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Autore: XShade_Shinra    20/11/2009    5 recensioni
*} Dedicata ad artemis89 {*
"Quando mi invitò a casa sua per 'vedere la sua collezione di farfalle' pensai davvero di tutto... tranne che la avesse realmente!"
[ Yaoi - Tyki x Lavi ]
[ Fanfiction partecipante al Contest "Animal's explosion!" indetto da La Femme en Rouge. e Hidan. su The Secret Castle of GdR's Fan Fictions yaoi *in attesa dei risultati* ]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Rabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Lord of the Butterflies -
*} Dedicata ad artemis89 {*
"Quando mi invitò a casa sua per 'vedere la sua collezione di farfalle' pensai davvero di tutto... tranne che la avesse realmente!" [ Yaoi - Tyki x Lavi ]
Fanfiction partecipante al Contest "Animal's explosion!" indetto da La Femme en Rouge. e Hidan. su The Secret Castle of GdR's Fan Fictions yaoi *in attesa dei risultati*

-Autore: XShade-Shinra
-Titolo: Lord of the Butterflies
-Genere: Commedia 
-Rating: Giallo 
-Avvertimenti: Yaoi, AU, One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento! ^^
-Personaggio/Coppia scelta: Tyki Mikk x Lavi [Lucky]
-Introduzione: "Quando mi invitò a casa sua per 'vedere la sua collezione di farfalle' pensai davvero di tutto... tranne che la avesse realmente!
-Note dell’Autore:  Il titolo è stato tratto dal celebre romanzo "Il Signore delle Mosche" ("Lord of the Flies") di William Golding. Ho scelto di scrivere i nomi delle farfalle sia in italiano che con il loro nome scientifico per identificare in maniera univoca il lepidottero citato.
-Prompts: Farfalla \ Fotografia (18 \ 22)



- Lord of the Butterflies -

Quando mi invitò a casa sua per 'vedere la sua collezione di farfalle' pensai davvero di tutto... tranne che la avesse realmente!
«Questa specie di Lepidotteri è ormai molto rara.» spiegò l'uomo, mostrandomi il contenuto di una teca entomologica di legno con coperchio in vetro nella quale erano esposti diversi esemplari di una grossa farfalla notturna «Saturnia pyri, detta volgarmente Saturnia del Pero e conosciuta anche con il nome di Pavonia Maggiore. Me le ha vendute in batteria un entomologo italiano.»
L'uomo si muoveva per il suo ampio e cupo salone; non poteva certo permettersi di tenere le tapparelle delle finestre aperte, o la sua macabra collezione di morti avrebbe subito un precoce processo di deterioramento da raggi solari.
Mi avvicinai gli insetti infilzati e feci qualche foto con flash preventivamente autorizzato, cercando di non inquadrare il paradiclorobenzolo, posto agli angoli per evitare la formazione di muffa.
Adoravo la fotografia.
Ogni domenica, anziché starmene a dormire fino a tardi come farebbe chiunque, preferivo svegliarmi all'alba ed andare nelle campagne antistanti casa mia per fare foto agli animali che ivi abitano. Molti non mi credevano immediatamente quando parlavo del mio hobby per via dell'occhio destro coperto da una benda a causa di un incidente capitatomi da bambino. Però, dopo che mostravo loro le mie foto, ogni dubbio veniva spazzato via. Ho partecipato anche a diverse mostre e concorsi, vincendo addirittura dei premi. I miei soggetti preferiti in assoluto erano il fuoco e gli animali; per fortuna, le mie uscite dominicali si limitavano solamente agli ultimi citati.
Anche se, a dire la verità...
«Questa blu metallico, invece, è la Morpho cypris cypris.» sentii la voce del portoghese come ovattata, come se mi giungesse da molto lontano «E' un esemplare portatomi da mio padre in uno dei suoi tanti viaggi all'estero, esattamente dalla Colombia. Uff! Dovrei ancora etichettare le farfalle presenti in questa sala, ma è così noioso...»
Continuò ad illustrarmi nomi, provenienza e storia dell'acquisto di ogni lepidottero presente nella sala, bloccato alla base di polistirolo con uno spillo entomologico nel centro del torace. Per quanto fossero solo semplici farfalle, mi facevano un po' pena così affisse come fossero delle comunicazioni in una bacheca, le ali i fogli di carta ed i disegni su di esse l’inchiostro.
