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Autore: Hermione Weasley    15/06/2005    34 recensioni
-Guido io se vuoi- ripetè lei scandendo ben bene le parole, come se stesse parlando con un sordo. -Sei capace?- chiese lui dubbioso. -No, te lo sto proponendo, solo perchè così moriremo prima e non saremo costretti a subire le pene dell'inferno ancora per molto.- commentò.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa Shot all'Eli, che mi sopporta (spero) sempre con i miei deliri su Ron e Hermione e cosa non meno importante, mi ha fatto conoscere Ewan. =*



Paint The Silence




How can you say your life is empty

So late in the day

Why would you stay another second

Now your sight got in the way

A combination

Of love and aggression

Another second lived


Don't paint the silence black now save me

Don't leave it a day

You got a right to stand or die so maybe

You take chances all the same

Pain comes in stages

If we dont make it

Nothing changes

(South- Paint the silence)




-Quanto manca?- Chiese Ron sbuffando.

-Poco, Ron, poco- Rispose Hermione altrettanto irritata.

Era da più di due ore che erano seduti in quella maledetta macchina e ancora non si era vista la casetta in cui dovevano arrivare, nella quale Harry li stava aspettando.

-E' quello che vai dicendo da più di un'ora-

Le fece notare secco lui, sterzando bruscamente verso sinistra.

Hermione alzò gli occhi al cielo, due ore di viaggio corrispondevano a due ore di lamentele da parte del rosso. E questo proprio non le andava a genio.

-Ho seguito le indicazioni che ci ha dato Harry- Sbraitò lei al limite della sopportazione. -E se solo stessi zitto per un attimo il viaggio sarebbe meno noioso. Grazie- Aggiunse poi.

-Se avessimo usato la metropolvere, come io avevo suggerito, a quest'ora saremmo già arrivati- Commentò acido lui.

-Non dobbiamo dare nell'occhio. Quante volte devo ripeterlo perchè ti entri in quella testolina che, ahimè, non da segno di contenere qualcosa che non sia segatura!?-

Ron le lanciò uno sguardo incredulo, distogliendo gli occhi dalla strada deserta.

-Cosa!?- chiese furibondo.

-Intendo quello che ho detto, Ronald. E adesso guarda dove vai o ci schianteremo contro il prossimo albero.-

Ron sbuffò sonoramente prima di tornare a concentrarsi sulla guida.

Erano a bordo di un'auto babbana, decisamente non una di quelle che si chiamano fuoristrada, anzi. Ma Ron aveva ricevuto quella dal Ministero, e quella si doveva tenere. E poi in fondo gli era sempre andata a genio, escluse le poche volte in cui si era ingolfata nel bel mezzo di una strada deserta.

Attualmente pregava tutti i santi conosciuti affinchè non succedesse proprio in quel momento, il che avrebbe significato rimanere bloccati su una strada di montagna e sorbirsi le prediche di Hermione. Sinceramente non sapeva quale delle due sarebbe stata peggio, anche se la seconda aveva buone probabilità di vincere.

Era un inverno freddo, le nevicate venivano interrotte solo da qualche precipitazione piovosa che rendeva la visuale, se possibile, ancor più problematica.

-Abbiamo sbagliato strada, non c'è verso- disse Hermione sbirciando fuori dal finestrino.

-Ho guardato sulla cartina, siamo sulla strada giusta- sentenziò lui.

-Dov'è?-

-Cosa?-

-La cartina- rispose stizzita lei.

-Nello sportello lì- disse lui indicando uno sportellino proprio davanti al sedile di sinistra di Hermione.

La ragazza si sporse in avanti, riuscendo ad aprirlo.

Vi trovò solo alcune carte, l'assicurazione, involucri di merendine mangiate chissà quando, chissà dove chissà con chi, e una cartina.

Tirò fuori la carta stradale appallottolata. Con uno sguardo schifato e contrariato guardò, prima il pezzo di carta stropicciato e poi il proprietario, in rapida sequenza.

-Che c'è?- chiese lui voltandosi verso di lei.

Quella si limitò a scuotere la testa per poi occuparsi della carta.

-Vedi- disse lui indicando una strada segnata in rosso. -Secondo la carta quella ci porterà dritti dritti da Harry-

Hermione rispose borbottando qualcosa. Si morse le labbra. Non era normale che fossero ancora in viaggio. Sarebbero dovuti essere già arrivati.

