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Autore: Willow Whisper    19/11/2009    2 recensioni
[Seconda classificata al contest "Wolf's pack" indetto da Mia90]
Eclipse. Eclissi. La stessa che avvolge Jacob e Bella, durante la battaglia. La stessa che avvolge Edward e Bella, durante la battaglia. Ma se qualcun altro, oltre loro, si sentisse sospeso nel vuoto, con mille dubbi e sentimenti così contrastanti e incomprensibili, durante quell’attimo di pericolo? Leah Clearweater non si è soltanto ritrovata in mezzo ad un’eclissi. Lei è un’eclissi.
Non riuscii a capire perché, ma percepii perfettamente un secondo taglio, netto, andare ad affiancare il primo nel mio cuore. Non riuscii a capire, semplicemente, per quale assurdo motivo io avessi dovuto di nuovo discutere con Sam e correre via, lontano dal resto della battaglia contro i succhiasangue, per avvicinarmi così al piccolo spiazzo in cui era stata diligentemente tirata su una tenda per riparare dal freddo quella sciocca di Bella Swan, l’amante di uno dei nostri –per così dire- alleati, i Cullen.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Welcome to La Push'
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Eclipse story


Non riuscii a capire perché, ma percepii perfettamente un secondo taglio, netto, andare ad affiancare il primo nel mio cuore.
Non riuscii a capire, semplicemente, per quale assurdo motivo io avessi dovuto di nuovo discutere con Sam e correre via, lontano dal resto della battaglia contro i succhiasangue, per avvicinarmi così al piccolo spiazzo in cui era stata diligentemente tirata su una tenda per riparare dal freddo quella sciocca di Bella Swan, l’amante di uno dei nostri –per così dire- alleati, i Cullen.
Non riuscii a capire cosa aveva scaturito, esattamente, le fitte che sentivo perforarmi il petto come tanti spilli giganteschi.
Non capivo, eppure restavo immobile, nascosta dagli alberi, ascoltando ed osservando con le mie orecchie ed i miei occhi da lupo.
-Puoi fare meglio di così, Bella-. Non me l’ero solo immaginata, la voce tenebrosa uscire dalle labbra di Jake. Le stesse labbra che ora sfioravano il lobo sinistro di lei, mentre continuava a dire –Ci stai pensando troppo-.
Un altro colpo, un altro taglio, un altro spuntone dritto nel cuore, che batteva rapido come le ali di un colibrì.
Eppure, come ho già detto, non capivo. Per quale motivo la cosa mi faceva così male? Era invidia, forse? Ero solo invidiosa del fatto che Black stesse finalmente avendo una chance con la sua bella mentre io non ne avevo più alcuna con Sam?
Mi paralizzai, come se già non lo fossi, pensando il suo nome.
Era in ascolto?
Mi concentrai, ma capii che le menti di tutti gli altri del branco erano concentrate sulla battaglia, su quei parassiti neonati che non sapevano neanche parare un colpo dato lateralmente, ma che in compenso sapevano stritolarti le ossa se ti facevi cogliere impreparato sul lato frontale o alle spalle.
Percepii la mente di Jared:
Ah, sì! Con questo fanno sei vampiri fuori gioco per me, Paul.
Percepii la mente di Paul:
Non cantare vittoria tanto presto, Jared, io sto a quota tre…ora vedi come rimonto!
Percepii le menti di Embry e Quil, che sembravano quasi un eco più debole della stupida e tremendamente infantile sfida tra i compagni più anziani.
Quella di Sam era la mente con meno pensieri che ci fosse in circolazione. Ero abituata ad ascoltare solo le sue strategie, durante gli attacchi.
Mi paralizzai per un istante, quando mi accorsi della voce fin troppo familiare di quella pulce di mio fratello Seth, troppo –davvero troppo- vicina.
Alzai solo di poco il muso e lo notai, accucciato come un cagnolino fedele accanto all’entrata della tenda di quella stupida, osservando nella mia direzione, incrociando il mio sguardo.
La sua mente già si apprestava a collegarsi con la mia, ma fui più rapida, e lo intimai a starsene zitto. Non volevo che quei due si accorgessero di me.