... a dire la verità, l'unico vero motivo per il quale avevo accettato di seguire quel sensuale uomo dai tratti mediterranei, vestito in abito nonostante ci trovassimo in  aperta campagna, con tanto di cilindro in testa, vellutati ed immacolati guanti ed eleganti scarpe in laccato con un piccolo tacco, che elevava ancor di più la sua statura già di per sé notevole e produceva un doppio suono secco e pulito ad ogni passo, era lo stesso per il quale non vedevo mai l'ora che arrivasse il giorno festivo della settimana. Vederlo.
Il nostro primo incontro era stato puramente casuale ed era avvenuto solo due mesi prima. Come mio solito, stavo “impressionando” le immagini di quel luogo nella memory card della mia Reflex digitale quando, sollevato il volto da un girasole sul quale passeggiava lenta una coccinella che si crogiolava al tiepido sole primaverile, vidi un pezzo di Marcantonio vestito di nero, pelle abbronzata e capelli ricci raccolti in una codina alta. Stava giocando con delle Papilio protenor, farfalle nere che si dice accompagnino i morti nell'aldilà. Senza che me ne rendessi conto, ero rimasto a guardarlo fisso, come incantato, e quando si accorse di me, mi sorrise, mettendomi in imbarazzo.
Da quel giorno, la Domenica fu il nostro tacito giorno d'incontro, da mattina presto fino al primo pomeriggio, passando una mezza giornata insieme. Spesso mi divertivo a fotografarlo o a farci delle foto. Un ragazzo così bello non penso si sia mai messo problemi per farsi immortalare... bello com'era, avrebbe potuto posare nudo senza alcun problema!
Prima che mi invitasse a casa sua, non sapevo che fosse un collezionista di lepidotteri. Sicuramente non era un vero e proprio cacciatore di farfalle: non l'avevo mai visto con retini o trappole luminose per catturare i suddetti insetti; inoltre, dalla lunga presentazione che mi illustrava di ognuna di esse, sembrava le avesse tutte comprate. Suo padre era un Conte e, di certo, i fondi non gli mancavano.
Dopo un mese di "incontri per caso", decidemmo di fare un pic-nic insieme e tenni con lui uno strano colloquio...
«Hai visto il film "The Silence of the Lambs", ovvero "Il Silenzio degli Innocenti?"» mi chiese d'un tratto, mentre lottavo contro la cannuccia in plastica colorata a spirali che non ne voleva sapere di bucare il fine strato di plastica argentato del brick del succo di frutta.
«Uhmm... Sì.» risposi, apparentemente distratto.
«Ti ricordi la locandina?»
«Certo. Una donna pallidissima con un farfalla posata sulle labbra.» spiegai, mentre lanciavo il succo, ancora intonso, sulla tovaglia.
«E che particolarità ha quel lepidottero?» mi domandò ancora.
Che risposta semplice e scontata!
«E' una falena molto particolare. E' detta Acherontia atropos, della famiglia delle sfingidi, ed ha la particolarità di avere uno strano disegno sul torace, che sembra quasi raffigurare un cranio umano, da qui il suo nome più comune: Sfinge Testa di Morto. Prima si pensava fosse portatrice di sventura ed inoltre è capace di emettere suoni, nel suo caso particolare si parla di una specie di ticchettio, simile ad un lugubre sibilo.»
Rimase ad ascoltarmi stupito. Avevo solo un occhio, era vero, ma riuscivo a registrare ogni più minimo particolare della realtà che mi circondava, inoltre adoravo la lettura, si potrebbe dire che io non legga un libro, ma ne beva l'inchiostro, per la velocità con la quale finisco un tomo.
«Non solo.» proseguii «Quella della locandina del film è molto particolare, unica nel suo genere, direi: il teschio è stato creato con sette donne nude messe in posizioni adeguate, riprendendo la foto artistica di Philippe Halsman e del pittore spagnolo Salvator Dalì, detta "In Voluptas Mors".»
Quanto terminai la spiegazione, mi lodò con un composto ed educato applauso.
«Sono veramente colpito!» ammise, fondendo l'oro con il mio oltremare.
