantino molto bello.

Parlarono di molte cose e scoprirono di avere molto più di quanto pensavano in comune.

A fine cena Jerry la portò in un parco lì vicino, dove c’era anche un laghetto.

Si fermarono ad osservare le luci che si specchiavano nell’acqua.

Jerry:- Ma questo Holly di cui parli sempre, è il tuo ragazzo?!-

Joyce:- Oh, no! È il mio migliore amico!-

Jerry:- Si tratta di Oliver Atton, vero?! Ho sentito parlare di lui!-

Joyce:- Già, gioca nel Catalogna. In Giappone ci considerano la coppia d’oro sul campo da calcio!-

Jerry:- Già, lo immagino!-

Rimasero un po’ in silenzio.

Jerry:- Se io adesso ti baciassi, cosa faresti?!-

Joyce lo guardò stupita.

Joyce:- Non lo so… probabilmente… niente.-

Jerry le mise un braccio intorno alla vita e, stringendola forte, la beciò appassionatamente.

Lei ricambiò il bacio stringendosi a lui.

Quando si staccarono si guardarono.

Jerry:- Non sai da quanto aspettavo questo momento!-

Joyce:- A chi lo dici!- rispose Joyce ridendo.

Rise anche lui poi si baciarono di nuovo.

Si misero insieme.

Joyce stava molto bene con Jerry.

Lo amava e lui amava lei.

Aveva telefonato ad Holly, e glielo aveva detto, prima che lo venisse a sapere dai giornali.

Perché per circa due settimane i giornali non fecero altro che parlare della loro storia.

“L’ATTACCANTE E LA CENTROCAMPISTA DEL LIVERPOOL HANNO UNA STORIA D’AMORE TUTTA CALCISTICA”

“ GIOCANO NELLA STESSA SQUADRA, E ORA VIVONO NELLA STESSA CASA!”

“ JERRY HERRISON E JOYCE PRITE SONO STATI SORPRESI FUORI DA UN ROMANTICO LOCALE”

E altre cose di questo genere.

Alcune tra le quali non erano neanche vere.

Spesso Joyce si chiedeva se anche Benji aveva letto i giornali.

Non aveva avuto il coraggio di telefonargli per dirglielo.

Lei e Jerry uscivano spesso insieme, e quando potevano andavano a fare qualche viaggio.

Il campionato inglese finì dopo circa cinque mesi che stavano insieme.

La settimana seguente, in Germania ci sarebbe stato il grande scontro tra la squadra di Benji e quella di Shnaider.

Joyce decise che non se la sarebbe persa per nessun motivo al mondo.

Chiese a Jerry cosa ne pensava, e lui commentò che era una buona idea.

Così decisero di andarci insieme.

Arrivarono il giorno prima della partita così da poter visitare la città.

Joyce mostrò tutta la città a Jerry, proprio come aveva fatto Benji con lei sette mesi prima.

Quando arrivarono nei pressi dall’albergo in cui era stata con Benji, decise di cambiare direzione.

Quella sera, quando arrivarono allo stadio, la partita era appena incominciata.

Calz era in possesso della palla.

Joyce urlò a squarcia gola tutta sera.

Quando Shnaider fece il primo goal a Benji non ci rimase male, perché ne aveva già parate parecchie.

La partita finì 2-1 per la squadra di Shnaider, ma era comunque fiera di Benji.

Scese nei corridoi, dove Benji si trovava con la sua squadra.

Joyce:- Benji!!

Benji:- Joyce! Sei venuta!-

Si abbracciarono.

Joyce:- Certo come sarei potuta mancare!-

Calz:- Ehi Joyce!-

Joyce:- Ciao Calz! Siete stati grandi!-

Benji:- Insomma…-

Joyce:- Ma dai! Ogni tanto bisogna lasciar vincere anche gli altri!-

Benji le sorrise.

Jerry:- Ehi, Joyce! Pensavo di averti persa!-

Jerry le andò alle spalle e le mise un braccio intorno alla vita.

Joyce:- Jerry!-

Benji lo guardava con una strana impressione.

Quando i loro sguardi si incrociarono lei distolse gli occhi.

Joyce:- Ah, Jerry, ti presento Benji, un vecchio amico! Benji, ti presento Jerry. Gioca con me nel Liverpool.-

Benji:- Si, ho sentito parlare di te!-

Si strinsero la mano.