Ascoltai solo di sfuggita le parole di Seth, qualcosa come “D’accordo, non m’impiccio”, poi si degnò di concedermi almeno un po’ di privacy, per quanto gli era possibile.
I miei occhi tornarono sulle figure avvinghiate di Jacob e Bella, le orecchie si tesero più del dovuto ad ascoltarli.
-Esatto…- ancora la sua voce -…Una volta tanto, concediti di sentire ciò che senti-.
Li fissai, tentando di notare un qualunque particolare che avesse portato Jake a dire una cosa simile e mi resi conto che, in confronto alla postura tesa e distaccata di prima, Bella si era iniziata a rilassare, lasciandosi stringere dal ragazzo.
La cosa non avrebbe dovuto darmi così tanto fastidio.
No, non avrebbe proprio dovuto.
Eppure stava accadendo.
Certe volte si pensa che il dolore non sia mai troppo, che dopo averne passate di tutti i colori ci si abitui anche al peggio.
Io, personalmente, ero stata certa di averlo perfino superato da un pezzo, il peggio. Eppure, dopo un abbandono da parte di Sam dovuto ad un maledettissimo imprinting con mia cugina Emily, e un crudele infarto che aveva fatto spegnere il cuore di mio padre Harry per colpa del destino riservato a me e Seth di trasformarci in lupi giganti privati addirittura della propria privacy mentale, c’era ancora qualcosa che riusciva a farsi definire peggio.
Se avessi avuto due labbra di donna piuttosto che un muso appuntito da cane, avrei sicuramente boccheggiato come un pesce, osservando la bocca di Jacob scontrarsi in modo violento con quella della Swan, che dopo un primo e stressante attimo di esitazione, si era, non so come o perché, decisa a ricambiare con lo stesso terribile vigore.
Non riuscii a sopportarlo.
Quante ferite si possono infliggere a un cuore, prima che questo cessi di battere?
Eppure non riuscivo a capire.
Di nuovo, non ci riuscivo.
Perché m’interessava così tanto di quello che accadeva a pochi metri da me? Perché non potevo semplicemente osservare la scena con il mio solito cinismo, quello che mi aveva resa la più detestabile del branco?
Insomma, per quale assurdo motivo dovevo ritrovarmi a soffrire così tanto per colpa di un ragazzino di nome Jacob Black?
Le mie zampe, coperte di pelo grigio, affondarono un po’ di più nella neve.
Era il peso della sofferenza a mandarmi a fondo?
Leah, accidenti, che ti succede?!
La voce di Seth mi arrivò dritta nel cervello come un colpo di pistola sparato preciso in fronte. Lo guardai di nuovo e mi accorsi del fatto che si era alzato sulle sue quattro agili zampe, pronto ad avvicinarsi a me, ma gridai, irritata “Non provare ad avvicinarti, Seth. Se si accorgono di me, sei un ragazzino morto, chiaro?”.
Guaì flebile, rassegnandosi di fronte alla mia strana impuntatura, e se ne tornò disteso sulla neve bianca e gelida, cercando di non fissare né me né i due, ancora impegnati nel loro attimo di eterno piacere. Eppure, pur avendo preso l’iniziativa, fui abbastanza scaltra da accorgermi che le labbra di Jake si staccarono da quelle di Isabella prima che lei potesse avere il tempo di capirlo.
Bene. Come mi accadeva spesso, la tristezza riuscì a lasciar spazio all’irritazione. Un’irritazione così immensa che non le ci volle molto a trasformarsi in rabbia cieca, notando l’espressione meravigliata e poi festosa di lui per aver ricevuto finalmente il tanto atteso bacio ricambiato da parte di lei.
-Devo andare- sussurrò Jacob, e subito dopo il piacere di sentire la voce di Bella mormorare di rimando un “no” affranto.
Come poteva essere così meschina? Ma verso chi, poi? Verso Jacob, che aveva gli occhi illuminati da un’accecante luce di vittoria? Oppure verso quel vampiro, Edward, che sarebbe potuto tornare da un momento all’altro?
Sentii di odiarla profondamente, per motivi tutti miei.