«Beh, dopo che trovo qualche animale che non conosco mi documento ed avevo trovato un bruco di sfinge testa di morto proprio questo settembre e, vista la foto dello stadio adulto su internet, mi sono ricordato della locandina del film.» risi, prima di essere interrotto dall'elegante portoghese, che mi accarezzò una guancia con i polpastrelli e posò il naso contro il mio.
«Sei veramente molto intelligente, Coniglietto...» disse caldo, a bassa voce, chiamandomi con quel buffo soprannome che mi aveva appioppato poiché, a suo parere, somigliavo ad un coniglio di nome e di volto. Potei sentire con la bocca il nicotinico sapore del suo sospiro da tanto era vicino.
«Beh, grazie... E’ opera di mio nonno che mi ha trasmesso la passione per lo studio fin da piccolo e poi, per natura, sono molto curioso.» dissi, non tradendo emozione del mio sottile imbarazzo.
Ed il portoghese, senza dare nessun preavviso delle sue intenzioni, posò le labbra sulle mie, catturandole in un breve bacio dal quale distaccò subito, lasciandomi di stucco e con un'espressione da quiz in volto.
«E' il tuo premio.» rise, con quel suo ghigno che avrebbe sedotto anche una pietra!
«Ma... ma...» balbettai, colto alla sprovvista.
«Era solo un bacio! Ma se ti fa questo effetto non te ne darò più!» mi rassicurò, facendo spallucce, come se in realtà non gliene fregasse più di tanto.
«Kkk--» il suono in gola raschiava, non riuscendo nemmeno ad uscire.
«Te la prendi troppo...» sbuffò, azzannando un toast superimbottito «Mangia!» ordinò, mettendomi un intero babà nella bocca aperta «Magari ti addolcisce un po'.»
Fu da quel giorno che scoprii che in realtà mi stavo innamorando di quell'uomo...
Ed alla fine la verità sul perché avessi osato tanto, fino a rischiare di entrare a casa sua dopo un invito del genere, era che speravo vivamente nelle sue cattive intenzioni... ma a quanto pareva, ero solo stato il solito stupido ed illuso di sempre.
«Ehy, Tyki!» lo chiamai, premendo il polpastrello dell'indice contro lo spesso coperchio di vetro «Cos'è quella farfalla bianca?» domandai.
Se non avessi fatto un po' di sana conversazione, avrei rischiato la depressione quel giorno.
Il nonno aveva ragione: non avrei mai trovato un ragazzo se avessi continuato a bere veleni di ogni tipo, mostrando al mondo intero solamente il mio falso sorriso, forse un po' ebete, ma più rassicurante dell'espressione da cadavere che avrei sempre dipinta in volto.
Il portoghese si avvicinò alla teca indicatagli ed a quella breve distanza da lui potei benissimo colmarmi le narici con il suo pregiato profumo ed il suo aroma di sigaretta ancora appena attaccato sui vestiti. Se solo se li togliesse... potrei imprimermi nella mente il perfetto odore di Tyki... l'odore della sua pelle umida ed un po' sudata con quella del suo profumo tra la candide lenzuola con fragranza di Marsiglia, mentre, lento, mi spogliava...   
«Guercino, ma mi stavi ascoltando?» la sua voce mi fece ritornare di colpo alla realtà come se mi avessero buttato giù da un grattacielo di cento piani... e l'atterraggio non fu per niente morbido!
«Sì, tutto chiaro. Grazie!» risposi a pera.
«Allora che ne pensi della mia Pieris brassicae, ovvero la Cavolaia Maggiore?» domandò calmo.
«E' davvero uno splendido esemplare!» risposi, facendo delle foto alla farfalla.
«Ah!» sbottò «Comunque quella è una Farfalla Apollo, Parnassius apollo. Te lo avevo detto prima.» sogghignò, dopo avermi dato le spalle per procedere oltre.
Dannato...
Rosso fino alle punte dei capelli, non gli diedi ascolto, procedendo a fare delle foto che, ci avrei scommesso l'occhio sano, sarebbero uscite tutte sfuocate.
Nel frattempo il bellimbusto si avvicinò ad una finestra, trafficando con la persiana.
«Piove.» mi informò breve.
«Coooosa?!» domandai, sollevando la testa dalla teca entomologica «Ma io devo andare a casa!!»
