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Autore: DadaOttantotto    18/11/2009    5 recensioni
"Sono Michael Douglas Henry Kroeger, all'anagrafe. Solo Mike, per chi mi conosce. Ho 37 anni, sono canadese... ma a voi, di tutto questo, che ve ne importa? Non vorrei essere scortese, ma al momento ho altro a cui pensare. Mio fratello Chad è in sala operatoria da quattro ore."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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starting life again
Un'altra fic sui Nickelback, che, come le altre, verrà letta da pochi e recensita da nessuno. Pace. Io li adoro. Mi piace scrivere su di loro.
Ringrazio in anticipo chi legge anche senza commentare.
Un baci8
Dada88



Com'è triste vedersi passare la vita davanti. Sapere di essere all'ultimo istante della tua esistenza e ripercorrere il passato. Chiudere gli occhi nella speranza di riaprirli. Non sapere se le persone accanto a te ce l'hanno fatta, o non le rivedrai mai più.
Oh, scusate. Non mi sono presentato.
Sono Michael Douglas Henry Kroeger, all'anagrafe. Solo Mike, per chi mi conosce.
Ho 37 anni, sono canadese... ma a voi, di tutto questo, che ve ne importa?
Non vorrei essere scortese, ma al momento ho altro a cui pensare.
Mio fratello Chad è in sala operatoria da quattro ore.
Ryan poggia una mano sulla mia spalla. Come se questo potesse mettere a posto le cose.
Gli sorrido, o almeno ci provo. Chiudo gli occhi e con la mente ripercorro tutto quello che è accaduto...

- Forza, fratellino... posa quella birra e andiamo a casa. Dammi le chiavi della macchina...
Chad lo guarda sorpreso.
- Guido io, non sono mica ubriaco! - afferma, barcollando vistosamente.
- No, figurati. Per precauzione, però, ti porto a casa io. Che ne dici?
- Dico che te lo scordi, fratellino! La macchina è mia e la guido io!
Ryan e Dan osservano la scena da poco distante. Sorridono. La situazione non è nuova. Chad Kroeger un po' alticcio.  Non che sia un ubriacone, chiariamoci. Solo che la birra gli piace, e tanto. Ma di solito sa quando fermarsi. Stasera però sembra diverso.
Mike rivolge loro il solito gesto con la mano, che sta a significare "Andate pure, lo riaccompagno io".
E i due, salutando, se ne vanno...

- Sai, mi è preso un colpo quando ho visto la tua chiamata sul cellulare - fa Dan, risvegliandomi dai miei pensieri.
Daniel Adair. Bravo ragazzo, eccellente batterista. Il nostro ultimo acquisto nel gruppo. E direi anche molto azzeccato.
Non gli rispondo. E che dovrei dirgli?
"Se ti sei spaventato tu, pensa io che ti chiamavo da un ospedale per dirti che Chad era sotto i ferri"?
- Hai bisogno di qualcosa, Mike? - Questo è Ryan.
Ryan Peake. Un uomo con i piedi per terra. Il bello del gruppo, o almeno così ho sentito dire. E ho anche sentito dire che quest'appellativo non gli piace.
D'un tratto un fulmine mi attraversa il cervello.
- Marianne! - esclamo.
La fidanzata di mio fratello! Come posso essermi scordato di avvisarla?
- L'abbiamo già chiamata, tranquillo. Ha detto che verrà con il primo aereo disponibile. E abbiamo anche telefonato ad Angela...
Mia moglie. Avrei dovuto chiamarla io. Ma sono sicuro che capirà. Lei capisce sempre. La amo anche per questo.
Dan mi si avvicina, mi guarda serio.
- Prova a dormire almeno un po', Mikey... se c'è qualche novità ti chiamiamo, promesso...
Scuoto la testa energicamente. Non ho intenzione di chiudere occhio finchè non vedrò Chad uscire dalla sala operatoria e sentirò dire da un dottore che sta bene.
Ma la stanchezza inizia a farsi sentire, non posso negarlo.
- Non puoi fare niente adesso... riposati, non vorrai farti vedere da Chad in questo stato!
Mi avvicino ad una finestra e lancio un'occhiata al mio aspetto riflesso. Faccio davvero pena. Ho un occhio nero e un taglio sulla guancia. I vestiti sono mal ridotti e macchiati di sangue.
Aspettate... ho detto sangue? Cavolo, non mi ero nemmeno accorto di essere ferito. E' il braccio sinistro. Non sento dolore, solo un leggero fastidio. Non che adesso me ne importi qualcosa. Chad sta peggio di me.
Penso che forse accettare la proposta dei ragazzi non sia così male. Mi accomodo come meglio posso su una di queste dannatissime e scomodissime sedie di plastica.
Chiudo gli occhi e il sonno mi coglie subito.