La voce lieta di Black mi fece tornare alla realtà –Torno presto. Prima, però, una cosa…- la baciò di nuovo, con così tanta dolcezza da farmi quasi credere che in fondo quello fosse il suo imprinting, e lei stavolta non si degnò neanche di tentare di fare resistenza.
La avvolse con le sue braccia fin troppo muscolose per un ragazzino di diciassette anni e si mise a cullarla, come se fosse una bambina bisognosa di ancora più affetto e attenzioni di quanto non ne ricevesse già.
E capii di odiarla davvero, per un motivo ben preciso.
-Questo doveva essere il nostro primo bacio. Meglio tardi che mai-. Jacob non si accorse, mentre mormorava queste parole, che la sua amata Bella stava piangendo silenziosamente.
Dentro di me, uno strano senso di soddisfazione si fece largo, certa che almeno lei stesse iniziando ad accusare i primi sintomi dovuti a ciò che io chiamavo comunemente “sensi di colpa”, o vergogna, se preferiva.
Mi voltai, soffocando ogni tipo di suono che le mie zampe potevano produrre, e ricominciai a correre verso la battaglia.
Stavolta non mi sarei fermata, non avrei criticato Sam, non avrei neanche fatto caso agli stupidi discorsi di Jared, Paul, Embry e Quil.
Avrei solo combattuto, rischiando la vita se necessario.
Gli alberi mi correvano accanto, lasciandosi superare. Un infinito gioco di colori, mischiati tra il verde dell’erba viscida ed il bianco di quella neve che aveva ricoperto l’intera penisola Olimpica durante la notte.
La velocità serviva a distrarmi, a cercare di non pensare più del dovuto a qualunque cosa che non c’entrasse nulla coi neonati.
A qualunque cosa che riguardasse Jacob Black ed il suo amore sviscerale per Bella Swan, amante di un vampiro.
Quando raggiunsi di nuovo il grande spiazzo innevato, mi avventai immediatamente su uno di quei mostri schifosi; un succhiasangue maschio, che si apprestava a seguire la scia lasciata da Edward per tornare dalla sua ragazza traditrice.
Doveva aver avuto almeno trent’anni, da umano. Ci misi poco a distruggerlo e disperderne i resti, grazie all’aiuto repentino di Sam.
Bravissima, Leah e…scusa.
Ringhia frustrata sentendo la sua voce nella mia testa. Finiva sempre così. Io davo vita ad una discussione ed era lui a scusarsi, forse per sentirsi meno in colpa verso di me.
Altri sensi di colpa. Possibile che li provassero così tante persone intorno a me?
Impegnata com’ero, non mi accorsi di Jake, arrivato in nostro soccorso, impegnato a spalleggiare Paul, poco distante dal lato nord della radura.
Quasi non mi accorsi di aver smesso di muovermi, di essere rimasta immobile a fissare quel lupo dal pelo rossiccio con rabbia e fastidio. Fu un susseguirsi quasi snervante di sentimenti e sensazioni, mentre io ed il resto del mio branco continuavamo a ridurre in pezzi un vampiro dopo l’altro, perdendo il conto.
Non puntai più i miei occhi su di lui, come per paura di sentire nuovamente gli spuntoni conficcarsi nel cuore e farlo sanguinare imperterrito.
Quando ci sembrò di aver terminato l’opera, sospirammo sollevati. Apparentemente, era finita con un netto vantaggio per noi ed i Cullen, che sembravano essersi volatilizzati.
Problemi loro, mi dissi, e così spostai lo sguardo in un punto preciso, accorgendomi di una macchia bianca nascosta dietro un albero, che fissava coi suoi occhi rossi la scena.
Ululai, allarmata, poi compii un balzo abbastanza lungo verso di lui, dandomi una bella spinta. Era rimasto un parassita, nascosto, a guardare lo spettacolo.
Quello a sua volta uscì allo scoperto, pronto a difendersi.
L’odio, la rabbia, la frustrazione, la gelosia…
Venni letteralmente sommersa da ogni sentimento negativo.
Come si permetteva quello stupido ragazzino, Jacob Black, di infilarsi senza preavviso nei miei pensieri? Per quale assurdo motivo proprio lui? e perché proprio in quel momento, durante quella fottutissima battaglia?