Sicuramente si trattava di quei pazzi temporali primaverili. E dire che prima c'era il sole anche se si vedevano alcune nubi grigiastre che si avvicinavano. Per ulteriore conferma, tesi l'orecchio ed udii il distinto rumore delle gocce che picchiettavano sul legno e sul muro dell’enorme villetta di campagna della famiglia del moro.
«Senza un ombrello, vestito così leggero e con una Reflex senza custodia?» chiese scettico «Puoi restare qui finché non finisce.»
A quelle parole allargai gli occhi.
Era un invito?!
«Casa tua dista abbastanza e mio padre è partito di nuovo portandosi dietro il fuoristrada, quindi non posso nemmeno darti un passaggio...» disse a mo' di scusa.
«Ti muovi a piedi da qui per andare in città?» domandai incredulo. Erano almeno quattro chilometri!
«Dillo a mio padre!» tagliò corto, richiudendo la tapparella.
Stavo per rispondere, quando l'informazione finalmente dalle orecchie giunse al cervello: ero a casa del moro e lì dentro c'eravamo solo io, Tyki e tutte quelle farfalle infilzate...
Dovevo essermi incantato un’altra volta, perché mi chiamò di nuovo.
«Ehy, Lavi-pon!» disse, volgendosi verso di me.
Mi aveva chiamato con il "-pon" alla fine. Dai suoi racconti, era il padre a chiamare lui ed i suoi numerosi fratelli sparsi in tutto il mondo con quel buffo suffisso. Sapevo per certo che Tyki aveva una sorella francese e due fratelli gemelli americani.
«Dimmi, Tyki...» risposi, fermandomi ad apprezzare ancora una volta il suo neo allo zigomo sinistro, piccolo particolare che non faceva altro che aumentargli la carica sensuale.
«Ti andrebbe di venire in camera mia?»
A quella proposta del bel portoghese, partì come musica di sottofondo la colonna sonora di “Profondo rosso”, mentre mi sentivo la sua intera collezione di farfalle nello stomaco.
«Ehmm... Ok...» risposi piano, avvicinandomi a lui.
Una volta che gli fui davanti, mi poggiò una mano sulla spalla, facendola poi scorrere lungo il mio braccio fino ad arrivare alla mano, che strinse appena.
«Possiamo guardarci un film, magari.» propose, accompagnandomi su per le scale verso la camera da letto.
In quel momento, solo lo shock mi trattenne dal buttarmi dalle scale per mettere fine alle mie pene d'amore. E poi il mio vecchio si ostinava a dire che io avevo preso tutto da lui e che quindi non avevo il cuore... Balle! Ed appena tornava dal corso di agopuntura in Cina al quale era andato, gliele avrei cantate!
Non risposi all'affermazione di Tyki, anche perché non avrei saputo esattamente cosa dire. Stupido Signor Neo...
«Sei silenzioso.» mi disse, mentre finivamo di salire gli scalini in freddo marmo.
«Non ho molto da dire.» sorrisi, fingendomi contento e sereno.
«Nemmeno un 'grazie' per il mio invito?» domandò, fermandosi davanti ad una porta in pregiato ebano nero, posando la mano sulla maniglia in ottone.
«Beh, allora... Grazie, Tyki.» risposi, chiudendo l'occhio ed aprendo le labbra in un sorriso.
Sentii la porta aprirsi con un leggero scricchiolìo ai cardini.
«Vieni...» mi sussurrò sensuale, tirandomi per mano dentro la stanza.
«Oooh...» un verso di meraviglia mi uscì dalla bocca.
Quella camera era veramente bella. Tutti i mobili erano in ebano, in stile '800, con i pomelli in quello che sembrava essere addirittura avorio; davanti ad un tappeto persiano di arabeschi bianchi e neri c'era un divano in pelle, all'apparenza molto morbido; i muri bianchi davano un effetto di monocromia e le sole due cose che donavano colore a quella stanza erano un suntuoso letto matrimoniale a baldacchino completamente rosso sangue e le tende in doppio strato, dalla trama uguale a quella del suo morbido giaciglio, che per il momento erano aperte. Potevo vedere la pioggia che continuava a cadere abbastanza fina e sembrava di sentire il pungente odore dell'erba e della terra bagnata penetrare dall'esterno.