Spiegò meglio la carta. Sgranò gli occhi, sconvolta, mentre la situazione si faceva più chiara che mai.

-Ron- iniziò cercando di rimanere calma -Questa è la carta stradale della zona Liverpool!- gridò perdendo ogni buona intenzione di stare calma.

Il ragazzo si voltò verso di lei incredulo.

-Cosa? Non essere ridicola- rispose impacciato, mentre si malediva internamente per la sua stupidità.

-Non sono ridicola, Ronald, questa è la carta di Liverpool!- tuonò lei appallottolando la cartina e gettandola sul sedile di dietro furibonda. -Guarda in che guaio ci hai cacciato!-

-Io?-

-No secondo te chi?-

-Se solo tu stessi un po' zitta, mi concentrerei di più sulla guida e saremmo già arrivati!-

-Che cosa!? Ma se hai sbagliato cartina!-

-E' un errore relativo, Hermione-

-Relativo un corno-

-La smetti di dirmi cosa devo fare?-

-E tu la smetti di non fare mai così ti dico di fare?-

Calò il silenzio, interrotto solamente dallo sfregare delle ruote sull'asfalto umido e dai borbottii del motore.

-Fammi scendere- sentenziò Hermione dopo un po'.

-Non essere idiota-

-Ho detto: fammi scendere- ripetè gelida.

-Non te la sarai mica presa?- chiese lui confuso.

-Ronald Weasley ferma questo trabiccolo e fammi scendere!-

-Bene!- fece in risposta lui fermando la vettura e aspettando che la ragazza uscisse.

Hermione non attese un minuto di più. Spalancò la portiera e la richiuse con un tonfo secco iniziando a camminare nella direzione opposta a quella dalla quale erano arrivati.

Stupido si ritrovò a pensare mentre si stringeva di più nel cappotto.

Incrociò le braccia al petto cercando di farsi calore.

Nel frattempo Ron, era rimasto fermo dentro la macchina.

Sbuffò cominciando a sbattere ripetutamente la testa sul volante, l'inavvertito suonare del clacson lo destò dal suo proposito.

Trasalì.

Che deficente si disse mentalmente.

Osservò la figurina di Hermione proseguire da sola, nello specchietto retrovisore.

Scosse la testa, stufo.

Fece bruscamente marcia indietro, affiancando la ragazza.

-Morirai di freddo- disse dopo aver tirato giù il finestrino.

-Bene- rispose lei.

-Sali in macchina-

-No-

-Hermione non essere sciocca, sali in macchina-

Quella rimase in silenzio. Era nella sua indole fare sempre quello che era giusto fare.

La ragione le stava dicendo che, effettivamente, se fosse rimasta a piedi sarebbe morta congelata nel giro di una mezza giornata, tanto erano sperduti.

Ma dall'altro lato, l'orgoglio le diceva di resistere.

Ma stiamo parlando di Hermione Granger, e non si deve faticare molto a capire quale delle due parti avrebbe avuto il sopravvento.

Richiuse la portiera, stizzita, dopo essere tornata ad occupare il sedile sinistro della vettura.

Rimase in silenzio, mentre Ron si diede mentalmente dell'autolesionista per averla fatta salire di nuovo.

Percorsero la strada al contrario mentre il cielo si faceva più buio e minaccioso che mai.

L'abitacolo era diventato una camera frigorifera, i vetri erano appannati e i tergicristallo non bastavano a rendere la visuale abbastanza ottimale da rendere la guida sicura.

Ron allungò un mano verso il cruscotto, premette un pulsante che avrebbe, in teoria, dovuto attivare un getto d'aria calda proprio nella parte sinistra della vettura.

Tentò di metterlo in funzione, inutilmente, un paio di volte.

-Dannazione!- imprecò assestando un pugno dritto sul dispositivo.

-Adesso non funziona di certo- commentò lei destandosi dal suo ostinato silenzio.

Il ragazzo si costrinse a rimanere zitto, se avesse aperto bocca l'avrebbe sicuramente fatta arrabbiare, e sarebbe stata una cosa molto, molto stupida.

Decise quindi di far finta di niente.

Passarono un buon quarto d'ora, ognuno immerso nei propri pensieri.

-Non ce la faccio più- sbuffò ad un certo punto Ron.

-Guido io se vuoi- propose Hermione seria.

-Cosa?-

-Guido io se vuoi- ripetè lei scandendo ben bene le parole, come se stesse parlando con un sordo.