Non avevo mai pensato molto a cosa significa sentirsi soli, ma in quel preciso istante mi parve così chiaro da far male. Ero finalmente consapevole del fatto di essere destinata a restare sola, senza imprinting, sicuramente.
Capitava, a certe persone, di desiderare di eclissarsi, di scomparire per lunghi periodi di tempo senza dover dare spiegazioni a nessuno. A me non sarebbe mai potuto accadere, perché ero l’eclissi stessa. Invisibile agli occhi di tutti, Leah. Complimenti.
Risi amaramente, tra me, poi mi accorsi che qualcosa non andava.
Avevo perso la concentrazione, e questo era bastato al mostro, per scaraventarsi verso di me con tutta la sua forza. Pochi istanti, e mi avrebbe spezzato ogni singolo ossicino nel mio corpo di lupo. Mi preparai a subire il dolore.
Niente.
Un ringhio irritato, poi un guaito, infine la mia mente venne riempita dei pensieri del branco.
Oh, cristo!
Accidenti, Jacob!
Jake, JAKE! Amico, stai bene?!
Dalla testa di ognuno dei miei compagni arrivavano grida e imprecazioni. Da me, al contrario, non nasceva il minimo suono.
Ero solo sconvolta.
Quel ragazzino si era messo in mezzo per salvarmi la pelle, prima che Embry e Quil corressero a staccargli di dosso il vampiro per distruggerlo.
Vidi Seth spuntare dal fitto degli alberi, agitato. Doveva aver seguito tutto lo spettacolo in diretta. Mi maledissi per avere a mia volta maledetto Jacob Black fino a pochi attimi prima, poi mi avvicinai agli altri per aiutarlo, senza saper bene che fare. Se c’era una cosa –una soltanto- di cui ero a conoscenza, era che sarei stata in debito verso di lui…naturalmente a modo mio.



“Ho la nausea, Jacob.
Riesci a immaginare come mi sento io?
A me Bella Swan nemmeno piace.
E tu mi costringi a piangere l’amichetta dei vampiri
Come se fossi anch’io innamorata di lei.
Ti rendi conto di quanto mi sento confusa?
Stanotte ho sognato di baciarla!
Come diavolo pensi che dovrei reagire?”
“M’importa qualcosa?”
“Non sopporto più di stare nella tua testa!
Dimenticala subito! Sta per sposare quel coso.
E lui cercherà di trasformarla in una di loro!
E’ ora di guardare avanti, ragazzo”
“Chiudi il becco!”
“Probabilmente finirà per ucciderla lo stesso.
Le storie dicono che succede parecchie volte.
Magari il finale sarà un bel funerale, anziché un matrimonio”
(Citazione Eclipse, pg. 496. Leah/ Jacob)










Angolino autrice: Non sono riuscita a trovare un titolo migliore, forse perché questo, anche se già conosciuto, mi sembrava il più adatto. La storia non è stata per niente facile da scrivere, ma almeno posso dire di aver tentato, con personaggi non usati molto spesso, almeno da me.
Con mia grande sorpresa, è riuscita perfino ad arrivare seconda al contest "Wolf's pack" indetto da Mia90, il che è tutto dire! Non ci speravo, davvero, eppure guardate! E' proprio così :*
Sono terribilmente felice, e spero soltanto che questa ff possa piacere a tutti quelli che hanno apprezzato Leah, almeno un pò<3
By Sammy Cullen/ Clearweater

Qui sotto metto bannerino e giudizio finale di Mia90, che ringrazio infinitamente!

Seconda classificata: "Eclipse" di Sammy_Clearweater_

- Qui saliamo invece sul podio e le due storie da podio, appunto, sono state premiate da me perché erano quelle in cui ho trovato la maggior compiutezza ed organizzazione di trama, oltre ad un buono stile di scrittura.