«Ti piace?» domandò il portoghese.
«E' davvero stupenda. Niente in confronto con la mia!» in effetti io dormivo nel vecchio studio del nonno, praticamente la stanza riservata ad essere la biblioteca, con l'aggiunta di un letto e di un armadio.
Lo sentii ridacchiare.
«La parte che adoro di più è il letto! Ci sediamo lì?» domandò, stringendomi appena un poco di più la mano.
La mia risposta fu veloce e scontata.
«No, no!» affermai, scuotendo il capo «Meglio il divano, no?»
Non ero scemo! Prima mi invitava a casa sua e ci rimanevo con un palmo di naso, poi mi faceva salire in camera sua per vedere uno stupido film ed infine voleva che guardassimo la TV sul letto!? Quell'uomo mi prendeva continuamente in giro! Mi illudeva!
«Ah...» disse, restando con la bocca semi-aperta.
Immaginavo che si aspettasse ancora un mio sì, ma quella volta gli andò male!
«Sono contento che anche tu sia d'accordo!» dissi e, sfacciatamente, mi sedetti sul suo divano, che in effetti risultò essere davvero molto soffice e comodo.
Alzò un dito ed aprì la bocca come a dire qualcosa, ma la richiuse subito, lasciandosi cadere le braccia lungo i fianchi per poi dirigersi a scegliere il film.
Notai che il televisore - schermo a quarantadue pollici, al plasma - era posizionato in un punto strategico, in modo da poter essere guardato sia dal letto che dal divano. Ingegnoso!
«C'è un film particolare che vorresti vedere?» mi chiese, mentre lo vedevo rovistare nell'armadietto dei DVD, dall'anta a vetri bianchi opacizzati.
«No.» risposi, scuotendo la testa mentre mi guardavo intorno per osservare bene tutti i suoi soprammobili.
«Allora scelgo io.» disse, mostrandomi una custodia con una locandina di un film che rappresentava una donna sdraiata dal colorito verdastro, che sembrava colare «"House of Wax - La Maschera di Cera".» mi informò «E' un horror.»
«Un... horror... ?» chiesi, sperando di aver capito male.
No, qualunque cosa ma non un horror... anche un inguardabile e barboso polpettone storico... ma un horror, no!!
«Sì, esatto. Ma non è splatter, tranquillo!»
Come se fosse quello il problema... Non glielo avrei mai detto, ma avevo paura dei film di quel genere! E non volevo di certo mostrare quel mio lato debole a Tyki!
«Non potremmo guardare altro?» domandai speranzoso.
«Tipo? Vuoi vedere "Cenerentola" della Disney?» mi sfotté.
«Metti "La Maschera di Cera"...» borbottai, guardando dall'altra parte. Aveva vinto.
Il tempo atmosferico lugubre non mi consolava di certo... ed il fatto che appena iniziò il film, il portoghese spense tutte le luci, fu ancora più preoccupante.
Sicuramente, una volta tornato a casa, non sarei riuscito a chiudere occhio!
Il moro prese il telecomando e si spaparanzò sul divano, accanto a me, mettendo un braccio sulla spalliera del sofà ed appoggiando così la mano sulla mia spalla. In quel momento saltellai un pochino sul posto.
«Non è ancora iniziato il film e già hai paura?» ridacchiò.
«Non ho paura!!» dissi concitato, cercando di concentrarmi su qualsiasi altra cosa presente in camera che non fosse il televisore dove stavano passando i titoli di apertura.
Quando fermai lo sguardo sul comò, vidi che c'era una foto incorniciata molto particolare.
«Tyki, ma quella è...» dissi, alzandomi e procedendo verso il mobile sul quale era poggiata.
«Sì, esatto, Coniglietto.» rise l'uomo, seguendomi con lo sguardo mentre prendevo in mano la plastica colorata che adornava quella fotografia che gli avevo regalato.
Era una delle tante che avevo scattato riprendendoci insieme: eravamo poggiati schiena contro schiena, seduti all'ombra del grande pioppo in cima alla collina, e guardavamo verso l'alto, visto che avevo sollevato la macchina fotografica sopra le nostre teste per una foto artistica, inoltre avevo una farfalla dalle ali multicolori posata sulla testa, che dava un tocco ancora più buffo alla mia solita espressione babbea.
