Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mery92    21/11/2009    0 recensioni
la morte sceglie chi portarsi con se....ma a volte può anche cambiare idea
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una partita a poker con la morte

 

Io lo sapevo che sarebbe successo,me lo sentivo,e di rado mi sbaglio su queste cose….

Tu non hai voluto ascoltarmi,e io ora ne pago le conseguenze…

Amore perché? Perché hai voluto lo stesso andare?

Quella notte fuori dalla finestra di una camera da letto in cui due amanti si guardavano tristemente, si stava scatenando la tempesta,il cielo e la terra erano un tutt’uno nella tenebrosa notte che stendeva la sua mano guantata su tutta la città oscurandola e avvolgendola; le uniche luci erano i lampi che si disegnavano  nel cielo perché anche le stelle quella notte avevano paura di uscire allo scoperto.

Erano giorni che ormai quel clima si abbatteva sulla città e lui volle ugualmente partire…

La donna lo supplicò con il cuore in mano e le lacrime agli occhi mentre ancora era li,seduta sul loro letto coperta solo dal lenzuolo,ma lui non volle sentir ragioni: “Tornerò domani sera per festeggiare il nostro anniversario” le disse baciandola dolcemente per poi uscire con quel dannato casco tra le mani.

Nell’esatto momento in cui si chiuse la porta alle spalle,il piccolo appartamento sprofondò in un angosciante silenzio rotto infine dal rombo della moto che procurò un brivido di freddo alla donna:

 Ti rivedrò ancora?”si chiese la donna angosciata.

Quella notte pregò,pregò il Signore di proteggerlo e di fargli cambiare idea,lo pregò di riportarlo da lei,lo supplicò con tutte le lacrime che possedeva di vegliare su di lui e impedire che gli accadesse qualcosa e infine,scossa dai singhiozzi e dai brividi si addormentò sul suo cuscino,inebriata dal suo dolce profumo e con il cuore colmo di dolore.

Improvvisamente la donna  sentì uno squillo lontano riportarla alla realtà e sottrarla al sogno meraviglioso che stava vivendo; con un occhio scorse la sveglia,erano le 5 del mattino.

Preoccupata e improvvisamente riscossa dal torpore del sonno prese la cornetta e ciò che sentì le gelò il sangue cosi tanto da impedirle il respiro:

“Signora Del Monte?”

“Si sono io”

“Mi spiace darle questa brutta notizia..ma..vede..suo marito è appena stato ricoverato in ospedale e…

La cornetta le cadde di mano e non sentì il resto delle parole del medico ma corse a vestirsi e prese al volo le chiavi della macchina…mentre il cuore sembra essersi fermato e il mondo vorticava folle intorno a lei.

Ore,ore e ore. Quelle lancette si muovevano inesorabili ma sembrava che il tempo non passasse comunque.

Aspettava e aspetta,immersa in un dolore così intenso da toglierle il respiro e la voglia di vivere.

Aspettava,ma lui non usciva da quella sala operatoria…

La donna piange il suo amore,e le lacrime cadono a terra come gocce di cristallo che si infrangono con un suono udibile solo a chi,come lei,conosce le sofferenze dell’anima.

Ma lei non può fare nulla per il suo amato, Niente….è proprio questo che la infastidisce di più: la sua impotenza.

Da quando ha preso in mano quella cornetta sventurata,maledice con tutto il suo cuore malato quella dannata Ninja che ha portato il suo amore sulla sogni dell’aldilà.

 

Io te l’avevo detto! In quella moto vedevo solo morte e niente di più! Ma tu niente..sei stato irremovibile…preferivi usare la tua adorata Ninja per andare a lavoro piuttosto che comprarti un auto!

 

Pensò la donna mentre la sofferenza ormai l’avvolgeva come una coperta di lana calda.

 

Sto soffrendo come una disperata e nessuno in questo dannato ospedale mi vuole dire come stai,vedo infermiere entrare e infermiere uscire,ma nessuno che si prenda la briga di venirmi a dire nulla…

Signore…perché in questo momento mi hai abbandonata?

 

Sola,senza più nessuno la donna si rifugia nella sua fede; una fede a cui aveva rinunciato quando erano morti i suoi genitori tanti anni prima lasciando sola un bimba di 5 anni che,spaurita,avrebbe dovuto affrontare da sola un mondo troppo grande per lei.

 

So bene di non essere mai stata una fervente cattolica ma ora sento che l’unico che può darmi un po’ di conforto sei tu Signore,forse sbaglio a rivolgermi a te dopo tanto silenzio…ma cosa posso fare?

Ti prego salvalo,salvalo ti supplico! E’ troppo giovane per abbandona questa Terra,ha solo 23 anni!