-Sei capace?- chiese lui dubbioso.

-No, te lo sto proponendo, solo perchè così moriremo prima e non saremo costretti a subire le pene dell'inferno ancora per molto.- commentò -Ho la patente- aggiunse osservando gli alberi imbiancati.

-Ah. Io non ce l'ho- rispose ingenuamente lui.

Hermione sgranò gli occhi voltandosi, molto lentamente, nella sua direzione.

Spalancò la bocca, in una smorfia orripilata e spaventata allo stesso tempo.

-Tu cosa!?- chiese con un filo di voce.

-Non ho la patente- rispose lui concentrandosi sulla strada, non rendendosi minimamente conto della gravità della faccenda, o almeno la gravità che Hermione dava alla faccenda.

-Ferma la macchina- ordinò lei.

-Ancora? Ti ho detto che non ti lascio andare da sola!-

-Ferma la macchina, guido io- Spinse la schiena contro lo schienale come per paura che da un momento all'altro si sarebbe schiantati contro un'altra macchina, o un albero o qualsiasi altra cosa che si fosse frapposta tra la loro scassata vettura e la strada.

Il ragazzo sbuffò, decisamente confuso. Hermione scese all'istante, circumnavigò l'auto, spalancò lo sportello di Ron e gli intimò, molto poco gentilmente di scendere.

Quello si vide costretto a farlo, l'occhiata che la ragazza gli aveva lanciato non prometteva niente di buono.

Così, fatto il cambio di autista, il viaggio riprese, in modo relativamente tranquillo.

Ron si guardava intorno, senza sapere cosa fare.

Osservava Hermione concentrata al massimo, e canticchiava una canzoncina stupida che aveva sentito la mattina.

Decidendosi che il silenzio che li circondava era inammissibile, con un movimento deciso accese la radio.

Hermione sterzò bruscamente, non appena una musica assordante, ad un volume spropositato invase l'abitacolo.

Spinse il piede sul freno, bloccando l'automobile. Si voltò con un'espressione molto poco rassicurante sul viso, verso il ragazzo che nel frattempo, resosi conto del casino che aveva combinato stava tentando invano di spengere l'autoradio.

-SPENGI QUEL COSO!- gridò Hermione tentando di coprire la musica con la voce, con scarsi risultati.

-NON FUNZIONA L'INTERRUTTORE- rispose lui armeggiando goffamente con i vari pulsanti.

-FALLO SMETTERE, DANNAZIONE!-

-CI STO PROVANDO SE NON TE NE STESSI RENDENDO CONTO-

Hermione rimase in silenzio.

Non aveva intenzione di perdere la voce a forza di urlare qualcosa, che sicuramente non interessava minimamente alla persona alla quale era diretta.

La musica le rimbombava negli orecchi, la manopola del volume si era inceppata.

Maledì la vettura con tutta se stessa appoggiando la fronte al finestrino congelato.

-ASPETTA- disse ad un certo punto Ron. -PASSAMI IL CACCIAVITE CHE C'è Lì DENTRO!-

Urlò indicando un vano porta oggetti accanto al sedile del conducente.

-EH!?- imprecò lei, senza aver capito.

-IL CACCIA..- si interruppe scuotendo la testa.

Si sporse verso la ragazza, stendendosi praticamente sulle sue ginocchia, e cominciò ad armeggiare tra le varie cianfrusaglie che lui stesso aveva accumulato.

Hermione, sorpresa da tale manovra, si era ritrovata fin troppo vicina al ragazzo.

Ringraziò mentalmente ogni divinità conosciuta mentre Ron si ritraeva tornando al suo posto, con il cacciavite in mano.

Lei deglutì appena, costringendosi a guardare la strada.

Nel frattempo lui, aveva fatto saltare i vari interruttori, reciso un paio di fili e fatto tacere il maledetto marchingegno.

La musica cessò di botto, con grande sollievo dei timpani di entrambi.

Hermione avrebbe sicuramente detto che il riscaldamento aveva preso a funzionare, se solo non si fosse accorta in tempo che erano le sue guance ad essersi inaspettatamente imporporate e la sua temperatura aumentata all'improvviso.

Rimasero in silenzio per un po'.

-Puoi ripartire- gli fece notare lui.

Lei annuì senza aggiungere altro, tornando a girare la chiave nella serratura e rimettendo in moto l'automobile.