«Non pensavo l'avessi incorniciata.» ammisi, guardandolo con l'occhio pieno di gioia. Ero veramente felice che fosse stato un regalo a lui gradito.  
Notai che non c'erano molte altre foto sulla cassettiera se non quelle di qualche farfalla della sua collezione e delle persona abbronzate proprio come lui... probabilmente tutti i fratellastri dei quali spesso mi parlava.
«Mi piaceva particolarmente.» mi rispose, battendo la mano sulla parte di cuscino dove prima era seduto, come si fa per chiamare un gatto.
Tornai a sedere sul divano con passo lento ed un bel sorriso in volto.
«Ora stai fermo e guardiamoci il film.» mi ordinò gentilmente, mentre la pioggia batteva appena sui vetri della finestra.
«Sì.» affermai a bassa voce, per poi sentirmi la calda mano di Tyki, priva di guanto, sulla testa a coccolarmi con dolcezza i fulvi capelli che sfidavano lo forza di gravità da tanto erano ribelli. Era davvero piacevole.
Il film, almeno per quanto riguardava la prima parte, non era troppo pauroso; forse avrei resistito per tutta la sua durata, soprattutto con quella dolce mano che mi mandava in brodo di giuggiole.
Dopo nemmeno dieci minuti dall'inizio del film si vide un lampo riflesso nel televisore, seguito da un rombo, ma nessuno di noi due fece una piega.
«Non hai paura del temporale, Coniglietto?» mi domandò il portoghese.
«No. Perché dovrei averne?» gli feci notare.
«Era solo per sapere.» rispose, sbuffando appena.
Ma che aveva da sbuffare? Sicuramente non vedeva l'ora di ridere di me!
Stavo per concentrarmi nuovamente sulla visione del film, quando la luce di un secondo fulmine proiettò una strana ombra sul muro bianco accanto allo schermo. Mi voltai di scatto verso la finestra per controllare, ma... nulla.
«Cosa c'è?» chiese Tyki.
«Nulla.» risposi spiccio, rimettendomi composto «Assolutamente nulla.»
L'uomo accanto a me fece spallucce e non insistette.
Nonostante non avessi visto nulla, cominciai a scrutare la stanza muovendo unicamente l'occhio e lasciando la testa immobile. Qualcosa non quadrava... c'era dell'altro... Sentivo come se non fossimo solo noi due dentro quelle quattro mura. Eravamo voltati verso la porta, quindi da lì non era entrato nulla. Visto che l'ombra veniva da dietro di noi o era entrato dalla finestra, oppure... era già lì dentro.
Improvvisamente avvertii una strana sensazione, come se qualcosa mi stesse strisciando sulla spalla.
«
Tyki...» lo chiamai appena, ma dubitavo che il mio flebile pigolio gli fosse giunto alle orecchie.
Chi me l'aveva fatto fare di accettare tutto quello!?    
L'essere, intanto, continuava la sua passeggiatina sulla mia spalla, al punto di arrivare alla pelle, che mi sentii appena sfiorata.
«AAAAARGHH!!!» urlai, abbracciando Tyki per il collo. Il portoghese non si aspettava una mia mossa del genere, visto che il film era ancora in un "punto morto" e sobbalzò appena, cingendomi le braccia alla vita.
«Ehy, Coniglietto! Tranquillo...» sussurrò appena, con voce calma.
«C'è qualcosa!!!» dissi a voce alta.
«Come... ?» domandò, non capendo.
«C'è qualcosa nella stanza oltre a noi!»
«Eh?!» fece, con la depressione scolpita in faccia.
Con la coda dell'occhio, vidi l'essere volare verso l'armadio. Sembrava un pipistrello con due lunghe estremità posteriori... forse il retro del frac del vampiro?!
«E' lì!!!» indicai, tenendomi ancora all'uomo.
Tyki sollevò lo sguardo e rise piano mentre metteva il film in pausa.
«Ahah! E' solo Ease...»
«Ease?» ripetei, sollevando un sopracciglio. Conosceva quel vampiro!?  
Sporsi appena il volto dal petto del moro e vidi meglio la mostruosa creatura dell'oltretomba che pensavo si celasse nella camera: era solo una farfalla gigante!