Qui si riprende non esattamente un missing moment di Eclipse, ma di sicuro un momento visto dal punto di vista di Bella e perciò strettamente soggettivo e chiuso, ma tu hai ribaltato il POV, immaginando la presenza di Leah in questo momento di “intimità” fra Bella e Jacob. E proprio questo stravolgimento di POV, in un momento che tutti noi ricordiamo narrato da Bella Swan, è risultato ai miei occhi apprezzabile, se per di più contiamo il fatto che qui la parte introspettiva è presente nelle giuste quantità, senza andare a discapito dell'elemento narrativo che per una storia, ovviamente, ci vuole, ma non deve occupare l'80% di un racconto già breve di per sé.
Lo stile di scrittura rispecchia perfettamente i pensieri di Leah, difatti si legge nelle sue parole gelosia, rabbia, frustrazione, il tutto mentre ella non fa altro che raccontare, dal suo punto di vista, che cosa era accaduto quel giorno della battaglia contro i neonati. Difatti si alternano momenti di scrittura concitata (il susseguirsi di domande è un espediente comune, ma sempre efficace per esprimere un flusso di pensieri angosciati) a repentine troncature, che segnano potentemente un cambio di umore o di pensiero e tu ti sei destreggiata direi in maniera abbastanza apprezzabile fra questi espedienti, alternandoli nella giusta maniera.
Un'altra cosa che emerge qui è il dolore di Leah per le sue sofferenze, ma che lei accetta con risolutezza, come fosse abituata davvero a tutto; eppure non è così: pur avendo già sofferto per il grande amore della sua vita, eccola fuori da quella tenda, a soffrire di nuovo. Eppure rimane lì, in un'ostinata e stoica sopportazione del dolore che o è filosofia o è masochismo. Nonostante ciò bisogna ammettere che ci vuole coraggio ad affrontare spontaneamente il dolore, specie se così grande e provocato da una ferita non ancora rimarginata. Tutti questi aspetti emergono molto bene dalla tua storia. (“Perché m’interessava così tanto di quello che accadeva a pochi metri da me? Perché non potevo semplicemente osservare la scena con il mio solito cinismo, quello che mi aveva resa la più detestabile del branco?”).
Una frase poi mi ha colpito molto, poiché dà una chiave di lettura interessante e diversa all'odio di Leah verso Bella (“La avvolse con le sue braccia fin troppo muscolose per un ragazzino di diciassette anni e si mise a cullarla, come se fosse una bambina bisognosa di ancora più affetto e attenzioni di quanto non ne ricevesse già.”). Forse un altro motivo di questo rancore è proprio il fatto che Bella riceva le attenzioni di tutti, l'amore di tutti, sebbene ne abbia in abbondanza, anche troppo, mentre lei, Leah, forse per il fatto di essere più introversa, tanto introversa da risultare scontrosa, riceve dagli altri disappunto ed irritazione, non amore né affetto, probabilmente anche per una sua pecca, ma di sicuro per una mancanza anche da parte di chi la circonda, specie i membri del suo branco, che, probabilmente per l'età giovanile, non possono comprendere cosa può agitarsi nel cuore di una ragazza così tormentata; non lo capiscono e ciò li respinge, li insospettisce.
Ed è qui che scatta la molla estrema che spesso attanaglia gli animi disperati: il desiderio di rischiare il prezzo più alto, tutto per evitare di soffrire più, se non per sempre, almeno per un po'.
E quindi viene qui introdotta la battaglia (che di per sé ha un puro ruolo narrativo e trovo che la Meyer ci abbia già scritto abbastanza, quindi ho apprezzato molto il fatto che tu non ti ci sia soffermata troppo) ed è proprio la battaglia a far nascere in Leah quella eterna sensazione di solitudine, quello stadio esistenziale in cui prima o poi tutti si ritrovano ad essere, ma che per lei è diventato quasi una maledizione. Ed ecco anche la nuova rilettura del significato del titolo Eclipse, questa volta costruito attorno a Leah e non a Bella... oserei quasi dire che quella di Bella fosse un'eclissi apparente, mentre questa è un'eclissi reale. (“Capitava, a certe persone, di desiderare di eclissarsi, di scomparire per lunghi periodi di tempo senza dover dare spiegazioni a nessuno. A me non sarebbe mai potuto accadere, perché ero l’eclissi stessa. Invisibile agli occhi di tutti, Leah.)

   
 
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