*


Era passata un'ora circa da quando erano ripartiti.

Stavano procedendo nel silenzio più totale.

Più volte Hermione sentiva gli occhi di Ron puntati addosso, ma non faceva a tempo a voltarsi nella sua direzione, che lui tornava a fissare la strada scorrere sotto di loro.

L'atmosfera era decisamente tesa.

-Che ore sono?- chiese ad un certo punto Hermione per rompere quell'imbarazzante silenzio.

-Le sette- rispose lui dopo una fugace occhiata al suo orologio.

-E' buio- constatò lei.

In effetti il cielo si era oscurato, un po' per le nubi un po' per il sole che stava calando.

Tra non molto si sarebbero visti costretti a proseguire alla luce dei fanali, il che non era affatto una cosa sicura, non in un posto di montagna come quello.

-Dovremmo fermarci- sentenziò ancora Hermione.

-E dove?- chiese lui.

-Non lo so, fatto sta che non ci conviene guidare per tutta la notte-

Come al solito Ron non trovò niente da ribattere, per quanto gli desse sui nervi, Hermione aveva sempre ragione, e sebbene la sua voglia di controbattere si faceva sentire, decise che era meglio non fiatare.

-Okey. Ma ormai aspettiamo un'altra mezz'ora, la stazione di servizio non deve essere lontana-

La ragazza annuì.

Proseguirono per altri 10 minuti buoni, quando la macchina cominciò a perdere velocità fino a che non si fermò del tutto.

-Bè- fece Ron -perchè ti sei fermata?-

-Non mi sono fermata, si è fermata-

-Scherzi?-

-Secondo te sono in vena di scherzi?- gli chiese lei ironica voltandosi verso di lui.

Quello si limitò ad una scrollata di spalle.

-Oh mio Dio- imprecò il ragazzo uscendo in fretta e furia dall'abitacolo.

Hermione che lo aveva seguito con lo sguardo non tardò a rendersi conto di cosa aveva attirato l'attenzione del compagno.

Una sottile colonna di fumo grigiastro usciva dalla fessura del cofano.

Oh no si ritrovò a pensare al massimo dello sconforto.

Lo seguì fuori.

Si strinse di più nel cappotto, mentre un'ondata d'aria gelida l'assaliva.

-Che è successo?- gli chiese incerta.

-Vediamo- disse lui, prima di alzare il cofano metallico con un gesto secco.

Si allontanarano entrambi, investiti da una nuvola di fumo.

-Oh accidenti!- imprecò Ron avvicinandosi all'auto non appena la cortina grigia cominciava a diradarsi.

Hermione rimase ad osservarlo in disparte.

-Non ci capisco niente- sentenziò il ragazzo dopo un po'.

Lei alzò gli occhi al cielo.

-Prendo la bacchetta vediamo che si può fare.-

Tornò dunque in macchina con il proposito di trovarne almeno una.

-Dov'è che le hai messe?- chiese dopo inutili ricerche.

-Nello sportello a sinistra-

La ragazza riconobbe lo stesso sportello nel quale aveva trovato la carta stradale.

Sperò di essere più fortunata di prima, ma benchè ci mettesse ogni briciolo di forza che aveva, lo sportello non si apriva.

-Ron- iniziò con voce lamentosa -Si è bloccato-

-Che intendi con "Si è bloccato"?- chiese lui ancora alle prese con il motore.

-Esattamente quello che significa- rispose lei irritata. -Lo sportello non si apre-

Ron fece una smorfia affacciandosi all'interno dell'auto dal finestrino.

-Merda- imprecò constatando che aveva ragione.

-Puoi fare a meno di parlare come uno scaricatore di porto?-

-Ti pare il momento di fare commenti sul mio linguaggio?-

-Se solo fossi più educato, Ronald...-

-Se solo fossi più educato saremmo nella stessa identica situazione-

Hermione rimase in silenzio, in effetti per quanto scostumato e poco gradevole fosse il suo commento, non sarebbe cambiato proprio niente.

Incrociò le braccia al petto, sbuffando.

Lui alzò gli occhi verso la ragazza.

-Non vorrai dire che è colpa mia?-

No di mia zia si ritrovò a pensare ironicamente lei.

Decisa tuttavia, che era meglio rimanere in silenzio.

Per quanto Ron odiasse le ramanzine di Hermione, i suoi silenzi lo facevano ancora più imbestialire.