«Ma è enorme!» dissi, con l'occhio sbarrato.
«E' una Argema mittrei, sicuramente più conosciuta con il suo nome comune Falena Cometa, per via dei due prolungamenti posteriori. Questo è un esemplare maschio: apertura alare di diciotto centimetri e lunghezza delle "code" di ben dodici centimetri.» mi illustrò.
«Uh... Ma perché ha un nome?» domandai.
«Mio padre me l'ha portata dal Madagascar quando era ancora un bruco e da poco ha avuto lo sfarfallamento, superando lo stadio di pupa, o ‘crisalide’ come preferisci dire.» mi spiegò, mentre, piano, mi faceva sdraiare con la schiena sul morbido divano in pelle.
«Ah... E la userai per la tua collezione?» chiesi, cercando di non fare caso al suo gesto.
«Uhmm... forse...» rispose, prima di posare le labbra sulle mie.
Spalancai l'occhio ancora un poco di più, poi mi rilassai appena sentii la lingua di Tyki accarezzarmi, chiedendo il tacito permesso di entrare nella mia bocca. Permesso che accordai subito, imbastendo un combattimento improvvisato contro quel lussurioso ed esperto muscolo - che tanto desiderai - fino a separarci con un leggero e sensuale schiocco.
«Non... non me l'aspettavo, sai?» chiesi retorico al portoghese, sciogliendogli l'alta coda che portava per tenere ordinati i corvini capelli mossi.
«Pensa che ti stavo sondando tutta la sera per capire se ci saresti voluto stare o meno.» disse in risposta.
A quelle parole, quasi mi spalmai una mano in faccia.
«In che senso?» domandai, mentre il suo caldo palmo mi accarezzava la guancia.
«Cercavo di farti delle proposte per vedere se accettavi o ti dispiaceva la mia compagnia, ma tu ti comportavi strano dopo.» mi fece notare «Però alla fine ho fatto bene a provarci comunque.»  
Questa era la prova: eravamo due idioti!
«Lasciamo perdere... Scommetto che anche il film horror era programmato!» dissi, leccandogli in naso.
«Esatto, magari per lo spavento mi avresti abbracciato, così come è stato. E sappi che se anche non avesse piovuto, ti avrei chiesto comunque di stare.» disse sincero, cominciando a baciarmi in volto seguendo la linea della mandibola.
«E dopo il film... qual'era il programma?» fremetti appena, sotto quei baci.
«Ora lo scoprirai...» mi sussurrò, facendomi scivolare una mano sotto la maglietta.
Da quel momento terminammo entrambi di parlare. Non era più tempo per le parole, ma per i fatti.
Passarono forse pochi minuti, o forse anche intere ore, nelle quali io e Tyki assaggiammo il peccaminoso frutto della passione. Come una farfalla che si posa su un fiore per succhiarne il dolce nettare, io ed il bel portoghese, che mi conduceva all'apice del piacere con la sua innata bravura, prendemmo l'uno dall'altro il gusto agrodolce di quell'unione, dannata ed anelata allo stesso tempo. E la pioggia, imperterrita ed inascoltata, continuava a cadere scandendo il tempo che decretò la fine del nostro intimo incontro quando sentii l’uomo dalla pelle abbronzata perdere forze e lasciarsi andare sopra di me per cercare di respirare del sano ossigeno. Solo dopo diversi minuti di silenzio, esso fu rotto dalla mia voce, ancora stanca e spezzata dall’amplesso.
«E' stato... bellissimo...» rantolai, con l'avambraccio sugli occhi, cercando di rifiatare.
«Concordo...» sussurrò l'uomo, alzando il torace dal mio, lasciando così più spazio ad entrambi per respirare «Mi farebbe piacere se ti trattenessi da me fino a domani...»
Un invito... molto, molto appetitoso.
«Come potrei dirti di no?» ghignai, sollevando le braccia, in segno che volevo essere portato a letto da lui.
Diligentemente, si sollevò in piedi e mi prese in braccio come fossi un koala, in modo che potessimo continuare a baciarci; come se volesse ancora da me... E sicuramente quello che avevamo consumato poco prima non era altro che l'antipasto.
Come mi fece sdraiare sul letto, mi si piantò nella schiena qualcosa di scomodo, che mi levai, trovandomi in mano un...