Jerry:- Finalmente ti conosco! Joyce mi parla così tanto di te!-

Benji la guardò, serio.

Proprio in quel momento arrivò Shnaider, che per la prima volta nella sua vita, Joyce era contenta di vedere, perché quella situazione stava diventando imbarazzante.

Shnaider:- Allora sei tornata! Sei venuta a vedere la mia partita?!-

Joyce:- Veramente sono venuta a vedere quella di Benji, ma pensala come vuoi!- rispose Joyce con un’alzata di spalle.

Shnaider:- Ricorda che ti aspetto sul campo per la rivincita!-

Joyce:- Si, certo. Carl ti presento Jerry, il mio ragazzo. Jerry questo è Shnaider, un deficiente.-

Shnaider:- Dice sempre così, ma in verità stravede per me! Piacere di conoscerti.-

Jerry:- Il regista, giusto?! Ci siamo già incontrati sul campo in Germania-Olanda.-

Shnaider:- Già! Mi ricordo di te!-

Si strinsero la mano.

Shnaider:- Ok, ora è meglio che raggiunga i miei compagni. Ci vediamo Price. A presto Prite!-

Joyce:- A mai più!-

Shnaider si allontanò.

Benji:- Meglio che vada anche io! Ciao Joyce. Jerry.-

Jerry:- Benji.-

Joyce:- Ciao…-

L’aveva ferito. Lo sapeva!

Era stato freddo con lei e non l’aveva salutata come al solito.

Jerry:- Simpatici i tuoi amici! Senti, ti dispiace se ti lascio un momento sola?! Ho visto alcuni amici.-

Joyce:- No, non ti preoccupare. Andrò a cercare qualcosa da bere.-

Jerry:- Ok!

Le sorrise e le diede un bacio, poi si allontanò.

Joyce si diresse verso un corridoio, in cui aveva notato un distributore all’arrivo.

Quando stava per immettere i soldi nella macchinetta, fu interrotta da una voce.

Benji:- Perché non me l’hai detto?!-

Si voltò di scatto spaventata, tanto che le caddero i soldi di mano.

Si chinò per raccoglierli.

Joyce:- Benji, mi hai spaventato!-

Benji:- Perché non me l’hai detto?!-

Joyce rimase un po’ in silenzio, guardando a terra.

Joyce:- Io pensavo l’avessi letto sui giornali…-

Benji:- Però preferivo saperlo da te! Questo vuol dire che quello che è successo la sera in cui sei venuta qui in Germania, per te non ha significato nulla!-

Joyce:- Questo non è affatto vero! Per me ha significato moltissimo… però, viviamo lontani, Jerry mi è sempre stato vicino… e poi avevamo detto che ognuno doveva avere la sua vita.-

Rimasero in silenzio.

Benji:- Quando ti ho visto, alla fine della partita pensavo di essere contento, ma era meglio che non venissi!-

Joyce:- No! Non puoi dire così!-

Joyce aveva le lacrime agli occhi.

Benji le si avvicinò e le asciugò gli occhi.

Benji:- Ti prego, non piangere! Non volevo dire questo, è solo che… sapere che stai con un altro, mi ha fatto molto male…-

Joyce guardò a terra.

Benji le prese il mento e voltò il viso verso il suo.

Benji:- Posso almeno darti un ultimo bacio?!-

Joyce annuì piano.

Si baciarono e lui la strinse forte.

Quando si allontanarono lei aveva ancora le lacrime agli occhi.

Joyce:- Ora è meglio che vada. Jerry mi starà cercando!- dissi asciugandosi gli occhi

Benji annuì.

Joyce:- Ciao!- disse allontanandosi.

Benji la fermò per un braccio.

Benji:- Ricorda che io ti aspetterò!-

Joyce lo guardò, poi scappò via.

Lei e Jerry tornarono in Inghilterra.

Joyce non vide più Benji, se non in TV quando  veniva intervistato, e lo stesso valeva per Benji.

Erano quattro mesi che non si sentivano.

Joyce continuò la sua storia con Jerry ed era felice con lui.

Una mattina, mentre faceva colazione insieme a Jerry e leggeva in giornale, Joyce vide una cosa che le fece sputare il cappuccino che stava bevendo.