Tirò fuori il busto dall'abitacolo, non perdendosi una bella testata al tettuccio, e maledicendo ogni singolo essere vivente nel raggio di venti chilometri, prese posto sul sedile posteriore.

Hermione si voltò verso di lui, tornando a guardare avanti subito dopo, scuotendo la testa.

-Ho fame- sentenziò dopo alcuni minuti Ron.

-Amen-

-Amen?-

-Amen, Ronald. Non ho niente da mangiare, le bacchette sono chiuse là dentro, il motore è partito!-

Esclamò irritata lei, mettendo in evidenza la drammaticità della situazione.

-Bè guarda il lato positivo, Herm, ci poteva andare peggio-

Nello stesso istante in cui aveva pronunciato quelle parole, un tuono rimbombò nel cielo cupo, seguito da una pioggia che fitta fitta cominciò a cadere.

Era troppo.

Hermione si alzò, uscì dalla macchina e rientrò sul sedile di dietro, di fianco a lui.

-Come non detto- commentò lui osservando l'acqua scivolare sui finestrini.

Si ritrovarono rannicchiati uno a destra e uno a sinistra e ci sarebbero rimasti per un bel po' di tempo nel silenzio più totale.


*


Un fulmine squarciò il cielo, subito seguito dal rombo di un tuono.

Hermione spalancò di scatto gli occhi.

Tutto intorno era buio, la pioggia continuava a cadere imperterrita.

Rabbrividì cercando calore contro il sedile.

-Sei sveglia?-

La voce di Ron le arrivò dall'altro lato del sedile.

-Si- asserì sbuffando. -Fa freddo-

Tentò di distinguere il profilo del ragazzo, ma l'oscurità glielo impediva.

Dopo un attimo di silenzio, sentì il sedile piegarsi sotto il peso di lui, che si era fatto più vicino.

-Ehi. Scusa. Ho fatto un gran bel casino- disse sorridendo appena.

Hermione scosse la testa, prima di appoggiare la tempia al finestrino ghiacciato.

-Non fa niente. Capita- rispose stupita dalle parole del ragazzo.

-Non sarebbe capitato se non avessi sbagliato carta stradale-

A questo non trovò niente da ridire, in effetti con la giusta carta stradale sarebbero già arrivati, e non costretti a dormire in una specie di trabiccolo ambulante.

Hermione chiuse gli occhi, rabbrividì ancora.

Ron la osservava con un misto di tenerezza e ammirazione.

Senza pensarci troppo le passò un braccio attorno alle spalle per trasmetterle un po' del suo calore corporeo, ma anche perchè in fondo sentiva il bisogno di stringerla tra le sue braccia.

Hermione sgranò leggermente gli occhi, arrossendo.

Poggiò il capo contro il suo petto, tornando a chiudere gli occhi.

Rilasciò un sospiro.

Anche Ron aveva deciso che la soluzione migliore era dormire fino alla mattina seguente, anche se continuava a sperare con tutto il suo cuore che quello sportello si sarebbe aperto miracolosamente, liberando le loro bacchette, con le quali avrebbero risolto ogni problema nel giro di 5 minuti al massimo.

-Herm?- chiese dopo un po'.

-Si?- gli fece eco lei con voce strascicata.

-Se non ci fossi stata tu sarei già nel panico-

Vagamente stupita alzò il capo verso di lui, per poterlo guardare negli occhi.

-Ah si?- gli chiese sorridendo. -Hai paura del temporale?-

-No!- rispose indignato lui.

-Scherzavo-

-Lo voglio sperare. Sarebbe un insulto alla mia persona.-

Hermione non commentò, sostituì ogni parola con un bacio sulla guancia.

-Buonanotte Ron- mormorò.

-Buonanotte Herm- rispose semplicemente, stringendola di più.

Respirò il profumo dei suoi capelli, prendendo ad accarezzarli distrattamente.

In tutte le incertezze di quella giornata, Hermione una l'aveva : in quelle circostanze non avrebbe preso sonno nemmeno con il più potente dei sonniferi.

Deglutì appena tornando a guardarlo negli occhi.

-Non ho sonno- sentenziò dopo un attimo di pausa.

Ron non trovò niente di adatto da risponderle.

-Vuoi che ti canti una ninna nanna?-

Niente di sensato adatto da risponderle.