«Un... reggiseno?!» feci, guardando sconvolto l'intimo femminile nero pieno di pizzi e merletti.
«Oops!» fece Tyki, togliendomelo frettolosamente di mano e lanciandolo lontano verso un angolo ignoto della sua lussuosa camera da letto «L'ha dimenticato qui un'amica l'altro giorno...» ridacchiò, con un gocciolone stile manga sulla testa.
«Tu...» soffiai come un gatto arrabbiato, riducendo l'occhio ad una fessura «Sei un... sei davvero un... un...» avevo talmente tanti "complimenti" per la testa che non riuscii a scegliere il più volgare per l'uomo.
«Un... farfallone?» propose lui, sorridendomi, mentre calava la bocca al mio collo, già marchiato prima dalla sua travolgente passione, procurandomi così un altro sensuale succhiotto.
Sì...
Tyki Mikk era proprio un farfallone...


- Lord of the Butterflies -
§Owari§
XShade-Shinra




Risposte alle Recensioni:

x yaoilove: *^* Grazie mille! Sono felicissima che ti sia piaciuta! *bacio*

x artemis89:
L'idea mi venne in mente mesi or sono e, quando vidi i prompts che mi capitarono per il contest, feci un salto di gioia!XD Per le info, fidati pure: ho impiegato più tempo a cercare informazioni sui lepidotteri che a scrivere la FF!  ^^ Visto che ti piacciono le Lucky ho voluto farti un regalo! ^///^ Dirmi anche solo che ti è piaciuta è il ringraziamento più bello! *^*

x  LadyDrago88: ^*^ Grazie! Ne scriverò sicuramente altre! ^^  Per il secondo pairing, non saprei... vedi, non sono un'amante sfegatata delle Esorcista x Esorcista, ma la Kanda x Allen è quella che mi va giù meglio, quindi potrei farci un pensierino! x3

x Edward: Uh, Edward! Mi mancavano le tue critiche!XD
*prende pezzetta e asciuga il sudore dalla fronte di Edward* Però, che papiro di recensione!XD
Al contrario di te, non ho così tanto da dire come risposta, se non che mi dispiace che ciò che scrivo non ti piaccia. Purtroppo io scrivo così, cercando di metterci ogni tanto anche qualche scena un po' scherzosa - ma, se non viene apprezzata, non sto certo a spararmi - e adoro utilizzare certe parole o frasi "ricercate" (o "pallose", come preferisci!XD) anche nei pensieri dei personaggi che utilizzo. Colpa mia, scelta mia. ^^ Per la questione delle virgole ti ringrazio dell'appunto! ^^
Non metterò il dito nella piaga sul fatto ch ti sei contraddetta da sola nella recensione, ma sicuramente ti voglio far notare che, se ben ricordi, Bookman picchia sempre Lavi perché parla troppo e dice cose che non deve dire. Non aggiungo altro.
ç^ç Comunque io adoro i pic-nic... E ho amici (maschi) che li fanno spesso (e non sono gay!xD).
Hai notato bene che molte parole sono scritte in doppia lingua ed era voluto, non tanto per il luogo di ambientazione, ma per venire incontro ad una giudice. ^^
Uhmm... Non ho capito il problema del punto del bacio... uhmm... vebbeh, sarò io dura di comprendonio! v_v Se me lo vuoi spiegare meglio, sai già come contattarmi, altrimenti pazienza!XD 
Ah, solo un appunto: "Il pezzo di Tease è... bho." l'ultimo lepidottero NON voleva essere il Tease di Tyki, difatti si chiama "Ease", come il più piccolo del gruppo di amici umani di Tyki. Non era un mio errore di battitura. Solo questa piccola precisazione, nulla di più! ^^
Due cosine al volo: a me piace Lavi quando chiude l'occhio e sorride! ** Poi, è ovvio, se lo faccio io uscirò un mostro, ma poche persone escono bene con gli occhi chiusi in foto! XD E non conosco la trama di "Gossip girl", so solo che esiste grazie ad un collega.
Detto ciò... chiudo, e spero, almeno, che l'episodio di Eva che stavi guardando ti sia piaciuto!XD
Buone Feste! ^^

  
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