Signore ti sto chiedendo solo di concedergli un'altra possibilità…ti prego…

 

Fuori dall’ospedale ormai è tornata prepotente la tempesta e il cielo,pur essendo solo le 9 del mattino, è nero e cupo; il vento ulula e sbatte contro le finestre per farsi sentire dagli spauriti abitanti della città.

La natura sembra scatenare tutta la sua rabbia su quella città ma lei non se ne accorge neanche,troppo presa dal suo dolore che riesciva a sfogare solo con piccoli singhiozzi.

Niente più colori per lei,solo un gelido abisso nero che avvolge i suoi pensieri e la sua ani9ma

Le lacrime non si fermano,non ne hanno la minima intenzione,non le importa di nulla in quel momento…solo di lui…

Improvvisamente sentì una mano posarsi delicatamente sulla sua spalla e sobbalzò a quel contatto inaspettato; un signore molto anziano con la barba grigia e due splendidi occhi azzurri le sorrideva in modo rassicurante facendole ritrovare,per un istante,la serenità che aveva perso nel momento in cui lui aveva messo piede fuori da quella casa.

“State bene signorina?” chiese con una voce particolare e a lei stranamente familiare.

La donna annuì senza riuscire a proferir verbo.

La bocca sembrava improvvisamente secca e la stanchezza di quel duro momento si iniziò a far sentire ora che la sua mente sembrava esser tornata alla realtà.

“Volete un caffè?” le disse porgendole un bicchiere “è zuccherato” sorrise e un calore l’avvolse facendola sciogliere in un sorriso di gratitudine.

L’uomo le si sedette accanto, poggiò i gomiti sulle ginocchia con fare riflessivo e lei colse l’occasione per poterlo osservare:

I suoi capelli erano di media lunghezza e grigi come la sua barba,il suo viso era maturo e solcato dalle rughe e i suoi occhi avevano un taglio particolarmente dolce e forte allo stesso tempo,il suo corpo di corporatura media ma stranamente molto magro gli dava un aria un po’ trasandata e la sua altezza lo smagriva più di quando già fosse; pur essendo molto vecchio dimostra una particolare giovinezza.

Io suo abbigliamento era sobrio ma giovanile,una maglia bianca a maniche lunghe ,una camicia a quadri un po’ scolorita come lui e infine  un paio di jeans chiari dal taglio morbido e vecchie scarpe da tennis.

“Chi state aspettando qui signorina?”

La sua voce la riscosse improvvisamente dai suoi pensieri.

“Aspetto mio marito…” rispose con un nodo alla gola.

L’uomo annuì e calò il silenzio in quel corridoio: “Vostro marito sta rischiando al vita?”

Si….e nessuno in questo dannato ospedale vuole spiegarmi come sta…

“Vostro marito non resterà ancora a lungo qui con voi….lo sapete?” disse senza guardarla negli occhi.

Lei trattenne il respiro e il viso divenne di uno spettrale bianco: “Ma…ma…non può essere! Lui non merita di andarsene!” disse scoppiando in un pianto doloroso e senza sosta.

“Non sarai tu a decidere quando se ne andrà” disse una donna dal tetro aspetto comparsa quasi dal nulla e che stava appoggiata al muro poco lontana da loro.

Intorno a quella donna aleggiava un alone di malignità,era vestita interamente di nero: indossava una lunga giacca di pelle nera e degli stivali del medesimo colore che la sciavano poco scoperte le gambe sinuose.

Quella strana donna era molto alta,slanciata ed estremamente attraente; la sua pelle era insolitamente bianca e i suoi occhi erano nascosti dietro un paio di occhiali da sole anche se si trovavano in un luogo interno,i capelli erano liscissimi e lucidi,neri come il pelo di una pantera e lunghi fin sotto il fondo schiena.

Lei stava li a braccia conserte appoggiata al muro,indifferente ma attenta.

Tutto in quel corridoio sembra fermo ora,neanche più l’orologio emetteva il suo suono…niente: solo il respiro di quelle tre persone,che,a vicenda,si stavano studiando.

“Anche tu qui?” chiese improvvisamente il vecchio mantenendo sempre il suo imperturbabile sorriso.

Certo…dove vai tu vado io…e poi,non potevo mancare…”disse la donna con un sorriso,semplice ma che fece correre un gelido brivido lungo la schiena della donna poco lontana da lei.

Silenzio. Un silenzio glaciale.

“Lo ami veramente Scarlet?” disse improvvisamente il vecchio.

“Lo amo più di me stessa”

Tsk,amore…che cosa stupida….” Disse la dama nera sorridendo sarcastica “è un sentimento così inutile e futile che potrebbe tranquillamente sparire dalla faccia della Terra e nessuno se ne renderebbe conto.”