Lei rise. -No, grazie-

-Cosa? Metti in dubbio le mie doti canore?-

-Mi crogiolerò nell'ignoranza per una volta-

-Signorina Granger mi stupisco di lei-

Scoppiarono a ridere entrambi.

-Si ride per non piangere- commentò Ron.

-Eh già-

Il buio li circondava.

-Bè dormiamo- disse il ragazzo dopo un attimo.

-Okey-

Sentendosi in dovere di ricambiare il precedente augurio di buonanotte dell'amica, Ron non potè esimersi dal posarle un bacio sulla guancia.

Il problema fu, che nell'ombra, non aveva ben preso le misure, finendo per baciarla dritta dritta sulle labbra.

L'imbarazzo che ne seguì non fu poco.

-Ehm...- Ron cercava le parole adatte mentre il viso gli andava a fuoco.

Ma Hermione non si scompose più di tanto, non disse niente.

Quel che fece fu tornare a sfiorare le sue labbra con le proprie, avvicinare il suo volto al proprio, e prendere a baciarlo.

In tutta risposta, Ron, dopo un primo momento di sorpresa, le prese il viso tra le mani approfondendo il bacio.

Rimasero in quella posizione fino a quando il bisogno di aria si fece impellente.

Si scostarono l'una dall'altro.

Hermione ringraziò mentalmente il buio che impediva la visuale.

Poggiò il capo sulla spalla di Ron, chiuse gli occhi.

-Buonanotte-

-'Notte-


*


Un flebile fascio di luce illuminava l'interno dell'auto.

Ron aprì un occhio, subito dopo l'altro.

Era mattina. Il sole splendeva, fortunatamente, e le nubi della sera prima sembrava se ne fossero andate senza troppe cerimonie.

Hermione era ancora stretta nel suo abbraccio.

Sorrise con fare ebete.

Prima che la sua mente intorpidita potesse formulare qualsiasi altro pensiero, la sentì muoversi, mugugnando qualcosa.

-Ehi- le fece.

-Ciao- rispose lei sorridendo.

-Dormito bene?-

Hermione annuì in risposta.

Il rosso, sciolse l'abbraccio, sedendosi più compostamente sul sedile.

Rimasero in silenzio per i minuti necessari a svegliarsi completamente.

Lei osserva il cielo azzurro dal finestrino, e lui faceva altrettanto, riprendendo a canticchiare la canzoncina del giorno prima.

All'improvviso, Ron, decise che c'era una cosa che doveva fare senza poter aspettare oltre.

Le si avvicinò di nuovo, prendendo ad accarezzarle il volto.

Hermione sorrise con un misto di imbarazzo e stupore sul viso.

Ripresero a baciarsi.

Lui le passò un braccio attorno alla vita, lei gli cinse il collo con le braccia.

Avrebbero sicuramente continuato su quella linea per la mezz'ora successiva, se una sonora botta al finestrino non li avesse allontanati l'uno dall'altra, come ladri colti sul fatto.

Hermione lanciò un grido riconoscendo Harry che li stava osservando fuori dal finestrino.

Sgranò gli occhi, arrossendo senza ritegno.

Prese a fissare lo schienale del sedile davanti, come se lo trovasse la cosa più interessante che avesse mai visto.

-Harry!- esclamò Ron non meno in imbarazzo di lei.

Harry rideva, qualsiasi cosa potesse pensare Hermione, il suo migliore amico li aveva visti.

Il rosso era sceso dall'auto.

-Ma dove eravate finiti?- chiese Harry dopo un po'.

-Abbiamo avuto...problemi con l'auto- rispose Ron impacciato.

Nel frattempo anche Hermione era scesa dalla vettura.

-Bastava che faceste 200 metri e sareste arrivati. La casa di cui vi parlavo è là deitro- disse il moro indicando la curva in salita in cui si attorcigliava la strada.

-Scherzi?- chiese Hermione.

Harry scosse la testa.

La ragazza scambiò un'occhiata stupita con Ron.

Avevano passato la notte dentro quell'auto senza sapere che con meno di 2 minuti a piedi sarebbero arrivati a destinazione.

Scoppiarono tutti e tre a ridere.

-Non ci posso credere!- esclamò il rosso alzando le braccia al cielo.

-Venite- disse Harry cominciando a fare strada su per la salita sterrata.

Lasciarono che il compagno li precedesse.

Si scambiarono un'occhiata divertita continuando a camminare.

-Quanto manca, Harry?- chiese Ron.

-Poco, Ron, poco-

  
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