- Sei un mulo, Chad. Anzi, no... sei peggio...
Mike osserva suo fratello prendere posto e stringere il volante. Infila la chiave con sicurezza.
- Vedi? Sto bene! Avanti, Mike! Non ti fidi più di me?
- Non mi fido di quello che hai bevuto. Mi lasci guidare?
Lo sguardo del più giovane dei fratelli Kroeger si fa serio e cupo.
- No.
L'auto inizia a muoversi. Mike si ritrova a pregare che tutto vada bene.
- Vai piano, Chad.
- Sì, sì! Non sono deficiente.
- Hai ragione. Non sei deficiente, sei solo ubriaco... No, aspetta. Sei deficiente perchè sei ubriaco. O forse sei ubriaco proprio perchè sei deficiente.
- E' sempre un piacere parlare con te, fratellino.
Il viaggio va bene. Nessuno li ha ancora fermati, fortunatamente.
Il tono di Chad blocca a metà il sospiro di sollievo del fratello.
- Mike, non sto bene.
- Questo lo avevo capito...
- No, intendo dire che sto per rimettere!
- Cristo, Chad! Accosta!
E' un secondo. Il piede scivola sull'acceleratore. Le gomme slittano su l'asfalto bagnato. La macchina inizia a girare su se stessa.
Il rumore dell'urto contro il guardrail rimbomba come un tuono nelle orecchie del bassista.

Mi tiro su di scatto. Sbarro gli occhi, la bocca spalancata alla ricerca di un po' d'aria. Mi guardo intorno spaventato.
Qualcuno mi prende per le spalle e mi scrolla.
- Mike! Mike, sono io! Rispondi!
Riconosco la voce di Ryan e mi tranquillizzo. Per un interminabile attimo non sapevo più dove mi trovassi.
- C'è qualche novità? - chiedo, la voce ancora un po' impastata.
Il mio amico scuote la testa sconsolato.
- E' tutta colpa mia... - mormoro. - Non avrei dovuto lasciarlo guidare. Sapevo in che stato era. Non dovevo lasciarlo guidare. E' solo colpa mia.
- Non dire così. Sappiamo tutti che quando Chad si mette in testa una cosa, non c'è nessuno al mondo che possa fargli cambiare idea.
- Io avrei dovuto farlo. Io dovevo guidare, non lui.
- Siete qui per Chad Kroeger?
Ci voltiamo contemporaneamente verso la fonte di quel suono. Un dottore mi sta guardando serio. Oddio, non mi dite che...
- Sono suo fratello.
-E' stata un'operazione difficile. Una costola aveva quasi completamente trapassato un polmone. La gamba destra era piuttosto mal ridotta...
- Ma sta bene? - la mia voce è poco più di un sussurro.
- E' stato fortunato. Gli servirà parecchio riposo e i medicinali che gli ho prescritto, ma tornerà come nuovo.
Mi accascio sulla sedia per il sollievo. Mio fratello sta bene, è vivo!!
Vorrei saltare addosso al medico per la contentezza. Dan e Ryan si abbracciano felici.
- Possiamo vederlo?
- Certo. Solo qualche minuto, però. Il paziente ha bisogno di assoluto riposo.
Non lo ascolto più. Sono già in camera di Chad, seguito dai miei amici.
L'osservo dormire immobile su quel letto. Mi ritrovo ad odiare ogni singolo tubicino che parte dal suo corpo, ogni filo che lo collega ad una macchina.
Prendo una sedia e mi avvicino a lui.
- Sei un cretino. Un dannato cretino. Uno stupido. Un deficiente.
Non so perchè, ma dirgli queste cose mi fa star meglio.
- Scemo. E lo ripeto: sei scemo. Solo uno scemo avrebbe fatto una cosa del genere.
- Oh, fantastico. Io sono quello che ha appena rischiato di morire, e mi sento anche insultare! - mormora con voce flebile.
- Sei sveglio! - grido.
- Così sembra... tu come stai?
- Grazie a Dio, bene. Come ti senti?
- Beh, sono stato meglio...
Prova ad alzarsi, ma lo blocchiamo subito.
- Il dottore ha raccomandato assoluto riposo - lo ammonisce Ryan. E il suo è un tono che non ammette repliche.
- Agli ordini! - esclama Chad sorridendo.
- Ti è andata bene questa volta... - gli dico, cercando di assumere un'aria autoritaria.
- Hai ragione, fratellino. E ho capito una cosa. Sono stato stupido. Ero troppo orgoglioso per ammettere che non ero in condizioni di fare una cosa semplice come guidare. Ho messo a repentaglio la tua vita. Non succederà più.
Lo guardiamo tutti e tre, esterrefatti. La morfina fa questi effetti a Chad Kroeger?
- Ho preso una decisione. Non berrò più così tanto. E' una promessa. E se per caso dovesse succedere, siete autorizzati a prendermi a pugni.
- Non mi tentare... - fa Dan, divertito.
Chad, però, è serio come non lo è mai stato in 35 anni che lo conosco.
- Non sto scherzando. Mi sono reso conto di cosa avrei potuto perdere questa notte. E non mi riferisco solo al fatto che sono stato ad un soffio dalla morte. Avrei potuto uccidere mio fratello. Non me lo sarei potuto perdonare. Da oggi ha inizio una nuova vita!
- Sono contento di sentirtelo dire, fratellino. E sono ancora più contento di vederti vivo. Ma adesso riposa se vuoi rimetterti.
Lo guardo felice mentre richiude gli occhi e cede alla tentazione delle dolci braccia di Morfeo.

Sono passate due settimane da allora. Chad sta meglio. Adesso cammina, anche se non riesce a fare tanta strada.
Non l'ho più visto toccare una goccia di alcol.
Mi guarda e alza il pollice. Gli rispondo con lo stesso gesto.
Vorrei dirgli tante cose. Due in particolare.
Gli voglio tanto bene e sono orgoglioso di lui per la scelta che ha fatto.
Ma penso che lui questo lo sappia già...
   
 
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