Jerry:- Ehi, tutto bene!-

Joyce:- Si, si. Tutto a posto non preoccuparti!-

Ma non era affatto vero.

Non poteva credere ai suoi occhi.

In prima pagina c’era la foto di Benji abbracciato ad una ragazza, un’attrice di nome Ashley Roosevelt.

“IL PORTIERE DELLA GROUNWALD SI è SISTEMATO” diceva il grande titolo.

Jerry:- Joyce, sei sicura che vada tutto bene?! Hai una faccia!-

Joyce:- Si, tranquillo!- disse cercando di sorridere.

Era rimasta senza parole.

Per parecchi giorni aspettò la sua chiamata.

Ma non sentì nulla.

Era infuriata: perché non la chiamava per dirglielo!

Poi si fermò.

In fondo anche lei aveva fatto lo stesso con lui!

Doveva solo prendersela con se stessa.

Ma quattro giorni dopo che aveva appreso la notizia, il telefono squillò.

Joyce:- Pronto?-

Benji:- Joyce, sono io Benji!-

Joyce rimase un momento in silenzio.

Joyce:- Benji! Che piacere sentirti!-

Benji:- Già… senti ti ho chiamato per dirti che… bè mi sono messo con una ragazza… un’attrice.-

Rimasero in silenzio.

Joyce:- Si, lo so. L’ho letto l’altra mattina sul giornale.-

Benji:- Bè, mi sembrava giusto dirtelo. Ora devo andare. Ciao!-

Joyce:- Ciao!-

Rimise giù la cornetta.

Si sentiva terribilmente in colpa. Lui le aveva telefonato per dirglielo, mentre lei non si era fatta sentire.

Che fosse proprio questo il suo intento?!

Joyce si buttò a capofitto nel calcio e nella sua storia con Jerry.

Per cinque mesi non pensò ad altro.

Era considerata una delle migliori giocatrici del mondo e con Jerry era felice.

Poi, dopo cinque mesi, lesse un nuovo articolo sul giornale.

“LA STORIA TRA PRICE E LA ROOSEVELT È FINITA”

Joyce non credeva di aver fatto un sorriso così smagliante, ma a quanto pare fu così.

Jerry:- Come mai quel sorriso?!-

Joyce:- No, niente di speciale!-

In verità non era così.

Era così felice che Benji si fosse lasciato con la sua ragazza che mise ancora più entusiasmo in ciò che faceva.

Telefonava anche più spesso a Benji.

Sei mesi dopo la notizia, Joyce ricevette la lettera di convocazione nella nazionale dal Giappone.

Sarebbe partita tre settimane dopo.

Ebbe così tempo di riflettere.

Joyce aveva sentito spesso Benji, e si era accorta che i suoi sentimenti per lui non erano tramontati del tutto.

Voleva bene a Jerry, ma il suo contratto con il Liverpool era terminato e dopo i mondiali che avrebbe giocato insieme alla sua nazionale, avrebbe lasciato il calcio.

Ci pensò molto a lungo, ne parlò anche con Holly, e decise di rompere con Jerry.

Era l’inizio dell’ultima settimana che avrebbe passato con il Liverpool.

Joyce incontrò Jerry fuori dallo spogliatoio insieme agli altri componenti della squadra.

Joyce:- Jerry, dovrei parlarti…-

Jerry la guardò sorpreso, poi la seguì lontano da orecchi indiscreti.

Jerry:- Dimmi!-

Joyce cercò le parole adatte.

Joyce:- Jerry… io non voglio più ingannarti. Io… ho capito di provare ancora qualcosa per Benji. Credimi ci ho pensato molto e… non pensare che ti abbia ingannato per più di due anni! Questi sentimenti sono ricomparsi solo poche settimane fa… io ti voglio bene, veramente, ma fra una settimana torno in Giappone, e noi due non ci vedremo più. E io rivedrò Benji…-

Jerry rimase un po’ in silenzio.

Jerry:- Capisco…-

Joyce:- Mi dispiace…-

Jerry fece un lungo sorriso a Joyce.

Jerry:- Bè, sono stato felice con te! Fortunato Benji! Fagli le mie congratulazioni per aver conquistato il tuo cuore!-

Joyce aveva la lacrime agli occhi.

Voleva bene a Jerry e non voleva perderlo come amico.

Lo abbracciò.