“Non è vero” ribattè Scartel chinando lo sguardo e stringendo i pugni appoggiati sulle gambe “l’amore è quel sentimento che ti fa andare avanti quando non sai più a cosa aggrapparti,se l’amore è vero e puro è un sentimento che ti porta un’immensa felicità ma anche un’enorme sofferenza” una lacrima “ l’amore ti scalda quando in te è ormai calato il gelo e ti è di sostegno quando il resto del mondo ti ha abbandonato” un’altra lacrima “l’amore è il sentimento più bello che esista al mondo” un piccolo singhiozzo “l’amore è il dono più bello che si possa dare…e ricevere” lacrime,lacrime e ancora lacrime le solcarono il viso.

La dama nera rimase lì,immobile,trattenendo per qualche attimo il respiro,incapace di dire alcunché.

Con uno scatto di rabbia di voltò verso il vecchio che le continuava a sorridere tranquillamente.

Scarlet si portò le gambe al petto e si strinse chiudendosi in se stessa,il dolore era troppo per lei; sapere di perderlo proprio ora che lui le aveva donato un nuovo equilibrio la stava facendo morire a poco poco.

Era troppo per lei,cos’avrebbe fatto se lui l’avesse abbandonata?

Con chi avrebbe condiviso le gioie della vita e i sorrisi dei giorni futuri? Con nessuno,perché non ci sarebbero più state né gioie né sorrisi.

Lo sapeva come sarebbe finita,lo sapeva fin troppo bene…

Sarebbe sprofondata nuovamente nel baratro di nera depressione in cui lui l’aveva trovata; lo ricordava come fosse ieri,il giorno in cui lui era entrato nella sua vita era stato come un raggio di sole che penetra in una prigione in cui al luce non si faceva mai viva,inizialmente le ferì gli occhi,le fece venire le lacrime agli occhi poi la scaldò pian piano e infine l’avvolse con i suoi caldi abbracci.

Non voleva più rimanere sola….mai più.

La stessa mano delicata di poco prima le si posò sulla spalla ma,quando rialzò la testa,intorno a lei non c’era più nessuno.

La strana atmosfera di poco prima sembrava essersi sciolta; l’orologio aveva ripreso a ticchettare,i passi erano tornati a farsi sentire e le voci erano tornate ai loro discorsi.

Possibile che sia stato tutto un sogno?” si chiese la donna osservando l’orologio che segnava ancora le 9 del mattino eppure tutto era sembrato cosi reale,poi si guardò accanto e notò il bicchierino del caffè accanto a lei.

Lo prese tra le mani e lo rigirò pensosa,quando,improvvisamente una strana nausea la invase; cominciò a girarle la testa, tutto intorno a lei si fece confuso e poi il buio.

Riaprì gli occhi sentendo delle anomale voci intorno e si tirò su a sedere di scatto,ma quel movimento le causò un pericoloso giramento di testa che la costrinse a ristendersi.

“Signora Del Monte?” disse un infermiera bionda accanto a lei “Come si sente?”

Scarlet fece un debole sorriso: “Un po’ frastornata…

“Nelle sue delicate condizioni dovrebbe badare di più alla sua salute” disse con un sorriso “Comunque se vuole saperlo,suo marito sta meglio.”

Scarlet si girò di scatto verso di lei e un sorriso improvviso come il sole a mezzanotte le comparve sul viso: “Dov’è? Dov’è? Voglio vederlo..” disse facendo per scendere dal lettino.

“No signora stia seduta! Tutto lo stress di questa mattina non le ha fatto molto bene deve stare a letto o rischierà di perdere il bambino.” Disse l’infermiera con fare preoccupato.

“Come scusi?”  la ragazza la guardò senza capire.

“Signora,lei è incinta…e con lo stress causato dall’incidente di suo marito ha rischiato quasi di perderlo…

Non riusciva a crederci. Un misto di emozioni si stava muovendo dentro di lei. Troppe e troppo confuse.

“Signora state bene?”

Ma lei non sentì quelle parole perché crollò tra le braccia dell’infermiera.

Quando si svegliò era ormai sera e quell’infermiera era ancora li a vegliarla: “è stata qui con em tutto il tempo?” le chiese assonnata.

Bhe abbastanza a lui per sapere che stava meglio…comunque se vuole,ora può vedere suo marito.”

Scarlet le sorrise dolcemente e si fece condurre nella camera in cui giaceva addormentato suo marito; aveva molti graffi sul viso e svariate abrasioni sulle braccia.

Da quando le disse l’infermiera suo marito era vivo per puro miracolo,i medici pensavano di  non riuscire a salvarlo e invece ce l’hanno fatta,anche loro erano increduli.

“Suo marito è stato sulla soglia della vita e della morte questa mattina mentre lei aspettava fuori dalla sala operatoria” disse sospirando l’infermiera “Sembrava una partite a poker con la morte….ne sapeva l’esito ma tutti speravano in una vittoria. Suo marito è stato molto fortunato,sicuramente un angelo è sceso dal cielo solo per stargli accanto…

“Oh forse il Signore ha ascoltato le mie suppliche…

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Mery92