Joyce:- Oh, Jerry!-

Rimasero lì alcuni secondi poi entrarono nello spogliatoio per prepararsi per l’allenamento.

Durante l’ultima settimana che Joyce trascorse lì , lei e Jerry non parlarono molto, anzi quasi mai.

Joyce era triste, aveva paura di aver perso la sua amicizia.

Arrivò il giorno della partenza.

Quella mattina non avrebbe mai voluto uscire dalla sua stanza.

Aveva passato due anni con quella squadra, e si sentiva come a casa.

Tutti i suoi compagni l’accompagnarono all’aeroporto.

Salutò tutti con molta tristezza.

Per ultimo lasciò Jerry.

Gli si avvicinò.

Joyce:- Jerry…-

Lui la guardò negli occhi.

Joyce:- Ti prego, perdonami, non volevo ferirti!-

Jerry le sorrise.

Jerry:- Non pensarci più. Ma promettimi che ci verrai a trovare!-

Joyce:- Ci puoi giurare!- disse Joyce sorridendo.

Gli diede un lieve bacio sulle labbra: un bacio d’addio, anzi d’arrivederci.

Si allontano salutando con la mano, mentre i suoi compagni la acclamavano a gran voce.

Guardò Jerry sorridendo.

Lui ricambiò il sorriso, e questo la fece capire che l’aveva perdonata.

Salì sull’aereo triste, ma allo stesso tempo felice per aver fatto pace con Jerry.

Avrebbe per sempre ricoperto una parte importante nel suo cuore.

Il viaggio durò 4 ore.

QuandO arrivò a destinazione si sentì finalmente a casa.

E nonostante conoscesse bene l’aeroporto della sua città, si sentì per un momento spaesata.

Fu in quel momento che intravide tra la folla il viso di Benji.

Urlò il suo nome e lui si voltò nella sua direzione.

Joyce lasciò la valige e gli corse incontro.

Anche Benji lasciò cadere a terra le borse e aprì le braccia per accoglierla.

Si diedero un lungo bacio.

Erano entrambi felicissimi di vedersi.

Benji:- Oh, Joyce! Ma… e Jerry?!-

Joyce gli fece un largo sorriso.

Joyce:- Ci siamo lasciati. Io avevo capito che… che sono ancora innamorata di te!-

Anche Benji fece un largo sorrido e la baciò di nuovo.

Si diressero insieme verso l’uscita.

Quando si trovarono davanti alle porte scorrevoli, Joyce vide venire verso di loro Holly, in compagnia di Mark.

Joyce:- Holly! Mark!-

Anche Benji si voltò.

Joyce corse raggiante verso i suoi compagni.

Li abbracciò entrambi, poi riservò un abbraccio speciale per Holly, mEntre Mark si dirigeva a salutare Benji.

Joyce:- Che bello rivederti! Mi sei mancato così tanto!-

Holly:- Anche tu mi sei mancata tantissimo! Ti voglio bene!-

Joyce:- Anch’io!-

Andarono verso Benji e Mark che avevano lasciato ad attenderli davanti all’uscita.

Holly:- Ciao Benji!-

Benji:- Ehi Holly!-

Joyce e Benji si abbracciarono.

Holly incontrò lo sguardo di Joyce.

Lui sembrava sorpreso.

Joyce sorrise, e con quel sorriso spiegò tutto ad Holly che ricambiò.

Giocarono insieme i mondiali: la coppia d’oro si riunì, Tom tornò dalla Francia per giocare insieme a loro.

Alla fina dei mondiali, Joyce decise di lasciare il calcio, ma non smise mai di amarlo.

 

 

Epilogo

Benji e Joyce continuarono la loro storia.

Lei lo seguì in Germania dove lui tornò a giocare con la Grounwald.

Dopo due anni dal loro ritorno in Germania, Joyce e Benji si sposarono.

Fu una grande cerimonia dove invitarono tutti, i compagni del Liverpool e quelli della Grounwald e ovviamente quelli della nazionale giapponese.

Jerry ed Ashley non parteciparono alla cerimonia, ma mandarono biglietti di auguri.

Vissero in Germania per lungo tempo poi tornarono in Giappone dopo ebbero due figli un maschio ed una femmina: Kim e Lucy.

 

 

                                                           CICCI # 12

 

  
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